21 gennaio 2011

FESTA DELLA FAMIGLIA

Domenica 30 gennaio 2011 “I nostri piccoli al centro”

La festa ha il suo momento centrale nella celebrazione delle Messe domenicali. In particolare nelle messe delle 10,30 a San Barnaba e delle 11,00 a Maria Madre della Chiesa saranno maggiormente coinvolte le famiglie e i bambini presenti.

Quale gesto simbolico alla Messa delle 10,30 a San Barnaba sono invitate le coppie con bambini da 0 ai 6 anni delle due parrocchie: a loro sarà riservata un’attenzione particolare legata proprio al tema che l’Arcivescovo ci chiede di sottolineare (“i nostri piccoli al centro”).

Dopo le celebrazioni del mattino, presso il Centro Parrocchiale Vittoria di via Feraboli 15, viene offerto un pranzo comunitario aperto a tutti.
Il menù prevede per tutti polenta e ragù, mentre per i bambini pasta al pomodoro, cotolette o crocchette di pollo e patatine. La quota di iscrizione per famiglia è di 12 € e per singoli di 6 € (da versare il 30 gennaio).

Per motivi organizzativi è necessario iscriversi entro il 25 gennaio nei rispettivi oratori al pomeriggio (dalle 16,30 alle 18,30) oppure dopo le Messe di domenica 23 gennaio in fondo alle chiese.

Nel pomeriggio è previsto un momento di animazione per i bambini, sempre al Centro Parrocchiale.

1° Concorso di disegno e fotografia

Le parrocchie Maria Madre della Chiesa e San Barnaba in Gratosoglio invitano
al 1° Concorso di disegno e fotografia
in occasione della 33a GIORNATA PER LA VITA del 6 febbraio 2011.

Il tema a cui i lavori dovranno ispirarsi è:
“Una piccola impronta di Dio nella storia di tutti”.

Il Concorso è aperto a tutti piccoli e grandi ed in particolare ai bambini e ragazzi delle due parrocchie; non è a premi, anche se sarà consegnato a ciascuno un attestato di partecipazione.

I disegni e le foto possono essere realizzati secondo le tecniche più congeniali all’autore come pure nel formato che si ritiene più idoneo.

Il materiale prodotto va consegnato entro il 2 febbraio presso gli oratori delle due parrocchie, avendo cura di indicare con esattezza i dati anagrafici dell’autore: cognome, nome ed età.

Tutti i lavori realizzati verranno esposti, previo sguardo dalla commissione preparatoria, presso la chiesa di Maria Madre della Chiesa sabato 5 febbraio dalle 15,30.

Domenica 6 febbraio alle ore 16,00 tutti sono invitati a visitare la mostra in occasione di una elevazione musicale sullo stesso tema del Concorso. Le musiche saranno eseguite da Stefano Borsatto e Francesco Spiga e saranno intervallate da brani della Sacra Scrittura. Al termine a tutti i partecipanti al Concorso sarà consegnato l’attestato di partecipazione.

La commissione famiglia della Comunità Pastorale

Appuntamenti da Domenica 23 gennaio 2011

DOMENICA 23 gennaio
III DOMENICA DOPO L’EPIFANIA
Lettura del libro dell’Esodo (16,2-7a.13b-18)
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (8,7-15)
Vangelo secondo Luca (9,10b-17)

Lunedì 24 gennaio «S. Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.

il 25 gennaio, festa della Conversione di S. Paolo, apostolo si chiude la
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

Mercoledì 26 gennaio «Ss. Timoteo e Tito, vescovi»
ore15,00 presso il Centro Parrocchiale: TERZA ETÀ: Festa dei Compleanni.

Giovedì 27 gennaio «S. Angela Merici, vergine»
ore 20,45 presso il Centro Culturale Asteria - p. za Carrara. 17: «Uomo Donna: dimora di desiderio e tenerezza “AMORE E RESPONSABILITÀ”». Terzo e ultimo incontro rivolto ai giovani dai 17 ai 30 anni.

Venerdì 28 gennaio «S. Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa»
ore 18,30 in Oratorio: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.

Sabato 29 gennaio
ore 10,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 14,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.

Festa decanale della Pace per i Pre-Adolescenti

SABATO 29 GENNAIO 2011 dalle ore 16 alle 19
IN SALONE TEATRO SAN BARNABA
POMERIGGIO DEDICATO ALLA MEMORIA DELL’OLOCAUSTO
“ PER NON DIMENTICARE”
FOTO e proiezione del FILM: «Senza destino»

DOMENICA 30 gennaio
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE
Lettura del libro del Siracide (7,27-30.32-36)
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (3,12-21)
Vangelo secondo Luca (2,22-33)

GIORNATA DELLA FAMIGLIA
ore 10,30 durante la S. Messa i Fidanzati verranno presentati alla comunità.

Lunedì 31 gennaio «S. Giovanni Bosco, sacerdote»
ore 21,00 in Chiesa: Incontro degli Adolescenti.

Mercoledì 2 febbraio «Presentazione del Signore»
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: TERZA ETÀ: Recita del S. Rosario.

Giovedì 3 febbraio «S. Biagio, vescovo e martire» «S. Oscar, vescovo»
ore 21,00 presso la Parrocchia di S. Maria delle Grazie al Naviglio: Scuola della Parola dei 18/19nni e dei Giovani.

Venerdì 4 febbraio
ore 15,30 in Chiesa: Adorazione Eucaristica.
ore 18,30 in Oratorio: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 20,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).

