23 aprile 2010

CHIESA CHE CAMMINA COL RISORTO

Carissime Famiglie di San Barnaba,
ci aspettano settimane “calde”, piene di calore, di gioia … in sintonia con il caldo primaverile che inizia a sciogliere le membra e ad alleggerire i corpi.
Ci aspettano settimane ricche di occasioni per riscoprire, “fare memoria” e godere di molti doni del Signore. Occasioni che coinvolgeranno spesso intere famiglie, per non dire tutta la nostra Comunità di San Barnaba.

È tempo carico di Grazia e di grazie che riceveremo dallo Spirito del Risorto.

È tempo per ricordare il grande dono del Battesimo: lo faremo Domenica 23 Maggio con le famiglie che hanno donato al Signore e alla Chiesa i loro figli perché fossero immersi e rinascessero in Gesù Cristo.

È tempo per celebrare i Sacramenti della Confermazione e dell’Eucarestia donando la gioia della Prima Comunione eucaristica ad una sessantina di nostri ragazzi di prima media, che hanno vissuto il Cammino di Iniziazione Cristiana. Sarà l’occasione per pregare lo Spirito santo che aiuti le loro famiglie e tutta la nostra Comunità ad essere attenta, ad ascoltare ed ad accompagnare come educatori e testimoni di Cristo preadolescenti, adolescenti e giovani.

È tempo in cui coppie giovani celebreranno il Sacramento del Matrimonio, ma anche una cinquantina di coppie faranno festa insieme per ricordare il felice giorno in cui Gesù offrì loro il suo Amore e benedisse la loro promessa e il loro consenso.

È tempo per donare la Riconciliazione di Dio attraverso il Sacramento che abbiamo riscoperto durante la scorsa Quaresima: con la Festa del Perdono una cinquantina di nostri ragazzi potrà gustare per la prima volta “come è buono il Signore” (salmo 34) accompagnati da genitori e educatori.

È tempo perché i nostri malati e anziani possano possedere una Speranza più forte, accogliendo il dono della Grazia del Signore nel Sacramento dell’Unzione degli Infermi, celebrando una Eucarestia domenicale che impegnerà alla vicinanza, alla solidarietà, all’aiuto verso sorelle e fratelli frenati dalla debolezza e dalla malattia.

Ma questi doni del Signore Risorto ci vengono dati in una esistenza in cui siamo sulla Via cristiana: “fin quando siamo sulla terra siamo stranieri e pellegrini” (1a Lettera di san Pietro).
In queste settimane diversi pellegrinaggi sottolineeranno questa nostra condizione di uomini e donne “graziati” dalle opere di Dio e popolo itinerante sulle strade del mondo.

Quello a Torino a vedere la Sindone per proclamare il continuo riferimento a Gesù Cristo e all’evento della sua Morte e Resurrezione.

Quello a Caravaggio con tutte le Parrocchie del Decanato Navigli per affidare a Maria la “Carta di comunione per la missione”, cioè alcuni impegni per essere Chiesa che ha voglia di comunicare il Vangelo a tutti.

Quello al Santuario di Bobbio con la Terza Età per offrire una occasione di fede e di festa a coloro che accanto a noi ci ripetono (e ci ricordano) “ah sapesse quanto è triste invecchiare!”

Tutto questo mentre sta continuando la “gravidanza” che porterà alla nascita della Comunità Pastorale. Anche quanto vivremo in queste settimane mostra che c’è qualcosa che cresce, come avviene dentro il ventre di una donna ormai prossima a dare alla luce la propria creatura.
I pellegrinaggi a Torino per l’ostensione della Sindone e a Bobbio con la Terza Età saranno fatti in unione e comunione con la Parrocchia Maria Madre della Chiesa.

Ci sarà a fine maggio il terzo incontro dei due Consigli Pastorali: sarà un momento importante perché saranno prese decisioni che toccheranno il futuro della vita delle nostre due Parrocchie.
In bella sintonia si sta programmando anche l’Oratorio Estivo … oltre che continuare a costruire “affinità educative” per tutta la Pastorale Giovanile attraverso incontri tra Educatori e i Consigli dell’Oratorio.

Saranno tante le occasioni anche per esprimere la nostra carità concreta e “danarosa”. Le famiglie dei “Cresi-comunicandi” offriranno il loro sostegno alla “Casa-Orfanotrofio del Perù - Villa Salvador” in una missione sud-americana. Le offerte delle famiglie dei ragazzi che celebreranno per la prima volta il Sacramento della Riconciliazione, il ricavato della vendita del Gruppo Missioni unito a quanto raccoglieremo durante la preghiera mariana di maggio servirà a sostenere l’opera dell’AVSI tra i terremotati di Haiti (abbiamo già raccolto offerte nella scorsa Quaresima). Quanto verrà raccolto dalla vendita di rose per la Festa della mamma aiuterà il Consultorio cattolico di via Boifava per incrementare iniziative in favore della famiglia e della vita. Tutto questo nello stile che raccomandava san Paolo, ricordando quanto Gesù ripeteva: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.

Quante intenzioni da affidare alla Mamma del cielo, Maria, nel mese mariano che vogliamo vivere con una preghiera intensa! Nel prossimo mese di maggio ci uniremo in particolare al Papa e alla Chiesa per pregare in modo particolare per i Sacerdoti: quanto sia necessario pregare per noi in questo Anno Sacerdotale risalta con più evidenza dopo i recenti scandali! Ben venga una preghiera “speciale”.

Sono sicuro che tanta ricchezza di occasioni non andrà sprecata, e che Gesù Risorto permetterà alla nostra Comunità di san Barnaba di godere di “pace” e “gioia” che sono frutti abbondanti del suo Spirito.
Fraternamente,
don Giorgio

SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE AI RAGAZZI?

Domenica 25 Aprile i nostri ragazzi del CIC 3 celebreranno per la prima volta il Sacramento della Riconciliazione (chiamato anche Sacramento della Penitenza o Penitenza sacramentale, oppure - più volgarmente - “confessione”).
Per comprendere meglio il senso di questo Sacramento all’interno del Cammino di Iniziazione Cristiana offriamo una pagina molto illuminante di un teologo.

