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20 novembre 2020

Lettera di monsignor Giuseppe Negri ai ragazzi della Prima Comunione e della Cresima di Maria Madre della Chiesa e San Barnaba

Monsignor Negri nella sua ultima visita
a San Barnaba, il 6 gennaio 2017
Carissimi ragazzi, 

don Alfredo, il vostro parroco, mi ha inviato il corrispettivo delle offerte suggerite dalla vostra generosità, in favore della mia missione qui in Brasile.

Vi ringrazio di cuore!

In questo  tempo della pandemia, che è destinato a rimanere tra i ricordi più infelici della nostra storia, c’è spazio anche per delle notizie così belle. 

Sapere, per esempio,  che ci sono dei ragazzi che, alla svolta della loro vita di fede, capiscono che ci sono situazioni difficili  nel mondo, che possono essere visitate con occhi di chi è disposto a portare il proprio contributo, è come un germe di SPERANZA.

Io vorrei davvero garantirvi che la vostra offerta generosa servirà a far felici famiglie, persone ed anche ragazzi della vostra età, che hanno il diritto ad avere una vita dignitosa.

25 aprile 2020

Un'altra lettera da monsignor Giuseppe Negri



Dom José Negri, PIME
Bispo Diocesano de Santo Amaro


Carissimo don Alfredo,

ho ricevuto la tua lettera del 15 febbraio e ti ringrazio di cuore per il pensiero che hai avuto nel porgermi l’invito per l’inaugurazione del nuovo oratorio.

In questi giorni siamo anche noi un po’ bloccati da questo virus, ma non ci arrendiamo. Stiamo pregando anche per voi perché le notizie che ci arrivano dall’Italia non sono tra le migliori. Forse quest’anno possiamo dire davvero che la Quaresima l’abbiamo vissuta sul serio. Chissà se questo ci aiuterà a pensare che non siamo così “onnipotenti” come crediamo di essere, se un minuscolo e invisibile “vermiciattolo” può mettere sottosopra tutta l’umanità.

Tornando all’oratorio, mi congratulo per tutto il lavoro fatto e realizzato, perché continuiamo a credere che l’oratorio sia un punto di riferimento per la crescita e l’educazione religiosa. Qui a San Paolo sentiamo molto la mancanza di questi luoghi per lo spazio che ci manca.

In ogni caso, mettendo la nostalgia da parte, l’oratorio mi ha fatto crescere come persona e come cristiano e ringrazio veramente il Signore per i preti, le suore, gli educatori e gli amici che mi hanno accompagnato all’oratorio di San Barnaba e che hanno fatto parte della mia storia. Ritornare all’oratorio “nuovo” è come far tornare vivo quel testimone che è stato tramandato grazie alla vita e alla donazione di tanti.

Grazie a te, don Alfredo, e a tutte le persone che ti sono state vicine per arrivare a questo traguardo.

Ti saluto caramente. Se ci sarà la visita ad limina col Papa verso la fine dell’anno ci rivedremo.

Ciao

+ José

San Paolo, 14 marzo 2020


[Nota della redazione: la lettera è in risposta all’invito a partecipare alla inaugurazione del nuovo oratorio e centro parrocchiale, che era prevista il 15 marzo scorso]

15 novembre 2013

A tutti gli amici della comunità S. Barnaba

Carissimi, mi sembrava giusto dirvi grazie così, scrivendo due righe sul bollettino parrocchiale.
Dopo tanto tempo è stato proprio bello rivederci per condividere l’esperienza della giornata missionaria mondiale “ sulle strade del mondo”.
Ogni incontro lascia sempre una traccia buona dentro di noi se vissuta con verità e con il cuore libero.
Spesso però, siamo distratti e lasciamo che le esperienze ci passino vicino senza che ce ne accorgiamo: quante possibilità di incontri sciupiamo a causa della nostra distrazione!
Don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, scriveva in una lettera ai giovani:
Crescerete, quante più mani stringerete lungo la vostra strada, tante più persone conoscerete durante la vostra vita.
Dunque l’evangelizzazione si fà anche in strada ed è questo il luogo che, come battezzati, camminando dobbiamo riconquistare.
Emozione, sorpresa e tanta gioia hanno riempito il mio cuore di suora missionaria nel constatare che il buon seme gettato ha dato i suoi frutti. Veramente ce n’è di bene attorno a noi e tanto, dobbiamo scoprirlo.
Nello stesso obiettivo dell’annuncio e della missione, pronti a ricevere sempre, subito e con gioia il messaggio di speranza di Gesù risorto auguro un buon cammino di missione e di carità.

 Vi voglio bene! Suor Viviana

"Il gruppo missioni di San Barnaba comunica che nella "Giornata Missionaria" sono stati raccolti € 2.000,00 e devoluti a favore del progetto "UN BICCHIERE PER LA CRESCITA" dove ha operato suor Viviana.

12 ottobre 2012

ULTIMISSIME DALLE MISSIONI


Padre Jomon ci scrive da Hong Kong

Hong Kong 9 ottobre 2012

Caro Don Giuseppe,

Come stai? Spero che tu stia bene. Scusami tanto per il silenzio. Il mio parrocco è trasferito in una nuova parrocchia e allora ero da solo in parrocchia.  Don, il Lunedi' scorso ho organizzato un pellegrinaggio per visitare la nostra cappella che tengo molto nel mio cuore che ha una storia di 160 anni. Come puoi vedere abbiamo fatto tanto lavoro a tenere in piedi la cappella.
Abbiamo costruito anche una dormitorio per i pellegrini per passare la giornata. Eravamo 400 parrochiani. Ci sono anche tante persone che vanno a visitare la cappella durante la settimana. C'e' ancora un po' di lavoro da finire come i materiali (sedie, tavoli e imbiancare etc...)

Grazie mille Don per il tuo aiuto e per la  generosita' dei nostri parrrochiani di Gratosoglio: siamo riusciti a fare tanto lavoro. Chiedo ai miei abitanti di pregare per te e i nostri amici.

Prendi cura di te.

Ci sentiamo prossimamente.

Jomon 
 




AGGIORNAMENTI SUL “PROGETTO SCUOLA” DI P. François  D’ASSISE

Lo scorso sabato 15 settembre p. François - che è padre spirituale del seminario di Bukavu - ha celebrato la Messa delle 18 a Maria Madre della Chiesa e si è incontrato con un piccolo gruppo di parrocchiani rinsaldando il legame che da tempo si è creato. Legame di condivisione della fede e della passione per i più poveri del territorio del Kiwu in Congo, in particolare per i molti ragazzi e giovani bisognosi di una scuola e della possibilità economica di frequentarla. Nelle foto vediamo come sono proseguiti i lavori di costruzione dell’edificio scolastico che abbiamo aiutato a realizzare con il contributo della scorsa quaresima. Ricordiamo che è possibile sostenere con le adozioni a distanza uno o più ragazzi nel percorso scolastico. Per informazioni rivolgersi a d.Alfredo.  
Ecco la mail che ci ha mandato dopo quell’incontro:
“Carissimi, mi permetto di inviarvi questo messaggio: Tutti i miei sinceri ringraziamenti alla comunità sacerdotale di Gratosoglio per l’accoglienza. Grazie per tutti gli aiuti che avete offerto. Un saluto a tutti voi e ai vostri cristiani. In Cristo padre François” .

