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01 ottobre 2019

Assemblea parrocchiale del 29 settembre 2019


Centro Vismara ore 14,30
Comunicazione di don Alfredo in avvio di assemblea.
Come proseguire il discernimento sul cammino che lo Spirito indica alla nostra comunità?                                            
(cfr. “demolire”/”costruire” dello scorso anno; cosa è il “nuovo” a cui aprirci? cosa ci sta a fare una chiesa nel quartiere?).
La chiamata della corresponsabilità:
Equipe “meraviglia”: per favorire e custodire, oltre il calendario e le cose da fare, la capacità di leggere i doni e gli appelli dello Spirito alla nostra comunità perché non smarrisca il sapore del vangelo. Una equipe che, attingendo alla Esortazione Apostolica di papa Francesco Evangelii Gaudium, è chiamata a decifrare il volto di Chiesa a cui tendere proiettati in avanti, superando la tentazione della nostalgia lamentosa e suggerendo atteggiamenti da maturare per aprirci ad un futuro che non spaventa perché carico della grazia di Dio.
Sarà premura della Equipe “meraviglia” comunicare e coinvolgere la comunità intera sul proprio percorso così da far crescere la riflessione e il confronto.
Le Equipe pastorali: consolidare, verificare, rinnovare … il lavoro delle equipe col coinvolgimento di laici.
Equipe di Pastorale Giovanile (preado,  ado, 18-19enni, giovani, Consiglio dell’ Oratorio: cancello aperto, bar, doposcuola, Fenice e Ussb, Scuot…);
Equipe di Pastorale Famigliare (fidanzati, gruppi famigliari, anniversari, famiglie nuove=dalle genti);
Equipe di Pastorale della Carità (Centri di Ascolto, vari servizi di volontariato: bottega, guardaroba, telefono amico, accompagnamenti, case di riposo, …);
Equipe di Pastorale della Iniziazione Cristiana (battesimi, 0-6anni e cic);
Equipe di Pastorale Liturgica (Gruppo Liturgico, ministri dell’Eucaristia, lettori, cori, ministranti, accoglienza, pulizia chiese).

In vista del nuovo oratorio centro parrocchiale:
· anzitutto è bello costatare come la convivenza in un unico ambiente, costretta dai lavori, ha permesso ancora di più la conoscenza tra adulti delle due parrocchie, ed è diventata occasione per apprezzarne le qualità e misurarne i difetti…
· per il bene dei ragazzi sarà prezioso che la frequentazione dei due oratori sia sentita “familiare” anche in futuro e per questo è importante che i volontari continuino ad avere insieme occasioni di formazione, confronto e collaborazione
· l’apertura dello stabile e del cortile di SB pone in modo ancora più impellente la questione di una presenza adulta accogliente ed educativamente motivata. Anche la prospettiva di figure professionali che in futuro possano intervenire non può e non deve diminuire l’insostituibilità di una presenza di uomini, donne e giovani che fanno sentire a “casa” i frequentatori (oltre il richiamo alle necessarie regole di comportamento, che è il minimo requisito chiesto a tutti, c’è bisogno di disponibilità accogliente alla relazione con tutti perché tutti ci stanno a cuore nel nome di Gesù).
· proprio aprendo il nuovo oratorio chiediamo a tutti gli adulti di accogliere favorevolmente la volontà di responsabilizzare i giovani, cominciando dagli educatori/animatori e da quelli più attenti, invitandoli ad esprimere un protagonismo anche a riguardo della gestione di spazi e servizi (il bar, le aule, i materiali…).
· Questa cosa chiede soprattutto ai volontari storici la disponibilità ad affiancare con fiducia e pazienza i giovani per riuscire nell’alto compito educativo di trasmettere dentro l’esperienza maturata nel tempo anche i valori e le motivazioni del servizio stesso.
Altre attenzioni:
1. Le persone: d.Roberto/Edoardo seminarista/collaborazione con Scholé per doposcuola e figure professionali educative …
2. Necessità di ripensare complessivamente la proposta formativa per gli adulti (catechesi adulti, incontri per genitori con gli nei percorsi CIC, Preado, Ado… Gruppi famigliari…).
3. Urgenza di coinvolgere altri volontari per i vari servizi in entrambe le parrocchie.
4. Preoccupazione circa il sostegno economico delle nostre strutture parrocchiali


26 maggio 2019

Convocazione Cpp.

Carissimi, stiamo vivendo le settimane della Pasqua del Signore e velocemente giungiamo alla Pentecoste che quest’anno coincide con la festa di San Barnaba, celebrazione che “chiude” (si fa per dire, perché inizia l’intensa proposta estiva per i ragazzi, gli adolescenti, i giovani e le famiglie…) l’anno pastorale nel quale abbiamo introdotto qualche prima riflessione per pensarci come Chiesa in stato di discernimento a partire dall’adagio demolire/costruire.                             
Il prossimo anno pastorale, in tutta la diocesi, inizierà con il rinnovo dei Consigli Pastorali e questo appuntamento è una buona opportunità per provare a discernere su come la nostra Comunità può uscire un po’ dall’impressione che abbiamo di uno strumento, il Consiglio pastorale appunto, un po’ datato nei modi, più che nello spirito originario, e che fatica a divenire realmente luogo di consiglio e di esercizio della corresponsabilità.                                                           

Anzitutto questo chiama in causa me, come parroco, noi sacerdoti e le suore, e ci chiede di convertire il nostro modo di pensare e gestire il percorso d’insieme della Comunità: avvertiamo l’urgenza di questo cambiamento per il bene di tutti e anche nostro, perché ciò che viviamo con voi e per voi possa far crescere la fede che ci accomuna e l’amore che ci lega, e diventi testimonianza viva del Vangelo tra i fratelli.                  

Ancora questo appello chiama anche voi laici a sentirvi con noi apostoli e missionari del Vangelo vivendo la propria vocazione in famiglia e nella società civile come pure maturando una disponibilità ad assumere insieme ai fratelli e alle sorelle della Comunità cristiana l’onore e l’onere del servizio alla Chiesa che ci ha generato e che ci è stata affidata da Gesù crocefisso (cfr. le parole al discepolo Giovanni).                    

