“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia…” (EG n.1).
Mi sono soffermato su queste parole di papa Francesco perché mi pare possano essere utili a richiamarci una prospettiva per vivere con più profondità il tempo dell’Avvento.
La parola di Dio, che ci accompagnerà, ci parla di attesa, di festa, ci porta consolazione e speranza e quindi gioia: gioia legata all’incontro col Signore.
Noi però viviamo giorni non facili, ci sono tante cose storte dentro e fuori dalle nostre case, tante cose che non vanno secondo i nostri desideri, cose che ci preoccupano e ci inquietano, ci fanno soffrire e ci tolgono la gioia del cuore. A volte mi sembra ci tolgano anche ogni prospettiva di futuro, di speranza: sembra che non attendiamo più niente e nessuno.
Tutto questo naturalmente svilisce e impoverisce la qualità della nostra vita, rischia di appiattirla nel “giorno dopo giorno”, nel “tirare a campare”, cronicizzando fenomeni sociali e culturali incredibili e devastanti per la convivenza sociale e per la vita personale e familiare (pensiamo ad esempio alla disoccupazione ormai “stabile”, alla scuola, ai giovani … alle varie povertà...). E così sembra che la nostra esistenza di uomini noi la lasciamo “in appalto” alle leggi della natura, del mercato, della finanza, dei mass-media ...
Se questa è la prospettiva che la nostra società ci offre, il messaggio contenuto nel tempo di Avvento va in tutt’altra direzione: parla di festa, di attesa, di consolazione, di speranza …
Tutto questo fondato sulla promessa di Dio, promessa secondo la quale verranno cieli nuovi e terra nuova, non più dilaniata dalla ingiustizia, ma dove tutte le cose saranno giuste, e lo saranno per sempre. E su questa promessa del Signore noi dobbiamo vivere nella gioia e nella pace.
L’Avvento ci dice che Dio prende l’iniziativa e viene nella persona di Gesù e manda il suo messaggero a parlare al deserto che siamo noi …
È questo il fondamento sicuro della nostra speranza. Noi siamo quello che siamo, ma accanto a noi c’è sempre Qualcuno, c’è sempre Dio che non dispera di noi, che ha fiducia in noi, che vuole la nostra gioia, che ci ama di un amore forte e tenace, che resta sempre con noi, anche quando avessimo impietrito il nostro cuore.
L’Avvento ci dice che Dio prende l’iniziativa e viene nella persona di Gesù e manda il suo messaggero a parlare al deserto che siamo noi …
È questo il fondamento sicuro della nostra speranza. Noi siamo quello che siamo, ma accanto a noi c’è sempre Qualcuno, c’è sempre Dio che non dispera di noi, che ha fiducia in noi, che vuole la nostra gioia, che ci ama di un amore forte e tenace, che resta sempre con noi, anche quando avessimo impietrito il nostro cuore.
Da qui scaturisce la gioia del cristiano, il quale può aspettarsi, può sperare anche cose inimmaginabili, sicuro che anche le cose insperabili si faranno, perché il Signore ci ha salvato dal profondo del nostro essere.
don Marcellino
don Marcellino