    






24 febbraio 2012

ULTIMISSIME DA HONG KONG

Pubblichiamo due @-mail di Jomon corredate da alcune delle foto inviateci

Hong Kong 21 febbraio 2012


Don Giuseppe,

Come stai? Spero che tu stia bene. Ti scrivo perché volevo ricordarti riguardo una cappella che avevo scritto un po' di mesi fa’(
n.d.r.: v. “l’In-formatore” n. 17 dell’11 dicembre 2011). Siamo riusciti a fare un po' di lavoro; però mancano ancora. Adesso abbiamo fermato perché piove in Hong Kong. Volevo chiederti se durante la quaresima qualcuno della nostra parrocchia vuole dare un contributo, mi fai sapere Don. Scusami tanto per il disturbo.
Allora questo Mercoledì comincia la Quaresima. Saremo anche molto impegnati con la preparazione dei catecumeni che riceveranno il Battesimo in questa Pasqua. Quest'anno abbiamo 92 adulti che riceveranno il battesimo. Don, ti chiedo di pregare per loro e anche per noi. Ti ricorderò nella mia preghiera. Ti rimando la e-mail che ti avevo mandato insieme con la foto. Grazie mille Don per tuo ascolto e ti mando anche il conto e l'indirizzo della banca se qualcuno vuole aiutare per rinnovare questa cappella. 
 
L’indirizzo della Banca e il numero del mio conto personale

Nome VARGHESE JOMON
          
Numero del mio conto personale:
109-436634-833

Swift Code: HSBCHKHHHKH

L’indirizzo della Banca
HSBC
Head Office 1 Queen’s Road Central Hong Kong
Telephone: (852) 2233 3000
Facsimile: (852) 2288 2400

Hong Kong 22 febbraio 2012

Don Giuseppe,
 
Abbiamo avuto tante attività in parrocchia, come il capodanno cinese, la gita per la parrocchia, la giornata per gli anziani che ho introdotto quest'anno che era una cosa nuova e che ho imparato dall'Italia, specialmente quando ero al Gratosoglio. È stato molto bello vedere tutti gli anziani divertirsi un po' con la famiglia. I parrocchiani sono stati molto bravi e abbiamo preparato cibo e molte attività per farli felici. Vogliono continuare questa tradizione anche in anni successivi. Ti mando le foto di tutte le attività. Abbiamo anche fatto una processione durante il
mese di Maria.

Prendi cura di te Don

Jomon

09 dicembre 2011

ULTIMISSE DA HONG KONG

Ciao Don Giuseppe,
Come stai? Spero che tu stia bene.  Salutami tanto i nostri parrocchiani di San Barnaba. Spero che ti ricordi di me. Ti scrivo qualcosa sulla situazione in Cina e a riguardo di una cappella che ci tengo tanto nel cuore.

 In Hong kong ci sentiamo il braccio di ferro tra la Cina e il Vaticano. Il Papa, nel giorno di Natale dell’anno scorso, ha rivolto un appello ai cattolici cinesi durante il messaggio “urbi et orbi”, chiedendo loro di non perdersi d’animo. “Il Natale – ha detto Benedetto XVI – deve rafforzare lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei fedeli della Chiesa nella Cina continentale, affinché non si perdano d’animo per le limitazioni allo loro libertà di religione e di coscienza, e affinché mantengano viva la fiamma della speranza”. L’augurio del Papa, trasmesso dalla BBC, è stato oscurato dalla censura cinese.

Il messaggio di Benedetto XVI si inserisce in un momento particolarmente teso per i rapporti tra la Cina e il Vaticano. Le tensioni sono esplose nel novembre scorso, quando l’Associazione cattolica patriottica (la chiesa ufficiale cinese) ha nominato un nuovo vescovo senza mandato apostolico, vale a dire senza l’investitura del Papa. Lo strappo è diventato ancora più profondo due settimane più tardi, quando il Congresso dei rappresentanti cattolici ha nominato i nuovi vertici dell’Associazione cattolica patriottica e della Conferenza episcopale cinese. La Santa Sede non riconosce questi organismi, che sono strumenti nelle mani del governo cinese per controllare la comunità cattolica.

In questi giorni, tuttavia, non sono mancati i messaggi distensivi da parte del Papa, il più importante dei quali riguarda la nomina di un salesiano cinese a segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, l’ex Propaganda Fide. Si tratta di don Savio Hon Tai-Fai, 60 anni, docente di teologia e originario di Hong Kong. Hon Tai-Fai è di idee moderate ed è considerato come un uomo del dialogo.

Noi in Hong Kong si continua pregare per la pace tra Cina e Vaticano. Come ti avevo scritto nell’ultima e-mail che ti avevo mandato alcuni dei nostri missionari erano stati mandati via dalla Cina. Spero tanto che riusciremo tornare n Cina al più presto possibile. Finché siamo in Hong Kong il lavoro non manca.

Adesso parlo di un qualcosa che mi sta tanto a cuore: si tratta di una cappella; e ti mando qualche foto di questa cappella (si chiama concezione immaculata) è stata construita dai missionari del Pime più di 50 anni fa’. Sta in mezzo alla foresta. C’era un villaggio con numerosi abitanti; però adesso tante famiglie hanno lasciato il villaggio e pochi abitano liì. Non c’è più la messa però ogni tanto vado con un gruppo di parrocchiani a pulire l’ambiente.

Adesso io insieme con un parrocchiano (puoi vederlo nella foto) abbiamo deciso di rinnovare la cappella. Abbiamo già cominciato il lavoro.
Vorrei chiederti un piccolo aiuto per questo cappella. Se puoi mandarmi qualche intenzione della messa, posso celebrare per l’intenzione dell’offerente. Ci tengo tanto e mi piace molto questa cappella. Spero che non ti disturbo.

Ci stiamo preparando per il Natale nella mia parrocchia. Ti auguro la gioia e la serenità del Natale, che allontana i momenti difficili e tristi che fanno parte della nostra vita. Il Natale è un giorno che regala calore e sorrisi e tenerezze e ci sorprende e a volte dà quasi fastidio, perché apre i nostri cuori all'improvviso!

Ti faccio ancora gli auguri di Buon Natale e Buon Anno.

