19 marzo 2010

Pasqua di Risurrezione 2010

Carissimi fratelli e sorelle nel Signore,Buona Pasqua!

Come a Natale anche in occasione di questa Festa di Gesù Risorto vogliamo fare a tutti voi i nostri auguri perché la prossima sia una Pasqua nella luce di Cristo Signore. Un augurio che vuole raggiungere insieme i fedeli cristiani di Maria Madre della Chiesa e di San Barnaba, due Parrocchie che stanno camminando per diventare una sola Comunità Pastorale nel prossimo Settembre.
Desideriamo insieme augurarvi che lo Spirito di Gesù Risorto in questa Pasqua porti alle nostre Comunità parrocchiali e in ogni famiglia pace nel cuore, gioia fraterna e comunione con tutti.
Questi doni ci sono necessari in questi mesi carichi di domande e di incertezze, di timori e desideri, di prove d’incontro e di speranze davanti al nuovo modo di essere Chiesa nel sud della città di Milano, come ci viene chiesto dall’Arcivescovo e dal Signore.
Possiamo dire che stiamo rivivendo noi oggi la fatica che la Comunità degli Apostoli e dei discepoli di Gesù ha vissuto durante la Settimana Santa: siamo dubbiosi come gli Apostoli, siamo travolti dagli avvenimenti, vorremmo sperare però non tutto è chiaro.
Quanto è necessaria per noi la Luce della Pasqua, quanto ci è indispensabile la Speranza del Risorto, quanto è importante la Forza dello Spirito che fa nascere la Chiesa e la porta avanti con coraggio.
E saranno questi doni di Gesù Risorto, che riceveremo nella prossima Solennità, che ci permetteranno - dopo Pasqua - di vivere il tempo dell’attesa dello Spirito, proprio come la Chiesa degli Apostoli ha atteso la Pentecoste: tempo di coraggio e di apertura al nuovo; tempo di comunione tra noi e di carità verso i più deboli; tempo di fraternità gioiosa e di missione verso chi vive nei nostri condomìni; tempo per capire la vera importanza della presenza del prete in una Comunità cristiana, per valorizzare la testimonianza profetica dei consacrati e per godere dell’opera preziosa dei laici.
Fraternamente,

padre Diego, padre Eugenio, don Giuseppe, don Giorgio, suor Luigina, suor Giovanna, suor Eugenia e suor Marta

Appuntamenti da Domenica 21 marzo 2010

DOMENICA 21 marzo
«V DOMENICA DI QUARESIMA»
Lettura del libro del Deuteronomio (6,4a;26,5-11)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (1,18-23a)
Vangelo secondo Giovanni (11,1-53) «Domenica di Lazzaro»

Al mattino: vendita di prodotti del Commercio Equo e Solidale.
in occasione della FESTA DEL PAPÀ “Torte e pasta fresca per la gioia delle famiglie “

ore 15,30 in Chiesa: Rito dell’Unzione dei Catecumeni.

Lunedì 22 marzo
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.

Martedì 23 marzo
ore 21,00 «COME PIETRE VIVE: Il prete nel mondo che cambia». Catechesi quaresimale tenuta dall’arcivescovo, card. Dionigi Tettamanzi, trasmessa da TELENOVA e da Radio Marconi (Mhz 94,8).

Mercoledì 24 marzo
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: Festa dei Compleanni della TERZA ETÀ.
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio assistenza e aiuto alla compilazione dei Mod. 730 e UNICO 2010.
ore 20,30 presso il Centro Asteria: Incontro con la prof.ssa Enza Sutera, madre, docente universitaria, specialista in psicologia e pedagogia, sul tema «Ho voglia di crescere».

Venerdì 26 marzo
ore 8,00 in Chiesa: Via Crucis per i ragazzi delle Elementari.
ore 9,00 in Chiesa: Via Crucis.
ore 17,00 in Chiesa: Riconciliazione dei PRE-ADOLESCENTI.
ore 18,30 in Chiesa: Riconciliazione dei ragazzi del CIC4.
ORE 21,00 IN CHIESA: CELEBRAZIONE QUARESIMALE: «Santi testimoni della Misericordia)».
DOPO LA CELEBRAZIONE, I VISITATORI/VISITATRICI 2009 SI INCONTRERANNO SOTTO LA CASA PARROCCHIALE.

Sabato 27 marzo
ore 20,45 in Duomo: Veglia in Traditione Symboli «TI SEGUIRÒ SIGNORE» per GIOVANI e 18/19nni (partenza dalla Chiesa alle ore 20,00).

