Abbiamo vissuto, in questa ripresa dell’anno pastorale, momenti significativi per la vita della nostra comunità: la giornata di programmazione a Pavia, la festa d’inizio attività dei nostri oratori, la festa patronale di Maria Madre della Chiesa.
Sono state giornate con sottolineature e richiami diversi per la nostra fede, ma tutte orientate a ricordarci come la nostra adesione a Gesù dà origine ad un modo nuovo di vivere la nostra vita, le nostre relazioni, il nostro quotidiano; solo da qui può scaturire l’impegno, perseverante e sereno, attraverso i più svariati “servizi”, a far crescere l’umanità dei fratelli e delle sorelle con cui condividiamo l’esistenza.
A partire dai due riferimenti evangelici che hanno fatto un po’ da guida in queste giornate (il racconto della Visitazione di Maria ad Elisabetta e della sequela di Gesù da parte del cieco Bartimeo, guarito da Lui), vorrei richiamare due semplici prospettive con le quali vivere le proposte che andremo facendo durante l’anno.
La prima prospettiva è quella di non dimenticare mai che essere cristiani significa innanzitutto essere discepoli di Gesù, mettere Lui al centro della nostra vita, frequentare la sua Parola, accogliere con gratitudine il suo Amore, seguirlo lungo la sua strada.
Vanno in questa direzione le proposte di momenti di preghiera, ascolto della parola di Dio, celebrazione dei sacramenti, catechesi, cura per la nostra formazione interiore.
Una seconda prospettiva è quella di ricordare come, sull’esempio di Maria, essere cristiani significa custodire Gesù per il bene dell’umanità, con Lui nel cuore “visitare/condividere” le situazioni di fatica, bisogno, povertà, desideri di vita giusta/buona che ci sono nel cuore di ogni persona.
Vanno in questa direzione le proposte più orientate al servizio di una promozione umana autentica, di una proposta di valori, atteggiamenti, comportamenti, azioni che, al di là del loro valore immediato, possono far pensare al Vangelo. In concreto sono i gruppi di servizio, gli oratori, le associazioni sportive, quelle culturali e teatrali, i doposcuola e tutti quegli interventi o iniziative che vogliono essere un segno della vita buona e delle relazioni fraterne che il Vangelo di Gesù promuove e suscita.
Mi auguro che l’invito ad un cristianesimo rinnovato, che ci proviene dalla celebrazione dell’Anno della fede e della memoria del Concilio, possa trovare i cuori di noi tutti disponibili a lavorare per far emergere, grazie alla forza dello Spirito, delle comunità vive, che siano al servizio dell’umanità, portando e vivendo della Buona notizia che è Gesù.
don Marcellino.