Vi invito a prepararvi all’incontro di lunedì 27 maggio alle ore 21 nella saletta Caritas di San Barnaba raccogliendo le vostre riflessioni sul Consiglio Pastorale che abbiamo fatto ed anche provando a suggerire i modi per un rinnovo che “non s'ha da fare” perché in calendario (!) ma che il calendario offre come opportunità da non perdere per demolire e costruire con coraggio e creatività. Per questo vi invito a pregare nei prossimi giorni lo Spirito Santo perché illumini le nostre menti e riscaldi i nostri cuori. Spero proprio di vedervi tutti! Grazie.

don Alfredo

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni luce dei cuori.  Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen.

26 ottobre 2018

DOPO L’INCONTRO DEL CONSIGLIO PASTORALE UN INVITO A TUTTI


Carissimi/e,                                                                       
nell'anno pastorale in corso siamo invitati ad approfondire ed esercitare l’habitus del discernimento pastorale. Nella visita a Milano, come spesso nei sui discorsi e scritti, papa Francesco invita a questo esercizio che nella vita del cristiano adulto deve diventare “atteggiamento abituale” nell'affrontare le situazioni e le scelte della vita.                                                                            
Onestamente dobbiamo riconoscere che fatichiamo a fare nostra questa modalità di procedere nelle riflessioni e nei giudizi quotidiani, mentre siamo più facilmente mossi – meglio dire trascinati – da sentimenti e risentimenti, condizionamenti dei media o da rispetto umano, se non da veri e propri istinti...
“Discernimento” è parola che deriva dal latino, composta da “dis” - separare e “cernere” - scegliere. Scegliere separando, distinguendo: domanda capacità di ascolto, riflessione e giudizio.                    
“Pastorale” è termine che si rifà all'esperienza di vita del pastore delle pecore a cui la scrittura spesso attinge per descrivere i tratti del legame tra Dio e il suo popolo, tra Gesù e il gregge che gli è affidato, e tra gli apostoli e le genti a cui sono mandati. Da qui l’appellativo di pastore riferito ai vescovi e ai sacerdoti e di pastorale per indicare tutto ciò che nella vita della Chiesa realizza la missione di esprimere la cura di Dio verso ogni uomo nel nome di Gesù.
L’occasione della costruzione del nuovo oratorio di San Barnaba e la conclusione del 50° di fondazione della parrocchia di Maria Madre della Chiesa, in un tempo come il nostro (Francesco dice spesso che “non viviamo un tempo di cambiamenti ma di cambiamento d’epoca”), sentiamo che ci chiedono di prendere sul serio l’invito del papa a porci in modo critico alcune domande sul modo di vivere la Chiesa nel mondo di oggi e ad accogliere con coraggio la possibilità che la nostra fede ci offre di osare percorsi nuovi e inedita creatività nell'evangelizzare.
Questo compito, di cui è investito anzitutto il Consiglio Pastorale, è di tutti e di ciascuno nella comunità cristiana. E in essa ogni gruppo e realtà di servizio è chiamata a sintonizzare il proprio operare in questa prospettiva di verifica e nuova progettazione. 
Per avviare questo cammino insieme vi invitiamo DOMENICA 18 NOVEMBRE, prima domenica di Avvento, alla s.Messa delle ore 9 in Maria Madre a cui seguirà dalle ore 10 in oratorio la proposta di riflessione guidata da Luca Moscatelli, laico, sposo e papà, biblista e docente di Sacra Scrittura, collaboratore per alcuni anni all'Ufficio Missionario e ora a quello Catechistico della Curia di Milano.                                                               
Abbiamo chiesto a lui proprio perché laico con la parola di Dio nel cuore, di introdurci in questo percorso confidando nella sua capacità di favorire il nostro aprirci all'azione dello Spirito.
Mettiamo in memoria questo appuntamento a cui ci prepariamo invocando lo Spirito Santo con queste parole di s.Ignazio:

Prendi, Signore, e ricevi
tutta la mia libertà,
la mia memoria,
la mia intelligenza
e tutta la mia volontà,
tutto ciò che ho e possiedo;
tu me lo hai dato,
a te, Signore, lo ridono;
tutto è tuo,
di tutto disponi
secondo la tua volontà:
dammi solo il tuo amore e la tua grazia;
e questo mi basta.