DOMENICA 28 marzo
«DOMENICA DELLE PALME»
Lettura del profeta Zaccaria (9,9-10)
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (1,15-20)
Vangelo secondo Giovanni (12,12-16)

In questo giorno la Chiesa fa memoria dell’ingresso di Cristo in Gerusalemme, per portare a compimento il suo Mistero Pasquale. Perciò lo celebriamo con la processione solenne prima della S. Messe.

ore 10,15 presso il Centro Parrocchiale: Benedizione degli ulivi, processione e poi S. Messa.
Nelle altre Ss. Messe: benedizione degli ulivi davanti all’ingresso della Chiesa, indi ingresso solenne.

Dopo la S. Messa delle ore 10,30 i PreAdolescenti e gli Adolescenti faranno visita ad anziani e malati della nostra comunità.

Nel pomeriggio presso la Parrocchia Maria Madre della Chiesa:
PULIAMO il GRATOSOGLIO

Lunedì 29 marzo
ore 17,00 in Chiesa: Riconciliazione degli Adolescenti e dei 18/19nni.

TRIDUO PASQUALE

GIOVEDÌ SANTO 1 aprile
«in cena Domini»
ore 9,30 in Duomo: Celebrazione della S. Messa Crismale.
ore 21,00 in Chiesa: Celebrazione dei Vesperi e della S. Messa «in cena Domini».
È un momento forte per la scoperta della centralità dell’Eucaristia nella vita della comunità e dei singoli.

VENERDÌ SANTO 2 aprile
«nella Passione del Signore»

ore 15,00 in Chiesa: Celebrazione della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo. Adorazione della Croce. Solenne preghiera universale.
Il clima di silenzio, di ascolto della Parola di Dio e di preghiera individuale continuerà fino alle ore 23,00.

SABATO SANTO 3 aprile
Per tutta la giornata continuano l’adorazione della Croce e le Confessioni

ore 22,00 in Chiesa: Inizio della solenne Veglia Pasquale nella Notte Santa con la celebrazione del Sacramento del Battesimo di Alice Bertelli.
Nella Veglia Pasquale la Chiesa: celebra la liturgia della Luce (prima parte della Veglia);
medita «le meraviglie» che il Signore ha compiuto per il suo popolo fin dall’inizio e confida nella sua parola e nella sua promessa (seconda parte: Liturgia della Parola);
rivive, con i suoi membri rigenerati nel Battesimo, il giorno della Risurrezione (terza parte: Liturgia Battesimale); viene invitata alla mensa che il Signore ha preparato al suo popolo per mezzo della sua morte e risurrezione (quarta parte: Liturgia Eucaristica).

DOMENICA 4 aprile
PASQUA NELLA
RISURREZIONE DEL SIGNORE
Lettura degli Atti degli apostoli (1,1-8a)
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (15,3-10a)
Vangelo secondo Giovanni (20,11-18)

Gli orari della Ss. Messe sono i seguenti: 8,30 -10,30 -18,00

LUNEDÌ DELL’ANGELO 5 aprile
Solo due Ss. Messe: 9,00 - 18,00

Mercoledì 7 aprile
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio assistenza e aiuto alla compilazione dei Mod. 730 e UNICO 2010.

Giovedì 8 aprile ore 18.00
AIDS: QUALE PREVENZIONE?
Questo è il quarto dei 5 incontri organizzati dall’Associazione Medici Cattolici Italiani-Sezione di Milano nell’ambito dell’iniziativa denominata “DISCUTIAMO INSIEME” che si tengono presso la Sala Conferenze dell’Istituto Suore di Maria Bambina - via S. Sofia, 17 (con possibilità di parcheggio all’interno). Relatori: Mauro Moroni (Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano) Carlo Spagnolli (Medico Missionario, Luisa Guidotti Hospital, Mutoko, Zimbabwe)Moderatore: Don Antonio Lattuada (Docente di Teologia Morale, Facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale - sede di Mlano)

Sabato 10 aprile
ore 21,00 presso il Salone-Teatro: La Compagnia teatrale “FRITTO MISTO” presenterà la Commedia «Voglio tornare dipendente » di Gabriele Marelli .

DOMENICA 11 aprile
«II DI PASQUA»
Domenica in albis depositis
Lettura degli Atti degli Apostoli (4,8-24a)
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (2,8-15)
Vangelo secondo Giovanni (20,19-31)

ore 15,30 in Chiesa: Celebrazione del Sacramento del Battesimo.

