Il giorno di Pentecoste, festa diocesana delle genti, la commissione per il coordinamento del Sinodo “Chiesa dalle genti” ha pubblicato lo strumento di lavoro per i Consigli diocesani (Presbiterale e Pastorale). Il Sinodo diocesano entra così nella sua seconda fase: dopo aver raccolto le osservazioni dei fedeli – e proprio a partire da esse – l’assemblea sinodale comincia il suo lavoro di riflessione e discernimento, per giungere a consegnare all’Arcivescovo, nella prossima festa di san Carlo, i frutti di tutto il cammino ovvero le costituzioni sinodali che riscriveranno il capitolo 14 del Sinodo 47°.
Il mese di giugno sarà determinante per il cammino sinodale: il 4 e il 5 si è dato appuntamento il Consiglio Presbiterale, mentre il 23 e 24 si ritroverà il Consiglio Pastorale diocesano. Entrambi questi organismi non intendono lavorare in modo autonomo e distaccato. Per questo motivo, lo strumento di lavoro predisposto appositamente viene pubblicato sul sito diocesano: perché ogni realtà ecclesiale ne possa fare oggetto di studio e riflessione, e possa poi fare avere il frutto di questo discernimento a qualcuno dei membri dei due consigli (ogni decanato vede la presenza di ameno un membro di questi consigli diocesani). In questo modo il percorso sinodale continuerà ad essere un cammino di tutta la Chiesa Ambrosiana, che sta imparando a riconoscersi “Chiesa dalle genti”.
Lasciando allo strumento di lavoro l’informazione dettagliata sugli esiti della consultazione diocesana, è utile dare rilievo a queste tre constatazioni che – come pilastri solidi e ben visibili – permettono al cammino sinodale di procedere sicuro dei frutti che stanno maturando. Primo: anche se in modo non uniforme, tutto il tessuto ecclesiale diocesano grazie al cammino sinodale sta scoprendo il volto colorato e pluriforme di una cattolicità vissuta nel quotidiano ma poco osservata e valorizzata. Secondo: occorre imparare a vivere la conversione dal “fare per” al “fare con”, perché la Chiesa dalle genti possa diventare realtà concreta e quotidiana. Terzo: il Sinodo diocesano non è che il punto di avvio di un percorso di maturazione che ci impegnerà in modo serio e denso di frutti nei prossimi anni.
mons. Luca Bressan Commissione Sinodo
Visualizzazione post con etichetta Sinodo Chiesa dalle genti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sinodo Chiesa dalle genti. Mostra tutti i post
26 maggio 2018
23 maggio 2018
La Chiesa dalle genti è già in atto
È impressionante leggere le numerose risposte ai questionari sul Sinodo minore arrivate alla commissione di coordinamento in questi giorni. Singoli o gruppi (consigli pastorali, gruppi di presbiteri, associazioni e movimenti, frati e suore, amministratori comunali, etc) hanno fatto pervenire tante osservazioni, analisi e proposte. Per quanto sia sentito diversamente, tutti riconoscono l’importanza del tema: essere Chiesa dalle genti, vivere la comunione tra fedeli che provengono da culture e nazioni diverse è davvero una grande sfida per l’evangelizzazione e un contributo decisivo alla società plurale. Questo percorso può rinnovare il nostro modo di essere comunità, di vivere le celebrazioni liturgiche, fare catechesi, pastorale familiare e giovanile, farci riscoprire la pietà popolare, etc. Ci vorrà del tempo perché nei nostri ambienti si consolidino prassi nuove. Tuttavia, si possono riconoscere luoghi e relazioni che sono già un “laboratorio” per una Chiesa effettivamente dalle genti. Sono i luoghi dove l’umano si fa più stringente: ad esempio le scuole, dove i ragazzi si incontrano quotidianamente. Le scuole cattoliche e di inspirazione cristiana possono essere esperienze pilota, mostrando la ricchezza di percorsi educativi capaci di includere le differenze come valore. Decisivi sono anche i luoghi di cura, dove spesso si trovano tra il personale sanitario appartenenze culturali molto diverse. Anche questi centri sono segnati spesso dalla ispirazione cristiana. Non di rado scuole e ospedali sono legati a carismi di vita consacrata. Ecco un altro laboratorio per la Chiesa dalle genti! Nella nostra diocesi molte comunità religiose sono composte da persone di nazioni diverse; danno vita a vere e proprie comunità interculturali, in cui si impara, non senza fatica, ad accogliersi vicendevolmente, lavorando insieme per la vita buona del Vangelo. È un fenomeno nuovo, che va guidato e valorizzato; può essere di stimolo per tutti. A ben vedere la Chiesa dalle genti è già in atto.
