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26 maggio 2019

Diventare casa di comunione… dipende anche da te!

Carissimi, la prossima festa di San Barnaba coincide con la celebrazione della Pentecoste: compimento della Pasqua e Natale della Chiesa. Felice occasione per rileggere il momento di vita della nostra comunità, alle prese con le problematiche e le opportunità di questo frangente storico nella periferia di una Milano in forte trasformazione su tutti i fronti, ma anche e soprattutto continuamente spinta e rinnovata nella fede, nella speranza e nella carità dal dono dello Spirito Santo.
E’ infatti Lui il protagonista di ogni tempo della storia della Chiesa, invisibile agli occhi ma non a quelli di chi crede, Maestro interiore dei semplici, presenza del Risorto lungo i secoli fino al compimento della promessa: Tornerò e vi porterò con me perché siate anche voi dove sono io.
Ci fa bene considerare così il nostro vivere di cristiani che edificano giorno per giorno la Chiesa in Gratosoglio. Mi pare ci infonda anzitutto serena pace a fronte delle ardue sfide da affrontare e della pochezza della nostra fede e del nostro amore.
A noi cosa è chiesto? Provo a rispondere ricordando quanto San Giovanni Paolo II ci scriveva nella lettera Apostolica “Novo Millennio Ineunte” al termine del grande Giubileo del 2000: (43) Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo.
Che cosa significa questo in concreto? […] Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si  costruiscono le famiglie e le comunità. Spiritualità della comunione significa innanzitutto sguardo del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in noi, e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno accanto. Spiritualità della comunione significa inoltre capacità di sentire il fratello di fede nell'unità profonda del Corpo mistico, dunque, come “uno che mi appartiene”, per saper condividere le sue gioie e le sue sofferenze, per intuire i suoi desideri e prendersi cura dei suoi bisogni, per offrirgli una vera e profonda amicizia. Spiritualità della comunione è pure capacità di vedere innanzitutto ciò che di positivo c'è nell'altro, per accoglierlo e valorizzarlo come dono di Dio: un “dono per me”, oltre che per il fratello che lo ha direttamente ricevuto. Spiritualità della comunione è infine saper “fare spazio” al fratello, portando “i pesi gli uni degli altri” e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano e generano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie. Non ci facciamo illusioni: senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senza anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita. […]
(46) Questa prospettiva di comunione è strettamente legata alla capacità della comunità cristiana di fare spazio a tutti i doni dello Spirito. L'unità della Chiesa non è uniformità, ma integrazione organica delle legittime diversità. È la realtà di molte membra congiunte in un corpo solo, l'unico Corpo di Cristo. È necessario perciò che la Chiesa del terzo millennio stimoli tutti i battezzati e cresimati a prendere coscienza della propria attiva responsabilità nella vita ecclesiale.
Forse è superfluo osservare quanto sono profetiche e di grande attualità queste consegne.
Le sento così per me e per noi nel cammino di comunità pastorale tra le nostre due parrocchie e soprattutto per San Barnaba che sta ultimando i lavori del nuovo oratorio e centro parrocchiale.
Perché diventiamo casa e scuola di comunione dipende da tutti noi, dipende anche da te! 
Buona Festa a tutti.
                                                                               
don Alfredo

29 aprile 2017

Il respiro del Risorto

Il primo dono del Risorto è un respiro!
“Chinato il capo, rese lo spirito”: scrive san Giovanni raccontando la morte di Gesù in croce. Mentre nelle apparizioni del Risorto agli apostoli nel cenacolo dice che “alitò su di loro”.
Subito torno alla geniale immagine della creazione dell’uomo in Genesi 2: “il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente”.
Lo Spirito Santo è donato all’uomo nella creazione ed è donato ancora nella “ricreazione”. E così dopo il peccato torniamo “esseri viventi”.
Il “primo dono del risorto” è lo Spirito Santo. E’ per mezzo Suo che ci è comunicata la grazia pasquale nei Sacramenti della Chiesa. Ed è sempre per mezzo suo che ogni uomo e donna di buona volontà contribuisce alla crescita del bene e della pace nel mondo intero.
Ecco cosa dice il testo del catechismo CEI che prepara alla Cresima i ragazzi:
“Come il vento che soffia e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va, lo Spirito Santo agisce con novità sorprendente in tutto il mondo. Egli è potenza di Dio, che sa trarre il bene anche dal male.
Come il fuoco illumina e riscalda, lo Spirito conduce sulle vie della fede e della carità coloro che non conoscono Dio, ma lo cercano con cuore sincero.
Dove ci sono uomini e donne impegnati a costruire la pace, a difendere i deboli e gli oppressi, ad amare i poveri e i sofferenti, in loro agisce lo Spirito Santo.
Dove uomini e donne invocano Dio sotto qualsiasi nome o lo cercano onestamente senza conoscerlo, lo Spirito Santo opera con la sua grazia per condurli alla luce piena del Cristo risorto.
Dove ci sono uomini e donne che amano la giustizia, cercano la verità con animo sincero e si sforzano di vivere
nell’amore, là è presente lo Spirito Santo.
Dove ci sono uomini e donne che amano ogni segno di vita e rispettano la natura come casa per tutti, lo Spiri-to Santo manifesta il progetto di Dio.
Dove uomini e donne spendono silenziosamente la vita con dedizione e amore nella quotidianità e nell’accoglienza, lo Spirito Santo costruisce una umanità nuova.
Lo Spirito Santo riempie l’universo e vive nella Chiesa, ma misteriosamente opera anche fuori delle nostre comunità cristiane.
Non abbiamo motivo di essere pessimisti perché la sto-ria degli uomini è nelle mani di Dio e i suoi progetti arri-vano sempre a compimento.
Nulla è affidato al caso. La tua persona e tutto ciò che capita intorno a te è illuminato da un grande e unico disegno di salvezza.
La Chiesa cerca di riconoscere i veri segni della presenza e del disegno di Dio negli avvenimenti e nelle aspirazioni che condivide con tutti gli uomini. Essa è aperta e disponibile alla voce e alla luce dello Spirito Santo”.

Viviamo questo tempo di Pasqua aprendoci alla voce e alla luce dello Spirito Santo!

Santo Spirito, scendi su di noi e rendici partecipi dei tuoi doni: 
donaci l'intelligenza, perché possiamo riconoscere le cose belle che Dio ha creato; 
donaci la sapienza, per sapere accogliere con gioia gli insegnamenti di Dio; 
donaci la scienza, per vedere i fratelli come la via più breve per giungere a Dio; 
donaci la forza, per essere sempre testimoni della bontà di Dio; 
donaci la pietà, per ricordarci che Dio è nostro Padre; 
donaci il consiglio, per saper scegliere sempre il bene; 
donaci il timor di Dio, per comportarci come piace a lui. 
Amen.