P. Jomon Varghese
P.I.M.E

07 ottobre 2011

ULTIMISSIME DA HONG KONG

Caro Don Giuseppe, come stai? Spero che tu stia bene. Hai fatto un po' di vacanza? Sto bene e questi messi ero un po' occupato a sostituire i preti che erano in vacanza. Questo mese quattro dei nostri preti sono stati mandati via dal governo cinese. Non hanno detto nessuna ragione. Hanno cancellato il loro visto. Chiedo di pregare per noi. Ti mando qualcosa che ho scritto a riguardo della situazione in Cina. Qualcuno mi ha aiutato a fare la correzione.
Prendi cura di te. Salutami tanto i nostri parrocchiani.
P.Jomon
Hon Kong, 28 settembre 2011


Nella Cina di oggi c’è una certa curiosità verso tutto ciò che riguarda la religione cristiana, anche se c’è una drastica chiusura verso i missionari, perché i missionari rappresentano una “fede straniera”. Però aumentano di anno in anno le conversioni e cresce l’attenzione popolare verso la “religione di Gesù’’ e dell’Amore. Con il popolo cinese non abbiamo grosse difficoltà di contatto. Siamo apprezzati e accolti bene, sia come testimoni della Carità, che come studiosi e ricercatori. Il regime comunista cinese ha sempre accusato il Cattolicesimo di essere “imperialista e colonialista”, però nell’ambiente universitario gli studenti simpatizzano per il Cristianesimo e in qualche caso arrivano a convertirsi. Il governo continua a non concedere alcuna apertura ai testimoni del Vangelo. L’ingresso è allora possibile ai missionari solo come studiosi, docenti universitari, animatori di comunità di accoglienza o di aiuto verso gli emarginati, gli ammalati, le persone in difficoltà. Ecco perché le testimonianze di Carità e la cultura restano davvero le uniche vie per arrivare in Cina e continuare l’opera evangelizzatrice.

Molti amici mi chiedevano come viene accettata la lettera del papa dai cattolici cinesi. Le reazioni ufficiali da parte del governo sono state finora abbastanza limitate e contenute, anche se comunque critiche. C’è da dire che le autorità fanno tutto ciò che sta in loro potere, affinché i cattolici non ricevano il testo del papa. Infatti, i siti internet che la contengono, come quello vaticano e di Asianews sono oscurati. Anche i siti appartenenti alle varie diocesi che hanno riportato la lettera sono stati bloccati. Ho saputo che in una diocesi, preti e fedeli hanno stampato numerose copie della lettera, come un piccolo libretto. Ma la polizia è intervenuta e ha chiuso la piccola tipografia. In alcune diocesi il testo è messo nelle grandi bacheche presso le chiese in modo che i fedeli lo possono leggere. In altre diocesi invece i funzionari del governo lo hanno impedito. Fino ad ora, a nostra conoscenza, nelle omelie domenicali nelle chiese aperte non si parla della lettera, certamente per la pressione esercitata dai funzionari del governo alla politica religiosa.

Le reazioni, finora giunte, sono di grande apprezzamento dei cattolici. Non c’era da dubitarne. Chi conosce i cattolici di Cina sa che appartengono alle comunità aperte o a quelle clandestine e hanno una grande devozione verso il papa. Se ne è avuto una riprova nei mesi scorsi, quando i cattolici attendevano con impazienza e speranza le parole del papa, come qualcosa di veramente importante nella loro vita. La parola del papa pesa davvero tra i cattolici di Cina, molto più che in altri paesi. I cattolici di cui ho avuto conoscenza in Cina, come a Hong Kong, ammirano il grande sforzo del papa di capire la situazione, di simpatizzare per essa, ma senza pronunciare condanne, ma senza accettare che la libertà della chiesa sia calpestata.

Sono sicuro che i cattolici di Cina - spero nella loro totalità, ma certamente nella stragrande maggioranza - faranno di tutto per mettere in pratica ciò che il papa suggerisce e cioè che la chiesa sia se stessa, sia libera, sia unita, sia capace di testimonianza alla verità, di accoglienza e di perdono.

Per favore ricordatevi di noi e di tutto il popolo cinese nelle vostre preghiere.

Una lettera da “don Peppime”

Dopo i bellissimi momenti vissuti insieme nello scorso mese di giugno, “don Peppime”, rientrato nella sua sede episcopale di Blumenau, ci scrive la seguente lettera.

Carissimi amici di S. Barnaba,
ringrazio il Signore per aver potuto celebrare il mio giubileo sacerdotale tra voi. Quanti ricordi, quanti volti con storie e passato molto significativi.
So bene che anche da lontano mi accompagnate, ma per me è stato molto importante incontrarvi e raccontarvi la mia storia e la mia missione dopo 25 anni trascorsi.
A questo proposito vorrei ringraziarvi di cuore per la generosa offerta di euro 1.500,00 che Don Giuseppe mi ha inviato.
Molti sono a conoscenza delle necessità che vi sono nella mia Diocesi e questa vostra viene ad essere un´ulteriore goccia nel grande oceano d´amore. Ringrazio per aver pensato a me e alla mia gente: il Signore possa ricompensare il bene concreto vissuto.
Qui la vita continua abbastanza animata e come sempre. Ho appena terminato la visita pastorale in 7 parrocchie delle 38 che abbiamo in diocesi; per il prossimo anno ne sono previste altrettante. La visita pastorale é uno strumento importante a disposizione del vescovo che può rendersi conto da vicino della realtà in cui vive la gente. É sempre una grande gioia incontrare le persone che da più di vent´anni non vedevano un vescovo nelle proprie comunità.
Le grandi piogge di questo periodo ci stanno preoccupando: sono settimane che sta piovendo ininterrottamente: sono delle grandi minacce per i nostri poveri che hanno costruito le loro case vicine agli argini del grande fiume.
Mi fermo qui e auguro a tutti voi che tra qualche settimana ricomincerete l´anno pastorale i miei migliori auguri di un vero e autentico cammino cristiano.
Saluto Don Marcellino, Don Giuseppe, Don Alfredo e Don Francesco. Abbraccio ciascuno di voi ancora ringraziandovi di cuore.

P. Giuseppe
2 agosto 2011

29 aprile 2011

DA HONG KONG

 
Ciao Don Giuseppe,
come stai? Spero che tu stia bene. Sono sicuro che sarai occupato con la benedizione delle famiglie e settimana santa.  Scusami tanto di non aver scritto dopo che ci siamo visti in Italia un anno fa’. Mi avevi anche chiesto di scrivere qualche notizia dalla missione. Ho sentito che Don Giorgio e’ partito per una parrocchia nuova da un po’ di tempo. Don Giuseppe tu sei punto di riferimento per me nella parrocchia. Ero molto contento di trovarti in Italia. Grazie mille per la tua ospitalita' e il pranzo insieme. Spero che ti ricordi di me. Sono P.Jomon, il missionario del Pime. Ho lavorato a San.Barnaba per quattro anni come seminarista e diacono. Adesso sono in Cina e in Hong Kong.
Sto bene e anche stiamo occupati con i nuovi catecumeni. Sono appena tornato dalla Cina. Avrai sentito di quello che e’ successo in Giappone. Ti mando qualcosa che ho scritto sulla Cina.
 Prendi cura di te Don e faccio gli auguri di Buona Pasqua

P.Jomon
 *  *  *  *  *

Hong Kong e’ una chiesa giovane e la fede ha ancora bisogno di essere influenzata in modo positivo da cattolici che vengono dall’estero, da nazioni che hanno una lunga tradizione cristiana e una fede profonda. Loro apprezzano tanto i missionari del Pime e il nostro lavoro, perche’ vengono da un’antica nazione cattolica. Una cultura non e’ solo differente ma anche un possibile modello positivo per loro. In Hong Kong ci sono missionari da 30 differenti paesi e cattolici da 50 diverse nazionalita’. Hong Kong e’ una comunita’ internazionale. Considerano questo una grande grazia perche’ la loro fede e cultura puo’ di continuo arricchirsi.

