Comunicazione dei sacerdoti dopo l’incontro dei Consigli per gli affari economici delle due parrocchie.
Carissimi, sarà data comunicazione entro la fine di marzo sul rendiconto economico parrocchiale dell’anno 2010, in occasione della presentazione agli uffici di Curia competenti.
Vogliamo qui parlare solo di due aspetti della contribuzione economica dei fedeli alla vita della parrocchia.
Il primo riguarda la situazione del debito delle due comunità.
Si può anzitutto dire conclusa la fase dei pagamenti per i lavori realizzati nella chiesa di San Barnaba (nonostante qualche piccola finitura da completare). L’ammontare complessivo della spesa è stato coperto in parte con il contributo assegnato dal Comune (8% sugli oneri di urbanizzazione secondaria), in parte col ricavato della vendita dell’appartamento di proprietà della parrocchia che aveva ospitato i preti dell’oratorio per diversi anni, in parte con le generose e costanti offerte dei fedeli che si sono impegnati mensilmente a contribuire e a promuovere iniziative di raccolta finalizzate allo scopo, e da ultimo, con gli utili derivanti dalla gestione ordinaria della parrocchia e dell’oratorio.
E’ a buon punto anche la situazione economica di Maria Madre della Chiesa, anche se rimane un debito di circa 16.000,00 €.
Come per San Barnaba, la quota è stata in gran parte colmata dalle offerte che nelle buste mensili sono giunte regolarmente e dallo straordinario impegno che lo scorso anno padre Diego ha chiesto a tutti. Lo scorso settembre la Curia ha disposto che la parrocchia di San Barnaba prestasse alla parrocchia Maria Madre della Chiesa 30.000 €, per chiudere l’oneroso fido bancario e consentire la gestione ordinaria. Maria Madre della Chiesa si è impegnata a restituire la cifra in tre anni. E’ evidente quindi che il debito non è ancora estinto completamente e (sperando di non dover sostenere spese straordinarie di manutenzione) occorre avere ancora massima attenzione a come vengono fatte attività e spese: come in ogni famiglia e … con spirito di famiglia.
In entrambe le parrocchie, secondo le consuete modalità, vengono mantenute le richieste di contribuzione straordinaria mensile, con la libertà di offrire secondo le proprie possibilità, ricordando ciò che il Sinodo 47° della nostra diocesi diceva:
325. Dovere di tutti i battezzati
La comune appartenenza alla Chiesa, comunità di credenti corresponsabili nella sua missione, determina il dovere di tutti i battezzati di preoccuparsi anche delle sue esigenze di carattere economico, in ambito sia locale sia universale. Il "sovvenire alle necessità della Chiesa" si attua non solo con le diverse forme di contribuzione, ma anche con un impegno responsabile nella gestione economica della vita della Chiesa…
326. Modalità di contribuzione
§ 1. Per il reperimento dei mezzi economici richiesti dalle attività della Chiesa “la forma insieme più agile e più sicura di apporto non è quella affidata all'impulso emotivo ed episodico, ma quella del contributo regolare e stabile per le diverse necessità ecclesiali, che dovrebbe essere concepito come impegno di ciascuna famiglia cristiana e messo in qualche modo in bilancio nella programmazione mensile o annuale della destinazione delle risorse familiari”. E' opportuno che le comunità parrocchiali indichino ai fedeli concrete modalità per garantire alla parrocchia una stabile contribuzione da parte delle famiglie, al fine anche di una programmazione dei suoi impegni economici.
E a tal proposito ecco la seconda comunicazione che vogliamo fare.
Nel Sinodo l’affermazione del dovere di ciascun fedele di preoccuparsi anche delle esigenze economiche della Chiesa si accompagna alla indicazione delle forme di contribuzione.
326. Modalità di contribuzione
§ 2. Una delle forme tradizionali di contribuzione alle necessità della Chiesa è costituita dalle offerte date in occasione di celebrazioni liturgiche. Tale forma di contribuzione sia considerata e presentata non come il corrispettivo per una prestazione, ma come partecipazione riconoscente alle necessità della comunità ecclesiale.
327. Offerte per la celebrazione della messa
§ 1. L'offerta data per la celebrazione della messa è un modo tradizionale, e ancora largamente diffuso, per concorrere alle necessità della Chiesa e al sostentamento del clero …
Ci pare importante richiamare quanto è detto circa le “offerte date in occasione di celebrazioni liturgiche” che non sono da intendere “come il corrispettivo per una prestazione”; come le offerte fatte in occasione della “celebrazione della messa con intenzione” per le quali è ricordato che sono date “per concorrere alle necessità della Chiesa e al sostentamento del clero”.
Come pure ci piace ricordare che al n° 331.si richiama:
Per esprimere concretamente l'attenzione ai poveri e per educare i fedeli ad essa, ogni parrocchia destini ad attività caritative non solo quanto viene raccolto con iniziative straordinarie, ma anche una quota percentuale delle entrate ordinarie del suo bilancio, stabilita di comune accordo tra il consiglio pastorale parrocchiale e il consiglio per gli affari economici.
Noi sacerdoti crediamo che il trattamento economico che ci è garantito dal Sostentamento del Clero (di cui una piccola parte viene dalle parrocchie dove prestiamo servizio) è sufficiente per le nostre necessità e non riteniamo giusto prendere per noi le offerte delle “messe con intenzione” o una parte di esse. Destiniamo invece la quota complessiva delle intenzioni delle messe a sostenere la cassa delle nostre Caritas parrocchiali che, specialmente in questo tempo di crisi, sono chiamate a far fronte a gravi situazioni di povertà di varie famiglie che abitano nei nostri quartieri.
In conclusione: non è chiesto niente di più a nessuno; sentiamoci tutti responsabilmente impegnati a sostenere la vita delle nostre parrocchie, anche economicamente; le offerte delle intenzioni delle messe vanno tutte per la carità.
Salutiamo cordialmente.
don Marcellino, don Alfredo, don Giuseppe
Milano, 1 marzo 2011