+ Paolo Martinelli - Vescovo e Vicario episcopale
+ Paolo Martinelli - Vescovo e Vicario episcopale
07 aprile 2018
Pronti a pensarci come “Chiesa dalle genti”
Dopo una prima fase di ascolto capillare, il Sinodo diocesano entra ora in un momento successivo, cruciale per il suo sviluppo. È agli sgoccioli l’invio degli esiti della consultazione di base (frutto del lavoro di confronto e di ascolto fatto dalle parrocchie, dagli operatori della carità, dai preti e dal mondo della vita consacrata; ma anche da parecchie istituzioni educative, come pure da amministratori locali e dai migranti stessi), che ha fatto giungere alla commissione centinaia di risposte. Mostreremo i numeri e la consistenza di questa fase nelle tracce di riflessione che predisporremo per il consiglio presbiterale e pastorale diocesano.
La commissione in queste settimane è concentrata e al lavoro per stendere le sintesi e i testi che faranno da guida al momento strettamente sinodale, vissuto dai due consigli diocesani. Sono tante le indicazioni e i suggerimenti che ci sono giunti, come pure le indicazioni di fatiche e punti di tensione su cui lavorare. Emerge tuttavia con sempre maggiore lucidità un punto che fa da architrave al cammino che stiamo costruendo insieme: per essere all’altezza del cambiamento che la Chiesa di Milano sta vivendo non basta immaginare delle aggiunte o delle integrazioni agli stili che disegnano il nostro volto ecclesiale e la nostra vita di fede. Con più semplicità ma anche con maggiore coraggio occorre invece prepararci e a cambiare, a ripensarci come soggetti diversi, frutto di quel “noi” che è il risultato dell’azione di attrazione che il Crocifisso risorto continua ad esercitare nelle nostre vite e nella storia.
Un simile cambiamento non avviene a tavolino e nemmeno sarà frutto soltanto di documenti e di decreti. È opera di una Chiesa che tutta insieme si lascia guidare dallo Spirito santo; è frutto di una Chiesa che sa rimanere concentrata nella contemplazione del disegno che Dio le sta facendo realizzare dentro la storia degli uomini. Per questo motivo il lavoro delle parrocchie, il lavoro dei singoli cristiani e delle comunità non è finito: invitiamo tutti a leggere con attenzione le tracce che a breve pubblicheremo sul sito del Sinodo, per continuare a discernere assieme (passando i vari suggerimenti che vi verranno a qualche componente del consiglio presbiterale o pastorale) come Milano può essere Chiesa dalle genti.
Mons. Luca Bressan Vicario episcopale Arcidiocesi di Milano
28 marzo 2018
Attirerò tutti a me
«Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me», sono le parole con cui Gesù annuncia ai discepoli e alla folla l’imminenza ed il significato della sua passione, morte e risurrezione. Ed è l’immagine biblica scelta per il Sinodo minore «Chiesa dalle genti».
Per Gesù quindi la sua «Ora», come il Vangelo di Giovanni chiama la Pasqua, consiste in una «elevazione», che però a differenza di altre famose assunzioni (cfr. quella di Elia, descritta in 2Re 2) non lo rapisce, allontanandolo dagli umani; anzi esercita su di loro un potere d’attrazione, che li rende inseparabili.
Il primo effetto è la raggiunta pienezza della comunione con lui: niente e nessuno potrà ormai separarci, perché il vincolo che si crea trascende ogni logica e dinamica terrena; con lui e per lui siamo veniamo effettivamente elevati in una dimensione «altra», trascendente, quella di Dio.
