30 novembre 2019

Le confidenze dell’angelo Gabriele

Carissimi, l’angelo birichino che sta accompagnando il nostro Avvento, nella festa dell’Immacolata si presenta a noi attraverso lo straordinario incontro con Maria.
Ci lasciamo guidare dalle parole del nostro Arcivescovo Mario [i grassetti sono nostri, ndr] che nell’omelia dell’8 dicembre dello scorso anno ci ha parlato delle confidenze che ha ricevuto dall’angelo Gabriele.
Buona meditazione.
don Alfredo

Non dovete credere che sia un mestiere facile quello dell’angelo inviato da Dio nella città di Galilea chiamata Nazaret. E in genere non dovete pensare che sia un mestiere facile quello di un angelo inviato in qualsiasi città. Forse neppure a Milano è tanto facile essere mandati per portare un annuncio da parte di Dio.
Ad ogni modo non è stato facile la mia missione di angelo inviato a Nazaret. Provate voi ad avere una gioia che trabocca dentro, una gioia che fa ardere il cuore, una gioia che fa danzare, esultare, una gioia che mette voglia di invitare tutti a fare festa, ad abbracciarsi in un entusiasmo contagioso. Provate voi a gridare in mezzo alla città: Rallegrati! Esulta! Gioisci! Provate!
La gente indaffarata, tutta presa dagli impegni, dalle scadenze, dagli affari alza appena la testa e la scuote e disapprova: in città arriva di tutto! Anche i matti li lasciano in giro. Non perdere tempo ragazzo! Pensa a lavorare: gli affari sono affari e il tempo è denaro. Non ti vergogni di invitare alla festa nel paese indaffarato? Il veleno del serpente antico ancora avvelena la vita con l’avidità e la frenesia.
La gente invidiosa, la gente presuntuosa, i mercanti di allegria a prezzi scontati ti minacciano con una evidente ostilità: vai altrove a offrire la tua gioia! Non vedi che questo è il nostro mercato? Qui prosperano i nostri affari, perché noi vendiamo a buon prezzo polveri che fanno sognare, filtri magici che rendono euforici, giochi che inculcano struggenti frenesie di ricchezze improbabili. Non hai paura di offrire la gioia nella piazza del paese dell’euforia artificiale?
Provate ad annunciare a questa gente: rallegratevi! Il veleno del serpente antico ancora avvelena la vita con le passioni e l’orgoglio suscettibile. E poi ci sono le tristezze struggenti, le ferite dolorose della vita, le speranze deluse, gli amori sognati che non si sono mai compiuti, i figli attesi che non sono mai arrivati o che non hanno mai visto la luce, le solitudini desolate di chi ha dato tanto a tanti e si rende conto che al bisogno non riceve niente da nessuno. Di fronte alle pene inconsolabili, l’annuncio ti muore sulle labbra: come è possibile proclamare: “Rallegrati!”? Il veleno del serpente antico ancora avvelena le tristezze struggenti insinuandovi il sospetto sull’insensibilità di Dio e la sua assenza.
Non è facile la missione dell’angelo della gioia!
Ma poi sono entrato nella casa di Maria
la più santa e la più libera di tutte le creature. In quella casa, in quella donna fidanzata a un uomo della casa di Davide di nome Giuseppe, in quel dialogo al quale era sospesa la salvezza del mondo, ho visto le vie misteriose che percorre l’annuncio della gioia per diventare un “magnificat”.
L’annuncio della gioia irrompe come uno spavento: Maria rimase molto turbata. L’annuncio alla gioia, che è poi la mia missione di angelo del Signore, non entra nella vita di una persona come un’allegra eccitazione, come una piacevole distrazione dai fastidi della vita. È invece una proposta di vita. È una chiamata, non un sentimento; è un fuoco che arde dentro, non un lasciarsi andare disimpegnato. È l’apertura di un orizzonte impensato, non l’esaudimento di un desiderio. Perciò l’annuncio della gioia che viene da Dio irrompe nella casa di Nazaret come uno spavento.
L’annuncio della gioia consegna un nome nuovo: piena di grazia. Il nome nuovo è come una rinascita, il dono di una vita nuova, la rivelazione dell’identità più vera. “Chi sono io?” si chiedeva Maria. Ed era abituata a rispondersi: io sono Maria, una ragazza di Nazaret, devota e buona, e sono promessa sposa a un uomo della casa di Davide, a Giuseppe, il falegname. E io, angelo mandato da Dio, l’ho chiamata con il nome che svela il mistero che è in lei, la sua santità, la grazia che l’ha ricolmata della vita di Dio. All’annuncio della gioia di Dio viene alla luce la verità profonda della persona amata dal Signore, si aprono nuove strade, si accolgono i misteri santi della vita divina, indicibili, incomunicabili, eppure i più veri e i più necessari perché si possa accogliere l’annuncio della gioia.
L’annuncio della gioia rinnova una promessa: il Signore è con te! L’impresa di riconoscere la propria vocazione alla pienezza della gioia, l’impresa di far risplendere la verità profonda del cuore è impresa troppo ardua: non basta la buona volontà che si impegna, non basta l’intelligenza che comprende, non bastano le condizioni propizie. È necessario dimorare nella comunione, poter contare sull’alleanza con il Dio fedele.
Non è una missione facile quella di essere l’angelo che annuncia la gioia dei tempi messianici, ma mi riempie di fierezza e di gioia constatare che la potenza di Dio schiaccia la testa al serpente antico e guarisce dal veleno uomini e donne che come Maria accolgono il messaggio e così gli indaffarati, malati di avidità e frenesia, trovano pace e si aprono alla gioia; e i presuntuosi e gli idolatri, malati di passione e di orgoglio suscettibile, sono liberati e imparano l’umiltà e la purezza di cuore; e così gli afflitti, malati di sospetto sulla bontà di Dio, sono riconciliati e imparano a irradiare bontà oltre ogni confine desiderato.
Così mi ha confidato l’angelo Gabriele che è stato inviato in una città della Galilea chiamata Nazaret a una vergine di nome Maria, promessa sposa a un uomo della casa di Davide chiamato Giuseppe.