Hong Kong e’ una metropoli cosmopolita e la gente e’ influenzata in profondita’ dalla crisi economica. Ma questa crisi e’ anche una opportunita’ per riscoprire valori come semplicita’, fraternita’ e unita’. Se ognuno vive una vita semplice, secondo cio’ di cui ha bisogno, senza perseguire desideri materiali, puo’ riscoprire la bellezza della semplicita’ e liberarsi dall’egoismo.
Siamo ormai un’unica famiglia globale e dovremmo davvero imparare a vivere insieme come fratelli e sorelle. A qualunque nazione o cultura apparteniamo, dovremmo aiutarci l’un l’altro e vivere in solidarieta’, perche’ Dio offre risorse sufficienti per i nostri bisogni.

Domandiamo ai nostri cattolici uno sforzo sempre piu’ grande nell’evangelizzazione e ogni anno abbiamo un buon numero di nuovi battezzati. Alla veglia pasquale del 2010 vi erano circa 3000 neofiti, in maggioranza adulti e quest’anno avremmo 3500 neofiti in cui nella mia parrocchia ci sono 125 adulti che riceveranno il battesimo il giorno di Pasqua. Siamo veramente contenti di questo. Non solo per i numeri, ma per il risultato della fatica nella preparazione di queste persone. Hanno due anni di preparazione, insegnando catechismo, la bibbia e la tradizione della chiesa. Inviamo qualche missionario in altre nazioni in Asia e nel mondo. Missionari laici sono in Cambogia, alcuni preti in Tanzania, Canada e altre nazioni. Anche se non abbiamo molti sacerdoti locali, nelle nostre comunita’ incoraggiamo sempre questo spirito missionario.

La situazione in Cina non e’ cambiata. Molti cattolici di Hong Kong vanno in Cina come visitatori e possono aggiornare la conoscenza dei nostri fratelli e sorelle della Cina. Portando i gruppi dei giovani in Cina per aiutare i bambini, bisogna affrontare tanti problemi. Siamo sotto osservazione. Alcuni cattolici della Cina vengono ad Hong Kong e noi li accogliamo di cuore. Il nostro rapporto e’ in due direzioni. Noi andiamo in Cina e i cattolici della Cina vengono da noi. Insomma non solo diamo, ma anche riceviamo. Alcuni dei nostri professori ricevono ancora il permesso di insegnare nei seminari in Cina, anche se molto meno di una volta. Uno dei missionari del MEP che insegna nei seminari in Cina abita nella mia parrocchia quando loro (n.d.r.: ?) torna in Hong Kong. Lui racconta con me riguarda dei seminaristi. L’altra volta lui raccontava della protesta dei seminaristi nel seminario contro il vice-rettore che era nominato dal governo cinese. Speriamo che i seminaristi sono sani e salvi. Ma alcuni nostri sacerdoti e suore, piu’ che in passato, sono invitati a predicare ritiri, fare direzione spirituale e tenere incontri spirituali in Cina.

Fino a che le autorita’ non permetteranno liberta’ di religione e pieni diritti a tutti i nostri fratelli e sorelle della Cina, non ci potranno essere rapporti pieni fra le due parti. E’ nostro dovere fare del nostro meglio per illuminare il governo cinese su questi temi. E’ bello vedere che la Santa Sede ha un dialogo informale con il governo cinese. Per lo meno la porta non e’ chiusa. Solo il dialogo e il negoziato puo’ risolvere i conflitti.

29 maggio 2010

ULTIMISSIME DAL KENIA

25 maggio 2010

Ciao, è veramente tanto che non ci si sente!

Passato il periodo impegnativo di Quaresima e Pasqua, è partito per le sue vacanze don Luciano, il prete italiano che vive con me e sembra sempre esserci qualcosa più urgente che pensare alla corrispondenza … porta pazienza!

Mi pare il Padre mi stia indicando anche il perché della mia venuta qui, (anche se vado piano, non vorrei che fosse semplicemente il mio desiderio di capire che mi fa prendere lucciole per lanterne...).
Sicuramente comunque c’è un grande bisogno di una catechesi sulla fede, ma (mi sembra) in modo particolare sul matrimonio, minacciato da una serie infinite di costumi pagani che distruggono più che manifestare l’immagine di Dio espressa sin “dal principio” nella comunione tra uomo e donna. In questi ultimi giorni rileggere le catechesi su questo argomento di Giovanni Paolo II e una serie impressionante di “incontri” (coppie che vengono a parlare, “matrimoni precoci”, un incontro con i giovani, ...) mi stanno richiamando l’attenzione su questo fatto: un segno? E il ricordo delle tante coppie cristiane che mi hanno reso partecipe delle meraviglie\difficoltà\tentazioni\passaggi del loro amore mi indica che forse questa è la strada su cui il Padre mi chiama a camminare.
Ricordami nella preghiera perché capisca meglio. Mi sento un po’ un asino mezzo cieco a cui il Padre cerca di far capire la direzione tirando, spingendo e qualche volta mollandomi una bastonata, come si meritano ’sti animali testardi.

Un bella novità è stato l’arrivo della stagione delle piogge, che quest’anno è arrivata giusta e sta facendo bene. È incredibile come l’ambiente attorno sia cambiato completamente, e l’incanto di una natura meravigliosa che rifiorisce. In realtà quello che avevo sotto gli occhi prima era il frutto di quasi due anni di siccità, inusuale qui. Anche il clima “morale” tra la gente è cambiato, tutti sono più sereni, allegri: la pioggia è proprio una benedizione.

Christopher, il prete indiano arrivato un anno fa circa, è tornato in India e non si sa bene se e quando tornerà: un po’ qualche complicazione nella sua famiglia di origine, un po’ non è riuscito ad inserirsi qui. Ora aspettiamo che i superiori decidano il da farsi.
Essere in tre aiutava molto, non solo la vita comunitaria e la preghiera ma anche il lavoro. Permettendoci di prenderci qualche break senza troppi rimorsi. Da quando Luciano è partito per le vacanze ho smesso anche le mie sporadiche visite alle comunità di Nairobi: troppo complicato, ma si tratta di una interruzione (... spero!) momentanea.