Il secondo, immediata conseguenza del primo, è un’inedita unione anche tra gli uomini, perché, per la prima volta – nella sua plurimillenaria vicenda – l’umanità si sperimenta per quello che è nel progetto di Dio: una sola grande famiglia. Multiforme per lingua, cultura, tradizione e religione, ma unita nell’origine e nella meta. Unita anche nell’amore concreto e solidale con ciascuno è chiamato a prendersi cura degli altri, riproducendo sulla terra il modello trinitario, come indica il documento preparatorio del Sinodo:
«Il mistero pasquale è anche rivelazione del volto primo e ultimo di Dio. Attraverso la storia della salvezza Dio si fa conoscere come Trinità – comunione d’amore. Tutti gli uomini sono stati creati a immagine e somiglianza della Trinità, in cui la perfetta unità si mostra come relazione d’amore nella differenza» (p. 19). «[Questo sinodo] è un’occasione provvidenziale per riappropriarci del nostro essere e ripensare la nostra prassi pastorale, sotto lo guida dello Spirito di comunione che unisce in unità popoli diversi per lingua, costumi e provenienza, diventando così più incisiva nella società plurale» (p. 21).
Il Sinodo ci sta quindi aiutando a vivere anche la Pasqua, con tale consapevolezza e disponibilità.
don Alberto Vitali
Segretario Commissione di coordinamento per il Sinodo “Chiesa dalle genti”
Segretario Commissione di coordinamento per il Sinodo “Chiesa dalle genti”
16 marzo 2018
La QUARESIMA della “Chiesa dalle genti”
Carissimi, questa Quaresima è segnata per la nostra diocesi dalla richiesta dell’Arcivescovo Mario di dare suggerimenti e indicazioni sui temi che il Sinodo in corso sollecita. Così la commissione incaricata ha preparato delle schede con riflessioni e domande per i Consigli pastorali, le commissioni decanali, preti e religiosi/e, i diversi operatori pastorali - cfr. chiesadimilano.it
Noi dedicheremo il prossimo CPP (21 marzo p.v.) su questo tema e chiediamo a tutti coloro che lo desiderano di offrire qualche considerazione e consiglio in merito. Ricordando che l’approccio al tema è prettamente ecclesiale/pastorale e non politico/sociologico, come pure lo sguardo è anzitutto rivolto agli stranieri di tradizione cristiana (cattolici e non), mentre l’attenzione alle persone e famiglie di altre religioni è un capitolo certo importante ma che il Sinodo non mette esplicitamente a tema. Potete usare gli spunti della scheda proposta a chi “DESIDERA FARCI AVERE IL SUO PERSONALE CONTRIBUTO” (vedi più avanti).
E’ in preparazione anche un incontro “nuovo”, nel suo genere, invitando alcuni immigrati cristiani che partecipano alla Messa domenicale e magari vivono coi loro figli l’esperienza della catechesi (CIC) e alcuni italiani delle nostre parrocchie. L’intento è semplicemente quello di regalarci e regalare uno spazio di conoscenza reciproca a partire dalla condivisione di quello che ha significato nella propria vicenda di immigrazione (dalla parte di chi è arrivato come di chi ha visto arrivare) il dono della fede e l’esperienza della Chiesa.
Così che la riscrittura di un capitolo del Sinodo non resti comunque sulla carta ma ci provochi a rispondere agli appelli dello Spirito Santo nei cambiamenti in atto.
SCHEDA “PER CHI DESIDERA FARCI AVERE IL SUO PERSONALE CONTRIBUTO”
Milano sta cambiando. E con la città anche il territorio e la sua Chiesa. In particolare, la presenza di persone di altre lingue e culture ci interpella e ci chiede una riflessione approfondita, a partire da uno sguardo capace di confrontarsi con la realtà, le sue problematiche e sfide, per scrivere insieme una nuova pagina di storia, verso il futuro. Per questo, la Diocesi di Milano ha pensato di avviare un cammino sinodale, dal significativo titolo “Chie sa dalle genti”. L’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, che lo ha indetto, lo ha presentato come una grande occasione di ascolto e confronto: di fronte a cambiamenti così imponenti non è più sufficiente immaginare piccoli aggiustamenti delle proprie strutture e dei propri stili di vita; più profondamente occorre in-terrogarci per comprendere quanto noi stessi siamo chiamati a cambiare. Un simile cammino potrà avere effetto nella misura in cui saprà essere inclusivo, capace di coinvolgere nel processo di riflessione e discernimento tutti coloro che intendono lasciarsi interrogare dal processo dentro il quale siamo immersi, offrendo ci-ascuno il proprio contributo, alla ricerca di nuove modalità per vivere insieme la società e la Chiesa di domani. Riteniamo quindi molto importante anche il contributo che lei potrà darci, invitandola a partecipare al cammino che come Chiesa stiamo compiendo. Oltre alle tracce che sono state predisposte per le diverse realtà ecclesiali e sociali, con questa traccia ci rivolgiamo a coloro che intendessero esprimersi a livello personale.