Arcabas, l’artista che ha dipinto l’annunciazione qui sopra, inserisce tra Maria e l’angelo una colomba dorata che si avvicina a Maria spingendo davanti a sé una piccola croce anch’essa d’oro. Un oro che si diffonde sull’abito, sul volto e sulle mani di Maria, quasi trasfigurandola. L’oro della divinità, della gioia, della gloria però nella forma del dolore e della morte. L’oro della vittoria, anche su quella forma e su quella morte. Perché come scriveva Alda Merini:
Maria era una donna che aveva in animo la poesia: per lei un angelo poteva essere una visita di tutti i giorni. Anche il pensiero di Maria era angelico, e non esitò a dire il suo sì, a manifestare la sua obbedienza. L’obbedienza non teme la morte né il patimento, chi obbedisce percorre moltissime strade e non è mai solo.

Dalle Suore di Maria Bambina


Con riconoscenza grande

Dalla scorsa settimana suor Aloysia, delle suore di Maria Bambina, ha lasciato Gratosoglio per trasferirsi nella Comunità in fianco alla Casa Madre dell’Istituto in via Quadronno. Questo cambiamento le permetterà di prepararsi all’intervento a cui dovrà sottoporsi per entrambe le anche e successive riabilitazioni. Innamorata del Signore della vita, è stata anche tra noi infaticabile e competente “infermiera” dei corpi e delle anime.
Le siamo tutti riconoscenti per la generosità che ci ha testimoniato e la ricordiamo nelle nostre preghiere.

* * *

I segni cambiano. Anche quelli che esprimono valori religiosi. È stato così anche ai tempi di Gesù.
Bello sapere che c’è una coscienza che progredisce nella comprensione dei segni e del loro significato. Ma i cambiamenti talvolta ci mettono in difficoltà, facendoci magari uscire giudizi che sono solo espressione di nostalgia e disorientamento.
Ne abbiamo tutti l’esperienza pur in ambiti diversi.

Si rischia, così, di perdere di vista l’essenziale, ciò che conta. Sì, perché il valore di un segno è in funzione non di se stesso ma di ciò a cui vuole rimandare. Tanto più i segni religiosi.
Tutto questo per dire che il nostro Istituto ha reso libero l’uso del velo alle suore che abitano i paesi europei. Ci vedrete, dunque, tra un po’… svelate.
Continuiamo a camminare insieme in questo oggi e i cambiamenti siano un’occasione per ricevere la grazia di rinfrancarci nell’appartenenza cordiale al buon Dio che è fedele per sempre. Questo rimane.
Anche con le suore senza il velo in testa.
La comunità delle suore di Maria Bambina di Gratosoglio

Inviti di carità



La nostra Caritas ci ha rivolto, nella festa di Cristo Re, l’invito a dare nuove disponibilità a servizi anche piccoli e saltuari...

Sono state restituite al 27.11 cinque schede. In questi giorni le persone che hanno indicato gli ambiti di servizio e i tempi che possono mettere a disposizione vengono contattate per avviare il proprio inserimento. Mentre ringraziamo questi amici, di differenti età, incoraggiamo altri a pensarci ricordando che “si ha più gioia nel dare che nel ricevere”…



* * *


In occasione della visita di Natale che don Francesco compie ai detenuti del carcere di Opera, quale piccolo segno di vicinanza da offrire loro, raccogliamo cioccolatini (senza liquore). È possibile consegnarli, entro il 10 di dicembre, presso le case parrocchiali. Saranno confezionati da alcune volontarie. Grazie!

