28 settembre 2017

Festa degli Oratori Maria Madre della Chiesa e San Barnaba da Domenica 1 al 8 ottobre 2017










PROGRAMMA DELLA FESTA

DOMENICA 1 OTTOBRE

Ore 11.00 Santa Messa a Maria Madre della Chiesa (MMDC)
VEDRAI CHE BELLO!

mandato agli educatori e ai catechisti per l’anno oratoriano
consegna ai bambini del CIC elementari e alle famiglie di un dono speciale
Al termine si raccoglieranno le iscrizioni per:
· Caccia al Tesoro a squadre per grandi e piccini di Sabato 7 Ottobre a San Barnaba
· Cena Comunitaria di Sabato 7 Ottobre a San Barnaba
Al termine della Santa Messa aperitivo per tutti!

Dalle 15.00 Divertiamoci insieme a Maria Madre Della Chiesa!
Giochi a squadre, giochi musicali, torneo di carte
Panini con salamelle, patatine e dolci golosità
Pozzo di san Patrizio
Iscrizioni per il Cammino di Iniziazione Cristiana (CIC) dalla 2° alla 5° elementare


LUNEDI’ 2 – MARTEDI’ 3 OTTOBRE
Ore 17.00 Giochi organizzati per bambini e ragazzi in oratorio MMDC


MERCOLEDI’ 4 OTTOBRE
Ore 17.00 Giochi organizzati per bambini e ragazzi in oratorio MMDC
Ore 21.00 Veglia Interreligiosa Giovanile nel Salone Teatro di Maria Madre della Chiesa Seguirà momento conviviale


GIOVEDI’ 5 OTTOBRE
Ore 16.30 Santa Messa presso la Casa di Riposo EMMAUS
Ore 17.00 Giochi organizzati per bambini e ragazzi in oratorio San Barnaba


VENERDI’6 OTTOBRE
Ore 16.30 Santa Messa presso la Casa di Riposo COOPSELIOS
Ore 17.00 Giochi organizzati per bambini e ragazzi in oratorio San Barnaba
Ore 21.00 Cinepizza per adolescenti nel Salone Teatro a San Barnaba, verrà proiettato il film “Into the Wild “ (per iscrizioni inviare sms con nome a: 3429249683-3387220844-3201163391)


SABATO 7 OTTOBRE
Ore 17.00 Grande Caccia al tesoro a squadre per tutti a San Barnaba
Ore 19.30 Cena comunitaria a San Barnaba a offerta libera: la parrocchia offre un primo piatto e acqua e poi…. PORTA IL DOLCE CHE VUOI TU!
(iscrizione alla cena presso i bar dei due oratori dall’1 al 4 ottobre, oppure inviando sms con nome al n: 368409862)
Ore 21.00 VEDRAI CHE BELLO: i Campi Estivi! Ripercorriamo con fotografie e racconti le esperienze estive dei nostri ragazzi da Biandino a Santiago di Compostela.
Lancio della proposta del nuovo anno oratoriano 2017-18.


DOMENICA 8 OTTOBRE
Ore 10.30 Santa Messa a San Barnaba
VEDRAI CHE BELLO!
Dopo la messa faremo volare in cielo le nostre preghiere con i palloncini colorati
Dalle 15.00 Divertimento per tutti a San Barnaba!
Giochi a squadre, musicali, torneo di carte
Panini con salamelle, patatine e dolci golosità
Pozzo di san Patrizio
Iscrizioni per il Cammino di iniziazione cristiana (CIC) dalla 2° alla 5° elementare


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Dio non smette di visitarci… anche attraverso il Vescovo