Più avanti le proporremo alcune domande, le cui risposte potranno aiutare il percorso del Sinodo che desidera cogliere questo tempo come «un tempo favorevole per ripensare concretamente il volto della nostra Chiesa ambrosiana, chiamata a mostrare in modo più profondo il suo essere cattolica, universale». Prima delle domande, per una migliore loro comprensione, le chiediamo di ascoltare queste parole che l’Arcivescovo di Milano ha pronunciato all’avvio del cammino sinodale:
« Lo Spirito consolatore abita in tutti, perché non ci lasciamo cadere le braccia: non siamo una casa di accoglienza ben organizzata che concede generosa ospitalità ai passanti, siamo un popolo in cammino, una casa in costruzione, una fraterna convivenza che vive un tempo di transizione che riguarda tutti e tutto. La secolarizzazione e l’emarginazione del pensiero di Dio e della vita eterna, la situazione demografica, l’evoluzione della tecnologia, la problematica occupazionale, la liquidità dei rapporti affettivi, l’interazione tra culture, etnie, tradizioni religiose e tanti altri aspetti contribuiscono a rendere complessa la domanda: come deve essere la nostra Chiesa per essere fedele alla volontà del suo Signore? Verso le genti che abitano nelle nostre terre i discepoli del Signore continuano ad essere in debito: devono annunciare il Vangelo! Devono mettersi a servizio dell’edificazione della comunità che sia attraente come la città posta sulla cima della montagna. Tutti i discepoli del Signore hanno il compito di essere pietre vive di questo edificio spirituale, tutti! Se parlano altre lingue in modo più sciolto dell’italiano, se celebrano feste e tradizioni più consuete in altri Paesi che nelle nostre terre, se amano liturgie più animate e festose di quelle abituali nelle nostre chiese, non per questo possono sottrarsi alla responsabilità di offrire il loro contributo per dare volto alla Chiesa che nasce dalle genti per la potenza dello Spirito Santo». ( Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive. Linee diocesane per la patorale, pp. 6-7)
Ecco le domande:
Noi dedicheremo il prossimo CPP (21 marzo p.v.) su questo tema e chiediamo a tutti coloro che lo desiderano di offrire qualche considerazione e consiglio in merito. Ricordando che l’approccio al tema è prettamente ecclesiale/pastorale e non politico/sociologico, come pure lo sguardo è anzitutto rivolto agli stranieri di tradizione cristiana (cattolici e non), mentre l’attenzione alle persone e famiglie di altre religioni è un capitolo certo importante ma che il Sinodo non mette esplicitamente a tema. Potete usare gli spunti della scheda proposta a chi “DESIDERA FARCI AVERE IL SUO PERSONALE CONTRIBUTO” (vedi più avanti).
E’ in preparazione anche un incontro “nuovo”, nel suo genere, invitando alcuni immigrati cristiani che partecipano alla Messa domenicale e magari vivono coi loro figli l’esperienza della catechesi (CIC) e alcuni italiani delle nostre parrocchie. L’intento è semplicemente quello di regalarci e regalare uno spazio di conoscenza reciproca a partire dalla condivisione di quello che ha significato nella propria vicenda di immigrazione (dalla parte di chi è arrivato come di chi ha visto arrivare) il dono della fede e l’esperienza della Chiesa.
Così che la riscrittura di un capitolo del Sinodo non resti comunque sulla carta ma ci provochi a rispondere agli appelli dello Spirito Santo nei cambiamenti in atto.
SCHEDA “PER CHI DESIDERA FARCI AVERE IL SUO PERSONALE CONTRIBUTO”
Milano sta cambiando. E con la città anche il territorio e la sua Chiesa. In particolare, la presenza di persone di altre lingue e culture ci interpella e ci chiede una riflessione approfondita, a partire da uno sguardo capace di confrontarsi con la realtà, le sue problematiche e sfide, per scrivere insieme una nuova pagina di storia, verso il futuro. Per questo, la Diocesi di Milano ha pensato di avviare un cammino sinodale, dal significativo titolo “Chie sa dalle genti”. L’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, che lo ha indetto, lo ha presentato come una grande occasione di ascolto e confronto: di fronte a cambiamenti così imponenti non è più sufficiente immaginare piccoli aggiustamenti delle proprie strutture e dei propri stili di vita; più profondamente occorre in-terrogarci per comprendere quanto noi stessi siamo chiamati a cambiare. Un simile cammino potrà avere effetto nella misura in cui saprà essere inclusivo, capace di coinvolgere nel processo di riflessione e discernimento tutti coloro che intendono lasciarsi interrogare dal processo dentro il quale siamo immersi, offrendo ci-ascuno il proprio contributo, alla ricerca di nuove modalità per vivere insieme la società e la Chiesa di domani. Riteniamo quindi molto importante anche il contributo che lei potrà darci, invitandola a partecipare al cammino che come Chiesa stiamo compiendo. Oltre alle tracce che sono state predisposte per le diverse realtà ecclesiali e sociali, con questa traccia ci rivolgiamo a coloro che intendessero esprimersi a livello personale.