La Penitenza è il Sacramento destinato non semplicemente a un peccatore, bensì a un cristiano peccatore, a colui cioè che, dopo il Battesimo, ricade in una situazione grave di peccato. Quattro sono i momenti che costituiscono questo Sacramento: il dolore dei peccati, la confessione dei peccati, l’assoluzione da parte del sacerdote e la penitenza. La scoperta del proprio peccato e il dolore per esso nascono dall’incontro con la misericordia del Signore; da qui viene la luce per scoprire come siamo veramente e da qui comincia il cammino della penitenza. Il dolore dei peccati non si identifica con qualcosa di emotivo; si tratta invece del gesto con cui un peccatore riconosce: «Così non va; voglio prendere le distanze da questi comportamenti; voglio ritrovare pienamente il mio posto nella Chiesa; voglio ritrovare la verità di me stesso di fronte a Dio».
Il dolore dei peccati non rimane qualcosa di puramente interiore, ma si esprime nel gesto di confessarli di fronte al ministro della Chiesa. Solo confessando il peccato come peccato, il peccatore effettivamente prende le distanze da esso. L’impossibilità di «confessarsi da soli» e la necessità di riferirsi al ministro della Chiesa dipende dal fatto che la fede cristiana non si esaurisce nel rapporto tra il singolo credente e Dio. Il cristiano riconosce che il suo rapporto con il Dio di Gesù Cristo passa attraverso la Chiesa, la comunità che il Signore ha voluto come «luogo» per entrare in relazione con lui; il peccato del cristiano, dunque, mentre «offende» Dio (ma Dio «si offende» perché col peccato noi facciamo male a noi stessi), «ferisce» la Chiesa; di conseguenza il ritorno del cristiano peccatore a Dio passa attraverso la Chiesa e attraverso la confessione dei propri peccati a colui che, in forza del Sacramento dell’Ordine, della Chiesa è ministro.
Dal ministro della Chiesa il cristiano peccatore pentito riceve l’assoluzione: non si tratta di un gesto magico, bensì di un’azione attraverso la quale, nella forza del suo Spirito, Cristo stesso opera comunicandoci il suo perdono. «Perdono» è una parola che oggi facilmente viene fraintesa come sinonimo di «buonismo». In realtà, perdonare non significa minimizzare il peccato. Quando Dio perdona dice: «Nonostante quello che hai fatto, tu sei più grande del male che hai fatto. Puoi lasciarti dietro le spalle il male fatto e puoi andare verso un futuro diverso, perché io ti do la capacità di essere nuovo». L’immagine forse più bella per esprimere l’azione di Dio che perdona è quella evocata dal Salmo 50: la creazione di un cuore nuovo. Nel Sacramento della Penitenza, tuttavia, non si tratta di una creazione assolutamente nuova, bensì di una ri-creazione di quel cuore nuovo donato col Battesimo.
L’ultimo momento del cammino del cristiano peccatore pentito è quello specificamente indicato col termine penitenza. Oggi questo momento si riduce di solito a qualche preghiera che il penitente è invitato a recitare; nell’antichità, invece, i gesti penitenziali erano molto impegnativi: oltre alle preghiere consistevano in digiuni, elemosine, pellegrinaggi a piedi, ecc. Benché siano state notevolmente «ammorbidite», le opere penitenziali non vanno tralasciate, perché hanno lo scopo di rimediare/riparare il male fatto e di manifestare concretamente il desiderio di cominciare una vita nuova con la proposta di un primo passo praticabile.
Propriamente, dunque, la Penitenza non è un Sacramento dell’Iniziazione Cristiana. Potremmo piuttosto parlare di una «ripresa» dell’Iniziazione Cristiana per il cristiano che ha gravemente peccato: se, infatti, mediante l’Iniziazione Cristiana un credente è stato accolto dalla Chiesa, mediante la Penitenza un cristiano peccatore dalla Chiesa viene ri-accolto. Da diversi secoli, però, la prassi della Chiesa di fatto colloca anche la Penitenza all’interno di quello che noi oggi chiamiamo l’itinerario di iniziazione dei fanciulli: essa infatti viene di norma celebrata anteriormente alla Prima Comunione sacramentale. Dopo il Vaticano II, in alcune Diocesi europee, statunitensi e canadesi, si diffuse la prassi di accogliere alla mensa eucaristica fanciulli di sette/ otto anni, rimandando di qualche tempo la celebrazione della Penitenza sacramentale. A favore di questa innovazione giocavano soprattutto motivazioni di carattere psico-pedagogico: nell’ambito dell’evoluzione personale del fanciullo, le condizioni per vivere in modo autentico l’esperienza del perdono sacramentale maturerebbero solo attorno ai nove/dieci anni; la partecipazione alla mensa eucaristica, invece, sarebbe del tutto in armonia con lo stadio evolutivo di un bambino di sette anni. A questa età, inoltre, un fanciullo difficilmente potrebbe trovarsi in quella condizione di peccato che rende strettamente obbligatorio il ricorso alla Confessione prima della Comunione. Nel 1973 la Santa Sede chiese di concludere gli esperimenti avviati e nel 1977 chiarì che non è lecito ammettere i fanciulli alla comunione senza che si siano previamente accostati al Sacramento della Penitenza. A livello teologico questa prassi lascia aperta una domanda: come può essere sacramentalmente riaccolto dalla Chiesa con la Penitenza colui che, non avendo ancora ricevuto l’Eucaristia, non è stato ancora pienamente accolto nella Chiesa? Sul piano dell’agire concreto delle comunità cristiane, le indicazioni della Santa Sede, per quanto non immutabili, sono attualmente vincolanti. D’altra parte, la disciplina che esse ripropongono - pur con le perplessità che solleva - non manca di una sua sensatezza. È vero infatti che la Penitenza sacramentale prima della Comunione è indispensabile per chi sia consapevole di aver commesso un peccato grave; perciò il fanciullo, nella misura in cui è ritenuto normalmente incapace di peccato grave, per sé non sarebbe strettamente obbligato a confessarsi prima di accostarsi alla comunione eucaristica. Almeno a partire dal XIII secolo, però, il Sacramento della Penitenza non è più stato legato unicamente al perdono del peccato grave: i cristiani vi sono ricorsi anche per i peccati più lievi, per le mancanze «quotidiane». Questo modo di «utilizzare» il Sacramento della Penitenza rappresenta un’«estensione» rispetto al suo senso originario, essendo inizialmente destinata al perdono di colpe gravi. E tuttavia si tratta di un’«estensione» che la Chiesa ha ritenuto e continua a ritenere non solo legittima, ma anche molto utile: al Sacramento della Penitenza si possono sottoporre anche le difficoltà, le incertezze e i rallentamenti del proprio cammino di fede. Anche queste realtà, infatti, benché non compromettano radicalmente l’alleanza con Dio nella Chiesa, sono comunque elementi di disarmonia nel rapporto con Dio nella Chiesa. In questi casi, il Sacramento della Penitenza approfondisce, rinnova, affina la vita nuova ricevuta nel Battesimo, che le mancanze lievi hanno offuscato e indebolito.
In questo ordine di idee, ha senso anche la Riconciliazione sacramentale dei fanciulli prima dell’accesso all’Eucaristia, Riconciliazione che può essere opportunamente presentata come una «ripresa » del Battesimo. È però importante che la preparazione a questo Sacramento venga integrata con una più ampia formazione dei fanciulli al senso della conversione e del perdono, in grado di valorizzare, con le opportune attualizzazioni, le opere penitenziali in auge nella Chiesa antica: la preghiera, il digiuno e l’elemosina. Ciò favorirebbe oltretutto una più autentica celebrazione del gesto sacramentale.

