Maria Madre della Chiesa e San Barnaba in Gratosoglio
del 18 FEBBRAIO 2011 - presso la Sala Molaschi di via Saponaro, 28
I due consigli pastorali si sono riuniti per discutere sul seguente Ordine del giorno:
1. Ascolto della Parola Mt 13,44-52 e breve commento di don Marcellino, seguito dalla preghiera dell’educatore.
2. Come nel precedente incontro (sulla festa patronale di San Barnaba), affronteremo un argomento che è importante per entrambe le comunità parrocchiali, ma anzitutto entrando in merito a come questo è vissuto nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa: la cura educativa cristiana nei confronti dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani.
A partire da alcune fatiche di questi ultimi mesi, ci chiediamo cosa raccogliere del cammino passato, come custodire e al contempo rinnovare i modi di un servizio educativo nell’oggi e per il domani di Gratosoglio’.
3. La Quaresima: suggerimenti per come vivere e proporre le celebrazioni e i momenti tipici del tempo che ci prepara a celebrare la Pasqua di Risurrezione.
4. Varie e d eventuali.
1.
Don Marcellino, ricordando che la Parola ci aiuta a confrontare i criteri delle nostre scelte, sottolinea che il Regno dei cieli è Gesù tra noi, è la pace che Gesù desidera per tutti noi e noi ne desideriamo il compimento: questo è il nostro tesoro. La rete della parabola raccoglie tutti: sforziamoci perciò di crescere come il grano buono, senza anticipare il giudizio. Infine la domanda di Gesù “Avete capito?” ci ricorda che non si finisce mai di imparare; quindi occorre dare valore all’antico, essendo però aperti anche al nuovo.
2.
Riccardo e Pino: il Progetto dell’oratorio 2008-2010 prevedeva l’apertura dell’oratorio a tutti, ma ora mancano persone che se ne occupino per tutta la settimana, così che i ragazzi non sono più sotto controllo e mancano di una figura autorevole che mantenga l’ordine.
Emilia: cambiano tante cose, per cui serve la maturità di capire cosa è cambiato e vedere in prospettiva come il cambiamento può essere positivo. Occorre un salto di qualità a cui posso contribuire solo con la preghiera.
Maria Grazia: rileggendo il progetto pastorale oratoriano ho notato la presenza di molte figure e l’assenza dei genitori; ora che sono diminuiti gli operatori è necessario fare la fatica di chiedere ai genitori una presenza più attiva ed essere convinti che ciascuno nell’agire fa del suo meglio.
Andrea: l’oratorio non si può ridurre solo al bar e al campo di calcio, occorre un progetto culturale valido e chiederci come noi adulti possiamo diventare un punto d’incontro per i ragazzi.
Roberto: custodire e rinnovare i modi educativi significa andare all’origine dell’educazione che per me è introdurre l’altro a vedere la realtà che è sempre diversa, così come le regole; propongo di studiare insieme una volta alla settimana (6-8 incontri la domenica sera) il testo “Il rischio educativo”.
Ida: va ripresa l’esperienza che c’era in passato dell’accoglienza alle famiglie.
Clelia: è importante coinvolgere i genitori e, anche attraverso gite, creare la comunità (vedi progetti specifici di Liguria e Trentino); occorre valorizzare la presenza dei ragazzi stranieri e progettare interventi specifici sui disagi giovanili; infine serve che i genitori prendano coscienza che il loro compito educativo non si risolve nel far fare ai ragazzi tante attività.
Giuseppe: le agenzie educative che si rivolgono ai ragazzi sono tante: serve una collaborazione ed interazione tra loro ma serve anche motivare i genitori ad un impegno educativo.
Laura: il dibattito di questa sera suggerisce di scegliere il tema comune dell’educazione per la festa di San Barnaba e di appoggiare l’apertura di uno spazio bimbi per rilanciare l’apertura della comunità alle famiglie.
Luca: l’investimento sull’educazione è a lungo termine e necessita di un lavoro costante, come dimostra l’esperienza del CIC insieme con i genitori, che ha suscitato corresponsabilità educativa e progettualità.