DOMENICA 6 febbraio
V DOMENICA DOPO L’EPIFANIA
Lettura del profeta Isaia (66,18b-22)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (3,13-17)
Vangelo secondo Giovanni (4,46-54)
«GIORNATA NAZIONALE IN DIFESA DELLA VITA»

Santi per vocazione

LETTERA A TUTTI I FEDELI DELLA CHIESA AMBROSIANA
Anno pastorale 2010-2011 (6a e ultima puntata)


LA VOCAZIONE E LE VOCAZIONI

La vocazione universale alla santità dà inizio, mediante il Battesimo, ad un singolare cammino di fede che dura tutta la vita. Ogni persona che accoglie il dono della comunione con Dio è chiamata a coltivarlo con discernimento e impegno, secondo la propria libertà.

Questa vocazione universale alla santità impegna ogni cristiano a trasmettere la fede. La fede, vissuta nella Chiesa, toglie l’uomo dalla più assoluta solitudine, dà un senso alle varie esperienze quotidiane, indica la misura alta dell’amore, conduce ad una meta di pace. Trasmettere la fede significa far conoscere questo straordinario rapporto con Dio, in un legame singolare con Gesù morto e risorto per noi. Significa vivere nel suo santo Spirito, che è fortezza, consolazione, gioia e affidamento.
La trasmissione della fede (traditio fidei) è la comunicazione della vita di Dio, è la comunione gioiosa di un nuovo stile di vita, è l’offerta di un dono gratuito, prima ancora che la richiesta di adempimenti e di regole. Di conseguenza l’accoglienza del dono si esprime in riconoscenza e la riconoscenza in responsabilità. Perché l’etica nasce dalla grazia.
Il modo più bello per esprimere la riconoscenza per il dono della fede è l’offerta del Battesimo a ogni uomo e a ogni donna che vengono sulla terra. Con la nuova nascita “dall’acqua e dallo Spirito” viene data la grazia di Dio e proposto un cammino di santità. L’annuncio del Vangelo conduce alla celebrazione del Battesimo.
Sarebbe una vera riforma della nostra Chiesa il rinnovato impegno di tutti a valorizzare il Battesimo dei bambini e degli adulti come autentico germoglio di missione evangelizzatrice delle nostre comunità.
La preparazione cordiale e accogliente dei genitori alla celebrazione del rito sacramentale, l’accompagnamento dei primi anni delle coppie che hanno accolto il dono della vita, non solo fisica ma anche spirituale, dei loro figli, il far nascere un vero fermento di comunione attraverso le scuole dell’infanzia e i primi inserimenti nella comunità cristiana costituiscono un vero impulso di santità, una vera - piccola e grande - riforma della Chiesa.

Ci sono anche molti adulti nelle nostre città che, nella vita ordinaria, si rivolgono ai cristiani con domande sulla fede e sulla verità di Dio. Dobbiamo imparare a mostrare loro la bellezza della santità e la ricchezza umana della vocazione cristiana. Dobbiamo ritrovare il linguaggio spontaneo, quotidiano e amichevole di chi gioisce nel raccontare il cristianesimo con essenzialità e letizia.

A VOI, CARISSIMI GIOVANI

La vocazione di tutti alla santità si esprime poi concretamente nelle specifiche vocazioni di ciascuno. Queste vocazioni esprimono la bellezza spirituale di ogni persona e sono un dono per tutta la Chiesa. Vorrei ricordare tre vocazioni particolari: il Matrimonio cristiano, il Presbiterato e la consacrazione nella verginità per il Regno di Dio.

Mi rivolgo soprattutto a voi, carissimi giovani: abbiate il coraggio di sfidare la precarietà dolorosa del tempo presente, non abbandonatevi all’attimo fuggente, amate la progettualità della vostra vita. la durata delle vostre esperienze, il sacrificio nel vostro amore. Anche se dovete consumare qualche attesa o affrontare qualche difficoltà, fidatevi di Dio.

Giovani, il vostro amore di coppia abbia come meta la vocazione del Matrimonio cristiano. Non lasciatevi ingannare dal costume del tempo presente, non pensate a convivenze deboli, puntate in alto, puntate ad un amore che duri per sempre, come quello di Gesù per la sua Chiesa: non sarete delusi!
Lo so che ci vuole coraggio, fede e preghiera. Dico anche agli adulti e alle comunità, a chi decide del lavoro e della casa: aiutate i vostri figli a sposarsi nel Signore.
Vorrei dire una parola accorata e sincera a molti altri giovani perché pensino seriamente, per amore di Gesù e della sua Chiesa, alla possibilità per loro della vocazione sacerdotale. La Chiesa ha bisogno di loro. È possibile, in un profondo rapporto con Gesù, essere felici nella vita da prete. Però, ci vuole un amore vero per il Signore, il distacco da se stessi, la libertà rispetto a ciò che non è la forza del Vangelo. Ci vuole amore per la gente, gioia nel sacrificio, larghezza d’animo e umanità matura. Uomini sobri, equilibrati, senza illusioni di false affermazioni o carriere, umili e ubbidienti, disposti a lasciare molte cose per non perdere l’essenziale. Eppure, nonostante tutto, oso sperare e intravedere che Gesù chiamerà ancora preti secondo il suo cuore.