05 marzo 2010

PRONTI PER IL SIGNORE

Carissimi fratelli e sorelle nel Signore,
stiamo camminando da due settimane in questo tempo speciale che riserviamo a Dio che è la Quaresima, e ci avviciniamo al giro di boa. Abbiamo passato i primi momenti di rodaggio, è ora di “entrare nel vivo”!

Ecco due appuntamenti importanti, due grosse opportunità a portata di mano per ognuno di noi, ma che sono opportunità che Dio userà per il nostro “ben-essere”.

Nella serata di Venerdì 12 Marzo ci sarà la possibilità di vivere un intenso “tempo di deserto” per lasciarsi condurre dallo Spirito come Gesù “per lasciarsi tentare”. Dalle ore 19.30 fino alle 21.00 sarà tempo di preghiera prevalentemente personale, cui seguirà alle ore 21.00 il settimanale incontro comunitario. Essendo orario di cena a chi intende vivere questo momento viene proposto il digiuno. Sarà tempo per lasciare che lo Spirito Santo, predisponendoci alla sincerità, ci faccia sentire il “dolore del peccato” e ci “istighi” alla “confessione” delle colpe e alla penitenza. La cartina da seguire con coraggio sarà il Salmo 51, il cosiddetto “miserere”: una Parola di Dio che è sentiero per passare dal coraggioso riconoscersi peccatori all’aprirsi alla misericordia del Signore, per gustare la gioia di chi è stato redento e può ritornare riconciliato a esultare col suo popolo.

Il secondo momento “forte” sarà la Settimana Penitenziale, o meglio la Settimana da dedicare a ricevere la Pace di Dio attraverso quel dono che ci ha fatto Gesù, che è il Sacramento della Riconciliazione. Ci sarà la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione da Lunedì 15 a Venerdì 19 Marzo (dalle ore 17 alle 19.30), Mercoledì 17 Marzo pomeriggio (ore 15.00) per gli anziani, Venerdì 19 sera la Celebrazione Comunitaria, e anche Sabato (dalle ore 15.00 alle 18.00). Lo sappiamo che è il Sacramento meno amato, e perciò “evitato”… magari anche perché è il meno “capito”. Certamente la tradizione ha falsato il senso di questo Dono del Risorto puntando troppo sulla “confessione”, più che sul ricevere la “rigenerazione” (“assoluzione”) da parte di Dio. Non è da furbi evitare un Dono di Dio che produce pace nel cuore, con gli altri e con Dio stesso. Non è da furbi evitare di vivere la Festa del Perdono che ci permette di ricostruire relazioni interrotte o inquinate da egoismo, falsità, rancori…

Ma c’è un aspetto della Quaresima che spesso è visto in modo folcloristico, ma che la Chiesa propone per permetterci di guadagnare in “umanità” e in “santità”: è il digiunare. Il digiunare non salva (neanche manda in Paradiso… perché là si mangia e beve!), ma prepara a godere i doni di Dio, a fare opere di generosità e ad essere interamente persone “sane”.

Provo a fare delle proposte concrete, riprendendo quanto scritto nell’In-Formatore di inizio Quaresima e coniugando il verbo “digiunare” con i nostri sensi
Facciamo digiunare la lingua: è sicuramente eliminare bestemmie (parlare male di Dio) o non usare un linguaggio volgare o non fare malignità; ma è anche evitare chiacchiere inutili e qualche volta anche le parole per scegliere di ascoltare gli altri… quanto è necessario questo per rendere più unite le nostre famiglie e la nostra Comunità!

Facciamo digiunare le orecchie: quanto sono piene di suoni che giungono da stereo, telefonini, televisione, ipod… se amassimo di più il silenzio che fa ascoltare Dio quanto saremmo in pace anche con noi stessi.

Facciamo digiunare la gola: non si tratta solo di evitare le indigestioni di cibo, ma anche certi “vizietti” (alcol, dolci…); però è anche un invito a mangiare “con gusto” e senza voracità, evitando fast-food o altre trovate commerciali che ci allontanano dalle specialità italiane famose in tutto il mondo.

Facciamo digiunare gli occhi: quanto “accecano” (… e gli occhiali costano!) il “palmare”, il computer, internet, la TV… Non si tratta solo di evitare visioni sconce, collegamenti “assurdi”, ma anche dare tempo alla vista di riposare col buio (dove trovarlo?) o di darsi a letture edificanti.

