Ma la parola Avvento richiama più che la commemorazione di un fatto del passato l’idea di una attesa di qualcosa che deve ancora venire.
In questo modo i cristiani danno un senso nuovo al tempo che viviamo: la storia umana procede verso una meta, un compimento, un fine.
Certo, tutto questo dipende dalla Incarnazione di Gesù, che ha già cambiato la storia dell’uomo in modo irreversibile, svelando cose definitive, rendendo possibile viverle, crederle, sperarle: un legame filiale e sereno con Dio, la costruzione di rapporti umani fraterni e condivisi, il sogno di un mondo più giusto, la dignità di ogni vita umana riscattata dal potere …
Il mondo e la storia però sono ancora pieni di fatti e segni che “smentiscono” questo sogno cristiano e i cristiani vivono sapendo che il compimento di tutto in realtà è affidato ai tempi ultimi, in cui il Signore accoglierà ciò che nel mondo è secondo la sua volontà.
Per questo vivono “aspettando” il Signore, custodiscono la forza di una promessa con gli occhi fissi verso il tempo del suo compimento.
Il presente è allora, per i cristiani, il tempo in cui essere fedeli allo stile di Gesù, facendo i conti con la durezza della storia. Come si deve stare in questo mondo, in questa storia, in questo tempo conservando il desiderio e la speranza del mondo nuovo e definitivo che il Signore prepara per noi?
Ciò che ci sarà sempre dato è la possibilità di conservare e custodire i segni di quel modo di essere che caratterizzerà il tempo definitivo: una vita fraterna, giusta, pacifica, solidale che faccia capire che c’è la possibilità di una vita veramente umana e faccia venir voglia di credere alle promesse del Signore e sperare nel tempo in cui Egli tornerà.
Nell’ Avvento si impara, da discepoli dell’unico Maestro, a tenere legate queste attese umane e comuni alle grandi promesse della fede.
Per aiutarci in questa verifica della nostra vita proponiamo alcuni incontri particolari che da una parte ci ricordino la promessa di Dio, legata alla sua “Parola data” e dall’ altra ci richiamino alla nostra partecipazione cordiale alle attese umane, soprattutto dei più poveri. In concreto:
primo momento: “dalla memoria della Scrittura all’attesa di Quello che deve venire” – “in ascolto della Parola” venerdì 19 novembre ore 21 in chiesa a Maria Madre della Chiesa;
secondo momento: “custodire i segni per essere fedeli allo stile di Gesù” – “in ascolto di testimoni” venerdì 3 dicembre ore 21 in San Barnaba (Missione Belem e padre Clemente);
terzo momento: celebrazione penitenziale venerdì 17 dicembre in San Barnaba (ore 21) o sabato 18 dicembre in Maria Madre della Chiesa (ore 9,30).
La visita alle famiglie è un gesto semplice ma significativo che esprime questo desiderio di fedeltà a Dio e agli uomini: la pace che il Signore è venuto a portare sulla terra vorremmo raggiungesse e abitasse sempre le nostre case. Quest’anno verranno in visita i preti, le suore e i visitatori laici in entrambe le parrocchie.
Concrete iniziative di solidarietà nelle due parrocchie: che vogliono esprimere il nostro tentativo di condividere quelle situazioni di maggiore povertà e fatica sociale e umana che incontriamo nello scorrere delle nostre giornate. Quale gesto simbolico comune di solidarietà delle nostre parrocchie destineremo al Fondo Famiglia Lavoro della diocesi tutte le offerte delle messe di sabato 11 e domenica 12 dicembre.
don Marcellino e gli altri preti