Mercatini, mercatini

Grazie a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione del mercatino dell’usato a MMC nelle scorse settimane. Ha offerto a molte famiglie cose utili per la casa, l’abbigliamento e idee regalo. Ha fruttato 1380,00 a sostegno delle spese della parrocchia. Grazie!


Mercatino missionario a SB

Nei giorni 30 novembre e 1° dicembre visitiamo i manufatti originalissimi, utili per regali natalizi e destinati al decoro della casa e alla famiglia.
Il ricavato è a sostegno del nuovo oratorio.



Assemblea parrocchiale sull’apertura del nuovo oratorio e centro parrocchiale di San Barnaba

Venerdì 13 dicembre
ore 21 nel salone dell’oratorio
invitiamo ad una assemblea
in vista dell’avvio delle attività
nel nuovo edificio

All’ordine del giorno:
 - la presentazione dell’iter della costruzione e delle varianti che si sono dovute decidere in corso d’opera;
 - la relazione sui costi, i finanziamenti ricevuti, le offerte dei parrocchiani e le prossime scadenze;
 - i passi verso l’apertura quotidiana e l’inaugurazione.

Nella serata sarà pure possibile visitare lo stabile in tutti i suoi spazi.

don Alfredo e collaboratori

Sant'Ambrogio nelle parole del Papa emerito Benedetto XVI

Il santo Vescovo Ambrogio […] morì a Milano nella notte fra il 3 e il 4 aprile del 397. Era l’alba del Sabato santo. Il giorno prima, verso le cinque del pomeriggio, si era messo a pregare, disteso sul letto, con le braccia aperte in forma di croce. Partecipava così, nel solenne triduo pasquale, alla morte e alla risurrezione del Signore. «Noi vedevamo muoversi le sue labbra», attesta Paolino, il diacono fedele che su invito di Agostino ne scrisse la Vita, «ma non udivamo la sua voce». A un tratto, la situazione parve precipitare. Onorato, Vescovo di Vercelli, che si trovava ad assistere Ambrogio e dormiva al piano superiore, venne svegliato da una voce che gli ripeteva: «Alzati, presto! Ambrogio sta per morire…». Onorato scese in fretta – prosegue Paolino – «e porse al santo il Corpo del Signore. Appena lo prese e deglutì, Ambrogio rese lo spirito, portando con sé il buon viatico. Così la sua anima, rifocillata dalla virtù di quel cibo, gode ora della compagnia degli angeli» (Vita 47). In quel Venerdì santo le braccia spalancate di Ambrogio morente esprimevano la sua mistica partecipazione alla morte e alla risurrezione del Signore. Era questa la sua ultima catechesi: nel silenzio delle parole, egli parlava ancora con la testimonianza della vita.
Ambrogio non era vecchio quando morì. Non aveva neppure sessant’anni, essendo nato intorno al 340 a Treviri, dove il padre era prefetto delle Gallie. La famiglia era cristiana. Alla morte del padre, la mamma lo condusse a Roma quando era ancora ragazzo, e lo preparò alla carriera civile, assicurandogli una solida istruzione retorica e giuridica. Verso il 370 fu inviato a governare le province dell’Emilia e della Liguria, con sede a Milano. Proprio lì ferveva la lotta tra ortodossi e ariani, soprattutto dopo la morte del Vescovo ariano Aussenzio. Ambrogio intervenne a pacificare gli animi delle due fazioni avverse, e la sua autorità fu tale che egli, pur semplice catecumeno, venne acclamato dal popolo Vescovo di Milano.
Fino a quel momento Ambrogio era il più alto magistrato dell’Impero nell’Italia settentrionale. Culturalmente molto preparato, ma altrettanto sfornito nell’approccio alle Scritture, il nuovo Vescovo si mise a studiarle alacremente. Imparò a conoscere e a commentare la Bibbia dalle opere di Origene, il maestro indiscusso della «scuola alessandrina». In questo modo Ambrogio trasferì nell’ambiente latino la meditazione delle Scritture avviata da Origene, iniziando in Occidente la pratica della lectio divina. Il metodo della lectio giunse a guidare tutta la predicazione e gli scritti di Ambrogio, che scaturiscono precisamente dall’ascolto orante della Parola di Dio [...].
Dalla vita e dall’esempio del Vescovo Ambrogio, Agostino imparò a credere e a predicare. [...] «È necessario – ammonisce [...] la Dei Verbum al n. 25 – che tutti i chierici e quanti, come i catechisti, attendono al ministero della Parola, conservino un continuo contatto con le Scritture, mediante una sacra lettura assidua e lo studio accurato, “affinché non diventi – è qui la citazione agostiniana – vano predicatore della Parola all’esterno colui che non l’ascolta di dentro”». Aveva imparato proprio da Ambrogio questo “ascoltare di dentro”, questa assiduità nella lettura della Sacra Scrittura in atteggiamento orante, così da accogliere realmente nel proprio cuore ed assimilare la Parola di Dio. [...]
Così, stando al magistero di Ambrogio e di Agostino, la catechesi è inseparabile dalla testimonianza di vita.

