Carissimi, in occasione della presentazione agli uffici di Curia competenti sul rendiconto economico parrocchiale dell’anno 2010-2011 ci siamo soffermati su alcune considerazioni che vogliamo condividere per offrire a tutti degli elementi di riflessione che vanno ben oltre il dato materiale e ci interrogano sul modo di immaginare la vita della parrocchia del futuro.
La costatazione iniziale è legata al generale diminuire del contributo economico da parte dei fedeli alla vita della parrocchia a fronte di un generale aumento dei costi di gestione ordinaria, utenze e manutenzione delle strutture, e della ‘spesa di carità’ a favore delle situazioni famigliari maggiormente bisognose.
Certo si deve tenere conto di varie contingenze, come il periodo di crisi economica e le diverse e continue sollecitazioni a raccolte straordinarie (vedi per i recenti lavori della chiesa a San Barnaba, o per l’antico debito a Maria Madre, per le tante e lodevoli iniziative di solidarietà in occasione di emergenze umanitarie o a favore di istituzioni e associazioni di carità …), ma anche il variare della composizione degli abitanti dei nostri quartieri, dove è crescente il numero di famiglie e persone straniere, spesso di altre appartenenze culturali e religiose.
La seconda è che l’apporto economico maggiore a sostegno delle attività della parrocchia giunge dalle offerte che i fedeli fanno in occasione delle celebrazioni dei sacramenti (la questua nella messa, le offerte in occasione delle intenzioni di suffragio dei defunti, le offerte in occasione di battesimi, matrimoni, funerali …) mentre è minimo, quando c’è, il ritorno dai ‘servizi’ prestati in alcune occasioni, come ad esempio le feste e i pranzi ‘di comunità’.
Sottilmente alcuni luoghi comuni permeano riflessioni e comportamenti, come l’idea che la chiesa ‘deve’ fare o dare …, che sia ricca, che le parrocchie siano foraggiate dal Vaticano o dalla Curia con l’8x1000, che gli spazi usati in parrocchia o in oratorio devono essere più ‘economici’ che altrove ... Occorre forse invertire questa tendenza chiarendo che la possibilità che la parrocchia continui ad offrire alcuni servizi è data, oltre che dalle motivazioni di fede o educative e dalle disponibilità volontarie e gratuite di qualcuno, anche dal concreto riscontro economico necessario.
Due sono anche le comunicazioni straordinarie che dobbiamo alla comunità:
- sono in dirittura di arrivo i preparativi per avviare i lavori di ristrutturazione della casa parrocchiale di San Barnaba (che dovrebbero svolgersi nel 2013)
- aggiornamento sul debito di Maria Madre della Chiesa.
I lavori sulla casa parrocchiale di via Feraboli 27 saranno quasi completamente coperti dal finanziamento
richiesto ormai oltre due anni fa’ e concesso dal Comune di Milano (cfr. contributo dall’8% sugli oneri di urbanizzazione secondaria). La quota di 280.000,00 € a fondo perduto (che copre solo i costi vivi dei lavori e non l’IVA e le spese accessorie), utilizzabili solo per questo preciso intervento di ristrutturazione della casa, permetterà una migliore distinzione e fruizione dei locali che rimarranno destinati alla segreteria/archivio parrocchiale e al Centro di Ascolto della Caritas e di quelli invece legati all’abitazione di un sacerdote. Il rifacimento di impianti, serramenti e parte del tetto garantirà un risparmio sui consumi di energia nel tempo.
In occasione della progettazione dei lavori, affidata all’architetto Lorenzo Carmagnola, l’Ufficio Amministrativo della diocesi ha sollecitato i sacerdoti e il Consiglio degli Affari Economici ad osservare con attenzione la situazione delle strutture dell’oratorio e del centro parrocchiale in vista delle necessarie decisioni da prendere sulla loro ristrutturazione e/o nuova progettazione.
Per far fronte al bisogno di un ‘cassa’ più consistente in vista dello scenario qui abbozzato si propone ai parrocchiani di San Barnaba di riprendere l’usanza della sottoscrizione mensile.
Il debito di Maria Madre consiste ora nel impegno di restituire il prestito ricevuto da San Barnaba di 30.000,00 €. Nonostante le continue offerte della ‘busta mensile’, non è stato possibile procedere ad una prima restituzione di parte del prestito a causa dell’onerosità della gestione ordinaria, con alcuni piccoli interventi straordinari, dell’enorme struttura. Confidiamo di cominciare la restituzione per la fine dell’anno.
Resta l’impegno della ‘busta mensile’, l’ultima domenica del mese, e dell’attenzione a contenere le spese nell’utilizzo di impianti e servizi. (...)
Il rendiconto completo è conservato nelle case parrocchiali e disponibile per la consultazione contattando i sacerdoti.