Non tutti per tutto ma tutto per tutti
Aldilà del gioco di parole, abbiamo avvertito che la conduzione di tutte le equipe dei percorsi di formazione dai preadolescenti ai giovani affidata a tutte le figure leader unite assieme creava certo una evidente comunione ma anche una forte dispersione di energie a discapito della formazione di educatori e ragazzi. Desiderando una più attenta cura si è pensato di destinare ad ogni fascia d'età una guida: sr. Maria Angela peri preadolescenti, sr. Agnese per gli adolescenti e don Giovanni per i 18enni e i giovani. Un'altra indicazione era quella di unire i percorsi delle due parrocchie anche se in Maria madre della Chiesa, per la tipologia dei ragazzi che lo frequentano e per le attenzioni educative messe in atto, continua a sussistere un gruppo adolescenti seguito da 5 educatori e da Don Giovanni.
Un cortile, mille proposte...ma chi sono gli attori?
Un altro grande tema riguardava la quotidianità e la cura del cortile. L'anno scorso si intravvedeva tutto il potenziale dell'apertura quotidiana degli oratori in sinergia fra attività delle ASD USSB e Fenice e le attività ricreative messe in campo quotidianamente dagli adulti che affiancano o sr. Agnese in san Barnaba o gli educatori professionali in Maria madre della Chiesa.
Si insisteva su un'apertura che seguisse il principio dell'amore per una certa tipologia di minori e di intelligenza nel mettere in atto strategie educative pertinenti pur denunciando il fatto che sono sempre pochi gli adulti che possano giocare un ruolo positivo ogni giorno negli orari di apertura dei cancelli degli oratori. Per questo da settembre è partito un percorso di formazione e di attuazione di nuovi progetti educativi che coinvolge circa 30 adulti delle nostre parrocchie. È una vera e propria costruzione di una comunità educante che dal mese di febbraio inizierà a mettere in campo strategie educative il più possibili innovative e coinvolgenti, aperte cioè ad altri soggetti educativi.
Ma all'orizzonte si affacciano già alcune sfide per la pastorale giovanile proprio perché lo scenario è sempre mutevole, a tratti tumultuoso, e mai puoi dire di essere arrivato a destinazione!
minimo comune multiplo e non massimo comune divisore.
La metafora matematica in realtà accende l'attenzione sul fatto che i contesti in cui ci troviamo ad operare, Maria madre della Chiesa e san Barnaba, pur se così vicini geograficamente, sono profondamente differenti per cultura e tradizione. Non è una distinzione qualitativa. Un Massimo Comune Divisore, ovvero una proposta unica da dividere per tutti, non è opportuna e non solo perché quando è stata proposta spesso non ha raggiunto l'obiettivo sperato, ma perché è poco rispettosa di quel principio per cui ad ognuno va dato ciò che gli spetta. Forse è giunto il tempo di chiedersi sinceramente quali siano i bisogni di una specifica comunità giovanile e altresì contare le risorse a disposizione.
C'è un posto anche per te
Gli adulti presenti in un cortile piuttosto che in un altro vanno accompagnati in un reale cammino formativo e di coordinamento perché le sfide che i nostri ragazzi fruitori quotidiani degli oratori ci pongono sono davvero alte. Non dimentichiamo che i nostri oratori sono gli unici e costanti ammortizzatori sociali del quartiere. Che Vangelo della dignità dell'uomo siamo chiamati ad annunciare a questi ragazzi e con quali strumenti? Ma sopratutto: chi? Un calcolo delle risorse ci fa temere di dover limitare l'apertura quotidiana oppure saremo in grado di accettare ancora la chiamata ad esserci per il bene dei ragazzi dei nostri quartieri?
Si comprende allora, in ultima analisi, come l'asse del discorso passi naturalmente dal mondo giovanile a quello adulto e lo ponga con le spalle al muro interpellandolo a non trattenere per sé quanto ricevuto ma a giocarlo sempre di più come in una semina per il futuro dei nostri figli.
(a cura di d. Giovanni)