Calendario parrocchiale (1/12 - 15/12)

Dom 1.12 III DOMENICA DI AVVENTO
- ore 10.30 cic 3 Messa e incontro a SB
- ore 11.00 cic 1 Messa MMC, pranzo e incontro
- ore 16.30 a SB animazione degli ADO2 con i bambini di Scricciolo
- ore 18.00 Messa SB animata dai gruppi di PG
- ore 19.00 ADO1 in SB film e cena condivisa

Lun. 2.12 ore 15 3ª età a MMC

Mar. 3.12 ore 14,30 oratorio MMC progetto teatrale e fotografico “Nei miei occhi”

Mer. 4.12 ore 15 3ª età in oratorio SB
- oratorio MMC natalizi per i ragazzi
- ore 19-21 Consiglio dell’Oratorio sul progetto educativo 2020 e progetto “Scholè”

Gio. 5.12 ore 21 SB gruppo giovani
NB: dal 6 all’8 dicembre sono sospese le proposte della Pastorale Giovanile

Ven 6.12 primo venerdì del mese
ore 16,00 - 17 adorazione eucaristica in MMC
ore 18,30 - 19,30 adorazione eucaristica in SB
primi vesperi di S. AMBROGIO
Messa del santo patrono della città
ore 17 a MMC e 18 a SB

Sab. 7.12 APRE IL MERCATINO DI NATALE A SB

Dom. 8.12 IV DOMENICA DI AVVENTO
NB: In questa domenica, seguendo il principio generale del Rito Ambrosiano secondo cui le Domeniche prevalgono su ogni altra celebrazione di solennità o festa (che non sia “del Signore”), si celebra la IV domenica di Avvento. Mentre la solennità liturgica dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria è posticipata a lunedì 9.

Lun. 9.12
- ore 15 3ª età a MMC
Solennità liturgica dell’IMMACOLATA
- Messa ore 17 a MMC e 18 a SB

Mar. 10.12
- dalle 18.45 alle 19.10 nella chiesa SB d.Francesco invita a “Aspettando il Suo passaggio aiutiamoci a pregare” a partire da un Salmo.

Mer. 11.12 ore 15 3ª età in oratorio SB

Gio. 12.12 ore 18,30 a MMC incontro ADO con gli universitari di LIBERA con cena

Ven. 13.12 ore 21 in oratorio SB ASSEMBLEA PARROCCHIALE PER IL NUOVO ORATORIO

Dom 15.12 V DOMENICA DI AVVENTO
- ore 10.30 cic 4 Messa e incontro a SB
- ore 15.00 cic 2 oratorio MMC
- ore 12.30 gruppo famiglie adottanti
- ore 18.00 Messa SB animata dai gruppi di PG
- ore 19.00 chiesa SB confessioni per ADO e giovani - a seguire cena condivisa

18 novembre 2019

“Venga il tuo regno”

Carissimi,

iniziamo l’Avvento lasciandoci ispirare dall'invito dell’arcivescovo Mario a rinnovare la speranza che ha il suo fondamento nel ritorno di Cristo quale meta della corsa della vita.

L’invocazione “Venga il tuo regno” trapunti le nostre giornate per coltivare in noi lo sguardo della fede che ci offre di vivere ogni occasione come situazione feconda per amare. Così anche la faticosa insicurezza che accompagna la nostra esistenza, e ancor più quella di molti nostri fratelli e sorelle duramente provati dalle situazioni della vita, può diventare la culla per gesti e parole di più vero amore.

Dall’immagine dell’angelo birichino raccogliamo alcune provocazioni.

