1. La memoria malata
La memoria malata è la zavorra che grava sulle spalle degli uomini e delle donne che camminano e corrono sulla faccia della terra, sostano e ripartono, cadono e si abbattono sulla faccia della terra. La memoria malata è la discarica del tempo passato, l’ingombro dei relitti, il decomporsi dei ricordi che si riducono a cattivi odori e a ruggini pericolose. La memoria malata è il terreno propizio al dominio delle erbe cattive e al prodursi dei frutti velenosi.
Nella memoria malata si rinvigorisce il risentimento: il male ricevuto o immaginato custodito nella memoria malata fa crescere i sentimenti cattivi, il desiderio di vendetta e di rivincita. Il risentimento è verso chi ci ha fatto del male, diventano insopportabili, nemiche, odiose, anche se forse in altre stagioni sono state amate. Nella memoria malata si rinvigorisce il risentimento.
Nella memoria malata si fossilizza il pregiudizio: la notizia saputa o l’esperienza vissuta, custodite nella memoria malata appiccicano alle persone, ai popoli, ai gruppi le etichette del pregiudizio, la valutazione squalificante degli stereotipi. I pregiudizi squalificano le persone, i popoli, i gruppi, alimentano rivalità, seminano disprezzo, erigono le barriere dietro le quali si sente rassicurata la pigrizia mentale, il rifiuto di comunicare. I pregiudizi configurano i ghetti, frantumano la città in frammenti che si ignorano, si giudicano senza conoscersi. Nella memoria malata, le notizie tendenziose e le esperienze minuscole contribuiscono a rendere fossili, indiscutibili, immutabili i pregiudizi.
Nella memoria malata continuano a sanguinare i sensi di colpa: l’istinto a cedere a una visione magica del mondo che collega gli avvenimenti in rapporti di causa effetto genera sensi di colpa inestirpabili. Il bambino si sente in colpa per l’abbandono dei genitori, la vittima si sente in colpa per la violenza subita, l’uomo e la donna si sentono in colpa per le disgrazie capitate in casa. Non c’è nessuna ragione che giustifichi questo senso di colpa che sanguina, ma la memoria malata continua a rivangare il passato e spiega le tribolazioni presenti con cause lontane, peccati e inadempienze, infondate angosce.
C’è una possibilità di guarire la memoria malata? C’è un modo di estirpare il risentimento, sciogliere i pregiudizi, dare sollievo ai sensi di colpa?
2. La celebrazione del memoriale che guarisce.
Mentre l’inerzia del pensiero induce a pensare che il passato sia irrimediabile e consiglia piuttosto la distrazione che la terapia della memoria malata, noi celebriamo il memoriale della Pasqua del Signore. Il sacrificio di Gesù che ama fino alla fine si rende presente nel mistero che celebriamo e stabilisce una diversa relazione con il tempo. Così anche il passato è visitato e salvato dalla Pasqua di Gesù.
La presenza dei Gesù guarisce la memoria malata di risentimento perché può avvolgere anche il passato e il male subito nella pace del perdono: rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro … Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi (Col 3). Gesù ha versato il suo sangue “per la remissione dei peccati” e ha reso possibile la pratica del perdono: animati dallo Spirito del Signore possiamo perdonarci a vicenda, tra vicini di casa, tra colleghi d’ufficio, tra marito e moglie, tra fratelli e sorelle, la gente che ha litigato, la gente che non si saluta più, la gente che si evita, la gente che è animato dal puntiglio di “farla pagare” può ritrovare la pace se guarisce la memoria malata.
“Le dimensioni universali dell’amore di Dio” rivelano “un destino di unità che penetra nella storia umana, affratella l’umanità, fa cadere le barriere degli antagonismi umani” (Montini, 6.1.1960). L’amore di Dio più antico e originario dell’egoismo e del principio di disgregazione dell’umanità si presenta nel sacrificio di Cristo come la potenza che può guarire la memoria malata che fossilizza il pregiudizio: qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o in circoncisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto in tutti (Col 3,11). Così prende volto la Chiesa dalle genti, come la casa dove tutti coloro che sono scelti da Dio, santi e amati, e tutti possono accogliere come una parola di fraternità condivisa la persuasione che la memoria malata che fossilizza il pregiudizio può guardarsi intorno per rivolgere su tutti uno sgu-ardo ispirato dal Padre nostro che sta nei cieli per proclamare: voi non siete più stranieri, né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio.
Il tormento del senso di colpa della memoria malata è guarito dall'esperienza della misericordia: Gesù muore per amore, scende negli inferi, nella profondità della terra e negli abissi più oscuri del cuore umano e prende per mano l’umanità dolente annunciando: un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia (1Pt 2,10). La misericordia avvolge di una luce benevola il passato e vi riconosce la possibilità che l’irrimediabile sia rimediato, non perché mutino i fatti, ma perché la grazia dello Spirito illumina di una luce nuova anche le vicende più confuse, perdona anche i peccati più gravi, libera dal sospetto di essere colpevoli in modo imperdonabile di tutto quello che capita alle persone amate. Del resto noi sappiamo che tutto concorre al bene per quelli che amano Dio (Rm 8,28).
Perciò celebriamo l’eucaristia, perciò adoriamo l’eucaristia, perciò entriamo in comunione con Dio per il sangue della nuova alleanza, perché qui sta la medicina di immortalità, il pane di vita eterna, il rimedio che guarisce la memoria malata di risentimento, di pregiudizi, di sensi di colpa avvolgendo tutto della gloria di Dio. La terra è piena della sua gloria.