08 febbraio 2017

Cronaca del consiglio Pastorale del 19 gennaio

Il desiderio di questa seduta era di riprendere il discorso sulla Pastorale giovanile della nostra Comunità. In effetti l'anno scorso il Consiglio ha investito molto in termini di riflessione e di tempo sulla articolata e complessa trama di proposte per i nostri ragazzi e giovani. Da quegli incontri sono emerse almeno due linee che abbiamo cercato di fare nostre in questa nuova stagione:
Non tutti per tutto ma tutto per tutti
Aldilà del gioco di parole, abbiamo avvertito che la conduzione di tutte le equipe dei percorsi di formazione dai preadolescenti ai giovani affidata a tutte le figure leader unite assieme creava certo una evidente comunione ma anche una forte dispersione di energie a discapito della formazione di educatori e ragazzi. Desiderando una più attenta cura si è pensato di destinare ad ogni fascia d'età una guida: sr. Maria Angela peri preadolescenti, sr. Agnese per gli adolescenti e don Giovanni per i 18enni e i giovani. Un'altra indicazione era quella di unire i percorsi delle due parrocchie anche se in Maria madre della Chiesa, per la tipologia dei ragazzi che lo frequentano e per le attenzioni educative messe in atto, continua a sussistere un gruppo adolescenti seguito da 5 educatori e da Don Giovanni.
Un cortile, mille proposte...ma chi sono gli attori?
Un altro grande tema riguardava la quotidianità e la cura del cortile. L'anno scorso si intravvedeva tutto il potenziale dell'apertura quotidiana degli oratori in sinergia fra attività delle ASD USSB e Fenice e le attività ricreative messe in campo quotidianamente dagli adulti che affiancano o sr. Agnese in san Barnaba o gli educatori professionali in Maria madre della Chiesa.
Si insisteva su un'apertura che seguisse il principio dell'amore per una certa tipologia di minori e di intelligenza nel mettere in atto strategie educative pertinenti pur denunciando il fatto che sono sempre pochi gli adulti che possano giocare un ruolo positivo ogni giorno negli orari di apertura dei cancelli degli oratori. Per questo da settembre è partito un percorso di formazione e di attuazione di nuovi progetti educativi che coinvolge circa 30 adulti delle nostre parrocchie. È una vera e propria costruzione di una comunità educante che dal mese di febbraio inizierà a mettere in campo strategie educative il più possibili innovative e coinvolgenti, aperte cioè ad altri soggetti educativi.
Ma all'orizzonte si affacciano già alcune sfide per la pastorale giovanile proprio perché lo scenario è sempre mutevole, a tratti tumultuoso, e mai puoi dire di essere arrivato a destinazione!
minimo comune multiplo e non massimo comune divisore.
La metafora matematica in realtà accende l'attenzione sul fatto che i contesti in cui ci troviamo ad operare, Maria madre della Chiesa e san Barnaba, pur se così vicini geograficamente, sono profondamente differenti per cultura e tradizione. Non è una distinzione qualitativa. Un Massimo Comune Divisore, ovvero una proposta unica da dividere per tutti, non è opportuna e non solo perché quando è stata proposta spesso non ha raggiunto l'obiettivo sperato, ma perché è poco rispettosa di quel principio per cui ad ognuno va dato ciò che gli spetta. Forse è giunto il tempo di chiedersi sinceramente quali siano i bisogni di una specifica comunità giovanile e altresì contare le risorse a disposizione.
C'è un posto anche per te
Gli adulti presenti in un cortile piuttosto che in un altro vanno accompagnati in un reale cammino formativo e di coordinamento perché le sfide che i nostri ragazzi fruitori quotidiani degli oratori ci pongono sono davvero alte. Non dimentichiamo che i nostri oratori sono gli unici e costanti ammortizzatori sociali del quartiere. Che Vangelo della dignità dell'uomo siamo chiamati ad annunciare a questi ragazzi e con quali strumenti? Ma sopratutto: chi? Un calcolo delle risorse ci fa temere di dover limitare l'apertura quotidiana oppure saremo in grado di accettare ancora la chiamata ad esserci per il bene dei ragazzi dei nostri quartieri?
Si comprende allora, in ultima analisi, come l'asse del discorso passi naturalmente dal mondo giovanile a quello adulto e lo ponga con le spalle al muro interpellandolo a non trattenere per sé quanto ricevuto ma a giocarlo sempre di più come in una semina per il futuro dei nostri figli.

(a cura di d. Giovanni)

30 ottobre 2016

Dal Consiglio pastorale di Giovedì 20 u.s.

Relazione degli interventi ’odg che aveva questi due punti: Lo sguardo di carità (a partire dalle domande presenti sul precedente Informatore) e il tempo dell’Avvento.