Arcabas, “L'angelo birichino in sella a una bicicletta”


“Ci viene incontro inforcando una semplice bicicletta. Un mezzo di trasporto di cui il messaggero divino potrebbe ovviamente fare a meno, ma che esprime in modo immediato come Dio si serva di qualunque strumento per raggiungere gli uomini.
Lo slancio con cui l’angelo compie il gesto ed il suo volto sorridente esprimono, rendendo inutili le parole, l’urgenza e la bellezza del suo Annuncio.
I capelli rosso fuoco svolazzano anche le ali conferiscono dinamicità alla composizione dell’opera. Forse l’angelo si è appena fermato di fronte a Maria, perché vesti e capelli sembrano ancora mossi dal vento della corsa, ma il piede appoggiato a terra ci fa pensare che ormai il viaggio sia finito: è il momento della lieta notizia.

O forse sta cercando proprio noi. Cosa ci vuole annunciare?

I colori nell’insieme sono vivaci, l’ombra è alle spalle, in lontananza, la luce sta tutt’intorno ed infiamma la chioma dell’angelo. Anche le gambe che hanno pedalato sono nella luce. L’improbabile veicolo sembra lasciare una scia di fuoco.

Tutto sembra suggerire che … Dio ci viene incontro!

(fonte: scheda didattica sul sito del Museo Diocesano di Alba)

Auguro, a me e a tutti, di approfittare dell’Avvento per lasciarci ancora una volta stupire della fantasia di Dio che continuamente cerca modi per offrirci il suo amore. E chiedo al Signore per tutti noi l’audacia di saper inforcare ogni strumento utile perché lo stesso annuncio giunga a destinazione e susciti nuova speranza.
Come Maria diciamo:
Eccomi! perché venga il tuo regno, Signore, serviti anche di me. 

don Alfredo


Corriamo verso la meta: venga il tuo regno!



"L'angelo birichino in sella a una bicicletta",
St. Hughes de Chartreuse - Grénoble, 
dipinto dell'artista francese Arcabas.
“Andate...” dici a ogni svolta del Vangelo.
Per essere con Te sulla Tua strada occorre andare anche quando la nostra pigrizia ci scongiura di sostare.
Tu ci hai scelto per essere in un equilibrio strano. Un equilibrio che non può stabilirsi né tenersi se non in movimento, se non in uno slancio.
Un po’ come in bicicletta che non sta su senza girare, una bicicletta che resta appoggiata contro un muro finché qualcuno non la inforca per farla correre veloce sulla strada.

La condizione che ci è data è un’insicurezza universale, vertiginosa.
Non appena cominciamo a guardarla, la nostra vita oscilla, sfugge.
Noi non possiamo star dritti se non per marciare, se non per tuffarci, in uno slancio di carità.
Tutti i santi che ci sono dati per modello, o almeno molti, erano sotto il regime delle Assicurazioni, una specie di Società assicurativa spirituale che li garantiva contro rischi e malattie, che prendeva a suo carico anche i loro parti spirituali. Avevano tempi ufficiali per pregare e metodi per fare penitenza, tutto un codice di consigli e di divieti.
Ma per noi è in un liberalismo un poco pazzo che gioca l’avventura della tua grazia.
Tu ti rifiuti di fornirci una carta stradale. Il nostro cammino si fa di notte.
Ciascun atto da fare a suo turno s’illumina come uno scatto di segnali.
Spesso la sola cosa garantita è questa fatica regolare dello stesso lavoro ogni giorno da fare, della stessa vita da ricominciare, degli stessi difetti da correggere, delle stesse sciocchezze da non fare.
Ma al di là di questa garanzia tutto il resto è lasciato alla tua fantasia che vi si mette a suo agio con noi.

Venerabile Madeleine Delbrêl (1904-1964)

«La fede che preferisco, dice Dio, è la speranza»

La fede che preferisco, dice Dio, è la speranza.
La fede non mi stupisce. Non è stupefacente.
Risplendo talmente nella mia creazione.
[...]
Che per non vedermi veramente ci vorrebbe che quella povera gente fosse cieca.
La carità, dice Dio, non mi stupisce. Non è stupefacente.
Quelle povere creature sono così infelici che a meno di avere un cuore di pietra, come non avrebbero carità le une per le altre.
Come non avrebbero carità per i loro fratelli.
Come non si toglierebbero il pane di bocca, il pane quotidiano, per darlo a dei bambini disgraziati che passano.
E mio figlio ha avuto per loro una tale carità.
[...]
Ma la speranza, dice Dio, ecco quello che mi stupisce.
Me stesso. Questo è stupefacente.
Che quei poveri figli vedano come vanno le cose e che credano che andrà meglio domattina.
[...]
Questo è stupefacente ed è proprio la più grande meraviglia della nostra grazia. E io stesso ne sono stupito.
E bisogna che la mia grazia sia in effetti di una forza incredibile. E che sgorghi da una fonte e come un fiume inesauribile.
[...]
Quello che mi stupisce, dice Dio, è la speranza.
Non me ne capacito.
Questa piccola speranza che ha l’aria di non essere nulla.
Questa bambina speranza. Immortale.

