COMUNICARE LA PACE
Il fascino e le possibilità di un linguaggio alternativo -
L'impegno per una città accogliente rivolta al futuro
Milano, quartiere Gratosoglio - 16-22 febbraio 2020
“È
urgente trovare un linguaggio antagonista e un canale narrativo emozionale
capace di far uscire le parole giuste dai circoli chiusi, dai patetici caffè
delle sinistre morenti e aprire i cuori delle periferie dimenticate.”
(Paolo
Rumiz, Il filo infinito)
Da
alcuni mesi in Italia, ma anche in altri paesi di Europa, assistiamo ad una
repentina rinascita di estremismi e di nazionalismi suscitati e assecondati da
una politica gretta e miope. L'Europa, con il suo assetto attuale e con il
sogno dei padri fondatori che la rappresentavano come dimora di pace e dei
diritti, oggi più che mai è a rischio di disgregazione, di balcanizzazione,
attaccata violentemente da più parti.
La
rigida chiusura delle frontiere e l'inabissarsi di ogni prospettiva politica ed
economica di accoglienza offende la dignità di uomini e donne e minori che si
sono messi in cammino per un futuro migliore. Ma a rischio c'è soprattutto
anche l'integrazione dei nuovi cittadini europei e delle seconde generazioni.
La percezione che si ha comunemente di loro non è di risorsa ma di problema;
all'impoverimento dei loro diritti e alla loro difficile emancipazione sociale
corrisponderà presto o tardi l'identica violazione diffusa anche nelle fasce più
deboli della nostra società. È in atto una guerra fra poveri incapaci di
comprendere i problemi sociali più veri e incapaci di creare alleanza per
comuni diritti e sviluppo.
Le
analisi sociali e anche psicologiche si sprecano. Ma il punto ulteriore è questo:
come è stato possibile che il linguaggio dell’odio e della violenza abbia avuto
tanto séguito? Da dove nascono le paure che generano difesa a oltranza? Come è
stato possibile che molti, troppi, nostri concittadini si siano lasciati
intrappolare nelle reti della rabbia per il diverso, anche quelli in cui
dovrebbe essere vivo il ricordo delle guerre in Europa, dei muri che separavano
l'Occidente dall'Oriente e delle nostre migrazioni all'interno dei nostri Paesi
o verso l'estero? E infine, come è possibile
che eserciti più fascino il linguaggio della violenza e della paura e delle
contrapposizioni più di quello del bene e della pace, dell’accoglienza, del
futuro? Noi vorremmo immaginare una narrazione alternativa della realtà,
un'ermeneutica che possa diventare stimolo per un nuovo sistema sociale e
politico.
Anche
quest'anno collaborano: Comune di Milano: Servizio Giovani e Assessorato
all'Educazione; Comune di Milano, Municipio V; Centro Culturale Asteria;
Coordinamento di alcuni Istituti Superiori di Milano; Centro Ambrosiano
Documentazioni Religiose dell'Arcidiocesi di Milano; GMI (Giovani Musulmani
Italiani); Comunità Bahà'i di Gratosoglio; Diocesi di Saint-Dénis, Ile de
France Liceo di Oulx.
Per
visionare l'intero programma cliccate qui