Facciamo digiunare le mani: vogliamo possedere tanto (qualcuno tenta di avere tutto!); un po’ tutti soffriamo di “shopping compulsivo” e non sappiamo trattenerci davanti ad una “novità” o occasione commerciale. Senza la sobrietà non c’è neanche solidarietà e carità!

Facciamo digiunare “il corpo”, il fisico: abbiamo tutti bisogno di riposo, di dormire, siamo malati di attivismo che ci sfianca e che “uccide” anche i più bei sentimenti del cuore (è una “pandemia milanese”… e anche di alcuni cristiani impegnati nelle Parrocchie!). Diamo tempo allo “stare in casa”, con i nostri “cari”, per “perdere tempo” con loro… evitando che siano per noi degli sconosciuti! Smettiamola di accettare (o creare) appuntamenti con “amici” che sono occasioni nocive alla intimità della famiglia (oltre che alla salute fisica e al portafoglio!). Impariamo a usare il corpo come segno di amore più che strumento di sensualità.

Forse con questi esempi l’invito a digiunare in modo coraggioso e forte diviene un’occasione di “ben-essere”… anche in tasca avremmo più soldi per aiutare più copiosamente i fratelli di Haiti.

Fratelli e sorelle in Cristo Gesù, continuiamo a vivere questa Quaresima intensificando la nostra disponibilità al Signore e predisponendoci all’incontro con Lui nel Sacramento della Riconciliazione con preghiere e digiuno.

Fraternamente
don Giorgio

Appuntamenti da Domenica 7 marzo 2010

DOMENICA 7 marzo
«III DOMENICA DI QUARESIMA»
Lettura del libro del Deuteronomio (6,4a;18,9-22)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (3,21-26)
Vangelo secondo Giovanni (8,31-59)
«Domenica di Abramo»

Ritiro spirituale degli Adolescenti del Decanato Navigli
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Cammino di Iniziazione Cristiana di ragazzi e genitori del CIC1.


Lunedì 8 marzo
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 9 marzo
ore 21,00 «COME PIETRE VIVE: La sobrietà». Catechesi quaresimale tenuta dall’arcivescovo, card. Dionigi Tettamanzi, trasmessa da TELENOVA e da Radio Marconi (Mhz 94,8).

Mercoledì 10 marzo
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: TERZA ETÀ. Recita del S. Rosario.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro GIOVANI 1.

Giovedì 11 marzo
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro GIOVANI 2.

Venerdì 12 marzo
ore 8,00 in Chiesa: Via Crucis per i ragazzi delle Elementari.
ore 9,00 in Chiesa: Via Crucis.
Sacerdoti a disposizione per la Riconciliazione personale (ore 17,00 - 19,00)
ore 17,00 in Chiesa: Via Crucis dei Pre-adolescenti (2a e 3a media).
ore 18,30 in Chiesa: Via Crucis dei ragazzi del CIC4.

Quale ulteriore forma di penitenza, si propone il digiuno ed il silenzio dalle ore 19,30 alle ore 21,00

ORE 21,00 IN CHIESA: CELEBRAZIONE QUARESIMALE: «Viviamo il Miserere (Salmo 51)»

Sabato 13 marzo
Sacerdoti a disposizione per la Riconciliazione personale (ore 17,00 - 18,00)

ore 21,00 in Salone-Teatro: Musical “Hercules” (v. Locandina).

DOMENICA 14 marzo
«IV DOMENICA DI QUARESIMA»
Lettura del libro dell’Esodo (17,1-11)
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (5,1-11)
Vangelo secondo Giovanni (9,1-38b)
«Domenica del cieco»

Ritiro spirituale dei Pre-Adolescenti

ore 10,30 in Chiesa: Consegna del Vangelo (CIC2).
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro per Genitori e ragazzi del terzo anno di Cammino dell’Iniziazione Cristiana (CIC3). Domenica Insieme.

SETTIMANA PENITENZIALE
È possibile accostarsi al Sacramento della Riconciliazione: da Lunedì 15 a Venerdì 19 marzo dalle ore 17,00 alle ore 19,30 e Sabato 20 marzo dalle ore 15,00 alle ore 18,00

Lunedì 15 marzo
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 16 marzo
ore 21,00 «COME PIETRE VIVE: Tutti protagonisti nella Chiesa?». Catechesi quaresimale tenuta dall’arcivescovo, card. Dionigi Tettamanzi, trasmessa da TELENOVA e da Radio Marconi (Mhz 94,8).
ore 21,00 presso la Casa Parrocchiale: Riunione del Coordinamento Liturgico.