Ma voglio parlare anche di un’altra vocazione alla santità: la consacrazione nella verginità per il Regno di Dio.
Il Signore parla ancora ed è ancora capace, talvolta in maniera inaspettata, di entrare nella vita dei ragazzi e delle ragazze di oggi, per mostrare loro la pienezza e l’esclusività di un rapporto con lui.
Ci vuole molta preghiera tra i giovani e una comunità adulta più santa, soprattutto quando si tratta di lasciar partire i propri figli che abbandonano tutto per il Signore. La verginità consacrata non potrà esistere nella mediocrità. Se davvero sarà una profezia del Regno dei cieli, certamente sarà una provocazione sulla terra.
San Carlo ha cambiato radicalmente la sua vita, ha stravolto i progetti della sua famiglia e ha abbandonato le mode del suo tempo per seguire la sua vocazione. Giovani riscoprite l’amore, come quello del Cristo crocifisso e risorto!

Va’ e anche tu fa’ così

Con la sua carità compassionevole e operosa il Buon Samaritano vive la sua vocazione e compie la sua missione.

L’amore, in definitiva, è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano. Come ha scritto Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica: “L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo esperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente” (Redemptor hominis, 10).

Da genitore, insegnante, catechista, animatore, educatore nello sport, adulto … hai una responsabilità educativa grande: devi, con i tuoi ideali e i tuoi gesti concreti, dare soprattutto ai ragazzi e ai giovani la gioiosa consapevolezza che la vita è bella e seria proprio perché è dono e compito, chiamata e risposta, vocazione e missione.

C’è un vangelo della vocazione che risuona in chi ha ricevuto la grazia del Battesimo e della fede cristiana. È la “buona notizia” che tu sei personalmente chiamato da Gesù alla sua sequela e alla sua missione: donare l’amore del Crocifisso risorto percorrendo la strada che Dio ha scelto per te: il Matrimonio, il Presbiterato, la vita consacrata, il servizio alla Chiesa e l’impegno per la società. Sono strade diverse, ma tra loro intrecciate: tutte insieme per l’edificazione dell’unica Chiesa.
Il Signore ti doni di fare quotidiana “memoria” del Battesimo ricevuto e così vivere con fedeltà e generosità la tua vocazione cristiana: la testimonianza umile e coraggiosa della tua fede sarà l’annuncio più forte e credibile della bellezza e della necessità di seguire Cristo, Salvatore del mondo e di ogni cuore.

CARISSIMI,
VI HO PARLATO DELLA SANTITÀ CHE È IL “SEGRETO”, OSSIA IL CUORE E LA VITA DEL CRISTIANO.
ANCH’IO IN QUESTI ANNI MI SONO ANCOR PIÙ PERSUASO CHE LA VITA È UN VIAGGIO DA COMPIERE CON GESÙ.

Con lui, solo con lui, si può ridiscendere sulla strada della carità che da Gerusalemme conduce a Gerico, per chinarsi, senza alcuna distinzione di persone, sulle ferite dell’uomo di oggi e di sempre.

Si riesce a restare fedeli al “vangelo della carità” solo se prima si è seguito Gesù, che ha aperto gli occhi a chi non vedeva e ha fatto camminare chi era stanco e scoraggiato, conducendoli con lui sulla strada che da Gerico sale decisamente verso Gerusalemme.
Gesù è salito fino al suo sacrificio di amore consumato sulla croce e, innalzato da terra, ha attirato tutti a sé (cfr Giovanni 12,32).

La fede in questo straordinario mistero di Dio che si è rivelato in Gesù e nella sua Pasqua è il dono più grande che possiamo trasmettere al mondo. Solo così, guardando il Crocifisso, si è colpiti dalla stessa compassione del Buon Samaritano. La santità di san Carlo ci ha accompagnato, perché anche noi impariamo a fare come lui:
Va’ e anche tu fa’ così.

07 gennaio 2011

Santi per vocazione

LETTERA A TUTTI I FEDELI DELLA CHIESA AMBROSIANA
Anno pastorale 2010-2011 (5a puntata)

Va’ e anche tu fa’ così

La parola di Gesù sia una grazia e un impegno per te nel vivere il tuo servizio d’amore anche verso la Chiesa: la comunità nuova cui appartieni in forza del Battesimo.

Partecipa con gioia e generosità alla sua vita e alla sua missione. Per questo coltiva sempre uno spirito di sincera e operosa comunione con tutti e lasciati trasportare dallo slancio missionario di annunciare il Vangelo con la parola e con la vita: dappertutto, in chiesa e in ogni ambiente sociale.
Chiedi ai tuoi sacerdoti: che cosa è “La carta di comunione per la missione”? Dovrebbe coinvolgere tutti: tutti siano una cosa sola … perché il mondo conosca che tu mi hai mandato (Giovanni 17,22-23).

La comunità cristiana, ossia dei figli di Dio, è chiamata ad assumere sempre più il volto di “famiglia di famiglie”. Per questo tutti i fratelli e le sorelle nella fede e nella carità devono essere aperti e accoglienti, capaci di ascolto e comprensione, pronti alla condivisione. La visita alle famiglie è un’espressione semplice ma preziosa di vita ecclesiale missionaria: sia nella forma quotidiana, sia in quella legata al Natale (o alla Pasqua). Per quest’ultima ti chiedo di portare il tuo importante contributo perché sia compresa, desiderata, accolta e promossa (anche con la partecipazione dei fedeli laici).
La Chiesa in tutti i suoi membri è chiamata a rivivere ogni giorno, con i sentimenti della compassione e i gesti della carità, la vicenda di Gesù, il Buon Samaritano.
Ascolta anche tu “il grido del povero”, qualunque sia il suo volto e la sua indigenza o ferita. Potrai così assicurare autenticità e vivacità alla tua fede, perché si renda operosa per mezzo della carità (Galati 5,6).