Anna e Lucia: dall’esperienza comune di presenza in oratorio emerge la necessità di essere accoglienti nei confronti dei ragazzi, senza discriminazioni (vanno accettati tutti) e senza perdere la pazienza: pensando che alcuni ragazzi non hanno delle famiglie alle spalle, se necessita fare osservazioni farle con i dovuti modi e riprenderli, sempre con delicatezza.
Don Alfredo: il problema dei ragazzi sono gli adulti, immersi nei loro problemi di coppia o di lavoro; anche la comunità spesso non offre esempi di relazioni gratificanti. Occorre che si stabilisca tra noi una relazione educativa che metta al centro i ragazzi e, riscrivendo il progetto, ridirci come fare oggi con le forze che abbiamo.
Antonio: visto che sono stato affascinato da Gesù, penso che l’unico modo sia testimoniarlo: il resto viene di conseguenza.
Francesco: si deve curare il clima dell’oratorio, dove non deve vigere la legge del più forte, altrimenti non si può educare.
Altri interventi sottolineano la necessità di puntare sulla qualità, chiedendo e dando rispetto; la strada dell’accoglienza è in salita ma darà i suoi frutti.
Arcangela: dobbiamo chiederci cosa deve essere l’oratorio oggi nel nostro quartiere e come accogliere la presenza di molte culture diverse.
Don Giuseppe: a cosa serve tener aperto l’oratorio? Questa è la domanda da porci. Il bello della Parrocchia è che uno entra solo per il fatto che esiste; solo dopo l’accoglienza viene l’educazione che passa attraverso un progetto. Le famiglie vanno coinvolte se mancano i preti, ma occorre che ci sia accoglienza nei confronti di chi si affaccia per dare una mano.
Don Marcellino: sintetizza così il dibattito: c’è il desiderio della comunità di star attenti all’oratorio, in cui vanno curati il clima, dato dall’accoglienza, e il coinvolgimento reciproco. Ci sarà poi un momento più specifico per le persone più direttamente coinvolte che si ritroveranno insieme per capire meglio.
3.
Suor Luigina ed Elisabetta riassumono le proposte quaresimali delle reciproche parrocchie; don Marcellino propone di:
- sostare intorno alla Parola con punto di riferimento la Passione;
- la solidarietà verso i lontani;
- concentrare i contributi in una domenica per sottolineare il gesto.
Altre proposte: Concerto del Coro Milano: canti quaresimali con letture, salmi e meditazioni; tempi di silenzio (adorazione eucaristica); in 3 venerdì sera affrontare il tema della carità:
- alimentare partendo dai dati statistici e dal racconto di ciò che oggi si fa,
seguito da un commento di don Marcellino sul senso di ciò che si fa;
- del centro di ascolto, (con la stessa modalità del precedente incontro);
- assemblea confronto su come si è vissuta la carità.
Si stabilisce di continuare le prassi degli anni precedenti (via crucis mattino prima di scuola per i ragazzi e alle 9 in san Barnaba, alle 17 a Maria MDC; martedì nelle case ascolto della catechesi dell’arcivescovo; ritiri adolescenti e giovani; visita agli anziani; cena frugale delle 19,30 preceduta da riflessione, silenzio e preghiera) si decide inoltre che la Veglia Pasquale sia celebrata unitariamente in San Barnaba, mentre le altre iniziative siano un po’ a Maria Madre della Chiesa e un po’ a San Barnaba; e che il rito penitenziale delle Ceneri sia nelle due chiese il lunedì sera alle 21, disgiunto dall’Eucarestia.
4.
Gli anniversari di matrimonio si celebreranno il 1 maggio; la festa di San Barnaba il 5 giugno (il 12 giugno Mons. Peppime celebrerà in San Barnaba la Messa di 25° di ordinazione).Viene approvato il verbale della seduta precedente. Il CAEP dà notizia di alcuni orientamenti: fare manutenzione alle opere parrocchiali; ridimensionare il costo della ristrutturazione della casa parrocchiale; l’ultimo versamento per il rifacimento della chiesa sarà quello di marzo.