Mercoledì 17 marzo
ore 15,00 in Chiesa: Riconciliazione della TERZA ETÀ.
ore 20,45 Celebrazione della Via Crucis presieduta dall’Arcivescovo, card. Dionigi Tettamanzi. Partenza dalla Chiesetta Rossa di via Chiesa Rossa alla Parrocchia S. Maria Annunciata in Chiesa Rossa (via Montegani).

Giovedì 18 marzo
ore 20,45 presso la Parrocchia Maria Madre della Chiesa: Incontro di Formazione per Educatori e Allenatori USSB e LA FENICE dei due Oratori.
Venerdì 19 marzo «S. Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria»
ore 8,00 in Chiesa: Via Crucis per i ragazzi delle Elementari.
ore 9,00 in Chiesa: Via Crucis.
ore 18,30 in Oratorio: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 20,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).
ORE 21,00 IN CHIESA: RICONCILIAZIONE COMUNITARIA GIOVANI E ADULTI.

LA MEDICALIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ alle ore 18.00

Questo è il terzo dei 5 incontri organizzati dall’Associazione Medici Cattolici Italiani-Sezione di Milano nell’ambito dell’iniziativa denominata “DISCUTIAMO INSIEME” che si tengono presso la Sala Conferenze dell’Istituto Suore di Maria Bambina - via S. Sofia, 17 (con possibilità di parcheggio all’interno).

Relatori: Bruno Bortoli (Dottore di Ricerca in Politica Sociale, Università degli Studi di Brescia) Giancarlo Cesana (Presidente della Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano) Moderatore: Rocco Mangia (Presidente del Comitato di Etica della Fondazione Osp. Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano)


Sabato 20 marzo
ore 9,30 presso la Parrocchia Maria Madre della Chiesa: ROVETO ARDENTE. «Povertà, ricchezza, giustizia. La comunità cristiana al tempo della crisi».
ore 10,30 presso il Centro Parrocchiale: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 14,30 presso il Centro Parrocchiale: Cammino di Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.

DOMENICA 21 marzo
«V DOMENICA DI QUARESIMA»
Lettura del libro del Deuteronomio (6,4a;26,5-11)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (1,18-23a)
Vangelo secondo Giovanni (11,1-53)
«Domenica di Lazzaro»
Al mattino: vendita di prodotti del Commercio Equo e Solidale.

ore 15,30 in Chiesa: Rito dell’Unzione dei Catecumeni.

Sabato 20 e Domenica 21 marzo in occasione della FESTA DEL PAPÀ
“Torte e pasta fresca per la gioia delle famiglie “

Ritiro Spirituale Decanale dei 18/19nni e dei Giovani
Sabato 20 e Domenica 21 marzo a CASTELVECCANA (VA)

TEATRO IN PARROCCHIA

Sabato 13 marzo ore 21

LA SOBRIETÀ

Nelle proposte spirituali per vivere bene la Quaresima (v. l’In-Formatore del 21 febbraio 2010 - N. 4 - pag. 9) è indicato il suggerimento, fra gli altri, di “sostenere uno stile di sobrietà”. Ma che cos’è la sobrietà per il cristiano? Ci aiuta a rispondere a questa domanda il nostro Arcivescovo, card. Dionigi Tettamanzi con il suo libro “Non c’è futuro senza solidarietà” di cui riportiamo i passi più significativi sull’argomento.

… La sobrietà è virtù certamente. Non però così facilmente apprezzata! E allora mi chiedo: perché? Forse, perché spesso fraintesa. Sobrietà è confusa, se non proprio con avarizia, con un vissuto che sa di risparmio minuzioso, di astensione dai consumi, di calcolo esasperato su tutto ciò che si potrebbe evitare di avere e di comperare ecc. Insomma, più che una virtù - cioè un modo positivo, esemplare di agire - sembrerebbe un comportamento non proprio apprezzabile se non addirittura maniacale, se fosse applicato in modo costante e in ogni circostanza. E, oltretutto, limitato alla sfera economica del vivere.