SAN CARLO E LA VOCAZIONE DEL CRISTIANO

La vocazione del cristiano alla santità
Se non avviene l’incontro con Colui che chiama, come si potrà parlare di vocazione? Nella cultura del nostro tempo la persuasione che la vita sia una vocazione sembra dimenticata: è la conseguenza inevitabile dell’estraniarsi da Dio.
Solo in una visione unitaria dell’esistenza, permeata dalla grazia, si può pensare che la vita sia una vocazione, Oggi però la frammentarietà del vivere, la paura di fronte ad ogni scelta definitiva, la debolissima coscienza di pensare a Dio come al proprio inizio e la mancanza del desiderio della vita eterna, rendono fragile ed estranea l’idea stessa della vita come vocazione. Così non trova più una motivazione valida l’impegno necessario per mettere a frutto le capacità e le qualità delle persone al servizio del Regno di Dio e della società.

Solo una forte riscoperta di Dio, che dà inizio alla vita di ogni uomo, che lo accompagna nell’esistenza e lo aspetta al di là della morte, è in grado di restituire alla vita il fascino di una vocazione. Perciò essa va coltivata nella fede; per questo è necessario introdurre alla persona viva e concreta di Gesù, aiutare a sostenere un intimo e personale rapporto con lui. Chi incontrava san Carlo, si accorgeva di questo straordinario legame che lo univa a Cristo.
La vocazione del cristiano alla santità va coltivata nei bambini e nei ragazzi fin dai primi anni di vita, innanzitutto da parte dei genitori, che in questo hanno una preziosa e grande responsabilità. Il paziente e rasserenante esercizio della preghiera del mattino e della sera, un’adeguata e progressiva meditazione delle sante Scritture, la pratica frequente dell’esame di coscienza, la frequentazione di racconti e di uomini ispirati dallo Spirito di Dio possono rendere sempre più viva e certa la percezione della praticabilità della via della santificazione.

I giovani e gli adulti tengono viva la loro vocazione se imparano a stare vicini a Gesù, se diventano sempre più misericordiosi nel giudicare gli altri e sempre più esigenti nel mettere in discussione se stessi. Ad ogni età, soprattutto nei momenti di discernimento, la grazia è la luce che illumina e forza che trasfigura la vita. Solo così maturano scelte che hanno il sapore dello stile cristiano del vivere, pubblico e privato, in quanti sono docili agli inviti persuasivi del Signore.
Anche se si è circondati da stima e ammirazione, da salute e da ricchezza, non si può mettere a tacere una cristiana inquietudine circa l’altezza della propria vocazione e la modestia della propria risposta.
Bisogna restare più vicini a Gesù per essere sempre più coscienti del groviglio di esitazioni e di slanci, di amore e di paure che oggi si incontrano nel rispondere alla propria specifica vocazione. È necessario invocare dal Signore una libertà più lieta, una dedizione più totale, una consacrazione più tipica e definitiva.

Carlo Borromeo e la conversione della vita
In san Carlo vocazione e santità crescono insieme. Fissando lo sguardo su Gesù e meditando la sua Passione, il Borromeo si lascia toccare dall’insistenza del Signore nel chiamare i suoi amici a stare con lui, a seguirlo, e avverte un bisogno di forte imitazione. Perché è così solo il Signore, lui che è morto per tutti? E perché i figli di Dio continuano a lasciarlo in questa solitudine? San Carlo, di fronte ad alcune scelte della propria vita e davanti alle necessità pastorali della Chiesa, ha provato una profonda tristezza che lo ha portato a considerare con serietà l’intera esistenza. Che cosa devo fare?
La vera conversione del suo cuore verso l’amore per Gesù è coincisa con la scoperta della sua vocazione.

San Carlo invita anche noi ad entrare in questo sentire spirituale. Consideriamo le attenzioni che il Signore ha avuto per noi, la pazienza con cui ci ha istruito, le molte grazie che ci hanno custodito nel corso degli anni. Allora, in qualche momento di sincerità, ci può capitare di avvertire il sospiro di Gesù: ma non comprendete ancora? (Marco 8,21).
Ci può nascere nel cuore un anelito a superare ogni forma di paura o di mediocrità e avvertire quanto sia esigente la parola che ci chiama ad essere perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Matteo 5,48).
La vocazione, che innanzitutto è vocazione alla santità, va intuita, compresa, accolta e coltivata. San Carlo pregava a lungo nella notte, digiunava spesso, si confessava con molta frequenza, non si risparmiava nel lavoro. Le sue modalità sembrano a volte addirittura esagerate. Quando si ama, si esagera sempre. E a me sembra che nella ricerca della santità sia sempre necessaria una qualche esagerazione da cui non dobbiamo difenderci.