Con la lingua faccio passettini da nano, soprattutto in questi ultimo periodo, ma man mano che crescono le relazioni con le persone qui, crescono anche le occasioni di usarla e in qualche maniera miglioro. Ma il cammino è ancora molto lungo.

Non passa giorno che non mi renda conto di quanto poco capisca e sappia ... magari la necessità di continuare ad imparare mi terrà giovane, di sicuro non mi migliora la memoria!
Una benedizione/impegno sono anche il gran numero di persone che passa di qui, un sostegno e un lavoro, ma mi sembra che anche questa è una delle forme di accoglienza che il Padre ci chiama a fare. In realtà sta passando un po’ di tutto: gli itineranti del Cammino, medici in transito verso gli ospedali dei camilliani sul lago Vittoria, volontari e ... tutto il resto di strani personaggi che girano su questo strano continente. Alcuni sono proprio belli, altri ci fanno crescere in pazienza, in tutti c’è un pezzo di Dio che si manifesta.

Un altro bel dono è stato il tempo: il regalo delle serate. Qui alle sei tutto chiude, per cui resta un lungo tempo per pregare e leggere, per stare insieme e parlare, ... qualcuno potrebbe suggerire anche per rispondere alle mail, ... non è una brutta idea.

Il Signore ti strabenedica, a presto.

Il Signore che conosce i desideri dei cuori e li compie aprirà la strada per ritrovarsi.

don Renato

19 febbraio 2010

ULTIMISSIME DA HONG KONG

Caro Don Giorgio,

come stai? Spero che tu stia bene. Scusami tanto per non aver scritto una mail per ringraziarti per tutto quello che hai fatto per la nostra comunità'. Avevo ricevuto il soldo che ci avevi mandato attraverso la banca. Però non potevo mandarti una mail perché avevo qualche problema con il visto per andare in Cina. Come ti avevo detto che andavo ogni tanto con un gruppo dei giovani in Cina per aiutare i bambini disabili. L'ultima volta, quando ero lì, ho celebrato la messa insieme con i bambini: era vietato secondo la regola della Cina. Hanno scoperto questo e ho avuto dei problemi con il visto. Avevo paura che non mi lasciavano più entrare, però con la grazia di Dio ho potuto andare ancora la settimana scorsa. Chiedo a voi di pregare per la Cina e per la nostra comunità. Tutto il resto va molto bene. Ti ringrazio per tutto. Volevo dirti che finalmente riuscirò a venire in Italia alla fine di Maggio per un mese dopo 6 anni. Verrò a trovarti e con-celebrare una messa con te. Sarò contento di rivedere te e tutti i nostri amici di Gratosoglio. Volevo ringraziare tutta la comunità e allora ho scritto qualcosa per loro.

Cari amici di San Barnaba,

Come state? Spero che state bene. Da tanto tempo che volevo scrivere una lettera a tutti voi. Scusatemi tanto per il ritardo. Spesso mi trovo da solo in parrocchia perché il prete che lavora con me è molto impegnato in diocesi con altri incarichi e poi vado spesso in Cina con un gruppo dei giovani per aiutare i bambini disabili.

Come sapete già, sono partito per Hong Kong (Cina) sei anni fa’. Ho dedicato due anni per imparare la lingua. Adesso lavoro come coadiutore nella parrocchia di San Tommaso Apostolo da tre anni. Per dire la verità faccio ancora fatica a capire questa lingua e penso che questa fatica rimarrà per tutta la vita. Spesso quando faccio le riunioni con i parrocchiani il mio cervello si spegneva dopo dieci-quindici minuti, affaticato dallo sforzo di concentrazione massima per riuscire a capire quello che si diceva. Allora mi ricordo qualcuno di voi che mi prendeva in giro per il mio Italiano quando ero con voi. Queste sono la esperienze dei missionari che sono qua da tanti anni. Questo mi dà qualche consolazione. Per me è una grande fatica uscire a mangiare con i parrocchiani, pensando che devo parlare cinese con loro. Alla fine torno a casa col mal di testa, dopo aver parlato cinese durante il pasto. Dopo cinque anni riesco a comunicare in cinese senza farmi venire molto il mal di testa.

I battezzati sono circa sette mila e la presenza alle messe domenicali sono più o meno 1500 persone. La mia parrocchia sta in una isola che si chiama Tsing Yi, ha quasi 150 mila abitanti. Pensate voi quanta gente c’è ancora che non ha possibilità di conoscere Gesù.

Sono arrivato a Hong Kong dopo il suo ritorno alla Cina nel 1999, ma la situazione non è cambiata tantissimo. C’è la Basic Law (n.d.r.: Legge fondamentale di Hong Kong), che garantisce all’ex Colonia Britannica, ancora per cinquanta’anni, una certa autonomia dalla Cina. Autonomia che, però, sta venendo progressivamente meno in alcuni settori, in particolare quello politico, dove sulle questioni che dispiacciono al governo cinese cala un velo di censura. Dal punto di vista della libertà religiosa, a Hong Kong non ci sono problemi, ma se un sacerdote vuole andare in Cina deve rilasciare una dichiarazione firmata di non fare opera missionaria. Io che non ho obbedito per una volta, ho dovuto affrontare la conseguenza.

A Hong Kong, dove le parrocchie sono molto organizzate e ci sono tantissimi incontri, gruppi, associazioni che si occupano di vari aspetti. Il lavoro non manca. Il mio compito consiste non solo nel coordinare la vita pastorale, ma anche nel dare uno slancio missionario, di annuncio. Cerchiamo di essere presenti in alcuni punti di ritrovo, per le strade, nei centri commerciali, la palestra (dove vado a fare palestra e anche per incontrare i giovani) presentando le varie iniziative della parrocchia.

Hong Kong è un fazzoletto di terra, ma ha sette milioni di abitanti, con un’altissima densità di popolazione. È gente molto impegnata e per questo gli incontri della parrocchia sono alle 20.30. Eppure c’è sempre chi partecipa, magari portandosi dietro un panino, perché arriva direttamente dal lavoro. Un bell’esempio per tutti noi.

Prendo quest’occasione per ringraziarvi per la grande generosità; voi avete fatto per la mia comunità, per la casa dei anziani, per i bambini disabili della Cina, e per i poveri delle Filippine. Grazie per la vostra fiducia. Ho tanto voglia di vedervi. Sono quasi sicuro di venire in Italia alla fine di Maggio di quest’Anno e sarò in Italia per un mese.

Ci vediamo presto
Vi voglio bene.
P.Jomon Varghese Pime.


Vi mando qualche foto della casa degli anziani in Cina e dei bambini filippini. Grazie al vostro aiuto i bambini hanno potuto andare in scuola con nuovi vestiti per capodanno.

Don Giorgio, Se qualcuno dei nostri parrocchiani vuole adottare qualche bambino a distanza, mi fai sapere per favore.