Lo sguardo di carità - confronto
Eleonora Buccheri: Nel vangelo che abbiamo letto questa sera si racconta della vedova che da col cuore i suoi due spiccioli. E ho pensato che con molta semplicità anch’io posso e faccio col cuore tante piccole cose come aiuto agli altri. Coi famigliari, sul lavoro, in parrocchia, nel gruppo di Fede e Luce. Ho sperimentato che sempre si riceve in cambio più di quanto ci hai messo tu. Mi piacerebbe poter fare ancora di più specialmente in parrocchia ma il lavoro me lo impedisce, però prego per gli operatori della caritas e li ringrazio per tutto quello che fanno.
Luca Mastromauro: “In famiglia cerchiamo di trasmettere ai figli la convinzione che chi più ha, più deve dare. È la lo-gica della condivisione che si contrappone a quella dell’e-goismo: si tratta di dare ai nostri figli una strada da percorrere. Abbiamo anche aiutato materialmente alcuni parenti ed amici coinvolgendo i nostri bambini e fornendo lo-ro le motivazioni di questi gesti, spiegandone loro il perché. Non so esattamente di cosa si occupi la Caritas parrocchiale, e sollecito una maggiore attenzione al versante della comunicazione all’interno delle nostre comunità, anche per quanto riguarda le opere di carità: è importante fare, ma anche dire il bene.”
Arcangela Mastrolillo: “Tutti sapete che in famiglia abbiamo scelto di tenere in casa con noi la mamma anziana ed am-malata. Per me carità significa compiere scelte continue, ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni su sette, e consiste nello stare lì, nell’esserci sempre e comunque, con i gesti e le parole di cui siamo capaci. Ci si accorge del bisogno d’affetto degli anziani. Ai nostri figli non facciamo discorsi sulla dimensione del servizio caritativo, ma loro hanno vissuto e visto la carità in prima persona da noi. Adesso stiamo raccogliendo anche qualche frutto: constato responsabilità e maturità nell’accudire la nonna anche da parte loro. Da questo punto di vista sottolineo la necessità di riscoprire un vissuto di carità in prima persona, nel quotidiano, e di dare così testimonianza. Ritengo sia inoltre necessario imparare a stare accanto agli anziani, anche a costo di grossi sacrifici, soprattutto nei momenti di difficoltà.”
Maria Grazia Gilardi: “I gesti e le attenzioni d’amore lasciano un segno indelebile in chi li riceve! Ultimamente mi è capitato di ricordare il periodo della mia vita in cui i miei figli ed i miei nipoti venivano a stare da me dopo la scuola: loro stessi pochi giorni fa mi hanno detto di conservare ancora un ricordo ricco di gratitudine di quel periodo della loro infanzia. E’ stata carità vissuta spontaneamente: anche questa è carità”.
Adele Bellati: “Alcune scelte fatte con mio marito e i figli di aiutare amici in difficoltà, sia a livello spirituale che economico, ci hanno portato a riconoscere alcune nostre fragilità umane: ad esempio quando ci siamo sentiti quasi in diritto di giudicare quegli stessi amici che avevamo aiutato nel momento del bisogno: occorre vigilare attentamente si noi stessi!  Mi sembra che sia proprio bello affrontare il tema della carità nella  nostra comunità.”
Suor Stefania: “Per la mia famiglia d’origine, soprattutto per mia mamma, l’attenzione all’altro era la normalità. Mi piacerebbe che nella catechesi le famiglie per prime vivessero gesti concreti di carità, ad esempio in occasione della giornata missionaria, in cui coinvolgere anche i bambini, oppure in Avvento o in Quaresima, come abbiamo già sperimentato positivamente nelle iniziative proposte a sostegno del nostro banco alimentare.”
Suor Agnese: “Mi ritrovo nelle parole di suor Stefania: anch’io in famiglia ho vissuto la carità nella sua normalità. Mi sono chiesta come fosse maturata in me la carità e ho trovato la risposta: nella quotidianità della mia vita familiare, nella disponibilità e ospitalità dei miei genitori nei confronti dei forestieri, soprattutto durante l’alluvione che abbiamo vissuto nella mia terra. Allora c’era il riconoscimento che tutto è un dono di Dio e che c’era la Provvidenza a sistemare tutto. E torno a dirmi: quello che ho è un dono che ho ricevuto e che posso solo donare a mia volta. È necessaria -da parte di tutti noi- una conversione continua, che avviene se io per prima riconosco come un dono l’Amore del Signore. Avverto come particolarmente urgente una corresponsabilità nella carità tra i genitori, affinché, ad esempio, alcune mamme offrano il loro contributo nella gestione degli spazi dell’oratorio e dei ragazzi che lo popolano durante la settimana. È necessario infine riscoprire la logica della condivisione di quello che si ha, di se stessi, a partire dai bambini.”
Carlo Cara: “Nella comunità indirizzo le persone interessate ai servizi caritativi. Sono il nonno della scuola elementare di via Saponaro e aiuto le persone anziane del mio quartiere, le quali, spesso hanno solo la necessità di essere ascoltate. Al Gratosoglio ho notato questa difficoltà delle persone: molte fanno fatica a chiedere, ad esprimere il bi-sogno, specialmente gli anziani. Sono convinto che l’ascolto sia una grande forma di carità. E chiedo: come ‘funziona l’ascolto nei nostri centri di ascolto caritas? È immaginabile un ‘ascolto’ anche presso la casa delle persone bisognose?”
Don Giovanni: “La Caritas, in origine, nell’intuizione di Paolo VI, ma anche nella concezione che ne aveva il cardinal Martini, aveva una funzione pedagogica, quella di animare e suscitare il senso di carità nelle comunità cristiane. Infatti attualmente nei percorsi educativi dell’oratorio l’atten-zione a vivere la carità è già presente. Auspico quindi un maggiore raccordo tra gli oratori e i servizi caritativi.”
Adele Bellati: “Vorrei che anche i bambini potessero sperimentare esperienze di carità, sulla falsa riga della Ciclobefana: si potrebbero proporre ai Cic alcune attività nelle case di riposo di via Baroni, anche tramite gli operatori della Caritas.”
L’AVVENTO 2016 – confronto
Ivano Olini: “Per quanto riguarda la visita di Natale alle famiglie, proporrei di portare e consegnare nelle scale il pieghevole con i servizi e le attività della comunità pastorale. Per quanto riguarda invece l’animazio-ne della liturgia domenicale, sottolineo la necessità di coinvolgere tutte le fasce d’età, quindi tutta l’assemblea, con attenzioni mirate.”
Luca Mastromauro: “Mi preme segnalare la necessità di turnazioni per l’animazione della liturgia domenicale anche rispetto all’animazione del canto (mi riferisco in particolare al coro dei bambini della messa delle 11 a MMC…
Adele Bellati: “Ritengo sia importante coinvolgere nell’ani-mazione della liturgia persone qualunque, normali, non rientranti nel giro dei soliti noti, e dare loro la possibilità di sperimentarsi e mettersi in gioco.”
Carlo Cara: “Mi piacerebbe che l’assemblea fosse coinvolta, come nella chiesa del paese in cui vado in vacanza d’estate, nella recita della preghiera dei fedeli”
Arcangela Mastrolillo: “Prima di decidere cosa fare per l’animazione delle messe dell’Avvento, penso sia importante soffermarsi sul capire che cosa passare, su che cosa trasmettere nel tempo dell’Avvento, quale messaggio e quale ricchezza trasmettere”.
Don Alfredo riprenderà con gli incaricati Caritas e col Gruppo liturgico gli spunti emersi perché siamo alla base delle proposte e iniziative che saranno fatte alla comunità intera nelle diverse occasioni dell’anno pastorale.    L’intento dichiarato è fare nostro sempre di più lo sguardo di Gesù pastore.
(a cura di Giacomo Vitali -che ringraziamo- e d.Alfredo)

12 febbraio 2016

Comunicazione dal Consiglio Pastorale

Dal Consiglio Pastorale dello scorso 2 febbraio è venuta una indicazione preziosa per il cammino della nostra comunità cristiana: siamo chiamati sempre più a dar vita ad un oratorio ‘aperto’.

Un oratorio dove il confronto con le famiglie, anche di diverse religioni e culture, è fondamentale e da incentivare; che si attrezza per farsi carico dei bisogni dei ragazzi senza pregiudizi e dove la presenza ‘semplice’ di adulti e giovani offre anzitutto un’accoglienza cordiale; che nel rispetto di tutti offre percorsi significativi di maturazione umana e spirituale e che per ciò si avvale dei doni e delle competenze diverse di molti soggetti che agiscono per il bene dei ragazzi, valorizzando le varie risorse educative della comunità cristiana ma anche del territorio.