Carissimi, oggi è un giorno di grande festa per la città e la diocesi di Milano per l’ingresso del nuovo Arcivescovo Mons. Mario Enrico Delpini. E’ un inizio che avviene, come da tradizione, con un cammino. E’ il cammino del vescovo col suo popolo, immagine del cammino di Dio che guida il suo popolo come un pastore fa col suo gregge.  Sarà bello accompagnare questi passi lasciando risuonare nei nostri cuori le espressioni del profeta Isaia, dalla prima lettura di oggi: Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani...  Ecco, guarda: tutti siamo tuo popolo”.
Il vescovo in una diocesi è colui che rende visibile la  infaticabile volontà di farci visita da parte di Dio, per offrirci i segni della sua tenerezza, del suo amore di Padre. Forse non tutti sanno che tra i compiti principali del Vescovo c’è quello della Visita Pastorale (Codice di diritto canonico, can. 396-398). Una visita che lungo i secoli si è realizzata in modi differenti e che anche ultimamente è stata realizzata con uno stile “feriale” anche dal Card. Angelo Scola.
I modi cambiano ma il significato rimane lo stesso: offrire il segno tangibile della cura amorevole di Dio verso tutti. Da qui le premure nell’incontrare le persone nelle reali condizioni della loro vita, cominciando dai bambini fino agli anziani, con una particolare cura per i disabili, gli ammalati, i poveri, gli stranieri. E poi l’attenzione ad alcuni ambienti di vita come quello del lavoro, del volontariato e dell’associa-zionismo, quello delle istituzioni sociali e politiche. Ogni ambito della vita degli uomini sta a cuore al vescovo perché l’evangelo di Gesù è buona notizia per la vita dell’uo-mo: di tutto l’uomo e di tutti gli uomini.
Infine il momento più significativo della visita del vescovo è quello della celebrazione eucaristica. La sua presidenza esprime in pienezza ciò che rivive in ogni s.messa, cioè la gioiosa riconoscenza del popolo redento dall’amore di Gesù crocifisso e risorto. Una lode che diviene ascolto della Parola di salvezza, condivisione del Pane di vita, intercessione per tutti e per ciascuno e disponibilità alla missione (da qui “messa”) di portare ovunque la pace (“Andate in pace”)…
Ringraziamo il Signore per il dono del nuovo Vescovo e non dimentichiamo di pregare per lui.

PREGHIERA PER LA CHIESA DI MILANO

di Mons. Delpini, Arcivescovo

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno: ispira la nostra Chiesa perché, insieme con il suo Vescovo attenda, invochi, prepari la venuta del tuo Regno.

Concedi alla nostra Chiesa di essere libera, lieta, unita, per non ripiegarsi sulle sue paure e sulle sue povertà, e ardere per il desiderio di condividere la gioia del Vangelo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia fatta la tua volontà: manifesta anche nella vita e nelle parole della nostra Chiesa e del suo Vescovo il tuo desiderio che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome: l’amore che unisce i tuoi discepoli, la sapienza e la fortezza dello Spirito, l’audacia nel costruire un convivere fraterno renda intensa la gioia, coraggioso il cammino, limpida la testimonianza per annunciare che la terra è piena della tua gloria. Amen.



Educare alla speranza cristiana

La catechesi di Francesco all’udienza di mercoledì 20.09 leggila e falla leggere perché è proprio per me, per te, per tutti...

