Carissimi,
la prossima festa di San Barnaba coincide con la celebrazione della Pentecoste: compimento della Pasqua e Natale della Chiesa. Felice occasione per
rileggere il momento di vita della nostra comunità, alle prese con le
problematiche e le opportunità di questo frangente storico nella periferia di
una Milano in forte trasformazione su tutti i fronti, ma anche e soprattutto
continuamente spinta e rinnovata nella fede, nella speranza e nella carità dal dono dello Spirito Santo.
E’
infatti Lui il protagonista di ogni tempo della
storia della Chiesa, invisibile agli occhi ma non a quelli di chi
crede, Maestro interiore dei semplici, presenza del Risorto lungo i secoli fino
al compimento della promessa: Tornerò e vi porterò con me perché siate anche
voi dove sono io.
Ci fa
bene considerare così il nostro vivere di cristiani che edificano giorno per
giorno la Chiesa in Gratosoglio. Mi pare ci infonda anzitutto serena pace a
fronte delle ardue sfide da affrontare e della pochezza della nostra fede e del
nostro amore.
A noi
cosa è chiesto? Provo a rispondere ricordando quanto San Giovanni Paolo II ci
scriveva nella lettera Apostolica “Novo Millennio Ineunte” al termine del
grande Giubileo del 2000: (43) Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che
inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle
attese profonde del mondo.
Che cosa significa questo in concreto? […] Prima di programmare iniziative
concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola
emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il
cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori
pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità. Spiritualità
della comunione significa innanzitutto sguardo del cuore
portato sul mistero della Trinità che abita in noi, e la cui luce va colta
anche sul volto dei fratelli che ci stanno accanto. Spiritualità della comunione
significa inoltre capacità di sentire il fratello di fede nell'unità profonda
del Corpo mistico, dunque, come “uno che mi appartiene”, per saper condividere
le sue gioie e le sue sofferenze, per intuire i suoi desideri e prendersi cura
dei suoi bisogni, per offrirgli una vera e profonda amicizia. Spiritualità
della comunione è pure capacità di vedere innanzitutto ciò che di positivo c'è
nell'altro, per accoglierlo e valorizzarlo come dono di Dio: un “dono per me”,
oltre che per il fratello che lo ha direttamente ricevuto. Spiritualità della
comunione è infine saper “fare spazio” al fratello, portando “i pesi gli uni
degli altri” e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci
insidiano e generano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie. Non ci
facciamo illusioni: senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero
gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senza anima,
maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita. […]
(46) Questa prospettiva di comunione è strettamente legata alla
capacità della comunità cristiana di fare spazio a tutti i doni dello Spirito.
L'unità della Chiesa non è uniformità, ma integrazione organica delle legittime
diversità. È la realtà di molte membra congiunte in un corpo solo, l'unico
Corpo di Cristo. È necessario perciò che la Chiesa del terzo millennio stimoli
tutti i battezzati e cresimati a prendere coscienza della propria attiva
responsabilità nella vita ecclesiale.
Forse è superfluo osservare quanto sono profetiche e di grande
attualità queste consegne.
Le sento così per me e per noi nel cammino di comunità pastorale
tra le nostre due parrocchie e soprattutto per San Barnaba che sta ultimando i
lavori del nuovo oratorio e centro parrocchiale.
Perché diventiamo casa e scuola di comunione dipende
da tutti noi, dipende anche da te!
Buona Festa a tutti.
don
Alfredo