Pierpaolo Caspani

Appuntamenti da Domenica 25 aprile 2010

DOMENICA 25 aprile
«IV DI PASQUA»
Lettura degli Atti degli Apostoli (21,8b-14)
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (1,8-14)
Vangelo secondo Giovanni (15,9-17)
«GIORNATA MONDIALE DELLE VOCAZIONI»

ore 10,30 Festa degli anniversari del Sacramento del Matrimonio.
ore 15,30 in Chiesa: Festa del Perdono e Prima Riconciliazione per i genitori e i ragazzi del 3° anno di Cammino dell’Iniziazione Cristiana (CIC3).

Lunedì 26 aprile
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 27 aprile
ore 19,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro congiunto di tutti gli Educatori della Comunità Pastorale,

Mercoledì 28 aprile «S. Gianna Beretta Molla»
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: TERZA ETÀ: Festa dei Compleanni.
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio assistenza e aiuto alla compilazione dei Mod. 730 e UNICO 2010.
ore 20,30 presso il Centro Asteria: Incontro con la prof.ssa Enza Sutera, madre, docente universitaria, specialista in psicologia e pedagogia, sul tema «Aggressività; problema o risorsa?».

Venerdì 30 aprile «S. Pio V, papa e S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, sacerdote»
ore 18,30 in Oratorio: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 20,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).
ore 20,30 Veglia di preghiera e riflessione per il Lavoro, in preparazione al 1° Maggio, presieduta dal Vicario Episcopale, mons. Erminio De Scalzi.presso la Basilica Ss. Apostoli e Nazaro Maggiore (p.za S. Nazaro, 5)

Sabato 1 e Domenica 2 maggio
IL GRUPPO MISSIONI organizza un “BANCO VENDITA” straordinario di lavori artigianali sul sagrato della chiesa … un’idea-regalo per tutti. Il ricavato sarà devoluto a favore dell’AVSI per i terremotati di Haiti

DOMENICA 2 maggio
«V DI PASQUA»
Lettura degli Atti degli Apostoli (4,32-37)
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (12,31-13,8a)
Vangelo secondo Giovanni (13,31b-35)

Lunedì 3 maggio «Ss. Filippo e Giacomo, apostoli»
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Mercoledì 5 maggio
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: TERZA ETÀ: Recita del S. Rosario.
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio assistenza e aiuto alla compilazione dei Mod. 730 e UNICO 2010.

Giovedì 6 maggio
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro Giovani 2.

Venerdì 7 maggio
ore 15,00 in Chiesa: Adorazione Eucaristica.
ore 20,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).
ore 21,00 Recita del S. Rosario nei luoghi di preghiera rionali.

Sabato 8 maggio «S. Vittore, martire»
ore 15,00 in Salone-Teatro: Don Giuseppe incontra i genitori dei ragazzi del CIC3 e presenta il Cammino del CIC4.

Sabato 8 e Domenica 9 maggio sul sagrato della chiesa, vendita delle rose in occasione della FESTA DELLA MAMMA. Il ricavato verrà impiegato a favore del Consultorio famigliare cattolico S. Giovanna Beretta Molla di via Boifava

DOMENICA 9 maggio
«VI DI PASQUA»
Lettura degli Atti degli Apostoli (21,40b-22,22)
Lettera agli Ebrei (7,17-26)
Vangelo secondo Giovanni (16,12-22)
«GIORNATA DIOCESANA PER L’AZIONE CATTOLICA»

ore 15,00 Uscita di genitori e ragazzi del CIC2 alla Parrocchia Maria Madre della Chiesa. Ritrovo sul sagrato.

RITIRO SPIRITUALE a Cerro di Laveno dei ragazzi del quarto anno di Cammino di Iniziazione Cristiana (CIC4)

Lunedì 10 maggio
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 11 maggio
ore 21,00 presso la Parrocchia Maria Madre della Chiesa: Riunione congiunta dei Consigli d’Oratorio della Comunità Pastorale.

Mercoledì 12 maggio
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro di Catechesi della TERZA ETÀ
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio assistenza e aiuto alla compilazione dei Mod. 730 e UNICO 2010.
ore 20,30 presso il Centro Asteria: Incontro con la prof.ssa Enza Sutera, madre, docente universitaria, specialista in psicologia e pedagogia, sul tema «Risorse e prospettive della famiglia».

Giovedì 13 maggio
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei Giovani con la Comunità di sant’Egidio.

Venerdì 14 maggio «S. Mattia, apostolo»
ore 18,30 in Oratorio: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 21,00 in Chiesa: Riconciliazione di genitori e padrini dei Cresi-Comunicandi.
ore 21,00 Recita del S. Rosario nei luoghi di preghiera rionali con i Pre-Adolescenti.

Sabato 15 maggio
ore 9,30 presso la Parrocchia Maria Madre della Chiesa: ROVETO ARDENTE. «Povertà, ricchezza, giustizia. La comunità cristiana al tempo della crisi».

Sabato 15 Maggio 2010 (ore 19 - 23) Pellegrinaggio Decanale al Santuario di S. Maria della Fonte di Caravaggio con Eucarestia di comunione QUOTA D’ISCRIZIONE: € 13 Le iscrizioni si ricevono al termine delle Ss. Messe festive di Sabato 1 e 8 maggio e Domenica 8 e 9 maggio in fondo alla chiesa.

DOMENICA 16 maggio
«ASCENSIONE DEL SIGNORE»
Lettura degli Atti degli Apostoli (1,6-13A)
Lettera di s. Paolo apostolo agli Efesini (4,7-13)
Vangelo secondo Luca (24,36b-53)
«GIORNATA DIOCESANA PER L’AZIONE CATTOLICA»

ore 10,30 in Chiesa: durante la S. Messa verranno conferiti i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana ai ragazzi del CIC4.