È un passaggio di una poesia di Péguy.

La speranza è il presupposto teologico per comprendere l'itinerario spirituale dell'Avvento ma allo stesso tempo è un dono che va invocato con forza e in particolare nei giorni che ci preparano al Natale.

La speranza è oggi più che mai virtù fragile e debole, spesso soffocata dal grido di chi resta sgomento davanti alle ingiustizie e alle sofferenze del mondo.
Ma dove possiamo rintracciarne il palpito, sentirne sui capelli il soffio, guardare le gocce della sua rugiada, stringerla almeno un poco fra le mani?

La speranza caratterizza il lavoro educativo: devi seminare in abbondanza nei cuori dei giovani che incontri con la sapienza del contadino che oggi lavora per raccogliere domani il frutto; è speranza quella che respiri ogni giorno incontrando i giovani che hanno poca memoria e, pur se figli di un'epoca che radicalizza l'attimo, sono proiettati al futuro e all'immagine di donna e uomo che saranno. Ecco: io la speranza la incontro ogni giorno fra i ragazzi del nostro quartiere e dei nostri oratori.

La incontro in loro e a volte malgrado loro stessi perché la speranza va invocata per loro dall'Alto ed evocata dalle loro fragili esistenze. E fosse solo per questo l'oratorio ha senso di esistere con i suoi percorsi più dichiaratamente connessi alla formazione credente a quelli più professionali fino alla quotidianità consumata nei cortili o sui campi da calcio.
Un crocevia di attività e progetti, di incontri fra ragazzi e giovani con adulti e anziani che hanno un segreto di fede da condividere.
E infine la speranza è contagiosa. Un contagio auspicabile e promettente. "Chi sta coi giovani resta giovane", ci disse - ed eravamo oltre un milione - nel 2000 in una calda serata d'estate un vecchio e santo Papa polacco! Era il suo segreto. Chi sta coi giovani continua a sperare: come vorrei che questo azzardo fosse assunto da molti più adulti del quartiere. 

don Giovanni

Proposta d’Avvento

Aspettando il Suo passaggio aiutiamoci a pregare

Ti invito a fermarti insieme, come quando aspetti il tram, a dedicare un piccolo spazio di attesa per orientare lo sguardo e il cuore lasciando guardare le “fermate” della tua vita da Lui.

Ogni sera partiremo da un salmo che ci fa esplorare una Parola su un momento diverso delle nostre giornate: una piccola introduzione, uno spazio di silenzio, la possibilità di condividere la preghiera. Non è indispensabile assicurare la presenza a tutti gli appuntamenti.

Dalle 18.45 alle 19.10 nella chiesa di S. Barnaba.

Un’attesa troppo lunga per attendere che Lui passi?



Martedì 19 e 26 novembre

Martedì 10 e 17 dicembre

don Francesco

Anche noi «Come astri nella notte»