02 ottobre 2009

ULTIMISSIME DA NAIROBI - 15 luglio 2009

Pace e bene a tutti quanti.

Questa volta il silenzio è stato proprio lungo.
I mesi scorsi per me sono stati ricchi e non facili, ma quando cerco di scrivere qualcosa non riesco a concretizzarlo in novità degne di nota, inoltre le "preoccupazioni" quotidiane mi hanno preso la mano, così come gli " alti e bassi" di umore, per cui ho lasciato perdere lo scrivere.
A maggio due coppie di amici di Milano mi hanno fatto la sorpresa di regalarmi un pellegrinaggio in Terra Santa, proprio nei giorni in cui il Papa era là. È stato un dono grandissimo del Padre. Me ne accorgo dal fatto che la pace e le riflessioni di quei giorni invece che affievolirsi continuano a rigenerarsi, a ripresentarmisi alla mente; come quando si torna su un testo, un brano biblico e ci si accorge di sempre nuovi e sorprendenti significati. Penso spesso ai momenti passati nella Basilica della Risurrezione o all’erta salita dietro il Getsemani fin sul monte dell’Ascensione, a quanto è avvenuto là, a Cristo che passa in quei luoghi. Ascolto la Parola letta e ricevuta tante volte consapevole della Sua concretezza. Ricordo anche le persone incontrate e quelle con cui ho condiviso quei momenti. L’ultimo giorno al Getsemani l’ho passato ripensando a quanti conosco e ho incontrato che stanno sulla croce...

Tornato da Israele mi sono ritrovato da solo: don Christopher, il prete indiano arrivato per darci una mano è ancora a Nairobi a studiare, don Luciano è stato per qualche settimana a predicare ritiri, adesso si trova in Tanzania a studiare swahili, tornerà questo fine settimana. In sè il lavoro non è aumentato, ma sono aumentati gli imprevisti, che prima erano condivisi.

Ho praticamente abbandonato la speranza di portare avanti uno studio blandamente sistematico della lingua, e mi sono messo in attesa di un fantomatico "break" per approfondire questo benedetto swahili. Me la cavo con l'inglese e intuendo, molto spesso erroneamente, quello che la gente mi dice con le poche parole che so. Ho cominciato le prime attività: un Gruppo biblico (primo incontro 3, secondo incontro 0, terzo incontro 1, quarto 2, quinto 1 ... vediamo, sembrano i punti del Verona nell’ultima stagione ...); Formazione per i giovani, gruppo liturgico. Tra qualche settimana vorrei cominciare col consiglio economico e caritativo, un percorso per coppie conviventi (la stragrande maggioranza qui). Mi scontro continuamente col tenta
tivo di far capire alla gente che non sono un inviato della Banca d’Italia. In realtà tutti guardano ad ogni "mzungo", al bianco, come uno un po’ sciocco ma pieno di soldi, immagine presa un po’ dai molti turisti che non si fanno problemi a pagare un pranzo sei volte più del prezzo, un po’ dalle tante iniziative (soprattutto ecclesiali) portate avanti col sostegno dell'estero.
Continuiamo a cercare la strada per testimoniare efficacemente "la paternità di Dio e la Sua amorevole Provvidenza", come dicono le nostre costituzioni. Tiro avanti a parlare di Gesù Cristo e Provvidenza anche se me li immagino a dirsi tra se stessi: "Sì, sì, la provvidenza che viene dall'Europa". Le parole scivolano su un’esperienza di vita che le contraddice. Poi ci sono i momenti in cui tutto si riconcilia: un incontro, una parola, ... Nei giorni scorsi il funerale di una delle responsabili di una comunità di base morta a cinquant’anni di AIDS è stato un momento emozionante: le danze, i canti la celebrazione lunghissima di discorsi e pause che lasciava il tempo di contemplare il mistero della morte. Tutti partecipano con qualche gesto: qualche ricordo della morta, le foto, il pugno di terra sulla bara, a turno si riempie la fossa, chi canta e balla, e poi tutti mangiano a casa del defunto. Gesti semplici che invitano a riflettere. Per il resto è arrivato il freddo (di notte, di giorno, vento a parte, fa caldo) ma non è arrivata la pioggia. Granoturco e fagioli, il raccolto con cui la gente mangia, sono tutti persi. Governo, Chiesa e varie organizzazioni distribuiscono cibo un po’ a tutti, ma è penoso dipendere dalla carità altrui, veder svanire il frutto del proprio lavoro.

Nell’attività con i ragazzi di strada è forse il momento più bello: si sono inseriti e stanno rispondendo bene alle attività (sarebbe bello parlare un po’ dei loro educatori: a volte verrebbe da prenderli a sedie in testa). E poi come sempre con i ragazzi ci sono i momenti che spezzano tutte le tensioni: Joseph invitato dall’educatore a spiegare come cavolo aveva fatto ad insudiciarsi in quella maniera, che gli mima come, per insegnare all’agnello che non gli obbediva, l’aveva preso in braccio e sculacciato sonoramente.

Fra qualche mese comincerà il loro reinserimento in famiglia o in altri centri e il “lavoro” si farà un po’ triste...

Basta. Prego per ciascuno di voi (... più o meno fedelmente) perché "Colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo pensare o sperare" vi riempia delle Sue benedizioni. Portate pazienza per le lettere: sono alla metà di Aprile, ma quando torna Luciano ...

Buone vacanze a tutti, don Renato

22 maggio 2009

Primi passi sotto la croce pettorale

Carissimo Don Giorgio,
É già da un mese e poco più che sto camminando con la Diocesi di Blumenau. Ho ancora nel cuore il ricordo della mia visita a S. Barnaba e volevo aggiornarvi un po´sulla mia nuova vita.
Fare il vescovo ausiliare per tre anni, devo dire il vero che é stata una vera grazia, ora mi sto rendendo conto di cosa significhi “pascere il gregge”, ricevere dalle mani del Signore una Chiesa con tutte le sue sfide e difficoltà.
A dire il vero, non mi ci sono ancora abituato. Quando torno in camera alla sera dopo una giornata carica di incontri, persone, celebrazioni, catechesi, faccio fatica ad addormentarmi, e mi rendo conto anche del perché ... quante persone, quanti fatti, quanti problemi, quanti dolori porto nel cuore. Adesso capisco perché al vescovo é affidata una croce pettorale, perché é proprio al cuore del vescovo che Gesù ha affidato la sua Chiesa: “Pietro, mi ami tu più di costoro?”, e dove si arriva ad amare di più Gesù, se non sulla Croce?
Se dovessi fare un paragone tra la mia vita e queste poche settimane trascorse, dire che l´immagine del parafulmini é quella che più mi si addice.
Ma ti scrivo perché la festa di Pentecoste é la festa missionaria, anche gli apostoli hanno ricevuto uno scossone e non indifferente, si parla di vento e fuoco. Proprio perché mi sento vicino a S. Barnaba chiedo che il fuoco dello Spirito invada le nostre chiese, ci scuota dentro, ci rigeneri attraverso i suoi doni e ci invii, ci faccia sempre più missionari e testimoni del suo amore.
È l´augurio che porgo a te e alla nostra cara comunità.