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!                                       
La catechesi di oggi ha per tema: “educare alla speranza”. E per questo io la rivolgerò direttamente, con il “tu”, immaginando di parlare come educatore, come padre a un giovane, o a qualsiasi persona aperta ad imparare. 
Pensa, lì dove Dio ti ha seminato, spera! Sempre spera.
Non arrenderti alla notte: ricorda che il primo nemico da sottomettere non è fuori di te: è dentro. Pertanto, non concedere spazio ai pensieri amari, oscuri. Questo mondo è il primo miracolo che Dio ha fatto, e Dio ha messo nelle nostre mani la grazia di nuovi prodigi. Fede e speranza procedono insieme. Credi all’esistenza delle verità più alte e più belle. Confida in Dio Creatore, nello Spirito Santo che muove tutto verso il bene, nell’abbraccio di Cristo che attende ogni uomo alla fine della sua esistenza; credi, Lui ti aspetta. Il mondo cammina grazie allo sguardo di tanti uomini che hanno aperto brecce, che hanno costruito ponti, che hanno sognato e creduto; anche quando intorno a sé sentivano parole di derisione.
Non pensare mai che la lotta che conduci quaggiù sia del tutto inutile. Alla fine dell’esistenza non ci aspetta il naufragio: in noi palpita un seme di assoluto. Dio non delude: se ha posto una speranza nei nostri cuori, non la vuole stroncare con continue frustrazioni. Tutto nasce per fiorire in un’eterna primavera. Anche Dio ci ha fatto per fiorire. Ricordo quel dialogo, quando la quercia ha chiesto al mandorlo: “Parlami di Dio”. E il mandorlo fiorì.
Ovunque tu sia, costruisci! Se sei a terra, alzati! Non rimanere mai caduto, alzati, lasciati aiutare per essere in piedi. Se sei seduto, mettiti in cammino! Se la noia ti paralizza, scacciala con le opere di bene! Se ti senti vuoto o demoralizzato, chiedi che lo Spirito Santo possa nuovamente riempire il tuo nulla.
Opera la pace in mezzo agli uomini, e non ascoltare la voce di chi sparge odio e divisioni. Non ascoltare queste voci. Gli esseri umani, per quanto siano diversi gli uni dagli altri, sono stati creati per vivere insieme. Nei contrasti, pazienta: un giorno scoprirai che ognuno è depositario di un frammento di verità.
Ama le persone. Amale ad una ad una. Rispetta il cammino di tutti, lineare o travagliato che sia, perché ognuno ha la sua storia da raccontare. Anche ognuno di noi ha la propria storia da raccontare. Ogni bambino che nasce è la promessa di una vita che ancora una volta si dimostra più forte della morte. Ogni amore che sorge è una potenza di trasformazione che anela alla felicità.
Gesù ci ha consegnato una luce che brilla nelle tenebre: difendila, proteggila. Quell’unico lume è la ricchezza più grande affidata alla tua vita.
E soprattutto, sogna! Non avere paura di sognare. Sogna! Sogna un mondo che ancora non si vede, ma che di certo arriverà. La speranza ci porta a credere all’esistenza di una creazione che si estende fino al suo compimento definitivo, quando Dio sarà tutto in tutti. Gli uomini capaci di immaginazione hanno regalato all’uomo scoperte scientifiche e tecnologiche. Hanno solcato gli oceani, hanno calcato terre che nessuno aveva calpestato mai. Gli uomini che hanno coltivato speranze sono anche quelli che hanno vinto la schiavitù, e portato migliori condizioni di vita su questa terra. Pensate a questi uomini.
Sii responsabile di questo mondo e della vita di ogni uomo. Pensa che ogni ingiustizia contro un povero è una ferita aperta, e sminuisce la tua stessa dignità. La vita non cessa con la tua esistenza, e in questo mondo verranno altre generazioni che succederanno alla nostra, e tante altre ancora. E ogni giorno domanda a Dio il dono del coraggio. Ricordati che Gesù ha vinto per noi la paura. Lui ha vinto la paura! La nostra nemica più infida non può nulla contro la fede. E quando ti troverai impaurito davanti a qualche difficoltà della vita, ricordati che tu non vivi solo per te stesso. Nel Battesimo la tua vita è già stata immersa nel mistero della Trinità e tu appartieni a Gesù. E se un giorno ti prendesse lo spavento, o tu pensassi che il male è troppo grande per essere sfidato, pensa semplicemente che Gesù vive in te. Ed è Lui che, attraverso di te, con la sua mitezza vuole sottomettere tutti i nemici dell’uomo: il peccato, l’odio, il crimine, la violenza; tutti nostri nemici.
Abbi sempre il coraggio della verità, però ricordati: non sei superiore a nessuno. Ricordati di questo: non sei superiore a nessuno. Se tu fossi rimasto anche l’ultimo a credere nella verità, non rifuggire per questo dalla compagnia degli uomini. Anche se tu vivessi nel silenzio di un eremo, porta nel cuore le sofferenze di ogni creatura. Sei cristiano; e nella preghiera tutto riconsegni a Dio.
E coltiva ideali. Vivi per qualcosa che supera l’uomo. E se un giorno questi ideali ti dovessero chiedere un conto salato da pagare, non smettere mai di portarli nel tuo cuore. La fedeltà ottiene tutto.
Se sbagli, rialzati: nulla è più umano che commettere errori. E quegli stessi errori non devono diventare per te una prigione. Non essere ingabbiato nei tuoi errori. Il Figlio di Dio è venuto non per i sani, ma per i malati: quindi è venuto anche per te. E se sbaglierai ancora in futuro, non temere, rialzati! Sai perché? Perché Dio è tuo amico.
Se ti colpisce l’amarezza, credi fermamente in tutte le persone che ancora operano per il bene: nella loro umiltà c’è il seme di un mondo nuovo. Frequenta le persone che hanno custodito il cuore come quello di un bambino. Impara dalla meraviglia, coltiva lo stupore.
Vivi, ama, sogna, credi. E, con la grazia Dio, non disperare mai.                                      Francesco.