Più avanti le proporremo alcune domande, le cui risposte potranno aiutare il percorso del Sinodo che desidera cogliere questo tempo come «un tempo favorevole per ripensare concretamente il volto della nostra Chiesa ambrosiana, chiamata a mostrare in modo più profondo il suo essere cattolica, universale». Prima delle domande, per una migliore loro comprensione, le chiediamo di ascoltare queste parole che l’Arcivescovo di Milano ha pronunciato all’avvio del cammino sinodale:
« Lo Spirito consolatore abita in tutti, perché non ci lasciamo cadere le braccia: non siamo una casa di accoglienza ben organizzata che concede generosa ospitalità ai passanti, siamo un popolo in cammino, una casa in costruzione, una fraterna convivenza che vive un tempo di transizione che riguarda tutti e tutto. La secolarizzazione e l’emarginazione del pensiero di Dio e della vita eterna, la situazione demografica, l’evoluzione della tecnologia, la problematica occupazionale, la liquidità dei rapporti affettivi, l’interazione tra culture, etnie, tradizioni religiose e tanti altri aspetti contribuiscono a rendere complessa la domanda: come deve essere la nostra Chiesa per essere fedele alla volontà del suo Signore? Verso le genti che abitano nelle nostre terre i discepoli del Signore continuano ad essere in debito: devono annunciare il Vangelo! Devono mettersi a servizio dell’edificazione della comunità che sia attraente come la città posta sulla cima della montagna. Tutti i discepoli del Signore hanno il compito di essere pietre vive di questo edificio spirituale, tutti! Se parlano altre lingue in modo più sciolto dell’italiano, se celebrano feste e tradizioni più consuete in altri Paesi che nelle nostre terre, se amano liturgie più animate e festose di quelle abituali nelle nostre chiese, non per questo possono sottrarsi alla responsabilità di offrire il loro contributo per dare volto alla Chiesa che nasce dalle genti per la potenza dello Spirito Santo». ( Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive. Linee diocesane per la patorale, pp. 6-7)
Ecco le domande:
1. La trasformazione innescata dall’ar-rivo e dall’insediamento di persone di altre lingue e culture nel territorio della diocesi di Milano sta generando emozioni e reazioni anche forti. Lei personalmente come si sente interrogato da questo fenomeno? Ritiene che, per la società e la Chiesa, l’incontro e la convivenza con persone e stili di vita molto diversi possa essere occasione di rinnovamento della propria identità? Come?
2. La sua personale esperienza di fede – e, se non è credente, la sua esperienza di vita – come è stata influenzata dalla presenza e/o conoscenza di credenti di altra lingua e cultura e dalla trasformazione multietnica della nostra società? Se partecipa abitualmente alla Messa ha notato la presenza di fedeli di origine straniera? Ha notato, in particolare, qualche cambiamento nella liturgia?
3. Spesso le persone immigrate danno vita a loro luoghi di culto e a “loro Chiese”. Ne conosce l’esistenza? Secondo lei, l’integrazione dei migranti passa attraverso il riconoscimento e l’attribuzione di loro specifici luoghi di culto? Quanto la moltiplicazione di questi luoghi accende in lei la necessità di approfondire il suo ecumenismo e il desiderio di un incontro e un dialogo tra le religioni?
4. Conosce – o le è capitato di incontrare – qualche sacerdote e/o religioso/a straniero che vive e opera sul nostro territorio? Pensa possa essere di aiuto, per i migranti, avere a fianco sacerdoti e religiosi anch’essi stranieri? Quanto, invece, la loro presenza può essere di aiuto per le comunità ecclesiali tradizionalmente italiane?
