Dal Consiglio Pastorale dello scorso 2 febbraio è venuta una indicazione preziosa per il cammino della nostra comunità cristiana: siamo chiamati sempre più a dar vita ad un oratorio ‘aperto’.
Un oratorio dove il confronto con le famiglie, anche di diverse religioni e culture, è fondamentale e da incentivare; che si attrezza per farsi carico dei bisogni dei ragazzi senza pregiudizi e dove la presenza ‘semplice’ di adulti e giovani offre anzitutto un’accoglienza cordiale; che nel rispetto di tutti offre percorsi significativi di maturazione umana e spirituale e che per ciò si avvale dei doni e delle competenze diverse di molti soggetti che agiscono per il bene dei ragazzi, valorizzando le varie risorse educative della comunità cristiana ma anche del territorio.
Proprio per questo un’oratorio consapevole dei suoi limiti… anzitutto quello di veder riflesso nel vissuto molte volte problematico e sofferto dei ragazzi le tante crisi del mondo adulto che spesso si dimostra distratto se non infastidito rispetto al reale vissuto dei ragazzi e in particolare dei comportamenti che sono un sintomo da decifrare del loro disagio.
Sono le ‘linee’ emerse dal confronto a partire dal racconto di quattro storie-tipo dei ragazzi/e che attraversano in modi diversi i nostri oratori e le loro proposte. Orientamenti che crediamo hanno radicamento nell’insegnamen-to evangelico e nella variegata tradizione educativa della Chiesa, ma che non sono per nulla scontati nel contesto attuale quando pare prevalere nella formazione del giudizio sulle cose della vita, anche per noi credenti, più la paura del nuovo e del diverso oltre alla difesa del proprio particolare interesse…
Martedì 1 marzo sarà convocata una assemblea di tutti coloro che a vario titolo operano in ambito educativo nelle nostre parrocchie perché è impegno del Consiglio pastorale che queste riflessioni siano il più possibile diffuse, discusse e condivise, ma sono affidate a tutti gli adulti e i giovani perché la missione educativa non comincia né si esaurisce in oratorio ma nelle nostre famiglie, nelle relazioni che viviamo tra inquilini della stessa scala, nello stile col quale ‘abitiamo’ le nostre vie, le scuole, i luoghi di lavoro e di gioco… la nostra intera vita. Le nuove generazioni, ne siamo convinti, hanno infatti bisogno di esempi diffusi nei vari ambiti e ambienti che attraversano: e questo è compito di ciascuno.