«UMILIÒ SE STESSO, FACENDOSI OBBEDIENTE FINO
ALLA MORTE E A UNA MORTE DI CROCE» (Fil 2,8)
Carissimi,
guardo
i quadri che rappresentano san Carlo. Ce ne sono dappertutto: in ogni chiesa,
nelle cappellette, nella casa dell’Arcivescovo. Il suo volto segnato da
penitenze e da lacrime mentre contempla il Crocifisso mi provoca a pensare, a
pregare: quanto la meditazione della passione del Signore ispira il mio modo di
interpretare la vita e il ministero?
Benedico
il tempo di Quaresima perché la liturgia ci propone di andare verso la
Settimana Autentica per entrare nel mistero della Pasqua del Signore. Invito
tutti a concentrarsi sull’essenziale, chiedendo la grazia che i sentimenti e il
pensiero di Cristo ispirino il nostro sentire e il nostro pensare.
Il
testo della Lettera ai Filippesi che inserisce un inno intenso e
commovente può ispirare tutto il tempo di Quaresima.
Abbiate in voi gli
stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una
condizione di servo, diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto
come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte
di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni
nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e
sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio
Padre.
Quindi, miei cari, voi
che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più
ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È
Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno
d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili
e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa.
In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola
di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano,
né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e
sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo
stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me.
(Fil
2,5 - 18)
1.
La «sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore» (Fil 3,8)
Paolo
si sforza di correre verso la meta, che è la conoscenza di Cristo Gesù (cfr.
Fil 3,12) perché è stato conquistato da Gesù.Le nostre lentezze, il grigiore
della nostra mediocrità, il clima lamentoso e scoraggiato che talora si
percepisce nelle nostre comunità sono forse un segno di una resistenza
all’attrattiva di Gesù. Il tempo di Quaresima ci invita a tenere fisso lo
sguardo su Gesù, sul mistero della sua Pasqua per conformarci sempre più a lui,
nel sentire, nel volere e nell’operare (cfr. Fil 2,13).
2.
«Credo in Gesù Cristo»
La
conoscenza di Gesù e del suo messaggio non può limitarsi ai vaghi ricordi del
catechismo, non può aggiornarsi con qualche titolo di giornale o con qualche
conferenza. Credo che sia necessario proporre percorsi di formazione per gli
adulti e incoraggiare molti a partecipare a corsi già da tempo offerti in diverse
parti della diocesi, come Corsi di teologia per laici, Corsi biblici, cicli di
incontri nella forma di Quaresimali.
Si
deve anche pensare a qualche proposta che sia più popolare, che raggiunga tutti
i fratelli e le sorelle che vivono la loro fede con semplicità e partecipazione
costante alla messa domenicale e non sono nelle condizioni di percorsi di
formazione impegnativi.
Mi
sento di proporre che, come nella Chiesa antica, si offra a tutti la
possibilità di ascoltare una spiegazione del Credo, il simbolo della
fede che si proclama nella celebrazione eucaristica. In Quaresima spesso si
propone il Simbolo Apostolico. Si può pensare che le messe domenicali di Quaresima
siano precedute o seguite dalla spiegazione di alcuni articoli del Credo
per chi può trattenersi in chiesa per il tempo necessario. I preti sono spesso
impegnati per le celebrazioni delle messe. Talora è opportuno rivedere l’orario
e che il vicario episcopale di zona proceda a questa revisione. Ad ogni modo,
non è necessaria la presenza del prete per proporre una spiegazione degli
articoli del Credo: certo, chi lo fa deve essere adeguatamente
preparato, per essere sobrio e preciso, in modo che in un tempo sensato sia
possibile una chiarificazione essenziale delle verità cristiane e si possa poi
sciogliere l’assemblea, senza trattenerla a lungo.
3.
«Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5)
Il
tempo di Quaresima è il tempo adatto per confrontarsi con serietà sulle
esigenze della carità, per condividere il provare compassione di Gesù davanti
alla folla smarrita, ai malati e agli esclusi, ai lutti troppo ingiusti e
troppo dolorosi.
Le
forme della carità adatte per il nostro tempo devono essere oggetto di
riflessione e di condivisione. La dottrina sociale della Chiesa riproposta e
approfondita dai pontefici del secolo scorso trova nell’enciclica Laudato
si’ di papa Francesco e nell’indicazione della “ecologia integrale” una
proposta di riflessione e di azione impegnativa per tutti i cristiani e per tutti
gli uomini di buona volontà.