Ma la sobrietà autentica è tutt’altro!
Essa va intesa, anzitutto, come uno stile di vita complessivo: sobrietà nelle parole, nell’esibizione di sé, nell’esercizio del potere, nel vissuto quotidiano. La sobrietà non ha a che vedere solo con la quantità di beni materiali che consumiamo o meno, con quanto acquistiamo o non acquistiamo. Non è una questione solo economica, ma tocca una sfera molto più ampia del nostro agire e del nostro essere.
In sintesi, la sobrietà è questione di temperanza. È vero che in passato si diceva che una persona era sobria solo in riferimento al mangiare e al bere. Ma è altrettanto vero che a questi comportamenti faceva riscontro uno stile di vita complessivo ordinato, equilibrato, fuori da ogni tipo di eccesso, secondo la giusta misura.

Personalmente ho trovato interessante per capire lo stile sobrio di vita un testo di sant’Ambrogio, che così scrive nella sua famosa opera “Sui doveri”: “Nella temperanza si considerano e si ricercano soprattutto la tranquillità dell’animo, l’amore alla mansuetudine, la grazia della moderazione, la cura dell’onestà, la stima per il decoro. Dobbiamo praticare un metodo di vita, che derivi, per così dire, i primi fondamenti dalla modestia, la quale è compagna e amica della tranquillità dell’animo, evita la protervia, è aliena da ogni mollezza, ama la sobrietà, favorisce l’onestà, cerca il decoro. Si deve anche cercare in ogni azione che cosa sia conveniente alle persone, alle circostanze e all’età; inoltre che cosa sia adatto all’indole di ciascuno” (De officiis, I, 210, 211 e 213).
Tranquillità dell’animo, mansuetudine, moderazione, cura dell’onestà e stima per il decoro sono doni preziosi e compiti impegnativi. Solo con un’educazione morale e spirituale seria si possono accogliere e vivere. E tutti, a cominciare da chi ha una responsabilità di animazione e di guida della comunità, siamo invitati a ricuperare e rilanciare l’autentica sobrietà.

Ciò è possibile cogliendo i significati positivi e liberanti di cui la sobrietà si fa custode e promotrice. Essa, infatti, intende guarire il nostro comportamento quotidiano (personale, comunitario, sociale) da ogni eccesso, riconducendolo alla “giusta misura”, evitando le parole urlate e i toni eccessivi, i consumi sfrenati che giungono allo spreco e, dall’altra parte, l’avarizia di chi accumula indifferente al bisogno altrui.

… la sobrietà non è un assoluto, non è qualcosa da perseguire in sé e per sé: essa è per un bene più grande. Non è virtù negativa, che spinge al calcolo e alla rinuncia in ogni campo del vivere, ma è l’atteggiamento di chi è consapevole del limite, proprio per creare spazio ad altri; di chi non espande i propri domini all’eccesso, proprio perché altri abitino la terra; di chi risparmia non per mettere via per sé, ma per condividere quello che può; di chi non si esibisce, non perché non ha nulla comunicare agli altri, ma perché preferisce aspettare modi e tempi appropriati e non sospetti per farlo.

È una virtù che nasce e cresce attraverso un sapiente e coraggioso discernimento, che la mantiene intimamente collegata con la sua finalità: quella di essere al servizio del bene, a cominciare dall’amore per l’altro, dal dono di sé all’altro, dalla condivisione fraterna; in una parola, in riferimento alla solidarietà.

La castità come risposta alla cultura della sessualità

In una società in cui i primi rapporti si consumano a 15 anni, la castità non è una rinuncia all’amore, ma il rispetto del proprio corpo che insegna ad amare di più