Sabato 1 maggio "LAVORI in ORATORIO"


Sabato 1 maggio
LAVORI in ORATORIO
Servire in letizia
Si invitano Adulti, Giovani e Ragazzi
a partecipare a lavori vari in Oratorio
ore 9,00: Ritrovo
ore 13,00: Pastasciutta, altro e … dolce
ore 18,00: Termine dei lavori

MESE DI MAGGIO

Maria prega con noi per tutti i sacerdoti

Programma delle celebrazioni mariane

Tutte le sere, a partire dal 3 maggio, - dal Lunedì al Giovedì - alle ore 21,00 in Chiesa: Recita del S. Rosario. Al Venerdì - alle ore 21,00 - ci sarà la preghiera nei punti del quartiere elencati in calce secondo il seguente calendario:

Venerdì 7 maggio: «Misteri della Gioia»
Maria sorreggi la nascita della nostra nuova Comunità Pastorale

Venerdì 14 maggio: «Misteri della Luce»
Eucarestia sorgente della nostra vita cristiana

Venerdì 21 maggio: «Misteri del dolore»
Maria aiuto di chi soffre

Venerdì 28 maggio: Celebrazione conclusiva in chiesa, animata dai partecipanti al Pellegrinaggio a Lourdes dell’anno scorso.

LUOGHI DEGLI INCONTRI (durante i quali si raccoglieranno offerte a favore dell’AVSI per i terremotati di Haiti)
VIA ORLANDO 20 - MONTAGNETTA DIETRO UNES - CAMPO PALLACANESTRO ARCADIA - VILLETTE - VIA PIENZA - VIA BARONI 20 (SOPRA I BOX) - VIA BARONI 64 - VIA SAPONARO 11-13 - BASMETTO - PARCO-GIOCHI GRATOSOGLIO - VIA DE RUGGIERO 27-29

CITTADINI DEL MONDO?

Spegnete il gossip e riaccendete l’informazione!
La Rai intende chiudere le seguenti 5 sedi di corrispondenza nel mondo: Beirut – Il Cairo – Nairobi – New Delhi – Buenos Aires. A fronte di tale ipotesi registriamo il duro comunicato del 2 Febbraio 2010 diramato dalla Federazione della Stampa Missionaria Italiana

I missionari alla Rai: spegnete il gossip, riaccendete l’informazione.

La Federazione Stampa Missionaria Italiana (Fesmi), che raduna una quarantina di testate per un totale di 500mila copie mensili, interviene contro l’intenzione della Rai di chiudere 5 sedi estere. A meno di clamorosi ripensamenti, la Rai sta per chiudere cinque sedi di corrispondenza nel mondo: Beirut, Il Cairo, Nairobi, New Delhi e Buenos Aires. Cinque su quindici in totale. Stiamo parlando di entrambe le sedi africane, dell’unica in America Latina e di quella in un Paese così importante, non solo politicamente ed economicamente, come l’India, oltre che di quella di un Paese-simbolo come il Libano. Se andasse in porto, sarebbe una decisione grave, contraddittoria e miope. In una parola: controproducente.

Come Federazione della Stampa Missionaria Italiana, la condanniamo con forza, auspicando che la dirigenza Rai torni sui suoi passi, anche alla luce delle proteste non solo nostre, ma di molte altre realtà della società civile, che in queste ore si stanno levando.

L’ipotesi di chiudere un terzo delle sedi di corrispondenza nel mondo è grave, perché va a colpire il Sud del mondo, quella parte di pianeta già oggi marginale nel circuito informativo italiano. E’ grave perché ispirata a criteri economicistici che, come tali, dovrebbero essere estranei a un “servizio pubblico” che voglia qualificarsi davvero come tale. Se un problema di compatibilità economica esiste, non è spegnendo l’informazione sul mondo che si risolve ma, semmai, vigilando sugli esosi compensi alle “star” del piccolo schermo o sugli sprechi cui la Rai ci ha abituato da troppo tempo.

E’ una decisione contraddittoria, perché la sede di Nairobi è stata aperta – anche per effetto di un tenace “pressing” delle riviste missionarie – soltanto due anni fa’.

Ancora: qual è il senso della chiusura di una sede come l’Egitto, cruciale per monitorare l’area mediterranea e, in parte, il mondo islamico? Che senso avrebbe abbandonare oggi l’India, da tutti indicata come uno dei Paesi-chiave del presente e del futuro? Appare chiaro che siamo di fronte a una scelta – se attuata - per nulla lungimirante e, alla distanza, destinata a ricadute negative. Controproducente, appunto. Il contrario di quell’efficienza che tanto viene sbandierata.

Contro la deriva di un’informazione Tv sempre più avvitata su stessa, ci eravamo pronunciati nel febbraio 2006 con l’appello «Notizie, non gossip», pubblicato da tutte le riviste della Fesmi: chiedevamo alla Rai una risposta alla scarsità di notizie da intere aree del mondo. Nel maggio 2007, dopo l’apertura della sede di Nairobi, avevamo salutato con favore l’evento: «Se la Rai ha aperto una sede in Africa, molto lo si deve alla mobilitazione del mondo missionario», aveva detto in quell’occasione Enzo Nucci, corrispondente Rai da Nairobi. Speravamo fosse l’inizio di un impegno serio. Per dar voce a popoli, culture, paesi senza voce. Purtroppo - duole constatarlo - non è andata così.

Con tutta evidenza, il problema dei tagli delle sedi estere è solo la punta di un iceberg: la questione riguarda la sensibilità complessiva per i fatti del mondo, le vicende dei continenti solo apparentemente “lontani”. Non vorremmo che la scelta di dismettere le sedi straniere confermasse una volontà di ritirarsi nel guscio di un’informazione che per baricentro abbia l’Italia o l’Europa.
Un servizio pubblico che voglia dirsi realmente tale dovrebbe puntare a rendere i suoi telespettatori autentici “cittadini del mondo”. Non è certo questa la strada. Chiediamo ai vertici di Viale Mazzini un tempestivo e radicale ripensamento.

FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana)

... ma non è finita qui!

NON È UN PESCE D’APRILE
Un provvedimento del Governo del 1° di aprile stabilisce la soppressione delle tariffe agevolate postali che colpisce soprattutto il “no-profit” con un aumento medio che va dal 100% al 500%. Anche su questa vicenda c’è una presa di posizione della FESMI dell’Aprile 2010

Se voleva essere uno "scherzo" – visto che ha avuto effetto dall’"1 Aprile" scorso – è stato a dir poco di cattivo gusto. Stiamo parlando del "Decreto Inter-Ministeriale" del 30 Marzo 2010 (pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 31 Marzo 2010, "n. 75") col quale vengono soppresse le "tariffe agevolate postali" per tutta l'"editoria" libraria, quotidiana e periodica.

Nonostante il "decreto" specifichi che un successivo provvedimento potrebbe stabilire ulteriori "agevolazioni", ciò comporterà inevitabilmente un periodo di "vacatio" tra l’entrata in vigore del primo e l’eventuale successivo.