Le
dimensioni impressionanti della ricchezza e della povertà e il divario tra
ricchi e poveri possono lasciare indifferenti i cristiani? L’abitudine allo
spreco e il dramma della fame possono essere tollerati? I criteri della spesa
pubblica possono essere indiscutibili? Gli investimenti per la ricerca possono
essere condizionati solo dal profitto prevedibile? Inoltre i cristiani –
animati dagli stessi sentimenti di Gesù – si pongono domande sulle condizioni
di vita e di lavoro che la situazione contemporanea sembra imporre a molti.
Come si può tollerare che l’organizzazione del lavoro invada ogni momento della
vita e ogni giorno della settimana, anche la domenica? Quale miopia può
giustificare che sia considerata un problema l’attesa di un figlio, visto che
comporta un periodo di assenza dal lavoro?
Ma
i cristiani non si limitano a porre domande: offrono risposte e sono disposti a
pagare di persona. Più che cortei di protesta o di richiesta, siamo impegnati a
scelte di vita personale coerenti e a tessere alleanze con tutti gli amici del
bene comune. È doveroso che nella comunità cristiana si promuovano occasioni di
confronto per approfondire i temi della Dottrina Sociale della Chiesa, per
orientare l’impegno in ambito sociale e politico.
La
Quaresima invita alla pratica del digiuno in alcuni giorni e più in generale a
rivedere lo stile di vita nella prospettiva della carità e della solidarietà.
La pratica del digiuno sembra quasi cancellata dalla sensibilità ordinaria del
popolo cattolico occidentale: tanto che suscita interesse e ammirazione il
rigore con cui praticano il digiuno i cattolici di rito orientale e i fedeli di
altre confessioni e religioni. Più che l’ammirazione è opportuno disporsi con
semplicità e intelligenza a raccogliere il ricco patrimonio della tradizione
cristiana e a tradurre in scelte concrete l’insegnamento che la sapienza dei
popoli e dei secoli ci propone.
Nell’impegno
politico, nelle responsabilità professionali, nelle forme di presenza “nel
sociale” i cristiani e tutti gli uomini e le donne di buona volontà cercano con
intelligenza, lungimiranza, determinazione le vie percorribili per un mondo più
giusto e fraterno, più abitabile e ospitale.
4.
«Risplendete come astri nel mondo» (Fil 2,15)
Il
tempo di Quaresima chiama i battezzati a conversione, accompagna i catecumeni
al battesimo, cura la preparazione dei ragazzi a portare a compimento
l’Iniziazione cristiana.
La
presenza di catecumeni che chiedono il battesimo in età giovanile e in età
adulta è un segno che interroga tutta la comunità cristiana e impegna a
predisporre accoglienza, accompagnamento, apprezzamento per fratelli e sorelle
che attestano la serietà del cammino di Iniziazione cristiana e della scelta di
vita cristiana. Questa testimonianza può incoraggiare la proposta rivolta ai
ragazzi. Abbiamo fatto molto per predisporre nuovi sussidi e suggerire
itinerari per l’Iniziazione cristiana, dalla preparazione al battesimo dei familiari
alle diverse fasi fino alla confermazione. Ma non possiamo ritenerci
soddisfatti: la comunità educante è spesso ancora una realtà indefinita e poco
significativa, il coinvolgimento dei genitori è stentato ed episodico, le
persone disponibili come catechisti e catechiste talora sono insufficienti per
numero e disponibilità di tempo. Dobbiamo ringraziare per tanta generosità, ma
non possiamo ritenerci soddisfatti. Abbiamo il compito di continuare a pensare,
a provare, a suscitare collaborazioni.
Utilizzo
talora l’immagine della scintilla: basta una scintilla per far divampare un
incendio. Possono bastare pochi ragazzi, poche coppie di genitori, poche
catechiste perché in una comunità arda il desiderio di partecipare alla vita
della Chiesa e di contagiare tutti con la gioia e la carità? La logica del
Vangelo ci incoraggia a credere più al metodo del seminatore che al metodo del
programmatore.
Carissimi,
il
tempo forte della Quaresima sia intenso di grazie per tutti. L’invito a
conversione ci trafigga il cuore: non si tratta di un appello convenzionale, ma
di una parola amica, esigente e promettente che il Signore ci rivolge. Lo
sguardo rivolto al Crocifisso, la meditazione delle verità cristiane, la
pratica di una ascesi proporzionata ci conduca a vivere con intensità i giorni
della passione, morte, risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.