L’esempio di san Carlo è affascinante: egli vorrebbe essere tutto luce e invece quante ombre! Vorrebbe essere tutto fuoco e invece quanta tiepidezza! Pur avendo molti beni, si decide a venderli e a darli ai poveri: sente insostenibile la ricchezza, una zavorra indifendibile. Anche se potrebbe avere molti servitori ed evitare fastidi, si fa servo degli altri e non si sottrae a fatiche e pericoli: come accostarsi alla mensa del Signore senza provare imbarazzo di fronte all’esempio di Cristo e al suo sguardo penetrante? Anche se è molto stanco, non si concede un riposo troppo comodo: come, altrimenti, rispondere al Signore: Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? (Matteo 26,40)! Anche se incontra molte contrarietà, critiche ingiuste, incomprensioni, non se ne stupisce: come, altrimenti, potrebbe presumere di partecipare alla stessa Passione di Gesù?

L’impegno profuso da san Carlo per l’impostazione del seminario diocesano secondo le direttive del Concilio di Trento, l’attenzione costante alla vita dei preti, i numerosi interventi per incoraggiare nuove forme di vita consacrata e per la riforma degli ordini religiosi tradizionali, non sono tanto l’espressione di una strategia organizzativa, quanto un’irradiazione della sua santità, che contagiava gente di buona volontà e suscita vocazioni e santità per la riforma della Chiesa.

(continua)

Appuntamenti da Domenica 9 gennaio 2011

DOMENICA 9 gennaio
«BATTESIMO DEL SIGNORE»
Lettura del profeta Isaia (55,4-7)
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (2,13-22)
Vangelo secondo Matteo (3,12-17)

ore 15,30 in Chiesa: Celebrazione del Sacramento del Battesimo.

Lunedì 10 gennaio
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.

Mercoledì 12 gennaio
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: TERZA ETÀ: Recita del S. Rosario.

Giovedì 13 gennaio «S. Ilario, vescovo e dottore della Chiesa»

ore 19,15 in Centro Parrocchiale: Catechesi degli Adulti «CHI CERCATE? : Nicodemo» (Gio 3,1-21). Seguirà cena frugale.
ore 20,45 presso il Centro Culturale Asteria - p. za Carrara. 17: «Uomo Donna: dimora di desiderio e tenerezza “IL FASCINO DELLA SESSUALITÀ”». Primo incontro dei tre che costituiscono il Corso rivolto ai giovani dai 17 ai 30 anni, i quali potranno godere di crediti scolastici in forza del riconoscimento ministeriale (frequenza obbligatoria). Gli incontri saranno tenuti dalla dr.ssa Enza Sutera, psicologa, docente universitaria di Psicologia Scolastica e Pedagogia, Consulente presso il Tribunale di Brescia.

ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Catechesi degli Adulti «CHI CERCATE? : Nicodemo» (Gio 3,1-21).

Venerdì 14 gennaio
ore 18,30 in Oratorio: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.

Sabato 15 gennaio
ore 9,30 a Maria Madre della Chiesa: “Roveto ardente”. Catechesi degli Adulti «CHI CERCATE? : Nicodemo» (Gio 3,1-21).
ore 10,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 14,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.

DOMENICA 16 gennaio
II DOMENICA DOPO L’EPIFANIA
Lettura del libro dei Numeri (20,2.6-13)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,22-27)
Vangelo secondo Giovanni (2,1-11)
ore 15,30 in Centro Parrocchiale: Incontro per Genitori e ragazzi del CIC1.

Lunedì 17 gennaio «S. Antonio, abate»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.

GIORNATA NAZIONALE PER L’APPROFONDIMENTO E LO SVILUPPO DEL DIALOGO RELIGIOSO EBRAICO-CRISTIANO

dal 18 al 25 gennaio
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

Mercoledì 19 gennaio «S. Fabiano, papa e martire»
«S. Bassiano, vescovo»
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Catechesi della TERZA ETÀ.

Giovedì 20 gennaio «S. Sebastiano, martire»
ore 20,45 presso il Centro Culturale Asteria - p. za Carrara. 17: «Uomo Donna: dimora di desiderio e tenerezza “LA SESSUALITÀ NELLA COPPIA”». Secondo incontro rivolto ai giovani dai 17 ai 30 anni.

Venerdì 21 gennaio «S. Agnese, vergine e martire»
ore 18,30 in Oratorio: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: 3° Incontro dei Fidanzati.

DOMENICA 23 gennaio
III DOMENICA DOPO L’EPIFANIA
Lettura del libro dell’Esodo (16,2-7a.13b-18)
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (8,7-15)
Vangelo secondo Luca (9,10b-17)

«Cristiani oggi spesso vittime di fanatismi»

Giornata della pace in Duomo
«Cristiani oggi spesso vittime di fanatismi»
Nel consueto abbraccio di fraternità fra le Chiese Cristiane di Milano, il cardinale Tettamanzi ha ricordato i cristiani copti vittime di un attentato mentre pregavano in chiesa ad Alessandria d'Egitto

02.01.2011 di Rosangela VEGETTI (giornalista di INCROCINEWS)

