Carissimi, iniziamo questo tempo di preparazione alla Pasqua con una settimana intensa ricca di appelli alla nostra conversione personale, famigliare e comunitaria. La settimana del Campus di educazione alla Pace infatti porta con sé chiare provocazioni ad USCIRE, che è il verbo chiave della antica Pasqua ebraica e della nuova Pasqua di Gesù.
Uscire da orizzonti ripiegati nell’individualismo imperante e nell’illusione del mondo virtuale attraverso l’esercizio concreto dell’accoglienza dell’altro, dell’ascolto di esperienze e idee differenti, della condivisione paziente e grata dei tempi della quotidianità (compreso il tempo della tavola e della preghiera) e soprattutto delle aspirazioni grandi sulla vita del mondo.
Anche chi non potrà partecipare a qualche momento del Campus provi a mettersi in sintonia con questo percorso e, con la preghiera personale e una maggiore attenzione ai propri famigliari o vicini di casa, viva questi giorni invocando il frutto sperati della Pace insieme a tutti noi.
E’ evidente e “pulita” la valenza politica di questa iniziativa che si rivolge soprattutto ai giovani. Sì perché è bello e fa bene provare a respirare a pieni polmoni il profumo della fraternità universale che è anticipo della Gerusalemme celeste. Un esercizio quanto mai difficile di questi tempi ma necessario per motivare il desiderio e l’impegno a corrispondere al dono che Dio ci affida chiamandoci a divenire “artigiani della pace”.
Questa “nota” dell’inizio accompagni tutto il tempo quaresimale che ha nella celebrazione della MESSA DOMENICALE il suo punto di partenza e di arrivo (“fonte e culmine”, scriveva il Concilio Vaticano II). La cura del silenzio prima della Messa e dopo l’omelia e la riscoperta del significato dei vari momenti della liturgia eucaristica ci aiuteranno a trasformare questo appuntamento in reale incontro col Signore risorto che ci sprona a conversione e ci dona di portare frutti di vita nuova.
E per favorire tutto questo invitiamo a vivere il giovedì sera ritagliando, meglio dedicando, un po’ di tempo per la preghiera sulla Parola e in adorazione del Pane di Vita: nella chiesa di San Barnaba dalle 18,30 alle 21,30 sarà possibile sostare in compagnia di PANE & PAROLA.
L’intento è quello di regalarci un momento dedicato a lasciare che la Parola della domenica entri in dialogo profondo con la nostra vita e il Pane eucaristico modelli, dia forma sempre più al nostro cuore. Questa è per noi cristiani la sorgente a cui continuamente attingere il dono della Pace. La scelta del giovedì sera rimanda al clima del Cenacolo dove Gesù ha vissuto l’ultima cena e ha incontrato più volte i suoi discepoli dopo la risurrezione. Per noi è invito a preparare così anche la processione eucaristica del Corpus Domini che il prossimo 31 maggio l’Arcivescovo presiederà a Gratosoglio per la città di Milano.
E proprio una rinnovata esperienza del Cenacolo ci introdurrà a vivere i venerdì ripercorrendo la VIA CRUCIS di Gesù che rivive drammaticamente nelle troppe Vie Crucis dell’umanità di oggi. Non finiremo mai di contemplare l’amore di Gesù che nella sua passione risplende a rischiarare il mistero oscuro del dolore e della morte di ciascuno. Ed anche mai potremo sentirci dispensati dal considerare la nostra parte di responsabilità nel destino di sofferenza, ingiustizia e solitudine che il dolore dei fratelli attorno a noi sopporta.
Il desiderio e la decisione di farci artigiani della pace si tradurrà in due piccoli segni di fraterna carità verso i vicini e i lontani con le iniziative la borsa solidale e i missionari nel cuore. Caritas parrocchiale ci invita a trasformare le rinunce alimentari in una borsa di spesa da offrire per la Piccola bottega della Carità sabato 3 e domenica 4 marzo: là dove ci sono famiglie con bambini può diventare una bella occasione educativa da progettare e realizzare insieme coi figli; mentre sabato 17 e domenica 18 marzo le offerte delle messe saranno destinate per sostenere i nostri missionari.
Buona conversione a tutti! e, come ci ricorda papa Francesco, non dimentichiamo di pregare gli uni per gli altri.
don Alfredo