Una storia ebraica narra di un rabbino saggio e timorato di Dio che, una sera, dopo una giornata passata a consultare i libri delle antiche profezie, decise di uscire per la strada a fare una passeggiata distensiva. Mentre camminava lentamente per una strada isolata, incontrò un guardiano che camminava avanti e indietro, con passi lunghi e decisi, davanti alla cancellata di un ricco podere. "Per chi cammini, tu?", chiese il rabbino, incuriosito. Il guardiano disse il nome del suo padrone. Poi, subito dopo, chiese al rabbino: "E tu, per chi cammini?". Questa domanda, conclude la storia, si conficcò nel cuore del rabbino.
Quel "PER CHI" ogni volta che rileggo questa storia mi interroga. Così ho pensato di offrirla come indicazione di cammino in questo tempo di Avvento.
Di solito non siamo abituati a badare alla direzione delle nostre giornate, specialmente se "piene" di cose da fare; altre volte non ci badiamo perché le tiriamo a destra e a sinistra, trascinandoci tra una relazione e un'altra; altre volte ancora aspettiamo chissà cosa per vincere monotonia e routine.
In tutto questo ci scordiamo la motivazione profonda del nostro essere vivi, qui e ora: ciascuno di noi è oggetto particolare dell'attenzione di Dio, e questo ce lo ha dimostrato chiamandoci prima di tutto alla vita. Ma c'è una motivazione ancora più profonda e grande: il "dono per me" che è Gesù figlio di Dio nel mistero del Natale e della sua incarnazione.
L'Avvento serve proprio per verificare se al mio "per chi" posso rispondere "io cammino per il Signore della mia vita, il Signore Gesù".
Fidiamoci di Lui, della sua promessa di vita piena e di felicità autentica: cerchiamo di farlo tutti i giorni.
Lo farai anche tu?