18 giugno 2010

DAVANTI ALLA SINDONE

Risonanza dopo il “pellegrinaggio” a Torino

Pochi minuti in piedi davanti alla Sindone a contemplare, a pregare, a fare memoria. La Sindone, quel telo sul quale si sono pronunciate ipotesi scientifiche e storiche, l’ho avuta per qualche minuto di fronte a me. E mentre risuonavano ancora nella mente tutte le date e i dati pronunciati da chi ci accompagnava durante il viaggio, il mio cuore torna a duemila anni fa e alla parole che tu Signore pronunciasti per noi: “Beati coloro che crederanno pur non avendo visto”. Se uno cerca prove o conferme a sostegno della propria fede probabilmente non le troverà mai e anche la Sindone non può rappresentare niente di tutto questo.

Ma io non sto cercando prove, ma sto cercando te Signore Gesù e le uniche parole che riesco a pronunciare guardando quel telo e i segni della passione che mostra, le uniche parole che risuonano nel mio cuore sono: “Padre non come voglio io, ma come vuoi tu”.

Se quel telo sia un falso o un originale a me non importa, la Sindone rimane comunque un segno che ci riporta, mi riporta ad un Gesù che si è fatto uomo e che ha vissuto in mezzo a noi per indicarci una strada, una strada che fosse reale, che fosse speranza incarnata.

Ma se qualcuno mi dovesse chiedere di raccontare l’esperienza Sindone io partirei da quello che una persona mi ha detto al ritorno dal pellegrinaggio: “Se anche io credessi che quel telo ha avvolto il corpo di Gesù, dovrei fare comunque un passo ulteriore e credere che Gesù è risorto”.

Quell’uomo ha ragione, ci viene comunque e sempre chiesto un atto di fede. Cosa allora dire se non che credere è un dono, che credo perché ho fatto esperienza di Te nella mia vita, credo perché ho vissuto nella mia vita il buio senza di te e la luce della tua presenza.

Ancora qualche minuto davanti alla Sindone e nel mio cuore risuonano ancora e ancora queste parole: “Non come voglio io, ma come vuoi tu”.
E anche se nessuno può darci garanzie e prove al nostro credere, io stringo nel mio cuore la certezza che nella mia vita niente e nessuno mi ha donato parole più dolci e vere di quelle pronunciate da Gesù.

E quando vedo far capolino piccole gemme d’amore malgrado i miei limiti e le mie paure come in chi mi vive accanto e ne sento il profumo, capisco che lo Spirito Santo è qui, presente in noi, anche se non sappiamo comprendere come e in che direzione soffi … ed è ancora fede.

Probabilmente ci sarà buio nel nostro credere, ci saranno dei momenti nei quali faremo fatica a credere, ci saranno momenti nei quali ci sentiremo troppo piccoli e incapaci di lasciarci da te educare, ci saranno dei momenti nei quali la tua strada ci farà paura ora poco, ora tanto, ma tu Signore tieni accesa la nostra fede perché solo Tu puoi colmare la nostra sete d’amore e d’infinito. Tieni accesa in noi la volontà di imparare ad amare come tu ci hai insegnato e come la Sindone comunque sia ci aiuta a ricordare.

Signore facci “peccare della presunzione” di voler imparare ad amare come tu ci ami.