19 settembre 2017

Dio non smette di visitarci!

Domenica 10 settembre si è svolta la giornata di inizio anno pastorale. Ecco il brano di vangelo del Vangelo di Luca (cap. 1) e la prima parte della riflessione che viene proposta a tutti perché sia fatta oggetto di meditazione, riflessione e condivisione. Dalla raccolta degli spunti già iniziata domenica scorsa e che è possibile arricchire col proprio contributo scritto o a voce, il Consiglio Pastorale raccoglierà le sottolineature da richiamare nei vari momenti dell’anno pastorale. Buona lettura!  



39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Bene-detta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44 Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
46 Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore 47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48 perché ha guardato l'umiltà della sua serva
56 Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. 57 Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.

La storia sacra è il racconto della visita di Dio agli uomini: Lui non smette di visitarci in ogni epoca della vita dell’umanità e delle persone. Nell’anno che inizia vogliamo anzitutto risvegliare la meraviglia per l’amore di Dio che non smette di farci visita! Ed anche esercitarci a riconoscere i segni del suo passaggio nella nostra vita coltivando la virtù della vigilanza cristiana che è la capacità di cogliere la presenza di Dio che visita il suo popolo.  In particolare presteremo attenzione a come Lui ci visita attraverso i nostri anziani e gli stranieri (cfr. i punti del programma dello scorso anno su lo sguardo di Gesù pastore).
Iniziamo sostando sul brano cosiddetto della “Visitazi-one” ricordando che è Lui il protagonista di questo in-contro, seppur nascosto agli occhi. Poi osserviamo che l’annuncio della “buona notizia” in Luca inizia con la presentazione di una coppia di vecchi sposi: Zaccaria ed Elisabetta mentre la conclusione del suo “vangelo dell’infanzia” ci fa conoscere il vegliardo sacerdote Simeone e la vecchia profetessa Anna. A pensarci bene un inizio un po’ strano per un racconto che ha la pretesa di introdurci alla scoperta dei disegni di Vita di Dio per l’umanità.
Certo dobbiamo raccogliere questo dato in controtendenza con gli orientamenti del mondo di oggi: il Vangelo non teme di chiamare le cose col proprio nome nemmeno quando deve dire di una persona che è vecchia o di un’altra che è morta. Le grandi paure che dettano tendenza nella nostra società (quella del giovanilismo a tutti i costi o il tentativo di nascondere la morte e il soffrire…) non influenzano le figure bibliche e non certo per distanza di tempo o cultura.
La Bibbia comincia col racconto di Abramo che “aveva settantacinque anni quando lasciò Carran” (Gn 12,4) e ci presenta diverse storie di longevità feconde, pronte per nuovi inizi. Proprio la pagina della Visitazione di Maria ad Elisabetta ci ricorda la prospettiva costante de lo sguardo della sacra scrittura sulla “terza età”.  La cugina e suo marito sono un dono di ricchezza inestimabile per Maria. Nella loro “vecchiaia” (per usare l’espressione dell’angelo Gabriele di Lc 1,36) sono portatori dell’esperienza umana e di fede di tutta una vita e possono testimoniare alla giovane e inesperta ragazza di Nazareth la fedeltà del “Dio della promessa”. Tra l’altro Elisabetta è discendente della casa di Aronne (Lc 1,5) e quindi segno del legame con la grande storia della salvezza che invece ha sempre ignorato le vicende del villaggio di Nazareth (mai citato finora nell’AT; per cui Natanaele può esclamare: da Nazareth può ve-nire qualcosa di buono? Gv 1,49).
Possiamo leggervi la risorsa che sono i nonni per figli e nipoti, oggi più che mai. Questi ultimi vivono in un mondo ormai lontano dal racconto delle grandi azioni di salvezza di Dio, e la lontananza è soprattutto rispetto al significato che viene dato al vivere in tutte le sue dimensioni.