Un quotidiano nazionale, di dieci giorni fa, pubblicava i risultati di una inchiesta, che denunciava l’elevato numero di ragazzine e ragazzini, che avevano avuto i primi rapporti sessuali già sui 14/15 anni. Stento a crederci, vorrei non crederci, ma non sono poche le ragazzine che si rivolgono alle strutture del territorio perché temono di essere incinte, e magari lo sono, richiedendo un intervento d’urgenza, all’insaputa dei genitori, che sono forse i primi a suggerirlo, quando ne vengono a conoscenza.
Il cardinal Martini, in “Conversazioni a Gerusalemme”, nel capitolo dedicato a “imparare l’amore”, invita la Chiesa a lavorare per una nuova cultura della sessualità e delle relazioni: “Deve farlo anche per contribuire a risolvere un problema fondamentale: nei paesi occidentali un matrimonio su due o tre termina con il divorzio…”.
Il matrimonio va quindi preparato alla lontana, educando i ragazzini alla responsabilità, al rispetto dell’altro, alla preziosità del dono del proprio corpo! Non può essere banalizzato o vissuto con superficialità, al di fuori di un cammino di conoscenza reciproca, di relazioni personali, che abbiano il respiro del “per sempre”.
E qui Don Gnocchi, i santi educatori non sono al di fuori del tempo. Don Gnocchi, già nel 1937, scriveva che molti sono arrivati al matrimonio, “senza aver mai sentito parlare saggiamente dell’amore, senza aver mai contemplato, nella sua vera luce,l a portentosa missione divina e umana della paternità [e della maternità], senza aver appreso le arti difficili e varie che confluiscono in quell’arte delle arti che è il governo delle anime”. Se i genitori non sono educati all’amore, se non lo testimoniano, non saranno quel centro di riferimento, di cui hanno bisogno i figli: crescendo, trovano altri maestri, altri educatori. I genitori, la famiglia, sono sempre un riferimento importante per loro.
Infatti, quando ho chiesto ad un gruppo di ragazzini e ragazzine di terza media – ma guai a chiamarli così, si offendono, incominciamo allora a sentirsi grandi! – chi ritenevano fossero loro maestri nell’arte dell’amare, hanno risposto coralmente: “I miei genitori”; qualcuno ha accennato timidamente alla prof.; uno solo, con aria interrogativa, ha osato dire: “Forse Gesù Cristo?”.
Nessuno ha risposto: il prete o la Chiesa. Ero in una cittadina, dove la frequenza alla Chiesa si aggirava sul 5%, ma anche altrove non sono tanti i ragazzi e ragazze, i giovani, che si ritrovano negli orientamenti della Chiesa.
La formazione all’amore è una formazione alla castità, di cui oggi si parla davvero poco, se non per deridere chi tenta di viverla. “La castità, se la conosci, non ti uccide!”. La battuta scherzosa di un giovane prete d’oratorio può strappare il sorriso, l’ironia, ma va presa sul serio dagli adulti perché è il modo per salvare la sessualità da chi la usa ma non la conosce, non la stima.
La castità non è una rinuncia all’amore, ma è imparare ad amare di più per amare meglio. E’ un fatto di libertà, un saper scegliere le esperienze giuste, indipendentemente dal fatto che “fan tutti così”. E’ l’arte di amare nella logica del dare. E’ costruire legami d’amore, che non si trovano già confezionati, ma esigono un cammino di maturazione, che inizia nell’infanzia, si prolunga nel tempo, si diversifica in base all’età e al riferimento che si è scelto: il progetto di Dio oppure altri di un etica più o meno laica.
Evitando il lamento per tante visioni riduttive della sessualità, dobbiamo ritrovare il coraggio di riproporre ai giovani l’ideale cristiano dell’amore nella sua integralità, senza temere di metterli di fronte al radicalismo della proposta evangelica, agli insegnamenti della Chiesa, avvallati dall’esperienza dei Santi.
Educare alla castità è compito “irrinunciabile” che aiuta i giovani a rispettare il proprio corpo, orientando l’istinto sessuale al servizio dell’amore, integrandolo nello sviluppo della personalità. I giovani sono disponibili di fronte alle proposte forti! La castità è una di queste. Non facile, ma non impossibile!

don Vittorio Chiari, Educatore

FORMAZIONE MINISTRI LITURGICI

Nell’ambito dei programmati incontri di Formazione dei Ministri Liturgici, Mercoledì 10 febbraio u.s. è stato affrontato, fra l’altro, il tema della Messa, con particolare riferimento al “come ci si va”, a “cosa correggere della prassi liturgica”, a “come continuare la Messa nella vita quotidiana del credente”.
Riportiamo, qui di seguito, la sintesi di ciò che è emerso dall’esercitazione condotta dai tre gruppi di lavoro appositamente impegnati sulle citate questioni.

“Atteggiamenti corretti e scorretti nell’andare a Messa”

Se celebrare l’Eucaristia è celebrare il Mistero Pasquale,
se l’eucaristia è il Mistero pasquale celebrato,
se in ogni Eucaristia riceviamo tanti doni,
se l’Eucaristia ci trasfigura, ci trasforma, “ci rende Cristo” attraverso i momenti celebrati,
allora il nostro atteggiamento nell’andare a Messa deve tener conto di tutto ciò.