5. L’iniziativa dell’Arcivescovo di indire questo Sinodo minore che riflette sulla Chiesa come “Chiesa dalle genti” come l’ha interrogata? Come questa iniziativa sta cambiando il suo sguardo sulle trasformazioni in atto nel nostro territorio?
6. Per quale ragione ha pensato di partecipare personalmente a questa consultazione? Quali soggetti/istituzioni pensa sarebbe opportuno coinvolgere direttamente? Quali risultati si possono attendere e sperare da questo Sinodo?
Infine, le chiediamo la gentilezza di scrivere una piccola presentazione di sé (omettendo nome e cognome, se lo ritiene), che ci aiuti nella valorizzazione delle sue risposte (età, sesso, cittadinanza, professione, religione di appartenenza, città/paese o decanato di residenza, anni di permanenza nella Diocesi di Milano, ecc.).
Può spedire il suo contributo al Sinodo “Chiesa dalle genti” all’indirizzo e-mail sinodo@diocesi.milano.it
Nb: se preferite, potete far giungere le vostre considerazioni in busta chiusa presso le segreterie parrocchiali o nella casella della posta per essere portate al CPP del 21/3 o inviate al centro diocesano.
Grazie e... buon lavoro!
2. La sua personale esperienza di fede – e, se non è credente, la sua esperienza di vita – come è stata influenzata dalla presenza e/o conoscenza di credenti di altra lingua e cultura e dalla trasformazione multietnica della nostra società? Se partecipa abitualmente alla Messa ha notato la presenza di fedeli di origine straniera? Ha notato, in particolare, qualche cambiamento nella liturgia?
3. Spesso le persone immigrate danno vita a loro luoghi di culto e a “loro Chiese”. Ne conosce l’esistenza? Secondo lei, l’integrazione dei migranti passa attraverso il riconoscimento e l’attribuzione di loro specifici luoghi di culto? Quanto la moltiplicazione di questi luoghi accende in lei la necessità di approfondire il suo ecumenismo e il desiderio di un incontro e un dialogo tra le religioni?
4. Conosce – o le è capitato di incontrare – qualche sacerdote e/o religioso/a straniero che vive e opera sul nostro territorio? Pensa possa essere di aiuto, per i migranti, avere a fianco sacerdoti e religiosi anch’essi stranieri? Quanto, invece, la loro presenza può essere di aiuto per le comunità ecclesiali tradizionalmente italiane?
5. L’iniziativa dell’Arcivescovo di indire questo Sinodo minore che riflette sulla Chiesa come “Chiesa dalle genti” come l’ha interrogata? Come questa iniziativa sta cambiando il suo sguardo sulle trasformazioni in atto nel nostro territorio?
6. Per quale ragione ha pensato di partecipare personalmente a questa consultazione? Quali soggetti/istituzioni pensa sarebbe opportuno coinvolgere direttamente? Quali risultati si possono attendere e sperare da questo Sinodo?
Infine, le chiediamo la gentilezza di scrivere una piccola presentazione di sé (omettendo nome e cognome, se lo ritiene), che ci aiuti nella valorizzazione delle sue risposte (età, sesso, cittadinanza, professione, religione di appartenenza, città/paese o decanato di residenza, anni di permanenza nella Diocesi di Milano, ecc.).
Può spedire il suo contributo al Sinodo “Chiesa dalle genti” all’indirizzo e-mail sinodo@diocesi.milano.it
Nb: se preferite, potete far giungere le vostre considerazioni in busta chiusa presso le segreterie parrocchiali o nella casella della posta per essere portate al CPP del 21/3 o inviate al centro diocesano.
Grazie e... buon lavoro!
d. Alfredo
03 febbraio 2018
In preparazione al Sinodo minore "Chiesa dalle genti"
Per favorire la partecipazione al cammino sinodale della Chiesa Ambrosiana, la Commissione di coordinamento ha preparato alcune tracce che facilitano il confronto e l’ascolto non in sostituzione al documento preparatorio, ma come suo sviluppo. Le tracce sono pensate come punto di riferimento di un percorso di informazione, coinvolgimento, consultazione, riflessione, elaborazione di proposte. Lo stile di questa fase del Sinodo minore è ben descritto nel documento preparatorio: «non si tratta di elaborare pensieri e idee “su”, ma di costruire riflessioni e percorsi “con”.» Sarà coinvolto anzitutto il Consiglio Pastorale ma anche altri gruppi che possono offrire un contributo significativo di riflessione. Sarà proposto anche a fedeli migranti di incontrarsi/ci per condividere la propria esperienza di fede proprio nella migrazione, con le fatiche e le sorprese di questa esperienza.