Contro tale "sciagurata" decisione (l’aumento medio oscilla tra il 100 e il 500% per ogni singola "spedizione"!) si sono pronunciate moltissime voci del "no-profit" e dell’"editoria".
Anche la "Fesmi" ("Federazione Stampa Missionaria Italiana") si associa alla protesta, in unione con l’"Ufficio Missionario Nazionale" della "CEI", l’Agenzia "Misna" e l’"USPI" ("Unione Stampa Periodica"). Pertanto la "Fesmi" aderisce all’iniziativa del settimanale "Vita", con la quale le organizzazioni del "no-profit" si appellano al "Governo" affinché vengano immediatamente adottate delle misure che evitino un vertiginoso aumento del "budget" delle "spedizioni".

In particolare, la "Fesmi" osserva che tale "decreto" va a colpire:
le riviste di attualità "missionaria" e "internazionale", che da decenni svolgono un ruolo di "informazione alternativa", che costituisce un patrimonio "culturale" e "sociale" per tutta la "comunità nazionale";
l’attività di "fund-raising" che, accanto alla sensibilizzazione "missionaria", molte delle pubblicazioni svolgono sul territorio "nazionale". Da questo punto di vista, viene anche pregiudicata la cosiddetta "fidelizzazione" tra le "Congregazioni Missionarie" e i loro "benefattori".

In assenza di un ripensamento radicale della misura adottata, la riviste della "Fesmi" si vedrebbero costrette a modificare la "periodicità" o addirittura a interrompere la loro attività, con grave danno non solo per gli "enti" che le editano, ma anche per il mondo della "solidarietà" nel suo complesso e per i "poveri" del mondo, a servizio dei quali le riviste "Fesmi" vogliono operare.

09 aprile 2010

SEGNI DELLA PRESENZA DEL RISORTO

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Risorto,
vi rinnovo gli auguri di Pasqua: il Signore sia con voi e nelle vostre famiglie, e nelle nostre Comunità cristiane di San Barnaba e Maria Madre della Chiesa.
Vi ho portato nel cuore in questa settimana in cui mi sono assentato per immergermi nel Signore e nella sua Parola: ho pregato per tutti voi intercedendo soprattutto per i bisognosi e ringraziando il Signore di far parte di una Comunità così bella qual è San Barnaba.
Vi ripropongo quanto ho detto nell’omelia di Pasqua, in cui ho espresso come vivere da “risorti in Cristo” oggi.

GESÙ È PRESENTE, SEMPRE E PER SEMPRE!
È presente nella storia da 2000 anni, è presente soprattutto nella sua Chiesa, attraverso la sua Chiesa. È vivente e supera ogni teoria e ogni autorità e regno. Non la Scienza, non la Tecnologia, non una nuova Filosofia ci salveranno: Lui è il Signore, è il Redentore! Lui è Verità per ognuno, per sempre, che mostra chi siamo, che ci costruisce come persone nuove con la sua potenza di Vivente. Lui è il solo Giudice della storia, della Chiesa: non ci sono altri!
Fare memoria oggi della sua resurrezione è prendere la lente di ingrandimento per riconoscerlo oggi, qui accanto a noi, con noi … “per noi”! Dobbiamo imparare a scoprire e vedere le sue orme, per imparare a riconoscerlo oggi.
Lui è il Centro della nostra fede, la sua Resurrezione è il perno del credere nostro e della Chiesa.
Anche l’accanimento contro la Chiesa di questi giorni (non solo di questi giorni: il Codice da Vinci ha qualche anno, la “storia” del Direttore di Avvenire, scontro sull’immigrazione, pedofilia, aborto …) non sarà la fine, perché non siamo noi il fondamento, ma è Lui, la sua morte, ma soprattutto il suo essere risorto, la sua potenza di Signore Risorto.
Non dobbiamo temere! Non possiamo aver paura!

GESÙ RISORGE PER RIALZARCI, RIALZARE L’UMANITÀ DALLA BASSEZZA DEL MALE!
Gesù risorge per farci santi, per non essere schiacciati dalla pesantezza della nostra colpa, del nostro peccare, del nostro percorrere strade distruttive, dal dilagare del marcio e della malvagità.
Gesù è presente per vincere il male in ognuno di noi, nella sua Chiesa, nell’umanità.
È bello essere Chiesa perché possediamo la forza dell’amore risanante di Gesù: che è misericordia verso noi peccatori, pace dentro il cuore, riconciliazione tra i popoli.
È il Risorto che ci dà il coraggio di riconoscere il nostro peccato, di accusarci davanti a lui e - se gravemente dannoso - anche davanti ai giudici del mondo: pochi lo fanno e pochi hanno il coraggio di farlo. Noi possiamo perché il Signore vince alla radice il male che regna nel cuore e ci fa rialzare, affinché guardiamo e puntiamo in alto, affinché non rimaniamo seduti accanto alle macerie dei nostri fallimenti umani e sociali

GESÙ RISORTO CI RENDE UOMINI E DONNE DI SPERANZA!
Se guardiamo alla storia della Chiesa, alla storia dell’umanità, vediamo che è attraversata dal vento della speranza che ci ha donato Gesù, che spinge sempre verso il nuovo, con un “pieno di vita”… e vediamo che il Risorto ricerca persone per costruire il “nuovo”.
Noi che siamo suoi discepoli non possiamo che essere uomini e donne di speranza: speranza che portiamo dentro il cuore, ma speranza che annunciamo e testimoniamo!
Vogliamo essere pronti a costruire, non solo criticare: costruire con tutti, per tutti … qui, ora! Vogliamo diventare capaci di osare anche “l’impossibile per noi”… che però Dio suggerisce, che è voluto da Gesù Risorto e che Lui sostiene con la potenza del suo Spirito. Vogliamo impegnarci ad amare con carità dirompente, universale, ininterrotta … così che Gratosoglio e Haiti sono unite!

QUESTO È VERO, È REALE: ECCO TRE SEGNI!
Molti in queste settimane di Quaresima sono risorti in Cristo perché hanno vissuto meglio il Sacramento della Riconciliazione.

Il Battesimo di Alice nella Veglia Pasquale e quelli di Domenica 11 Aprile: sono segno della forza del Risorto che vince oggi e che opera con la Chiesa in favore di queste bambine.
Anche la nascita della Comunità Pastorale con Maria Madre della Chiesa diventa un segno del nuovo che il Risorto intende costruire in questo territorio.