Proprio per questo un’oratorio consapevole dei suoi limiti… anzitutto quello di veder riflesso nel vissuto molte volte problematico e sofferto dei ragazzi le tante crisi del mondo adulto che spesso si dimostra distratto se non infastidito rispetto al reale vissuto dei ragazzi e in particolare dei comportamenti che sono un sintomo da decifrare del loro disagio.

Sono le ‘linee’ emerse dal confronto a partire dal racconto di quattro storie-tipo dei ragazzi/e che attraversano in modi diversi i nostri oratori e le loro proposte. Orientamenti che crediamo hanno radicamento nell’insegnamen-to evangelico e nella variegata tradizione educativa della Chiesa, ma che non sono per nulla scontati nel contesto attuale quando pare prevalere nella formazione del giudizio sulle cose della vita, anche per noi credenti, più la paura del nuovo e del diverso oltre alla difesa del proprio particolare interesse…

Martedì 1 marzo sarà convocata una assemblea di tutti coloro che a vario titolo operano in ambito educativo nelle nostre parrocchie perché è impegno del Consiglio pastorale che queste riflessioni siano il più possibile diffuse, discusse e condivise, ma sono affidate a tutti gli adulti e i giovani perché la missione educativa non comincia né si esaurisce in oratorio ma nelle nostre famiglie, nelle relazioni che viviamo tra inquilini della stessa scala, nello stile col quale ‘abitiamo’ le nostre vie, le scuole, i luoghi di lavoro e di gioco… la nostra intera vita. Le nuove generazioni, ne siamo convinti, hanno infatti bisogno di esempi diffusi nei vari ambiti e ambienti che attraversano: e questo è compito di ciascuno.

11 dicembre 2015

Note dal Consiglio pastorale

L’incontro del Consiglio Pastorale del 1 dicembre scorso è stato dedicato quasi totalmente alla ‘pastorale giovanile’ e in particolare all’oratorio. Nell’intervento introduttivo don Giovanni, invitando a superare “miopie, strabismi e critica nostalgica”, ha invitato a porsi la domanda: “quale oratorio siamo chiamati ad ‘inventare’ per i ragazzi e le famiglie del nostro quartiere oggi?”. Dopo aver illustrando i dati disponibili sulla composizione del contesto giovanile dei quartieri che compongono la nostra comunità pastorale, in specie la popolazione in età scolare,  d.G. ha proposto due parole chiave attorno alle quali raccogliere le sfide di oggi: “integrazione” e “missione”. I vari interventi hanno accolto e completato la riflessione proposta e si è così meglio delineato il risvolto complessivo della proposta.

INTEGRAZIONE sociale (famiglie di diversa estrazione sociale coinvolte nella costruzione di una società civile capace di includere e perseguire il bene di ognuno), tra generazioni (dove le ‘consegne’ del mondo adulto e anziano ai ragazzi e giovani passano attraverso la stima che fa spazio, il coinvolgimento non strumentale o interessato, il servizio come occasione di incontro sui valori fondamentali a partire dai bisogni dei più piccoli), etnica (valorizzando i valori e le tradizioni delle famiglie straniere di origine cristiana perché possano esprimersi quali soggetti attivi nella vita della parrocchia e dell’oratorio), religiosa (relazioni di conoscenza e rispetto reciproco sono più che mai non rinviabili nei confronti di fratelli di altre confessioni  cristiane e anche di altre religioni, in particolare musulmani).

MISSIONE: la scelta di “tenere basso il muretto di cinta” apre alla possibilità di una missione QUI(!), perché spesso in oratorio troviamo ragazzi che non fanno parte della cerchia conosciuta dei frequentatori dei gruppi formativi tradizionali. La loro presenza (nb: non cercata da noi!) ci chiama alla responsabilità di una relazione umana aperta, rispettosa e per questo testimoniante. Anche se questo nuovo modo di pensare e vivere l’oratorio evidenzia la lacuna determinata dalla quasi totale assenza di adulti e giovani che lo ‘animano’ (perché sono ‘l’anima’ dell’offerta educativa dell’ambiente oratoriano e ‘danno l’anima’ perché l’oratorio sia occasione di incontro significativo e di annuncio dell’amore di Dio)... da qui i vari momenti di tensione e fatica che talvolta rendono difficile il clima in oratorio.

Ma come fare? Comprendiamo che c’è bisogno di adulti disponibili e capaci di rapportarsi coi giovani in modo coinvolgente. Come pure verso coloro che sono di altre esperienze religiose occorre superare la non conoscenza che genera paura e offrire relazioni che “sveglino le differenze”, cioè le sottolineino e le rendano chiare in vista di un confronto vero e costruttivo.
Per tutti questi motivi siamo chiamati un po’ tutti ad operare una ‘conversione’ di atteggiamento verso quello che dice papa Francesco: “guardare gli altri e il mondo con occhi di misericordia” e aprirci alla realtà attuale che davvero è cambiata e domanda un diverso approccio… nella realtà diversa di oggi ci è chiesto di pensare e agire in modo diverso e anche se costa grande fatica è però “occasione di grazia”.

Il progetto educativo oratoriano, giustamente in sempre continuo aggiornamento, basato sui tre fuochi: Gesù, vita comune e carità, ora è chiamato ad integrare pure questo felice ma impegnativo intento: un oratorio che accoglie tanti, accompagna molti e conduce a Gesù alcuni.
Ora queste riflessioni le affidiamo a tutti e saranno riprese negli incontri del Consiglio dell’oratorio, dei vari gruppi educatori e animatori (comprese le società sportive e gli scout) e nella settimana dell’educazione di fine gennaio. Tutti possiamo e dobbiamo sentirci coinvolti in questa opera di rinnovamento, dando ciascuno il proprio contributo anche critico - di riflessione e confronto, ma anche di collaborazione nei turni di presenza e di altri servizi, e… perché no: di preghiera!