Ti abbraccio di cuore, nella forza dello Spirito

+ Giuseppe

08 maggio 2009

ULTIMISSIME DA NAIROBI

10 aprile 2009
Venerdì Santo

Il Signore che risorge porti pace a tutti!

Come previsto è una lettera scritta in fretta (è la settimana santa!).
Anche se il lavoro non è moltissimo, la difficoltà con la lingua mi ruba un sacco di tempo, le distanze altrettanto e il rapporto della gente col tempo ancora di più. Come diceva un’amica riguardo alla sua esperienza in Camerun: in Africa non c’è orologio! Lei è riuscita a viverla in senso positivo io ancora ci litigo, e chi conosce (o ha patito per) i miei ritardi si rallegrerà per questa applicazione della legge del contrappasso!

Chiedo a chi mi scrive di avere un po’ di pazienza per le risposte: arriveranno di sicuro, ma … di solito ci metto un mese dal momento che ricevo la lettera!

Come avevo scritto l’otto marzo sono diventato parroco, don Alves (il parroco precedente) è partito subito per l’Angola e siamo rimasti io e don Luciano. La realtà è così diversa dalle precedenti che per ora avanzo a tentoni. La parrocchia (semirurale, come già vi dicevo) è suddivisa in 33 comunità di base (formate da un minimo di otto ad un massimo di 15 famiglie) raccolte attorno a 4 chiese dove si ritrovano per la messa domenicale. È lunghina (poco meno di 25 chilometri) e stretta (6/7 chilometri). Il passaggio al cristianesimo è recente, prima metà del secolo scorso, per cui molto è rimasto delle paure precedenti.

La gente non esce la sera dopo il buio, sia per la violenza che c'è in giro che per la paura di spiriti e quant'altro. Vengono in parrocchia solo per la messa e nel pomeriggio le comunità si ritrovano per dire il rosario o rileggere il vangelo e per raccogliere i soldi per la chiesa (c'è una specie di tassa ...) in una delle case delle comunità di base.

Ho cominciato a visitare i malati, confessare i bambini al sabato (io non li capisco e loro non mi capiscono, anche perché anche loro studiano lo swahili a scuola, ma la lingua madre è kikuyo ... mi vien da piangere no, scherzo!). Dopo Pasqua comincerò a visitare le comunità di base, la formazione per i catechisti e i giovani, un’attività biblica e un servizio per i disabili e gli anziani soli. Ho cominciato le prediche in swahili, per lo più lette e qualche frase a braccio. Che fatica accettare di non sapermi esprimere!
La celebrazione più sentita per ora è stata la via crucis e l’adorazione della croce. Abbiamo camminato per ore sotto il sole, ma il Cristo che soffre è così vicino all’esperienza quotidiana di tantissimi!

L’attività con i ragazzi di strada e le bambine che hanno subito violenza continua. Luciano è una ruspa! I nuovi ragazzi (ogni anno partono due “famiglie” nuove, mentre quelli che formavano le famiglie l’anno precedente vengono sistemati o da parenti o con affidi o in istituti) si stanno inserendo bene. Abbiamo allargato una delle strutture al Boys’ Ranch e faremo un deposito dell’acqua dalle ragazze.

La siccità ora si fa sentire. Un paio di settimane fa era piovuto per un paio di giorni, ma poi basta. Il bestiame viene abbattuto e il raccolto è compromesso. Molti vengono in parrocchia per chiedere i soldi per comprare l’acqua da bere (per se e per gli animali) da chi ha un pozzo artesiano.

Nella messa del giovedì santo il nunzio papale ha parlato a lungo contro il tribalismo. Nakuru è stata al centro delle violenze dell’anno scorso tra kikuyo e kallenjin, con centinaia di morti (1300 in tutto il Kenya) e la tensione tra le due tribù è molto forte.

Per quel che mi riguarda ho cominciato il confronto con la cultura locale, tra meraviglie e cose da strapparsi i capelli, ma … ne scriverò la prossima volta o più avanti!

Ringrazio tutti quelli che stanno pregando: è una grazia enorme che tocco con mano nelle tante grazie che arrivano e che mi consolano e la comunione che sento.

“Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d’Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione” (Esodo 12:42).

È la descrizione a cui sono più legato della Pasqua: JHWH che veglia come una madre sul figlio in pericolo o che si sta perdendo. Non può dormire: l’amore e la necessità di agire subito lo tengono sveglio. Che questa in Pasqua ci tenga svegli la consapevolezza di quanto grande è il Suo Amore e l’Opera che sta compiendo per noi e la speranza di esserne trasformati.

IL SIGNORE È RISORTO, È VERAMENTE RISORTO!

Un abbraccio, don Renato

17 aprile 2009

AUGURI DA HONG KONG

Caro Don Giorgio,
Come stai? Spero che tu stia bene. Il lavoro della chiesa come procede? Ho visto il sito della parrocchia e ho visto le foto. Si vede che è molto bella la chiesa. Scusami tanto per il ritardo per mandarti la mail. Dopo che ci siamo sentiti via telefono ho dovuto andare in Cina. Adesso sono in Hong Kong per la settimana santa. Stiamo preparando per la Pasqua. Questa anno abbiamo 82 nuovi battesimi. Ringraziamo Dio per questo. Faremo il battesimo durante la Veglia. Penso che la liturgia durerà quattro ore con i battesimi dei 82 persone adulti. Abbiamo la liturgia in due lingue, in cinese e in inglese.

Sono sicuro che anche tu sarai molto impegnato in questa settimana con la Settimana Santa e il lavoro della chiesa. Ho sentito anche la notizia della terremoto. E' una grande tristezza. Siamo vicini con la preghiera. L'anno scorso è stato in Cina il terremoto.

Vorrei ringraziarti e la parrocchia in anticipo per tutto quello che state facendo per noi specialmente durante questa Quaresima. La comunità filippina sta pregando per voi.

Io insieme con la mia comunità vogliamo fare gli auguri di buona Pasqua con questo messaggio:
"Per i bambini la Pasqua significa "sorpresa nell'uovo" per noi grandi significa la speranza di una famiglia sempre unita ed in perfetta armonia. Che la colomba pasquale, simbolo di pace nel mondo, possa volare anche alla vostra comunità. Il giorno di Pasqua è un giorno speciale, tanto speciale ed importante, che possa donarvi forza, amore e una festa piena di felicità.
Auguri di buona Pasqua.

Prenditi cura di te don Giorgio

padre Jomon

P.S. Ti mando qualche foto della casa dei anziani della mia parrocchia. Vado sempre a trovarli.