Viviamo e godiamo dei frutti della Pasqua in queste Settimane ricche di tanti appuntamenti festosi per le famiglie di San Barnaba.
Fraternamente,

don Giorgio

DAVANTI AL BATTISTERO

Nella Veglia Pasquale abbiamo ripreso a usare il fonte battesimale posto nel Battistero in fondo alla chiesa. Questa scelta comporta il coraggio di riscoprire in modo nuovo il primo dei tre Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana (Battesimo - Confermazione/Cresima - Eucarestia). Proponiamo come meditazione alcune parti dell’omelia del Papa durante la Veglia Pasquale, in cui ha amministrato i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana a catecumeni di 5 continenti.

… è visibile tutta l’afflizione dell’uomo di fronte al destino di malattia, dolore e morte che ci è stato imposto. È evidente la resistenza che l’uomo oppone alla morte: da qualche parte – hanno ripetutamente pensato gli uomini – dovrebbe pur esserci l’erba medicinale contro la morte. Prima o poi dovrebbe essere possibile trovare il farmaco non soltanto contro questa o quella malattia, ma contro la vera fatalità – contro la morte. Dovrebbe, insomma, esistere la medicina dell’immortalità. Anche oggi gli uomini sono alla ricerca di tale sostanza curativa. Pure la scienza medica attuale cerca, anche se non proprio di escludere la morte, di eliminare tuttavia il maggior numero possibile delle sue cause, di rimandarla sempre di più; di procurare una vita sempre migliore e più lunga. Ma riflettiamo ancora un momento: come sarebbe veramente, se si riuscisse, magari non ad escludere totalmente la morte, ma a rimandarla indefinitamente, a raggiungere un’età di parecchie centinaia di anni? Sarebbe questa una cosa buona? L’umanità invecchierebbe in misura straordinaria, per la gioventù non ci sarebbe più posto. Si spegnerebbe la capacità dell’innovazione e una vita interminabile sarebbe non un paradiso, ma piuttosto una condanna. La vera erba medicinale contro la morte dovrebbe essere diversa. Non dovrebbe portare semplicemente un prolungamento indefinito di questa vita attuale. Dovrebbe trasformare la nostra vita dal di dentro. Dovrebbe creare in noi una vita nuova, veramente capace di eternità: dovrebbe trasformarci in modo tale da non finire con la morte, ma da iniziare solo con essa in pienezza. Ciò che è nuovo ed emozionante del messaggio cristiano, del Vangelo di Gesù Cristo, era ed è tuttora questo, che ci viene detto: sì, quest’erba medicinale contro la morte, questo vero farmaco dell’immortalità esiste. È stato trovato. È accessibile. Nel Battesimo questa medicina ci viene donata. Una vita nuova inizia in noi, una vita nuova che matura nella fede e non viene cancellata dalla morte della vecchia vita, ma che solo allora viene portata pienamente alla luce.
A questo alcuni, forse molti risponderanno: il messaggio, certo, lo sento, però mi manca la fede. E anche chi vuole credere chiederà: ma è davvero così? Come dobbiamo immaginarcelo? Come si svolge questa trasformazione della vecchia vita, così che si formi in essa la vita nuova che non conosce la morte?...
Precisamente questo – l’essere rivestiti col nuovo abito di Dio – avviene nel Battesimo; così ci dice la fede cristiana. Certo, questo cambio delle vesti è un percorso che dura tutta la vita. Ciò che avviene nel Battesimo è l’inizio di un processo che abbraccia tutta la nostra vita – ci rende capaci di eternità, così che nell’abito di luce di Gesù Cristo possiamo apparire al cospetto di Dio e vivere con Lui per sempre.
Nel rito del Battesimo ci sono due elementi in cui questo evento si esprime e diventa visibile anche come esigenza per la nostra ulteriore vita. C’è anzitutto il rito delle rinunce e delle promesse. Nella Chiesa antica, il battezzando si volgeva verso occidente, simbolo delle tenebre, del tramonto del sole, della morte e quindi del dominio del peccato. Il battezzando si volgeva in quella direzione e pronunciava un triplice “no”: al diavolo, alle sue pompe e al peccato. Con la strana parola “pompe”, cioè lo sfarzo del diavolo, si indicava lo splendore dell’antico culto degli dèi e dell’antico teatro, in cui si provava gusto vedendo persone vive sbranate da bestie feroci. Così questo era il rifiuto di un tipo di cultura che incatenava l’uomo all’adorazione del potere, al mondo della cupidigia, alla menzogna, alla crudeltà. Era un atto di liberazione dall’imposizione di una forma di vita, che si offriva come piacere e, tuttavia, spingeva verso la distruzione di ciò che nell’uomo sono le sue qualità migliori. Questa rinuncia – con un procedimento meno drammatico – costituisce anche oggi una parte essenziale del Battesimo. In esso leviamo le “vesti vecchie” con le quali non si può stare davanti a Dio. Detto meglio: cominciamo a deporle. Questa rinuncia è, infatti, una promessa in cui diamo la mano a Cristo, affinché Egli ci guidi e ci rivesta. Quali siano le “vesti” che deponiamo, quale sia la promessa che pronunciamo, si rende evidente quando leggiamo, nel quinto capitolo della Lettera ai Galati, che cosa Paolo chiami “opere della carne” – termine che significa precisamente le vesti vecchie da deporre. Paolo le designa così: “fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere” (Gal 5,19ss). Sono queste le vesti che deponiamo; sono vesti della morte.
Poi il battezzando nella Chiesa antica si volgeva verso oriente – simbolo della luce, simbolo del nuovo sole della storia, nuovo sole che sorge, simbolo di Cristo. Il battezzando determina la nuova direzione della sua vita: la fede nel Dio trinitario al quale egli si consegna. Così Dio stesso ci veste dell’abito di luce, dell’abito della vita. Paolo chiama queste nuove “vesti” “frutto dello Spirito” e le descrive con le seguenti parole: “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22).
Nella Chiesa antica, il battezzando veniva poi veramente spogliato delle sue vesti. Egli scendeva nel fonte battesimale e veniva immerso tre volte – un simbolo della morte che esprime tutta la radicalità di tale spogliazione e di tale cambio di veste. Questa vita, che comunque è votata alla morte, il battezzando la consegna alla morte, insieme con Cristo, e da Lui si lascia trascinare e tirare su nella vita nuova che lo trasforma per l’eternità. Poi, risalendo dalle acque battesimali, i neofiti venivano rivestiti con la veste bianca, la veste di luce di Dio, e ricevevano la candela accesa come segno della nuova vita nella luce che Dio stesso aveva accesa in essi. Lo sapevano: avevano ottenuto il farmaco dell’immortalità, che ora, nel momento di ricevere la santa Comunione, prendeva pienamente forma. In essa riceviamo il Corpo del Signore risorto e veniamo, noi stessi, attirati in questo Corpo, così che siamo già custoditi in Colui che ha vinto la morte e ci porta attraverso la morte.
Nel corso dei secoli, i simboli sono diventati più scarsi, ma l’avvenimento essenziale del Battesimo è tuttavia rimasto lo stesso. Esso non è solo un lavacro, ancor meno un’accoglienza un po’ complicata in una nuova associazione. È morte e risurrezione, rinascita alla nuova vita.
Sì, l’erba medicinale contro la morte esiste. Cristo è l’albero della vita reso nuovamente accessibile. Se ci atteniamo a Lui, allora siamo nella vita. Per questo canteremo in questa notte della risurrezione, con tutto il cuore, l’alleluia, il canto della gioia che non ha bisogno di parole. Per questo Paolo può dire ai Filippesi: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti!” (Fil 4,4). La gioia non la si può comandare. La si può solo donare. Il Signore risorto ci dona la gioia: la vera vita. Noi siamo ormai per sempre custoditi nell’amore di Colui al quale è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra (cfr Mt 28,18). Così chiediamo, certi di essere esauditi, con la preghiera sulle offerte che la Chiesa eleva in questa notte: Accogli, Signore, le preghiere del tuo popolo insieme con le offerte sacrificali, perché ciò che con i misteri pasquali ha avuto inizio ci giovi, per opera tua, come medicina per l’eternità. Amen.