22 gennaio 2018
La croce simbolo del Sinodo
Che bello scoprire che l’Arcivescovo ha avuto la stessa intuizione e invita tutti a mettersi in ascolto di ciò che lo Spirito sta dicendo alle nostre comunità con questo segno che spesso anche noi leggiamo prevenuti e in chiave solo problematica …
Benediciamo il Signore per il dono di questo Sinodo che cercheremo di vivere anche noi in parrocchia secondo le indicazioni che mons. Mario Delpini suggerirà.
Benediciamo il Signore per il dono di questo Sinodo che cercheremo di vivere anche noi in parrocchia secondo le indicazioni che mons. Mario Delpini suggerirà.
Invito tutti a recitare un’Ave Maria ogni giorno affidando alla Madonnina che ci veglia dalla guglia più alta del Duomo i lavori del Sinodo.
don Alfredo
Per misura e forma riprende quella di San Carlo che contiene la teca col Sacro Chiodo: è la croce scelta come simbolo del Sinodo minore, creata utilizzando legni diversi (ciliegio, acero, palissandro e noce) a rappresentare i cinque continenti, per significare appunto tutte le genti. Al centro, dove si incrociano le due braccia, un quadrato di legno color porpora o amaranto richiama la memoria del sangue offerto. L’autore è Eduardo Brocca Toletti.
La croce simbolo del Sinodo
Apertura del Sinodo minore "Chiesa dalle genti"
Domenica 14 gennaio 2018 tutta la Diocesi è invitata a sintonizzarsi con l’evento che avrà luogo nella basilica di Sant’Ambrogio. Con una celebrazione presieduta dall’Arcivescovo, prende avvio il Sinodo minore annunciato da mons. Delpini nello scorso mese di novembre. A rappresentare la Diocesi sono invitati i membri del Consiglio pastorale diocesano, il Consiglio presbiterale diocesano, i Decani e i membri dei Consigli pastorali decanali, le rappresentanze di Consigli pastorali parrocchiali, comunità dei migranti, associazioni e movimenti ecclesiali.
La chiamata di un popolo così numeroso e significativo ci fa intuire l’importanza del momento: è la Diocesi tutta intera, guidata dal suo vescovo e pastore, che intende mettersi in cammino sinodale. Le ragioni di questo cammino ci si presentano da sole, consegnate ogni giorno da una vita quotidiana che ben racconta i tratti della Milano che cambia, e della Chiesa che cambia insieme alla sua città, alle sue periferie, alle sue terre, proprio per restare luogo di fede e di testimonianza di un Dio che si è fatto carne, uno di noi per nostro amore.
La Diocesi di Milano è già una Chiesa dalle genti. Fa però fatica a prendere coscienza di questo suo essere: fatica ad a-deguare le sue strutture, a riprogrammare i ritmi e gli stili delle sue azioni, a rivedere l’or-ganizzazione della sua presenza sul territorio e dentro gli ambienti di vita delle persone. Per questo motivo abbiamo bisogno di un Sinodo: non per costruire un progetto migliore, non per sviluppare chissà quali grandi piani strategici, quanto piuttosto per migliorare la nostra disponibilità all’as-colto, al riconoscimento dell’azione dello Spirito; per ammorbidire le rigidità e le dinamiche inerziali di una istituzione che può vantare secoli di tradizione appassionata del Vangelo, ma che sperimenta le paure paralizzanti del nuovo contesto culturale e sociale.
Saremo tutti radunati e attratti dall’unica forza in grado di vincere le resistenze e le paure, anche le più pervicaci, degli uomini e della storia: la forza della croce di Gesù, il Cristo di Dio. «Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me» (Gv 12,32). È questa la Chiesa dalle genti che Milano vuole essere: un popolo di persone attratte dal miracolo di un Dio che ci ama sino alla croce. Nessuno può mancare a un simile appuntamento. Vi aspettiamo, ci aspettiamo, numerosissimi. Per gustare e condividere la gioia di essere, anche a Milano, Chiesa dalle genti. mons. Luca BRESSAN
Presidente Commissione coordinamento del Sinodo
Iscriviti a:
Post (Atom)