Proprio questo modo di intendere la vecchiaia è confermato dai gesti e dalle parole di Maria.  Erroneamente infatti si è legata questa visita ad Elisabetta alla volontà di servire la cugina in un parto particolarmente a rischio vista la tarda età (nb: aveva tenuta nascosta la sua gravidanza per cinque mesi - Lc 1,24 - certo memore dei tentativi non riusciti in precedenza). E’ lecito e bello pensare che Maria, la “serva del Signore” (Lc 1,38), non sia stata con le mani in mano come l’ospite d’onore da riverire... Colei che si era dichiarata pronta a servire Dio iniziava a farlo mettendosi a servizio delle persone a lei vicine, tra queste Elisabetta. Ma chiaramente lo scopo di questa visita non è anzitutto per un servizio di carità. O, meglio, la carità più grande non è quella che compie Maria nei confronti della cugina ma viceversa è la carità di un servizio “di fede” che solo Elisabetta, con Zaccaria, possono offrirle e che Maria raccoglie ed esprime con il suo Magnificat a Dio. Potremmo dire che il cantico di Maria è frutto di quei tre mesi vissuti con loro. Si perché la visita di Dio domanda di essere compresa attraverso l’incontro e la testimonianza dei fratelli. Le nostre due donne si offrono il reciproco servizio di aiutarsi a riconoscere il dono, la benedizione di Dio nella loro vita: ecco il valore aggiunto del dialogo di fede tra generazioni!
Quale passaggio di testimone è avvenuto in quei giorni! Quale densità di comunicazione si è realizzata tra loro (nonostante la differenza di età e il mutismo che ha colpito Zaccaria dopo la visione al tempio… - Lc 1,20.22). Chi, come loro, è “giusto davanti a Dio”  e osserva i suoi comandamenti (Lc 1,6), chi è vero e cerca con umiltà la verità, può diventare capace di una comunicazione così. 
Dunque Maria riceve da loro la testimonianza di una fede matura che è passata al vaglio delle tante prove della vita rendendola feconda proprio nei momenti e nelle situazioni in cui tutti “la dicono sterile” (Lc 1,36).  Se la vecchiaia è stagione per definizione sterile perché volta all’inesorabile declino della vita, non così la vecchiaia di questa coppia, nè quella di Abramo e Sara… La prospettiva della fede ribalta il modo di intendere il percorso verso “la fine della vita” perché lo trasforma ne “il fine”, “il compimento” della vita stessa.
Quale eredità ci aspettiamo di ricevere alla morte dei nostri vecchi? La risposta è certo scontata: “noi non siamo interessati ai beni economici frutto dei loro sacrifici e risparmi, bensì ai valori che hanno cercato di trasmetterci con l’esempio e l’impegno di una vita”...  In verità la risposta va ricercata osservando il modo con cui dei nostri vecchi ci prendiamo cura, a loro prestiamo ascolto e coi loro valori ci confrontiamo veramente interrogandoci sui criteri delle nostre scelte e dei nostri giudizi.
Dal vocabolario ricaviamo che la parola “anziano” deriva dal latino “antianus”, cioè ante-nato: nato-prima. È la relazione che rende significativa e valorizza ogni età e la reciprocità fa di ognuna un dono per l’altra. La scommessa a cui siamo chiamati è favorire questa valorizzazione nella reciprocità: riaffermare che nella relazione, intesa come “uscita da se stessi” per il “dono d’amore reciproco”, sta il compimento e la fecondità di ogni istante e fase di vita, anche quella più vicina al - alla - fine.       Che belli Elisabetta e Zaccaria (!) nella loro fedeltà a Dio per tutta la vita, anche nel silenzio apparente di un Dio che non compiva le loro attese. Che bello lo sguardo di Elisabetta (!) che, anziché parlare di se stessa, pronuncia parole di bene (“benedice” Lc 1,42) nei confronti di Maria e del dono che porta in grembo.
Ma che bella anche la giovane Maria (!) che “si alza e in fretta raggiunge una località montuosa” (Lc 1,39) per incontrarli. Proviamo ad immaginare che cosa portava in cuore iniziando questo viaggio: tra slancio di coraggio e voragine di solitudine. Che bella la sua capacità di iniziativa, la sua volontà di affrontare anche percorsi impegnativi e rischiosi, la sua umiltà, generosità e la sua gioia contagiosa…  Soprattutto la bellezza di Maria risplende nella sua disponibilità a lasciarsi ospitare dalla cugina (quanta fatica costa a noi questa cosa che Maria pare compiere con grande naturalezza!): il tutto nella semplicità delle parole e dei gesti di un saluto.
Per dei ragazzi e giovani come lei la ‘lezione’ (che in realtà abbiamo detto è una ‘benedizione’) degli anziani è una sorgente fresca a cui abbeverarsi e non cantilena noiosa e ripetitiva da cui fuggire.
E’ utile sottolineare come il nostro brano è parabola della vita dell’uomo che è continuamente in cammino verso una casa: Maria passa dalla “casa di Zaccaria” (Lc 1,40) per arrivare a “casa sua” (Lc 1,56). La strada e la dimora sono temi ricorrenti in tutta la storia della salvezza e in particolare nella vicenda umana di Gesù perché sono le due dimensioni nelle quali è racchiusa l’esperienza umana ed anche il suo destino eterno. Certo una strada e un’abitazione non qualunque! Infatti non basta aver camminato anche molto per aver fatto ‘strada’, come non basta abitare una casa pur bella perché sia sentita come propria e per questo accogliente… Potrebbe essere interessante tornare su questo spunto per interrogarci, ciascuno per la propria responsabilità, su le condizioni che rendono il nostro percorso ed anche le nostre dimore spazi aperti alla benedizione di Dio per noi e per i fratelli che condividono con noi l’esistenza.