Appuntamenti da Domenica 11 aprile 2010

DOMENICA 11 aprile
«II DI PASQUA»
Domenica in albis depositis
Lettura degli Atti degli Apostoli (4,8-24a)
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (2,8-15)
Vangelo secondo Giovanni (20,19-31)

Dopo la S. Messa delle ore 10,30 presso il Salone-Teatro: Incontro con i Genitori dei ragazzi del 4° anno di Cammino dell’Iniziazione Cristiana.
ore 15,30 in Chiesa: Celebrazione del Sacramento del Battesimo.

Martedì 13 aprile
ORE 21,00 PRESSO IL CENTRO PARROCCHIALE: RIUNIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE.

Mercoledì 14 aprile
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: Il Gruppo della TERZA ETÀ si incontra con quello della Parrocchia Maria Madre della Chiesa.
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio assistenza e aiuto alla compilazione dei Mod. 730 e UNICO 2010.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro con coloro che festeggiano gli anniversari del Sacramento del Matrimonio.

Giovedì 15 aprile
dalle h.16,00 presso la Casa Parrocchiale: Adesione CIC1
alle h. 18,00
ore 21,00 presso la Parrocchia Ss. Pietro e Paolo ai Tre Ronchetti: Scuola della Parola per Giovani e 18/19nni.

16-17-18 aprile 2010
Pellegrinaggio a ROMA dei RAGAZZI di 3a media


Venerdì 16 aprile
dalle h.16,00 presso la Casa Parrocchiale: Adesione CIC1
alle h. 18,00
ore 18,30 in Oratorio: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 20,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a media).
ore 21,00 Scuola della Parola per gli Adolescenti del Decanato.

Sabato 17 aprile
ore 9,30 presso la Parrocchia Maria Madre della Chiesa: ROVETO ARDENTE. «Povertà, ricchezza, giustizia. La comunità cristiana al tempo della crisi».
ore 10,30 presso il Centro Parrocchiale: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 14,30 presso il Centro Parrocchiale: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
dalle h.16,00 presso la Casa Parrocchiale: Adesione CIC1.
alle h. 18,00

DOMENICA 18 aprile
«III DI PASQUA»
Lettura degli Atti degli Apostoli (28,16-28)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (1,1-16b)
Vangelo secondo Giovanni (8,12-19)

Al mattino: vendita di prodotti del Commercio Equo e Solidale.
ore 15,30 in Chiesa:Incontro di Genitori e ragazzi del 1° anno di Cammino di Iniziazione Cristiana (CIC1).

Lunedì 19 aprile
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Mercoledì 21 aprile
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: Catechesi della TERZA ETÀ.
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio assistenza e aiuto alla compilazione dei Mod. 730 e UNICO 2010.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro GIOVANI 1.

Giovedì 22 aprile
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro GIOVANI 2.

ABRAMO I passi nella fede
CATECHESI PER ADULTI (Genesi 21,1-21) 3° incontro
gli “over 50” alle ore 19,15 presso il Centro Parrocchiale
gli “under 50” alle ore 21,00 sotto la Casa Parrocchiale

Venerdì 23 aprile
ore 18,30 in Oratorio: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 21,00 Scuola della Parola per gli Adolescenti del Decanato.
ore 21,00 in Chiesa: Riconciliazione di coloro che si preparano a celebrare gli Anniversari del Sacramento del Matrimonio.

Sabato 24 aprile
ore 10,30 presso il Centro Parrocchiale: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2.
ore 14,30 presso il Centro Parrocchiale: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2.
ore 21,00 presso il Salone-Teatro: La nostra compagnia teatrale “cosìxcaso” rappresenta la replica del musical «HERCULES».

Sabato 24 e Domenica 25 aprile Uscita decanale dei RAGAZZI di 2a Media a Bordighera

MEDAGLIA D’ORO al nostro comparocchiano prof. Alberto Zanella

Il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha consegnato, in data 18 marzo a Roma, la Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica al prof. Alberto Zanella, direttore dell'Unità operativa di Ematologia della Fondazione Ircss ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano. Riportiamo, qui di seguito, la foto della cerimonia in cui è stata conferita la benemerenza ed il testo delle motivazioni.

MINISTERO DELLA SALUTE
PROF. ALBERTO ZANELLA

Direttore dell’unità Operativa di Ematologia della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano, si è distinto per la generosa, instancabile e preziosa opera nel campo della ricerca e assistenza, finalizzata alla definizione di nuovi modelli innovativi per la cura delle anemie. In tale disciplina ha conseguito notevoli risultati, ricevendo prestigiosi riconoscimenti quali il premio”Ganassini” per la ricerca medica. Autore di oltre 300 articoli su riviste nazionali e internazionali, è anche membro di svariati Comitati e società scientifiche fra le quali la Società Italiana di Ematologia e la Società Italiana di Emaferesi e Manipolazione Cellulare.

Un'Italia anticristiana

Di fronte ai numerosi, meschini e strumentali attacchi cui è oggi sottoposta la Chiesa Cattolica, riportiamo l’editoriale del Corriere della Sera del 21 marzo u.s., a firma di Ernesto Galli Della Loggia, in cui l’autorevole giornalista non credente , attraverso un’attenta ed oggettiva analisi, tenta di spiegare le motivazioni di tale fenomeno.

