Che strana quaresima.
Tosta, dura. Con molte chiese chiuse. E la gente divorata dalla paura.
Paura di cosa? Di essere
contagiati? Sì, certo. Ma, soprattutto, paura di morire.
Perché nessuno più ci
parla della morte. Nessuno ci prepara a morire. Per un attimo ci siamo creduti
immortali. Come se la scienza o la politica o l’economia avesse una soluzione
per tutto. Teneri.
Ci lasciamo prendere
dalla paura. Il peggiore dei virus.
Imparassimo a fare come
il profeta Samuele quando deve scegliere il nuovo re e che, a nome di Dio,
rifiuta i sani e muscolosi figli di Iesse perché Dio vede il cuore e non
l’apparenza e il cuore dell’adolescente Davide, agli occhi di Dio, è uno
spettacolo!Imparassimo… Il rischio,
invece, è quello di sprofondare nella notte.
Non quella che si
alterna al giorno, che può essere dolce e intensa. Ma quella dello spirito,
dell’anima, dell’inconscio. Uno stato in cui la tenebra contraddistingue le
nostre scelte, il nostro percorso.
Siamo assetati e Cristo
è l’acqua. Siamo ciechi e Cristo è la luce.
Continua a leggere qui