Anche quest’anno, per l’inizio del nuovo anno e in concomitanza con la Giornata mondiale della Pace, il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano ha accolto l’invito dell’arcivescovo per un tempo di preghiera insieme in Duomo e un successivo momento di incontro e scambio di auguri in vescovado. Presente anche il vescovo Ioseph della chiesa ortodossa etiope.
Il card. Tettamanzi ha presieduto la celebrazione eucaristica e condiviso con i ministri evangelici ed i sacerdoti ortodossi l’ascolto della Parola, la preghiera dei fedeli, lo scambio di pace e la benedizione finale. Si è rinnovata la consuetudine di questo incontro fraterno che è sempre di più un’occasione di reciproca accoglienza, di rinnovata gioia di trovarsi insieme, come lo stesso arcivescovo ha voluto sottolineare: « Mi è caro allora rivolgere l’appellativo “fratelli e sorelle in Cristo” a tutta questa assemblea liturgica, alle persone qui riunite che la medesima fede e l’unico battesimo hanno reso testimoni dello stesso Vangelo, nella sequela dell’unico Signore e Maestro. La preghiera e il pensiero sono andati poi per tutti i cristiani che nel mondo soffrono persecuzioni e discriminazioni proprio per la loro appartenenza religiosa.
«La coerenza non è sempre facile e può costare moltissimo. Così come è costata moltissimo ai ventuno cristiani copti uccisi ieri notte in un attentato mentre erano in preghiera ad Alessandria d’Egitto. Episodio grave e non isolato, purtroppo: in questi mesi in ragione della loro fede sono stati perseguitati e uccisi altri cristiani in Iraq, Pakistan, Filippine, Nigeria, India e in altri Paesi».
Gli autori di tali violenze non sono solo nemici dei cristiani «ma di tutte le religioni, e anzitutto persecutori e nemici dell’uomo e del suo desiderio profondo e inalienabile di esprimere il desiderio di Dio. E mentre preghiamo per chi è stato ucciso, per le loro famiglie, per chi – in molte parti del mondo - professa la propria fede in Gesù Cristo mettendo in pericolo la propria vita, noi stessi ci sentiamo interrogati sulla nostra fede, qui, oggi».
Anche la cittadinanza milanese riconosce in questo appuntamento un segno ed un auspicio per iniziative e impegni riproposti dai cristiani di tutte le tradizioni e appartenenze a consolidare legami di collaborazione, reciproca conoscenza ed accoglienza di ogni diversa tradizione, fondati sulla fede nello stesso Signore Gesù Cristo. Ed in Duomo sono venuti in molti a testimoniare il desiderio di piena unità tra i cristiani.
Nell’incontro amicale di dialogo e scambio di auguri che ha fatto seguito alla celebrazione liturgica, la pastora valdese-metodista Eliana Briante, presidente del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano, ha indirizzato il saluto di tutto il Consiglio all’Arcivescovo, ringraziandolo per la vicinanza e la consonanza di intenti che ha sempre manifestato nelle iniziative ecumeniche. «La ringrazio per la sua grande umanità – ha detto la pastora Briante - e per la capacità di comunicare con coloro che, purtroppo troppo spesso, vengono emarginati dalla società e a volte anche dalle nostre comunità. La ringrazio per il suo ottimo esempio nel mettere al centro coloro che la nostra società volentieri dimenticherebbe: i carcerati, i rom, le famiglie con difficoltà economiche, i bambini e la bambine, i ragazzi e le ragazze». Ed ha precisato che anche il Consiglio desidera indirizzare le proprie iniziative al fine di una maggior partecipazione di tutte le comunità cristiane alle grandi tematiche che investono la società d’oggi e nell’espandere lo spirito ecumenico anche a quelle comunità finora meno coinvolte e meno conosciute. «Desideriamo essere un piccolo lievito per la città. Ci piace testimoniare che vivere insieme non è solo possibile ma anche arricchente e stimolante». E questo già a partire dalla prossima Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani con appuntamenti che favoriscano la gioia del trovarsi insieme come fratelli, fino a un programma di viaggio in Ucraina per il prossimo settembre, per incontrare direttamente le realtà religiose di quel Paese.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA CELEBRAZIONE DELLA XLIV GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 1° GENNAIO 2011

LIBERTÀ RELIGIOSA, VIA PER LA PACE
All’inizio di un Nuovo Anno il mio augurio vuole giungere a tutti e a ciascuno; è un augurio di serenità e di prosperità, ma è soprattutto un augurio di pace. Anche l’anno che chiude le porte è stato segnato, purtroppo, dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa.
Il mio pensiero si rivolge in particolare alla cara terra dell'Iraq, che nel suo cammino verso l’auspicata stabilità e riconciliazione continua ad essere scenario di violenze e attentati. Vengono alla memoria le recenti sofferenze della comunità cristiana, e, in modo speciale, il vile attacco contro la Cattedrale siro-cattolica “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso” a Baghdad, dove, il 31 ottobre scorso, sono stati uccisi due sacerdoti e più di cinquanta fedeli, mentre erano riuniti per la celebrazione della Santa Messa. Ad esso hanno fatto seguito, nei giorni successivi, altri attacchi, anche a case private, suscitando paura nella comunità cristiana ed il desiderio, da parte di molti dei suoi membri, di emigrare alla ricerca di migliori condizioni di vita. A loro manifesto la mia vicinanza e quella di tutta la Chiesa […]
(n.d.r.: il presente Messaggio pontificio è stato diramato l’8 dicembre scorso, quando non era ancora avvenuta la terribile strage di Cristiani Copti ad Alessandria d’Egitto).