27 marzo 2009

Completiamo la pubblicazione della bella e lunga lettera che don Renato Lavagnoli, ex direttore del Centro P. Vismara, ci ha scritto dal Kenia .

Nairobi, 11 febbraio 2009

Il 5 marzo passaggio di consegne della parrocchia da parte di Alves,
l’otto ingresso ufficiale, il dieci lui parte per l’Angola. Siete tutti invitati: si mangia pecora arrosto e magari costine di coccodrillo: una specialità. A proposito di arrosti qualche sabato fa hanno ammazzato due pecore e fatte alla brace (una meraviglia!) poi tutte le interiora le hanno fatto bollire per un paio di ore con tonnellate di peperoncino, peperoni, cipolle e pomodori. Ne è venuta fuori una brodaglia da odore e aspetto ESTREMAMENTE sgradevole ma dal gusto passabile: preparatevi!
In realtà ho un po’ di fifa: ci sono tante cose da fare e molti punti di domanda. Il non riuscire a parlare mi pesa, la pastorale è difficile, le abitazioni sono sparpagliate, la sera è pericoloso uscire … ma sono certo che la matassa si sbroglierà a suo tempo (c'è Qualcuno che ci sta lavorando ...). Penso a don Calabria (ma soprattutto a Matteo 6!) e mi tranquillizzo: “a ciascun giorno basta la sua pena”.

Questi ritmi tranquilli mi aiutano anche fisicamente, sto bene, sono addirittura ingrassato un po’! Il clima è abbastanza strano ma non brutto … per ora: il sole picchia duro, ma il vento è fresco e di notte la temperatura scende di un bel po’. I posti sono magnifici: andando a Nyahururu la scorsa settimana siamo passati dalla savana di Nakuru con le zebre a pascolare e i babbuini a ... grattarsi, alle piantagione di te e caffè sulle highlands, passando a due passi da crateri fantascientifici. Sembra di vivere in un film ... Nyahururu è una cittadina a più di 2500 mt. proprio sull'equatore. Un posto meraviglioso con una visione magnifica della Rift Valley, le cascate, il vulcano etc etc. Eravamo tutti i parroci della diocesi di Nakuru (una 60ina per 42 parrocchie e 350.000 cristiani circa) e l’amministratore apostolico (il vescovo è diventato arcivescovo di un’altra città e stiamo aspettando che Roma elegga il successore). È stato un incontro illuminante, sia per conoscere i preti che per capire il progetto pastorale. Fanno tantissima azione educativa (scuole, asili, sostegno ai ragazzi, ...) e attività sociale. L'evangelizzazione (a parte la catechesi ai bambini) è “affidata” ad alcuni gruppi e ad aspetti organizzativi (le comunità di base), oltre alla predicazione domenicale lunghissima!

Le ultime settimane sono state segnate dalla morte: meno di un mese fa un sacerdote italiano è stato assassinato da un ex seminarista che aveva finito filosofia l'anno precedente ed era poi uscito per una ragazza.
Insieme hanno tentato di rapinare il prete di quasi ottant'anni nel suo studio, è morto per la violenza. Qualche giorno dopo un autobus che tornava dai villaggi vicini a Nairobi si è scontrato con un camion, 28 morti (intere famiglie spazzate via); otto giorni fa ha preso fuoco un supermercato, le uscite erano bloccate per i continui furti, sono morte 23 persone; sabato poco lontano da Nakuru si è rovesciata un'autocisterna di benzina. Mentre la gente rubava il combustibile la cisterna è scoppiata: 130 i morti, una trentina i bambini delle elementari, ma quasi 150 sono ancora in ospedale, alcuni gravi con ustioni orribili. Inoltre è tanto che non piove e cominciano ad essere riportati i primi morti per denutrizione ... fame. Ci sono delle cose che fanno rabbrividire: la causa del gran numero di morti al supermercato e a Nakuru è dovuta che all'inizio dell'incendio nel supermercato la gente ha cominciato a correre DENTRO per portare via cibo e altre cose e sembra che la sorveglianza abbia bloccato tutto per evitare il saccheggio impedendo però in questo modo a chi era dentro di uscire fino a che è stato troppo tardi, così come la gente è corsa a rubare il combustibile dalla cisterna per rivenderlo (più di trecento persone!!). C'è questa grande parte della popolazione che sopravvive alla meglio abbagliata dal lusso di pochi e dall'illusione dell'arricchirsi. Così si mescola la fame con questa "speranza" mondana.

Domenica scorsa poi, tornando da Nyahururu, durante il viaggio siamo passati a fianco ad un incidente, un camion ha travolto un ragazzino in bicicletta che è morto di fronte a noi in un mare di sangue. Stiamo veramente vivendo con la morte a fianco!

Sento chiaramente che attraverso le vicende di questo tempo il Padre mi sta conducendo verso un bivio, che è tempo di rinnovare la scelta: "chi vuole essere mio discepolo, prenda la sua croce ...", anche se sono confuso, non capisco bene cosa fare …

Su un libro molto bello che ho letto su Edith Stein e Simone Weil c'era una frase di Michelangelo che mi ha rallegrato e che trovo profondamente vera: "Nella sua bontà il Padre ha dato un fratello alla speranza: il ricordo". E ricordo sia le meraviglie del passato, i miracoli visti, la testimonianza di tanti fratelli. Mi torna in mente anche la sera di Natale, come mi sentivo un po’ sperso. Già vi ho scritto che non c’è stata la messa di mezzanotte, ma con Luciano ho celebrato al Boys Ranch con alcuni dei ragazzi/e accolti. Dopo un forte senso iniziale di smarrimento, mi accorsi e sempre più mi accorgo ora della presenza di Cristo vivo e operante: nei ragazzi contenti perché ero là, nella presenza di Luciano e Alves ("non sono solo"), nel sacramento, come anche nel tempo per la scrutatio, la preghiera, il riposo che mi è stato donato in abbondanza ... Mi sentivo come il pastore del presepe napoletano (non so se ce l'avete presente, quello seduto in disparte incacchiato perché si aspettava tutta un'altra cosa e invece c'è solo un bambino come ne aveva visto un milione) che il Padre prende per mano e un po’ alla volta gli spiega le cose (tipo bimbo ritardato...). Beh, meno male che ha pazienza!

Spero proprio che il Padre continui a portar pazienza con me e mi lasci qui un bel po’! E così quando verrà a chiamarmi spero che mi trovi tra i poveri, così il giudizio sarà meno severo!

Scusate la lunghezza, appena comincio a lavorare mi raccorcio!

Un abbraccio fortissimo a tutti, Renato

PS: Mio indirizzo (cioè dove abito, ma non passa il postino!) è: St. John the Evangelist Parish, Muguga (Pipeline), Nakuru, Kenya.
L'indirizzo postale è: P.O. Box 3650 - 20100 Nakuru - Kenya.
Il cellulare (non abbiamo telefono fisso) è: +254716243239.
La mail: donrenatolavagnoli@gmail.com

don Renato