29 novembre 2015

L’ordine del giorno del prossimo Consiglio Pastorale

(sono graditi contributi scritti anche di esterni al cp)

Milano, 17 novembre 2015

Ai membri del Consiglio Pastorale

Carissimi,  insieme con la giunta del CP ho il piacere di invitarvi al prossimo incontro martedì 1 dicembre ore 21 presso la saletta Caritas di San Barnaba.
Vi chiediamo di arrivare ‘preparati’ all’incontro, provando a dedicargli un po’ di riflessione e preghiera, e se è possibile a coinvolgere altri in questo sforzo. Vogliamo riprendere lo stile proposto da don Marcellino di regalarci nell’incontro il frutto di tali riflessioni e non la reazione immediata a quanto detto dagli altri. E per garantire questo stile e il rispetto dei tempi della serata affideremo la conduzione della serata ad un ‘moderatore’ (comincerà Anna).

 L’odg sarà il seguente:

- Breve  preghiera introduttiva (a cura dei don)

- 1. La “comunità educante” (tema dello scorso anno pastorale) è questione fondamentale e tema sempre da riprendere nella vita di una parrocchia. In particolare la questione educativa si pone oggi in Italia come ‘emergenza’ (espressione ripresa nel Convegno Ecclesiale di Firenze dei giorni scorsi). Per le nostre parrocchie tale urgenza si manifesta, se pur con sfumature diverse, come problema che spesso suscita tensioni e preoccupazioni.                                                                                                                                                                                    
La parrocchia nell’oratorio impegna molte energie di cuore, pensiero, tempo, strutture e anche denaro… La cura dei bambini, dei ragazzi e dei giovani ha nei momenti propriamente formativi l’espressione più evidente ma nell’oratorio trova altre forme significative: a partire dall’accoglienza informale, alle proposte più strutturate quali lo scautismo, le società sportive, il dopo-scuola…  I contesti dei due oratori sono per alcuni aspetti differenti e per altri simili, ma a Maria Madre è più marcata e spesso problematica la scarsa presenza di adulti con intenzionalità educativa a fronte di una maggior presenza di ragazzi/e ‘in disagio’ relazionale e di ragazzi/e di tradizione musulmana. Da qui la scelta operata da alcuni anni di avvalersi del sostegno di un educatore professionale, del servizio di doposcuola del ‘Picco-lo Principe’ per i ragazzi delle medie e di altre collaborazioni occasionali con altri educatori (per laboratori o attività estive).  Il cammino di sempre più stretta collaborazione delle parrocchie e la ridefinizione in corso di presenze e compiti anche in ambito educativo richiama l’urgenza di individuare e formare il nucleo della comunità educante di un oratorio che dovrà pensarsi sempre più una realtà unitaria pur nell’utilizzo delle due sedi.  E’ così proposto di avviare un confronto e una verifica che a partire dal consiglio pastorale possa poi allargarsi ai vari soggetti della comunità educante (sempre in “formazione” e “riforma”) su questi punti: * molti sono i modelli educativi possibili. Quali sono i tratti irrinunciabili dello stile educativo oratoriano per noi qui a Gratosoglio?  * responsabilità è servizio e non esercizio di un potere. Adulti presenti per vocazione: è ancora possibile?  * situazioni personali ‘difficili’: come accostare i ragazzi, come parlarne, quali percorsi offrire?  Ecc...

Nb:
introdurrà la riflessione in CP don Giovanni. Per darci dei riferimenti di riflessione di ampio respiro (e non ripiegare su soluzioni pratiche ma illusorie) invitiamo alla lettura della allegata scheda A.

ALLEGATO A
Alcune riflessioni ricche di spunti di ampio orizzonte sul tema della “emergenza educativa”, tratte dalla lettera pastorale del vescovo di Novara, mons. Franco G. Brambilla, “Adamo, dove sei?”, Cittadella Editrice:
Dove l’umano appare più fragile è nel territorio dell’educazione, un impegno che oggi sembra ottenere il minimo di considerazione sociale e d’interesse personale. Tutti ne parlano, ma pochi dedicano tempo e disponibilità a questo compito strategico per il nostro domani. Un tempo l’atto di trasmettere le forme del vivere avveniva in famiglia, nella scuola, nella comunità cristiana, nel quartiere, ma oggi s’è rotta l’alleanza che univa queste agenzie educative nell’impresa comune di costruire l’umano in formato grande.
A tale impresa la società dedicava risorse ingenti. Figure di educatori trasformavano la loro passione educativa in vera missione, spendendosi ben al di là del tempo dovuto. Oggi la valutazione sociale di un genitore, maestro, insegnante, educatore, animatore, allenatore, sacerdote, è molto bassa, non solo per l’inconsistenza della remunerazione economica, ma per la marginalità con cui è considerato tale compito nel sogno delle nuove generazioni. La dimensione educativa dell’insegnamento si è indebolita rispetto all’attrazione delle discipline scientifiche o economiche, alle aree del sapere dove l’aspetto formativo pare metodicamente messo tra parentesi.
Di conseguenza, sembra evaporare la forza persuasiva dell’area umanistica, di tutte le forme del sapere ermeneutico, che hanno a che fare non solo con lo spiegare (erklären), ma con il comprendere (verstehen), con il sapere della vita e con la memoria di un popolo. Il mito del genio della scienza e della tecnica popola i sogni di chi entra in università, affascinato da prospettive di successo professionale, e sottrae intelligenti brillanti alla passione educativa, dove ancora è prevalente la presenza femminile, percepita talvolta come una soluzione di ripiego.
Il rapporto tra figure maschili e femminili nella scuola di ogni ordine e grado è il dato più sconosciuto. Esso connota fortemente il momento della crescita ancora con prevalenza di figure materne che, pur decisive, non sono certo un forte antidoto a quella “evaporazione del padre” (Lacan) che ha segnato il Novecento. Questo fatto è lamentato come una delle debolezze strutturali, già della famiglia nucleare, caratterizzata da una persistente assenza del padre, e di conseguenza anche dagli ambienti educativi che dovrebbero compensarne la mancanza.
Sottovalutazione del momento educativo (e delle sue istituzioni) e scompenso della presenza di figure educative paterne e materne (a motivo di famiglie a geometria variabile, cosiddette “plurali”) decreta la debolezza del primo grembo di trasmissione dell’umano. Anzi la famiglia è diventata sospettosa e diffidente nei confronti degli altri soggetti educativi (la scuola e la comunità civile e religiosa), rompendo quell’alleanza secolare che aveva assicurato la trasmissione dell’umano di generazione in generazione, nonostante tutte le discontinuità fisiologiche o le rotture storiche che pure il passato ci ricorda.