 Dio non smette di visitarci!

Da questi semplici spunti raccolti nella lettura del brano di Vangelo proviamo ora a chiederci:
Quali anziani? Qual è in genere la condizione dell’anziano tra noi? Quali sono le condizioni che li espongono maggiormente alla durezza della vita, alla fragilità, all’insignificanza, alla tristezza, al desiderio di morire? Quali risorse, servizi e attenzioni sono rivolte a loro nel quartiere? Quale cura “pastorale” è in atto nelle nostre due comunità parrocchiali? Con quali carenze, vuoti e desiderata? 
Quali giovani? La bellezza del cuore di Maria, la sua umiltà, disponibilità, generosità, preghiera, ricerca di significato… sono ancora presenti nei nostri bambini, ragazzi e giovani. Ma quali sono i modi per permettere loro di esprimere al meglio tutto questo? Cosa attenta alla bellezza della loro età? Quale protagonismo hanno o possono avere nella vita delle loro famiglie e della comunità cristiana quali soggetti attivi di evangelizzazione e di vita buona?
Quali adulti? Le parole di Elisabetta a Maria interrogano adulti e anziani sullo sguardo nei confronti dei ragazzi e dei giovani… Come aiutarci a far si che le tante difficoltà e preoccupazioni non spengano la fiducia e capacità di bene-dire nei loro confronti?
Come gli adulti vivono il rapporto con la “vecchiaia” e la “morte”? Come incide sul proprio stile di vita e sulle attenzioni sia verso i propri anziani che verso i propri figli? Quale rapporto in genere è vissuto tra adulti e anziani? Quali le difficoltà ricorrenti o le necessità più frequenti? Come i genitori possono giocare un ruolo importante per favorire l’incontro fruttuoso tra anziani e ragazzi?  