Un'Italia anticristiana

Sempre più di frequente il discorso pubblico delle società occidentali mostra un atteggiamento sprezzante, quando non apertamente ostile, verso il Cristianesimo. All'indifferenza e alla lontananza che fino a qualche anno fa erano la regola, a una secolarizzazione per così dire silenziosa, vanno progressivamente sostituendosi un'irrisione impaziente, un'aperta aggressività che non è più solo appannaggio di ristrette cerchie di colti, come invece avveniva un tempo. Il bersaglio vero e maggiore è nella sostanza l’idea cristiana nel suo complesso, come dicevo, ma naturalmente, non foss'altro che per ragioni numeriche e di rappresentanza simbolica, sono poi quasi sempre il cattolicesimo e la sua Chiesa a essere presi in special modo di mira. Dappertutto, ma, come è ovvio, in Italia più che altrove.
Il celibato, il maschilismo, la pedofilia, l'autoritarismo gerarchico, la manipolazione della vera figura di Gesù, l'adulterazione dei testi fondativi, la complicità nella persecuzione degli ebrei, le speculazioni finanziarie, il disprezzo verso le donne e la conseguente negazione dei loro «diritti », il sessismo antiomosessuale, il disconoscimento del desiderio di paternità e maternità, il sostegno al fascismo, l'ostilità all'uso dei preservativi e dunque l'appoggio di fatto alla diffusione dell'Aids, la diffidenza verso la scienza, il dogmatismo e perciò l'intolleranza congenita: la lista dei capi d'accusa è pressoché infinita, come si vede, e se ne assommano di vecchi, di nuovi e di nuovissimi. Ma da un po' di tempo vi si aggiunge qualcosa che contribuisce a dare a quelle imputazioni un peso e un senso diversi, un
impatto più largo e distruttivo, finendo per unirle tutte nel segno di un attacco solo complessivo. Questo qualcosa è un radicalismo enfatico nutrito d'acrimonia; è, insieme, una contestazione sul terreno dei principi, un chiedere conto dal tono oltraggiato e perentorio che dà tutta l'idea di voler preludere a una storica resa dei conti. Ciò che più colpisce, infatti, della situazione odierna — e non solo immagino chi è credente ma pure, e forse più, chi come il sottoscritto non lo è—è soprattutto l'ovvietà ideologico-culturale della posizione anticristiana, la sua facile diffusione, oramai, anche in ambienti e strati sociali non particolarmente colti ma «medi», anche «popolari». Ai preti, alla Chiesa, alla vicenda cristiana non viene più perdonato da nessuno più nulla. Si direbbe — esagero certo, ma appena un poco — che ormai nelle nostre società, a cominciare dall'Italia, lo stesso senso comune della maggioranza stia diventando di fatto anticristiano. Anche se esso preferisce perlopiù nascondersi dietro la polemica contro le «colpe» o i «ritardi» della Chiesa cattolica.
Tra i tanti e assai complessi motivi che stanno dietro questa grande trasformazione dello spirito pubblico del Paese ne cito tre che mi paiono particolarmente significativi.
Al primo posto l'ingenuità modernista, l'illuminismo divenuto chiacchiera da bar. Ci piace pensarci compiutamente moderni, e modernità sembra voler dire che gli unici limiti legittimi siano quelli che ci poniamo noi stessi.
Le vecchie autorità sono tutte morte e al loro posto ha diritto di sedere solo la Scienza. Siamo capaci di amministrarci finalmente da soli, non c'è bisogno d'alcuna trascendenza che c'insegni dov'è il bene e dov'è il male. Che cosa c'entrano dunque la religione con i suoi comandamenti, i preti con i loro divieti? Accade così che ogni cosa che getta ombra sull' una o sugli altri ci appaia allora come la rassicurante conferma della nostra superiorità: alla fin fine siamo migliori di chi pure vorrebbe farci continuamente la lezione.
E poi — ecco un secondo motivo — la Chiesa e tutto ciò che la riguarda (religione inclusa) ricadono nella condanna liquidatoria del passato, di qualsiasi passato, che in Italia si manifesta con un'ampiezza che non ha eguali. Il che significa non solo che tutto ciò che è antico, che sta in una tradizione, è perciò stesso sempre più sentito come lontano ed estraneo (unica eccezione l'eno-gastronomia: l'ideologia dello slow food è la sola tradizione in cui gli italiani di oggi si riconoscono realmente), ma significa anche, questa messa in mora del passato, che il pensare in termini storici sta ormai diventando una rarità. Sempre più diffusi, invece, l'ignoranza della storia, dei contenuti reali delle questioni, e l'antistoricismo, l'applicazione dei criteri di oggi ai fatti di ieri: da cui la ridicola condanna di tutte le malefatte, le uccisioni e le incomprensioni addebitabili al Cristianesimo, a maggior gloria di un eticismo presuntuoso che pensa di avere l'ultima parola su tutto.
E da ultimo il cinismo della secolare antropologia italiana, e cioè il fondo limaccioso che si agita al di sotto dell'appena sopraggiunta ingenuità modernista. Il cinismo che sa come va il mondo e dunque non se la beve; che appena sente predicare il bene sospetta subito il male; che ha il piacere dello sporco, del proclamarne l'ubiquità e la forza. Quel feroce tratto nazionale che per principio non può credere in alcuna cosa che cerchi la luce, che miri oltre e tenga lo sguardo rivolto in alto, perché ha sempre bisogno di abbassare tutto alla sua bassezza.
Ernesto Galli Della Loggia
21 marzo 2010

IL SEPOLCRO VUOTO

IL SEPOLCRO VUOTO
Gesù non ti trovo tra i morti …
non ti trovo tra coloro che uccidono la speranza con il pregiudizio,
non ti trovo tra coloro che inquinano l’ambiente e le relazioni umane,
non ti trovo tra gli indifferenti, gli egoisti e i pessimisti,
non ti trovo tra coloro che si nutrono solo di beni e non di amore,
non ti trovo tra gli incapaci di perdonare e tra chi cerca la vendetta,
non ti trovo tra coloro che non hanno speranza e non credono in un futuro di pace per tutti,
non ti trovo tra i morti …

Tu sei vivo!
… e sei in un pane spezzato insieme,
sei in una parola amica che ridona coraggio a chi si sente escluso,
sei in un gesto di carità anche semplice,
sei in un parola di perdono,
sei in un povero che mi invita ad amarlo,
sei nel piccolo che cerca la mia mano,
sei nella pace che a piccoli passi cerco di costruire attorno a me,
sei nei miei fratelli e sorelle che ricordando le tue parole costruiscono ogni giorno il Regno di Dio …

(composta da don Giovanni Berti della Diocesi di Verona)