- 2. L’anno santo della misericordia è alle porte. Raccogliamo dalla bolla di indizione di papa Francesco sottolineature per la nostra comunità e proposte per vivere questa dono di grazia straordinario. Nb: nell’allegato B (ai membri del cp) ci sono ampi stralci della lettera.      

- 3. varie ed eventuali.                                                  

Grazie del vostro impegno.
Cordiali saluti.  
don Alfredo e la giunta

09 ottobre 2015

Consiglio Pastorale del 7 settembre 2015

Si è tenuto mercoledì 7 ottobre il Consiglio Pastorale, era il primo incontro del nuovo anno pastorale e si è partiti, dopo aver introdotto la Lettera pastorale: “Educarsi al pensiero di Cristo”, riprendendo le riflessioni proposte da don Alfredo nella giornata di inizio anno.

In particolare ci si è confrontati su come continuare a crescere in un percorso di comunità pastorale, nella conoscenza e stima reciproca fra i componenti delle due parrocchie.

Molti passi di comunione sono stati fatti specie dai ragazzi e dalle famiglie dei CIC (cfr.: le proposte degli incontri di catechesi delle famiglie sono unitarie usando entrambi gli oratori, come pure le attività estive - sia l’oratorio feriale che i campi), ma proseguono anche le collaborazioni fra adulti e anziani impegnati in diversi ambiti e gruppi…

Allo stesso tempo non mancano resistenze al cambiamento e chiusure preconcette…

Certo di fronte ai cambiamenti in atto nella Chiesa come nella società si può rimanere spettatori nostalgici e indispettiti, o indifferenti e diffidenti. È possibile, ed è un atteggiamento più faticoso ma anche più ripagante, provare a lasciarci smuovere per accoglierlo o addirittura ’agirlo’… convinti che il nome cristiano del cambiamento è conversione: ciò che Dio compie per rinnovare la mente e il cuore dell’uomo.

Le esperienze di interscambio in atto ci permettono di cogliere che la ricerca di maggiore unità tra noi non è questione ‘oziosa’ o ’pratica’ (per l’organizzazione di vari servizi e attività delle nostre parrocchie), invece è questione di qualità evangelica della nostra vita cristiana, del nostro amore: come avviene in famiglia le diversità non sono annullate, i doni e i difetti degli uni e degli altri non sono ostacolo ma via per una reale possibilità di amore.

Solo così l’amore diviene fecondo, capace cioè di generare nuovi figli al cammino della Chiesa.

Sono così grandi le sfide che stanno sul cammino della comunità nel quartiere che non ha senso proseguire col freno tirato su tanti fronti. Ci è chiesta la libertà e la fiducia che il Signore dona per passi di sempre maggiore fraternità apostolica.

05 giugno 2015

ASSEMBLEA PARROCCHIALE STRAORDINARIA

Mercoledì 17 giugno ore 21 

presso il salone teatro della parrocchia di Maria Madre si terrà il primo incontro del nuovo Consiglio Pastorale aperto a tutti in modalità assembleare, con Mons. Carlo Faccendini, vicario episcopale per la città di Milano, per importanti comunicazioni che ci riguardano.

All’ordine del giorno anche le consegne che vengono dall’esperienza del precedente Consiglio Pastorale in particolare sullo stile del lavoro del Consiglio stesso, lo sguardo sull’inizio del nuovo anno pastorale a settembre e i più importanti appuntamenti che ci attendono.

Chiudiamo quindi l’anno pastorale con lo sguardo verso il futuro…
un futuro che papa Francesco sogna con “una Chiesa dalle porte aperte”:
è anche compito nostro!









12 aprile 2015

Rinnovo del Consiglio Pastorale della Comunità

Domenica 19 e domenica 26 aprile utilizzando il materiale e l’urna predisposti alle porte delle chiese, negli orari delle messe, è possibile indicare i nomi  di coloro che si ritengono idonei di svolgere questo servizio che ricordiamo è un servizio alla comunione tra i fedeli delle parrocchie e nelle parrocchie, ma anche nei nostri quartieri  

AL SERVIZIO DELLA COMUNIONE

Rinnovo del Consiglio Pastorale della Comunità.