Ringrazio vivamente i Governi che si adoperano per alleviare le sofferenze di questi fratelli in umanità e invito i Cattolici a pregare per i loro fratelli nella fede che soffrono violenze e intolleranze e ad essere solidali con loro. In tale contesto, ho sentito particolarmente viva l’opportunità di condividere con tutti voi alcune riflessioni sulla libertà religiosa, via per la pace. Infatti, risulta doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non è possibile professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita e della libertà personale. In altre regioni vi sono forme più silenziose e sofisticate di pregiudizio e di opposizione verso i credenti e i simboli religiosi. I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede. Tanti subiscono quotidianamente offese e vivono spesso nella paura a causa della loro ricerca della verità, della loro fede in Gesù Cristo e del loro sincero appello perché sia riconosciuta la libertà religiosa. Tutto ciò non può essere accettato, perché costituisce un’offesa a Dio e alla dignità umana; inoltre, è una minaccia alla sicurezza e alla pace e impedisce la realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale. Nella libertà religiosa, infatti, trova espressione la specificità della persona umana, che per essa può ordinare la propria vita personale e sociale a Dio, alla cui luce si comprendono pienamente l’identità, il senso e il fine della persona. Negare o limitare in maniera arbitraria tale libertà significa coltivare una visione riduttiva della persona umana; oscurare il ruolo pubblico della religione significa generare una società ingiusta, poiché non proporzionata alla vera natura della persona umana; ciò significa rendere impossibile l’affermazione di una pace autentica e duratura di tutta la famiglia umana.
Esorto, dunque, gli uomini e le donne di buona volontà a rinnovare l’impegno per la costruzione di un mondo dove tutti siano liberi di professare la propria religione o la propria fede, e di vivere il proprio amore per Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente (cfr Mt 22,37). Questo è il sentimento che ispira e guida il Messaggio per la XLIV Giornata Mondiale della Pace, dedicato al tema: Libertà religiosa, via per la pace.

[…] Il diritto alla libertà religiosa è radicato nella stessa dignità della persona umana, la cui natura trascendente non deve essere ignorata o trascurata. Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza (cfr Gen 1,27). Per questo ogni persona è titolare del sacro diritto ad una vita integra anche dal punto di vista spirituale. Senza il riconoscimento del proprio essere spirituale, senza l’apertura al trascendente, la persona umana si ripiega su se stessa, non riesce a trovare risposte agli interrogativi del suo cuore circa il senso della vita e a conquistare valori e principi etici duraturi, e non riesce nemmeno a sperimentare un’autentica libertà e a sviluppare una società giusta.
[…] La libertà religiosa è all’origine della libertà morale. […] Una libertà nemica o indifferente verso Dio finisce col negare se stessa e non garantisce il pieno rispetto dell’altro.
[…] L’illusione di trovare nel relativismo morale la chiave per una pacifica convivenza, è in realtà l’origine della divisione e della negazione della dignità degli esseri umani. Si comprende quindi la necessità di riconoscere una duplice dimensione nell’unità della persona umana: quella religiosa e quella sociale. Al riguardo, è inconcepibile che i credenti “debbano sopprimere una parte di se stessi - la loro fede - per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti”.
[…] Se la libertà religiosa è via per la pace, l’educazione religiosa è strada privilegiata per abilitare le nuove generazioni a riconoscere nell’altro il proprio fratello e la propria sorella, con i quali camminare insieme e collaborare perché tutti si sentano membra vive di una stessa famiglia umana, dalla quale nessuno deve essere escluso.
La famiglia fondata sul matrimonio, espressione di unione intima e di complementarietà tra un uomo e una donna, […] prima cellula della società umana, rimane l’ambito primario di formazione per relazioni armoniose a tutti i livelli di convivenza umana, nazionale e internazionale. Questa è la strada da percorrere sapientemente per la costruzione di un tessuto sociale solido e solidale, per preparare i giovani ad assumere le proprie responsabilità nella vita, in una società libera, in uno spirito di comprensione e di pace.
[…] La libertà religiosa è, in questo senso, anche un’acquisizione di civiltà politica e giuridica. Essa è un bene essenziale: ogni persona deve poter esercitare liberamente il diritto di professare e di manifestare, individualmente o comunitariamente, la propria religione o la propria fede, sia in pubblico che in privato, nell’insegnamento, nelle pratiche, nelle pubblicazioni, nel culto e nell’osservanza dei riti.
[…] L’ordinamento internazionale riconosce così ai diritti di natura religiosa lo stesso status del diritto alla vita e alla libertà personale, a riprova della loro appartenenza al nucleo essenziale dei diritti dell’uomo, a quei diritti universali e naturali che la legge umana non può mai negare.
[…] La libertà religiosa non è patrimonio esclusivo dei credenti, ma dell’intera famiglia dei popoli della terra. È elemento imprescindibile di uno Stato di diritto; non la si può negare senza intaccare nel contempo tutti i diritti e le libertà fondamentali, essendone sintesi e vertice. Essa è “la cartina di tornasole per verificare il rispetto di tutti gli altri diritti umani”. […] la libertà religiosa è condizione per la ricerca della verità e la verità non si impone con la violenza ma con “la forza della verità stessa”. In questo senso, la religione è una forza positiva e propulsiva per la costruzione della società civile e politica.
[…] La stessa determinazione con la quale sono condannate tutte le forme di fanatismo e di fondamentalismo religioso, deve animare anche l’opposizione a tutte le forme di ostilità contro la religione, che limitano il ruolo pubblico dei credenti nella vita civile e politica.
Non si può dimenticare che il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità. Entrambe, infatti, assolutizzano una visione riduttiva e parziale della persona umana, favorendo, nel primo caso, forme di integralismo religioso e, nel secondo, di razionalismo. La società che vuole imporre o, al contrario, negare la religione con la violenza, è ingiusta nei confronti della persona e di Dio, ma anche di se stessa. Dio chiama a sé l’umanità con un disegno di amore che, mentre coinvolge tutta la persona nella sua dimensione naturale e spirituale, richiede di corrispondervi in termini di libertà e di responsabilità, con tutto il cuore e con tutto il proprio essere, individuale e comunitario.
[…] Nel rispetto della laicità positiva delle istituzioni statali, la dimensione pubblica della religione deve essere sempre riconosciuta. A tal fine è fondamentale un sano dialogo tra le istituzioni civili e quelle religiose per lo sviluppo integrale della persona umana e dell'armonia della società.
Nel mondo globalizzato, caratterizzato da società sempre più multi-etniche e multi-confessionali, le grandi religioni possono costituire un importante fattore di unità e di pace per la famiglia umana.
[…] . Per la Chiesa il dialogo tra i seguaci di diverse religioni costituisce uno strumento importante per collaborare con tutte le comunità religiose al bene comune. La Chiesa stessa nulla rigetta di quanto è vero e santo nelle varie religioni. “Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini”.
[…] Nel 2011 ricorre il 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, convocata ad Assisi nel 1986 dal Venerabile Giovanni Paolo II. In quell’occasione i leader delle grandi religioni del mondo hanno testimoniato come la religione sia un fattore di unione e di pace, e non di divisione e di conflitto. Il ricordo di quell’esperienza è un motivo di speranza per un futuro in cui tutti i credenti si sentano e si rendano autenticamente operatori di giustizia e di pace.
[…] nel mondo ancora oggi si registrano persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e di intolleranza basati sulla religione. In particolare, in Asia e in Africa le principali vittime sono i membri delle minoranze religiose, ai quali viene impedito di professare liberamente la propria religione o di cambiarla, attraverso l’intimidazione e la violazione dei diritti, delle libertà fondamentali e dei beni essenziali, giungendo fino alla privazione della libertà personale o della stessa vita.
[…] La difesa della religione passa attraverso la difesa dei diritti e delle libertà delle comunità religiose. I leader delle grandi religioni del mondo e i responsabili delle Nazioni rinnovino, allora, l’impegno per la promozione e la tutela della libertà religiosa, in particolare per la difesa delle minoranze religiose, le quali non costituiscono una minaccia contro l’identità della maggioranza, ma sono al contrario un’opportunità per il dialogo e per il reciproco arricchimento culturale. La loro difesa rappresenta la maniera ideale per consolidare lo spirito di benevolenza, di apertura e di reciprocità con cui tutelare i diritti e le libertà fondamentali in tutte le aree e le regioni del mondo.
[…] . Mi rivolgo, infine, alle comunità cristiane che soffrono persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e intolleranza, in particolare in Asia, in Africa, nel Medio Oriente e specialmente nella Terra Santa, luogo prescelto e benedetto da Dio. Mentre rinnovo ad esse il mio affetto paterno e assicuro la mia preghiera, chiedo a tutti i responsabili di agire prontamente per porre fine ad ogni sopruso contro i cristiani, che abitano in quelle regioni. Possano i discepoli di Cristo, dinanzi alle presenti avversità, non perdersi d’animo, perché la testimonianza del Vangelo è e sarà sempre segno di contraddizione.
[…] La violenza non si supera con la violenza. Il nostro grido di dolore sia sempre accompagnato dalla fede, dalla speranza e dalla testimonianza dell’amore di Dio.
[…] Il mondo ha bisogno di Dio. Ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e condivisi, e la religione può offrire un contributo prezioso nella loro ricerca, per la costruzione di un ordine sociale giusto e pacifico, a livello nazionale e internazionale.