Lo scorso 6 novembre, il teatro Angelicum di piazza Sant’Angelo a Milano ha ospitato l’incontro tra l’arcivescovo monsignor Mario Delpini e i rappresentanti delle comunità musulmane. «Come astri nella notte» era il titolo di quell’appuntamento, voluto dalla diocesi di Milano con il coinvolgimento del Consiglio delle Chiese Cristiane e del Forum delle Religioni, per ricordare i sette secoli trascorsi dall’incontro tra san Francesco d’Assisi e il sultano Malik al-Kāmil a Damietta, ripreso e per certi versi aggiornato dal Documento sulla fratellanza umana firmato, il 4 febbraio scorso, da papa Francesco e dal Grande Imam di Al Azhar, Ahmad Muhammad al-Tayyebdel.
Fra Paolo, dei Frati Minori che reggono la chiesa di Sant’Angelo, ha offerto un inquadramento storico, indicando ad esempio che non ci sono resoconti diretti di quanto il santo e il sultano si siano detti, ma ci sono pervenuti diciassette racconti risalenti alla stessa epoca; evidentemente, il fatto che l’incontro fosse avvenuto senza incidenti era fonte di stupore. Ha aggiunto che neanche san Francesco stesso ha mai parlato direttamente di quanto accaduto, ma possono essere rintracciati echi della sua esperienza nella Regola non bollata, ovvero la prima Regola francescana, e nelle lettere.
Il giovane Sinan Al Qudah, della comunità islamica di San Giuliano Milanese, ha ricordato come ancora oggi ci sono persone che tentano di far scontrare le due religioni coinvolte: l’incontro in corso, invece, andava nella direzione opposta. Rispetto a quanto invece insegna l’esperienza di Damietta, invece, ha visto tre principi in gioco: la fratellanza, perché negli ultimi anni comunità musulmane e cristiane hanno sofferto per attentati, ma hanno fatto fronte comune; l’identità, perché san Francesco e Malik al-Kāmil hanno mantenuto fermo l’attaccamento alla propria religione rispettando quella dell’altro; l’etica, perché i principi dell’una e dell’altra parte sono gli stessi e dovrebbero avere più spazio nella società comune.
I giovani coinvolti nella preparazione dell'incontro
leggono brani del Documento sulla fratellanza umana
Ha quindi preso la parola monsignor Delpini, rammaricandosi che «C’è  troppo buio nella Storia, c’è troppo dolore, troppo smarrimento». Lo ha riscontrato nei suoi recenti viaggi al Cairo con alcuni giovani sacerdoti della diocesi, in Siria e a Cipro con altri preti diocesani. Questo buio, secondo l’arcivescovo, è causato da almeno tre motivi.
Anzitutto, il buio dell’ignoranza, «del non sapere gli uni degli altri: cosa si pensa, come si prega, come si spera». Poi la generalizzazione, secondo cui gli islamici sono identificati con i terroristi e i cristiani con le potenze imperialiste: «Questo suscita nei cuori un cupo senso di risentimento e paura», ha chiarito Delpini. Infine, «leggere il passato come fonte inesauribile di rivendicazioni e risentimenti», che quindi «diventa un peso, un impedimento a guardare avanti».
Per vincere questo buio, più che una risposta, l’arcivescovo ha una certezza: «Quando, nel buio, si accende una luce, per quanto piccola, il buio è sconfitto, non è più impenetrabile». L’alternativa, quindi, è l’incontro personale, come rappresentato in uno dei filmati proposti tra un intervento e l’altro, realizzati dai giovani della parrocchia di Santo Stefano in Sesto San Giovanni, che, come accade da noi, stanno compiendo passi per incontrare e conoscere i coetanei musulmani.
Come il Papa e il Grande Imam, anche monsignor Delpini e Benaissa Bounegab, rappresentante della Casa della Cultura Musulmana di Milano, hanno sottoscritto il Documento sulla fratellanza umana; dopo di loro, anche i presenti sono stati invitati a farlo. Il Documento è ora conservato presso la sede del Centro Ambrosiano di Dialogo con le Religioni (CADR), in corso di Porta Ticinese 33. Concludendo il suo saluto, l’arcivescovo ha però raccomandato: «Siamo qui non solo a firmare una dichiarazione, ma a prendere l’impegno a essere persone che si guardano in faccia».
Nel rinfresco seguito al momento di preghiera, quest’ultimo strutturato come quello dello scorso Campus della Pace, abbiamo rivisto alcuni degli amici che ci avevano aiutato in quella circostanza: il responsabile del CADR, don Giampiero Alberti; la signora Nunnei, esponente del buddismo; Aziz, degli Scout Musulmani.
Se da una parte abbiamo trovato alleati preziosi, dall’altra sappiamo che ci sono zone di buio in coloro che, a causa delle persone di religione musulmana che ci abitano, disprezzano il nostro quartiere. Noi che viviamo qui cerchiamo ugualmente di far splendere la luce dell’incontro vero, la stessa che ad esempio troviamo, ogni anno con stupore crescente, nelle famiglie non cristiane che accolgono i visitatori parrocchiali in occasione del Natale.

Emilia Flocchini


I giovani iniziano l’Avvento con gli esercizi spirituali in Sant'Ambrogio

Sull’esempio di papa Francesco che nella Christus Vivit* ha proposto alcune storie di giovani che hanno ascoltato la Parola e si sono fidati di una Promessa, le tre meditazioni sono incentrate su tre giovani della Bibbia: Samuele, Davide e Salomone.

* al punto 9 afferma: «L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore. La gloria della gioventù sta nel cuore più che nella forza fisica o nell'impressione che si provoca negli altri».

Predicatore per i giovani della Zona Pastorale I è il padre gesuita Francesco Cavallini.

Lunedì 18 novembre, Samuele: 1 Sam 3,1-4,1.

Martedì 19 novembre, Davide: 1 Sam 16,6-13.

Mercoledì 20 novembre, Salomone: 1 Re 3,1-15.

Nb: ritrovo ore 20.15 alla fermata del tram di via Feraboli



Ritrovare le virtù dimenticate - laboratorio di ascolto

Proposta a cura di don Francesco

il tema:
alcune situazioni delle nostre giornate, la custodia delle relazioni, la gestione delle priorità nella nostra vita, la cura della nostra persona… se e quando abbiamo tempo affiorano tante domande su come vivere.
I primi discepoli di Gesù hanno sperimentato che anche Lui aveva una strategia per gestire gli eventi del quotidiano: attraverso alcune pagine dei Vangeli vogliamo riscoprire il tesoro del Suo stile per rendere più feconda l’esistenza di ogni giorno. Cosa ha di straordinario il Suo modo di stare nella vita? Ci vogliamo confrontare insieme per trovare lo stile che ci permetta una vita “bella”.

