Carissimi, si
avvicinano i giorni della Pasqua di risurrezione che quest’anno attendiamo in
modo del tutto particolare. Non ci attendiamo miracoli risolutori del dramma
che ha investito il mondo. Intuiamo invece che proprio lo sguardo a Gesù
crocifisso e il cuore aperto all’annuncio della sua risurrezione saranno per
noi, e per tutti, motivo di conferma nelle scelte di bene e di amore… fino al
dono della vita (quante splendide testimonianze in questi giorni!) e di più
intensa solidarietà fraterna tra gli uomini e i popoli. Unico è il destino
dell’umanità che la Pasqua di Gesù rivela: la pienezza della vita risorta
nell’abbraccio dell’Unico Padre.
Vivremo queste
celebrazioni anzitutto in famiglia, con la possibilità di unirci
all’Arcivescovo Mario per la celebrazione dei riti della Settimana Santa in TV (canale 195 CHIESATV) e anche utilizzando gli
strumenti preparati per la preghiera in famiglia, che trovate sul Portale diocesano, mentre sulla pagina Facebook Due Cortili Gratosoglio potrete seguire la
celebrazione del Giovedì Santo alle
ore 18 che noi preti della Comunità pastorale vivremo insieme alle nostre
suore.
Soprattutto sarà
occasione di riscoprire la straordinaria possibilità che ci ricordano le parole
dell’indimenticabile card. Martini quando raccontava ciò che vedeva nel tempo
del suo ritiro a Gerusalemme:
«Il popolo ebraico,
anche oggi, per trasmettere la fede non ha catechismo, catechisti, e nemmeno
ore di religione. Come viene allora trasmessa la fede? In famiglia, non attraverso delle definizioni astratte, fatte
imparare a memoria, ma attraverso la celebrazione delle varie feste. Le feste sono il grande luogo di insegnamento della fede per il
bambino ebraico.
Per esempio a settembre si celebra la festa bellissima del capodanno
ebraico. Poi la festa autunnale di Sukkot, cioè dei Tabernacoli
o delle Tende, legata al raccolto dei frutti della terra, quando, nel giardino
di casa o sul piccolo terrazzo, o sul balconcino ogni famiglia, con qualche
semplice stuoia o frasca, si costruisce una casetta dove per una settimana si
reca a pregare e a mangiare certi cibi, per non dimenticarsi dei quarant'anni
di cammino nel deserto, quando Israele, prima di vivere dei frutti della terra
promessa, veniva sostentato gratuitamente tutti i giorni dalla mano provvida di
Dio. Successivamente
ecco lo Yom-Kippur, il giorno solennissimo
dell'espiazione, liturgicamente parlando più importante, di digiuno totale. Poi
la festa di Chanukkah, che celebra la rinnovazione del
tempio. Poi ancora Purim,
una parola che vuol dire «sorti», il carnevale ebraico, quando si festeggia il
cambio delle sorti con cui gli ebrei, destinati a sterminio, furono salvati per
coraggiosa intercessione di Ester presso il re Assuero. E infine la grande festa di Pesach, della Pasqua di
liberazione del popolo dalla schiavitù di Egitto, che è solennissima come da
noi, cui segue la
festa della Pentecoste, della Simchat-Torah, cioè della “gioia-per-il-dono-della-Legge”.
Va detto che ognuna di queste
diverse feste è vissuta in famiglia con speciale intensità. Ognuna ha le sue
preghiere proprie, che la mamma o il papà fa recitare a tutta la famiglia, a
tutti i bambini. Per ognuna ci
sono giochi, canti e colori
propri. E quindi i bambini imparano così, celebrando nella vita, udendo
raccontare la storia del popolo e di questo Dio misericordioso, vicino, fedele, presente, attraverso l'esperienza
quotidiana.
Tornando a noi, certamente sono
molto importanti il catechismo e la catechesi. Ma dobbiamo anche ritornare a
scommettere sulla trasmissione in famiglia. E anche
qui, appunto, non pretendendo dai genitori
di trasformarsi in piccoli teologi che
insegnano delle formule a memoria - questo lo potranno quanti sono in grado di
farlo - ma soprattutto perché i
genitori preghino coi figli e celebrino con loro le feste liturgiche nel tempo
e modo dovuto.
Abbiamo moltissime splendide
occasioni: l'Avvento, il Natale, la Quaresima, la Pasqua, la Pentecoste, il
mese di maggio, le feste della Madonna, le
feste dei Santi, le feste del santo Patrono.
Se ogni famiglia, in qualche
maniera saprà dare anche solo un segno per ognuna di queste feste - non solo
nella preghiera, ma anche nel cibo, nei piccoli regali, anche in qualche
ornamento esteriore –, allora ecco che il bambino avrà appreso senza bisogno di speciali
artifizi di memoria, perché questa gli si fisserà indelebilmente nelle cose, nell'esperienza vissuta e quindi memorabile,
consentendogli di entrare in modo graduale, simpatico, gioioso nell'atmosfera,
nel mondo della fede».
Infine
non potendo indicare un termine certo dell’emergenza in corso e pensando che
avremo bisogno di tempo per riprendere un ritmo di vita “normale”, vi comunico
che la celebrazione della prima
Riconciliazione, della prima Comunione e della Cresima sono rinviate al
prossimo mese di ottobre.
Milano, 31 marzo 2020.
don Alfredo con sr
Maria Angela, Betta e le catechiste
Un
lavoretto non poteva mancare. Se vi va, se vi avanza tempo… è da incollare su
cartoncino o semplicemente da colorare e ritagliare. È la colomba della pace
che Gesù risorto porta ad ogni famiglia. È la pace di chi sa che può contare
sulla vicinanza di Gesù anche nei momenti difficili.
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