Il consigliare nella Chiesa
La Chiesa esiste perché il Vangelo di Gesù, il Vangelo che è Gesù, possa ancora oggi incrociare la vita degli uomini e proporre loro un modo di interpretarla, di viverla.
Frutto della Pasqua, che stiamo celebrando, è la comunità cristiana, segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. Questa verità, dono innanzitutto del Signore, è il cuore di ogni esperienza ecclesiale e va vissuta in ogni tempo e in ogni luogo umano.
Tempi e luoghi umani cambiano, sono diversi e dentro la fondamentale fedeltà della Chiesa alla sua origine ed originalità, la sua “struttura visibile” assume caratteristiche differenti,        che possono aiutare sempre il suo compito fondamentale.
All’interno di questo orizzonte si situa la sfida di ri-formare la Chiesa che sempre siamo chiamati a raccogliere e che oggi più che mai diventa necessario nelle mutate, e continuamente in mutazione,  condizioni del contesto in cui siamo chiamati a vivere. 
Ci pare di capire che solo così sia possibile intendere la portata dell’appuntamento che da domenica 19 aprile porterà in tutta la diocesi di Milano al rinnovo dei CONSIGLI PASTORALI.  
E’ un’occasione importante anche per noi per crescere nella cura del cammino della comunità.
Il Consiglio Pastorale è infatti un organismo che rappresenta l’immagine della fraternità e della comunione del l’intera comunità di cui è espressione in tutte le sue com ponenti e costituisce lo strumento della decisione comune pastorale (cfr. il Direttorio).
Mentre ringraziamo i membri del precedente Consiglio che per la prima volta era rappresentante delle due parrocchie chiamate a camminare insieme, chiediamo a tutti i maggiorenni di indicare, domenica 19 e domenica 26 aprile, utilizzando il materiale e l’urna predisposti alle porte delle chiese negli orari delle messe, i nomi  di coloro che si ritengono idonei di svolgere questo servizio che ricordiamo è un servizio alla comunione tra i fedeli delle parrocchie e nelle parrocchie, ma anche nei nostri quartieri.
Il Consiglio pastorale precedente, nella seduta conclusiva, ha accolto la proposta dei sacerdoti di non procedere alle consuete elezioni, ma di chiedere di autocandidarsi o di candidare persone che possano offrire alla Comunità, per 5 anni, questo servizio da intendere come prioritario rispetto agli altri che tali persone già possono esercitare.
Un compito che sarà anzitutto di ascolto dello Spirito Santo che interpella il nostro essere cristiani e perciò il nostro vivere la Chiesa qui e oggi, attraverso le indicazioni autorevoli del magistero del Papa e del Vescovo ma anche le attese e le fatiche dei fratelli e specialmente dei più “piccoli e poveri” tra noi.           
A seguito di questo ascolto, l’intento è quello di aiutarci a realizzare un discernimento comunitario delle sottolineature che siamo chiamati a vivere in prima persona e a proporre ai fedeli delle nostre parrocchie per meglio rispondere alla vocazione battesimale.
Solo da qui potranno derivare scelte di ri-forma evangelica - ormai non più rinviabili - della vita della Comunità anche nei suoi aspetti più concreti (la cura delle celebrazioni e della vita spirituale, la questione educativa e i percorsi formativi,  l’attenzione alle varie età della vita, l’accoglienza e valorizzazione delle persone in stato di bisogno, lo slancio missionario, il gravoso capitolo del sostegno economico e delle strutture…).
Un’apposita commissione presieduta dal parroco procederà a verificare la reale disponibilità delle persone indicate ad assumere tale incarico e l’eventuale necessità di completare la rappresentanza della comunità (non tanto dei gruppi, che è rispecchiata dalle commissioni, quanto delle varie età e componenti meno ‘visibili’ e che occorre coinvolgere).                                                               
A Pentecoste sarà indicata la composizione del nuovo Consiglio. Intanto invitiamo a pregare per questo momento significativo della vita delle nostre parrocchie.
i sacerdoti
    

05 aprile 2013

Ai Consiglieri del Consiglio Pastorale


Ai Consiglieri del Consiglio Pastorale

Carissimi, ci ritroviamo per il nostro prossimo incontro
mercoledì 10 aprile ore 21.00 - presso la Sala Molaschi di via Saponaro 28.

L’ O.d.G. sarà il seguente:
1. Momento di preghiera e riflessione introduttiva
2. Lettura e approvazione del Verbale del 13 febbraio u.s.
3. Verifica Quaresima/Pasqua 2013
4. Calendario e scelte di sottolineature pastorali per il Tempo Pasquale/Pentecoste
5. Avvio della riflessione per una verifica dell’anno passato (“Anno della Fede”) in previsione del prossimo Consiglio pastorale, aiutandoci ad evidenziare qualche nodo problematico o proposta da approfondire in particolare per quanto riguarda l’accompagnamento, la cura e la proposta di fede che possiamo vivere ed offrire come comunità.
6. Comunicazioni e “varie” …

Colgo l’occasione per esprimervi ancora una volta la gratitudine per la disponibilità e l’invito a prepararvi, in particolare sul punto 5.

Grazie di cuore.
don  Marcellino

Milano, 3 aprile 2013

26 ottobre 2012

Cronaca dei lavori dei Consigli Pastorali della Comunità Maria Madre della Chiesa e San Barnaba

- Seduta del 12 Ottobre 2012 -

 L’ O.d.G dell’incontro del Consiglio invitava a scegliere per l’anno pastorale alcune priorità emerse nei lavori delle varie commissioni e nella giornata di Pavia del 16 settembre.
    La prima priorità emersa è la necessità di una maggiore comunicazione tra il CCP e le comunità parrocchiali. Viene proposto di richiedere al Consiglio affari economici di pubblicare il bilancio.
    Un’altra priorità da affrontare è legata alle strutture, agli ambienti parrocchiali che dovranno essere adeguati alle esigenze della comunità ma anche alle normative vigenti. La proposta avanzata è di costituire un gruppo di lavoro che monitorizzi l’utilizzo delle diverse strutture di entrambe le parrocchie per avere un quadro più dettagliato delle vere necessità di spazi utili a svolgere le attività.
    I lavori di Pavia hanno sollecitato una particolare attenzione anche ai cammini di fede personali cercando modalità diverse rivolte anche a chi non frequenta le consuete iniziative parrocchiali anche per la fatica legata agli orari delle proposte. Porre al centro della nostra azione la Parola è una priorità espressa da più persone e forte è il bisogno di approfondire i documenti conciliari che riecheggiano in questo anno dedicato alla fede, 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.
    Il parroco fa sintesi delle cose dette e invita all’effettiva scelta delle priorità da sviluppare durante l’anno, ben sapendo che l’esistente continua ad operare e dare frutti copiosi grazie all’azione dello Spirito Santo. Per le strutture viene istituito un gruppo di lavoro per monitorare l’utilizzo degli spazi parrocchiali. Per la centralità della Parola ripartirà l’iniziativa iniziata da don Francesco dei “lunedì della Parola” dopo un approfondimento della proposta e un rilancio significativo.
   Per la comunicazione a breve verrà costituito un gruppo che proverà a promuovere uno strumento scritto dove sostenere la riflessione culturale dei fedeli e condividere la vita dei gruppi.
   Circa il calendario il parroco invita ad annotare la data del 2/12 quando sarà proposta una giornata di ritiro di avvento per gli adulti.

Il prossimo incontro del consiglio è fissato per il 29/11/12 ore 21 presso Maria Madre della Chiesa.