Il metodo:
ci ritroviamo GIOVEDI 28 novembre presso saletta Caritas di SB dalle 21 alle 22.30.
La dimensione di laboratorio dice che non si tratta di ascoltare lezioni ma di interagire, di collaborare nella ricerca attraverso la sapienza della Parola e lasciandoci la libertà di far emergere gli interrogativi più profondi.


Mercatino

Mercatino a MMC
Domenica 17 e lunedì 18 novembre si chiude il mercatino dell’usato a Maria Madre con oggetti utili per la casa, biancheria e bigiotteria... Il ricavato è a sostegno delle spese della parrocchia.


Mercatino missionario a SB
Nei giorni 30 novembre e 1 dicembre visitiamo i manufatti originalissimi, utili per regali natalizi e destinati al decoro della casa e alla famiglia. Il ricavato è a sostegno del nuovo oratorio.

Nuovo oratorio San Barnaba? Ci siamo!

Il nuovo oratorio è quasi pronto per l’apertura: in questi giorni si avvierà la fase dell’allestimento degli arredi. Potremo così iniziare ad abitare la nuova struttura, mentre l’inaugurazione ufficiale sarà all'inizio del nuovo anno.
Ricordiamo la possibilità aperta a tutti di dare una mano anche piccola per dei servizi volontari.
Infine facciamo appello ancora una volta alla generosità di tutti - anche chi finora non ha potuto fare la sottoscrizione - per una maggiore contribuzione che permetta di affrontare con maggiore serenità le scadenze di spesa in corso.       

Grazie sempre a tutti!

Calendario parrocchiale (17/11 - 1/12)

Dom 17.11 PRIMA DOMENICA DI AVVENTO Raccogliamo dalla Parola l’invito ad ASCOLTARE Dio che ci parla nel Vangelo e nella vita dei fratelli.

ore 10.30 cic 3 Messa e incontro a SB
ore 15-17 cic 1 in oratorio MMC
ore 18.00 Messa SB animata dai gruppi di PG
ore 19.00 riunione genitori ADO gruppo ADO1
ore 21.00 gruppo ADO2

Lun. 18.11 ore 15 3ª età a MMC

Mar. 19.11 ore 21,00 Sensibili nello Spirito - laboratorio di ascolto con don Francesco in saletta Caritas SB

Mer. 20.11 ore 13,30 3ª età in visita a VIBOLDONE (necessaria iscrizione per bus): visita guidata
alla Abbazia e introduzione all’Avvento a cura di una monaca Benedettina.

Gio. 21.11 appuntamento con Libera in MMC dalle 17 con cena

Ven 22.11 ore 21 gruppo PREADO in MMC con la testimonianza di Fabio Peri sulla lotta contro il “Nulla”.

24.11 SECONDA DOMENICA DI AVVENTO 
Raccogliamo dalla Parola l’invito ad ACCOGLIERCI gli uni gli altri con attenzione e cura.

ore 9,15 mini-ritiro visitatori di SB in chiesa (segue Messa ore 10,30)
ore 10.30 cic 4 Messa e incontro a SB
ore 15-17 cic 2 in oratorio MMC
ore 19.00 gruppo ADO1
ore 21.00 gruppo ADO2

Lun. 25.11 ore 15 3ª età a MMC

Mar. 26.11 ore 21,00 Sensibili nello Spirito - laboratorio di ascolto con don Francesco in saletta Caritas SB

Mer. 27.11 ore 15 3ª età saletta Caritas SB

Gio. 28.11 ore 21 SB gruppo giovani

Ven. 29.11 ore 18 film decanale al centro Asteria per PREADO (ritrovo davanti san Barnaba alle 17.30)

Sab. 30 e Dom. in SB accogliamo un incontro seminariale di ONG e associazioni umanitarie sul problema delle migrazioni sulla "rotta balcanica"

Dom 1.12 TERZA DOMENICA DI AVVENTO  
Raccogliamo dalla Parola l’invito ad ANNUNCIARE la buona notizia dell’amore di Dio a un fratello o una sorella in difficoltà.

ore 10.30 cic 3 Messa e incontro a SB
ore 11.00 cic 1 Messa MMC, pranzo e incontro
ore 18.00 Messa SB animata dai gruppi di PG
ore 19.00 ADO1 in MMC