50° Maria Madre della Chiesa

Prepariamo il 50° di fondazione della parrocchia
Maria Madre della Chiesa

IN QUEL TEMPO… così sono introdotti i brani del vangelo letti nella liturgia. Dovrebbe iniziare così il racconto della storia della parrocchia e della comunità cristiana di Maria Madre della Chiesa – come di ogni altra parrocchia – perché è storia sacra, cioè abitata dal dono dello Spirito di Dio.
IN QUEL TEMPO 1967…  e la memoria scatta a ricordare volti, nomi, situazioni. Quante esperienze belle e momenti esaltanti ma anche quanti problemi da affrontare e fatiche da reggere. Quanta fede e passione, quanti progetti e premure, quante preghiere e sacrifici, quanto lavoro e generosità, quanto amore e dedizione.
IN QUEL TEMPO… tra arrivi e partenze, fondazioni e costruzioni, prendeva il via l’avventura di una Comunità giovane ed entusiasta, raccolta dai quattro venti - anteprima della fine dei tempi. Guide forti e sicure, uomini e donne di fede, le hanno dato forma e via via fatta crescere, nutrita e… potata perché portasse frutti copiosi e duraturi.
IN QUEL TEMPO… non solo gioie, anche grandi minacce e dolori hanno provato le nostre famiglie per crescere i propri figli e troppe volte perdendo la partita. Ma la fantasia del bene ha inventato gruppi e attività, ricreative e di carità, aperte a tutti e attente ad ogni età. 
IN QUEL TEMPO… i semi gettati sono fioriti per un oggi che ancora può contare su tanto bene che ci è affidato come un talento: perché si moltiplichi. Come dice la Scrittura il lavoro della semina è sempre duro (“nel pianto”) ma poi viene la gioia. Così ancora oggi seminiamo e pazientiamo fiduciosi che il Signore porterà a maturazione i frutti nella vita degli uomini e delle donne della Gratosoglio di domani.
IN QUESTO TEMPO… facciamo grata memoria della visita di Dio in mezzo a noi, vigiliamo lieti per riconoscere i segni del Regno che viene e rispondiamo generosi agli appelli del suo amore.
“Colui che attesta queste cose dice: «Sì, verrò presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù.” (sono le ultime parole della Bibbia, Ap 22,20).
Ad ogni realtà che è nata o ha trovato casa nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa chiediamo di unirsi a partire dalla prossima festa della parrocchia di sabato 14 e domenica 15 ottobre nel ringraziamento a Dio per la storia di grazia che qui abbiamo vissuto. Lungo l’anno vorremmo offrire diverse occasioni con modalità differenti (foto, articoli, feste, incontri a tema, spettacoli…) per rivivere qualche tratto di questa storia provando a rispondere alla domanda: quale consegna raccogliamo da ciò che abbiamo vissuto per il futuro della parrocchia?
Mercoledì 20 settembre alle ore 21 in sala Molaschi si terrà un incontro aperto per iniziare a stendere il programma della festa di ottobre e  raccogliere le varie idee.
             d.Alfredo, d.Roberto e alcuni parrocchiani
La piccola bottega della carità ha riaperto per entrambe le parrocchie presso i locali di Maria Madre.
Chi desidera sostenere l’iniziativa di distribuzione viveri può farlo dando del tempo come volontario/a (contattare i don o le suore) oppure offrendo generi alimentari tenga conto che servono anzitutto olio, tonno da 80 gr, biscotti e pannolini per l’infanzia.  I prodotti vanno consegnati ai 2 Centri di Ascolto. Grazie!


DATE DA RICORDARE

23 SETTEMBRE
incontro di inizio anno per gli educatori degli oratori in oratorio MMC dalle ore 10

24 SETTEMBRE
Ingresso del nuovo arcivescovo Mons. Mario Delpini: 
ore 16 da s.Eustorgio a piedi verso il Duomo per la s.Messa inaugurale

Ore 10,30 a SB: dopo la Messa le coppie che hanno celebrato l’anniversario di Matrimonio a SB riceveranno il libretto con le preghiere e le foto ricordo.

1 OTTOBRE
Festa apertura anno oratoriano a Maria Madre (iscrizioni CIC)

8 OTTOBRE
Festa apertura anno oratoriano a S.Barnaba (iscrizioni CIC)

14 OTTOBRE
Sabato ore 18 solenne celebrazione di inizio del 50° di fondazione della parrocchia di MMdC coi sacerdoti fondatori e nativi (d.Achille, d.Alex, d.Antonio e d.Maurizio) 


15 OTTOBRE
FESTA PATRONALE DI MMC 
nel pomeriggio processione mariana 


22 OTTOBRE 
CELEBRAZIONE DEI BATTESIMI nel pomeriggio ore 15.00