15 marzo 2013

PASQUA: “dalle pratiche religiose … al profumo dell’Amore”.


I Vangeli di Matteo, Marco e Giovanni, nel contesto dei riti religiosi della “Settimana degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua”, riportano l’episodio di quella donna di Betania che versò il profumo sul capo (Giovanni dice sui piedi) di Gesù.


Da questo gesto nasce la reazione dei presenti (Matteo dice dei discepoli, Giovanni parla di Giuda …) che si meravigliano di questo “spreco” e propongono invece delle buone azioni a favore dei poveri, con i soldi che si sarebbero potuti realizzare dalla vendita di quel profumo.


La risposta di Gesù a queste osservazioni fatte “tra di loro” è perentoria: il gesto di questa donna è Vangelo di Vita che vince la morte, è profumo d’amore, di quell’Amore che scaturirà dalla Croce di Gesù e ci permetterà “sempre” di avere i poveri “con noi” all’interno di una relazione d’amore, di amicizia e non di semplice “assistenza”…


Mi pare significativo rimandare a questa parola evangelica mentre ci stiamo preparando più da vicino alla celebrazione del Mistero Pasquale: dentro e oltre le varie “pratiche religiose” alle quali parteciperemo che cosa siamo chiamati a vivere? Quali sono i sentimenti e le scelte conseguenti che teniamo nel cuore di fronte alla passione di Gesù, vero “spreco d’Amore”, che dovrebbe trasformare la logica delle nostre umane relazioni?


Il messaggio mi sembra chiaro: è una sorta di “allusione/rivelazione” a ciò che è il cuore della nostra fede, il Mistero della Pasqua. In esso noi siamo chiamati a riconoscere Gesù “povero e morente” (consegnato) come nostro Salvatore e Signore, amandolo con tutto il cuore. Dalla Croce di Gesù, dal suo cuore “spezzato” si espanderà il profumo dell’Amore che riempirà tutta la casa dell’umanità: questo è l’Evangelo, verità di questa incredibile relazione tra Dio e l’umanità, segnata da quella logica di gratuità che vince la morte.


È interessante notare come questo racconto è inserito come un “raggio di luce” in un contesto di buio, di morte: c’è aria di complotto contro Gesù, per ucciderlo, e questa “aria” prende corpo nel tradimento di Giuda. In questo contesto “splende” il gesto della donna.


Due “logiche” si confrontano: da una parte la logica dell’impadronirsi, dell’inganno, del vendere, del denaro … dall’altra quella del dare, del fare bene, dello sprecare ... Due “economie” contrapposte: quella che compra-vende, si impadronisce, calcola e uccide, dall’altra quella dell’Amore che dona in gratuità, che non calcola, che “spreca”…


Questo è il cuore della nostra fede, il cuore della Pasqua.


In questi giorni saremo “convocati” a vivere tanti “riti religiosi” a compiere “tante pratiche di fede”…


Mi auguro che tutti noi possiamo essere, sull’esempio della donna di Betania, luoghi umano-spirituali nei quali poter sperimentare la gratuità dell’Amore di Dio, in Gesù, dal quale poi scaturisce una rinnovata modalità di vivere le relazioni tra noi e l’attenzione operosa verso i poveri.


don Marcellino