La pace è un dono di Dio e al tempo stesso un progetto da realizzare, mai totalmente compiuto. Una società riconciliata con Dio è più vicina alla pace, che non è semplice assenza di guerra, non è mero frutto del predominio militare o economico, né tantomeno di astuzie ingannatrici o di abili manipolazioni. La pace invece è risultato di un processo di purificazione ed elevazione culturale, morale e spirituale di ogni persona e popolo, nel quale la dignità umana è pienamente rispettata. Invito tutti coloro che desiderano farsi operatori di pace, e soprattutto i giovani, a mettersi in ascolto della propria voce interiore, per trovare in Dio il riferimento stabile per la conquista di un’autentica libertà, la forza inesauribile per orientare il mondo con uno spirito nuovo, capace di non ripetere gli errori del passato. Come insegna il Servo di Dio Paolo VI, alla cui saggezza e lungimiranza si deve l’istituzione della Giornata Mondiale della Pace: “Occorre innanzi tutto dare alla Pace altre armi, che non quelle destinate ad uccidere e a sterminare l'umanità. Occorrono sopra tutto le armi morali, che danno forza e prestigio al diritto internazionale; quelle, per prime, dell’osservanza dei patti”.[18] La libertà religiosa è un’autentica arma della pace, con una missione storica e profetica.

Essa infatti valorizza e mette a frutto le più profonde qualità e potenzialità della persona umana, capaci di cambiare e rendere migliore il mondo. Essa consente di nutrire la speranza verso un futuro di giustizia e di pace, anche dinanzi alle gravi ingiustizie e alle miserie materiali e morali. Che tutti gli uomini e le società ad ogni livello ed in ogni angolo della Terra possano presto sperimentare la libertà religiosa, via per la pace!
Dal Vaticano, 8 dicembre 2010

BENEDICTUS PP XVI