Il gruppo ha posto particolare attenzione ai seguenti argomenti:
La preparazione è importante: nell’informatore parrocchiale vengono puntualmente ricordate le letture domenicali, tutti dovremmo trovare il tempo per dare un’occhiata ai brani, in particolare i lettori che dovrebbero evitare l’improvvisazione e provare le letture anche ad alta voce.
I componenti del coro dovrebbero partecipare alle prove e soprattutto non arrivare in chiesa all’ultimo momento: è anche una forma di rispetto per chi si è impegnato seriamente e ha dedicato il suo tempo alle prove.
La puntualità è importante: essere presenti fin dall’inizio della celebrazione è segno di una partecipazione viva e consapevole, che non si lascia sfuggire nemmeno l’occasione del canto d’ingresso per farsi introdurre nel mistero di Cristo celebrato nel tempo. A maggior ragione devono essere puntuali tutti i ministri liturgici; anzi devono essere in chiesa in anticipo per poter preparare quanto necessario alla celebrazione (canti, letture, cestini per le offerte, preghiera dei fedeli) e per prendere accordi per il corretto svolgimento della celebrazione. Questo farà sì che, senza la frenesia delle cose da fare in fretta, anche i ministri possano concentrarsi e partecipare serenamente alla funzione.
Il silenzio è importante: tacere per ascoltare è un gesto che non sempre viene capito dalla comunità. Si tratta di un atteggiamento positivo e attivo, non di una perdita di tempo. Il silenzio non è mai un tempo ”vuoto”: anzi lo si riempie della Parola ascoltata che diventa meditazione; prima della Messa per favorire la concentrazione su quanto sta per accadere, durante lo svolgimento della celebrazione e soprattutto dopo l’omelia e dopo la Comunione.
La sincronia nella preghiera comune è importante: l’armonia delle voci esprime la concordia e l’unità dei credenti; bisognerebbe adeguare il ritmo della preghiera a quello del sacerdote o del direttore di assemblea.
Anche l’abbigliamento è importante: il caldo non giustifica un abbigliamento da spiaggia.

“Cosa correggere della prassi liturgica, delle scelte che facciamo come ministri liturgici?”

nella S. Messa è l’assemblea tutta che, insieme al Presidente, celebra il mistero, quindi tutte le azioni e le preghiere devono sempre essere corali;
il Direttore di Assemblea ha il compito di seguire l’assemblea nei gesti comuni e nelle preghiere e, quando sia opportuno, intervenire per uniformare il ritmo;
le letture non devono essere semplicemente lette, ma proclamate e ciò richiede una preparazione non all’ultimo momento;
le preghiere dei fedeli devono essere proposte con voce chiara e sicura, usando opportunamente il microfono;
si è avvertita l’opportunità di ricordare all’assemblea le modalità per accostarsi a ricevere la comunione in modo da evitare forme devozionali non previste.

“Come continuare la Messa nella vita quotidiana del credente”

Ci è sembrato un argomento dalla risposta scontata: nella vita si attua tutto ciò che si è appreso dall’incontro con il Signore ed è difficile descrivere come.
Un suggerimento ci è parso utile: riprendere il Vangelo della domenica e meditarlo durante la settimana per poterlo meglio assimilare.
Ma anche gli interrogativi qualche volta fanno parte della nostro cammino non scontato: in me questa eucaristia ha cambiato qualche cosa? Questa settimana che impegno preciso posso prendermi?
Andare a Messa è anche presentare le fatiche della settimana al Signore e ricevere forza per poter dare agli altri qualcosa di autentico, di vero, di noi.
La relazione con il Signore ci rende aperti, pronti per la relazione con gli altri nella vita quotidiana.
La Messa è un evento da vivere anche nei momenti di difficoltà. Essa ci nutre, ci sostiene, ci offre un appoggio sicuro nei momenti dolorosi.
Alla Messa noi sentiamo tante parole che possiamo “evitare” o “entrarci dentro”. Se decidiamo di entrarci dentro diventiamo più sensibili anche ai problemi degli altri. Allora ad esempio sul luogo di lavoro vediamo ingiustizie di cui sono vittima tanti fratelli e sorelle che in questo momento rischiano di perdere o perdono il lavoro.
A livello sociale diventa evidente l’incoerenza tra coloro che si professano cristiani, ascoltano tante parole nella Messa, ma poi non le mettono in pratica nelle scelte concrete. Anche durante le riunioni si assiste al protagonismo di alcuni che si fermano sui principi e non muovono un passo verso gli altri. Passi che vanno fatti andando incontro anche a chi non è della nostra religione.

INIZIATIVE DI CARITÀ (2)

ULTIMISSIME DA HAITI Fiammetta Cappellini dell’AVSI ci aggiorna sulla situazione di Haiti

mercoledì 24 febbraio 2010

Carissimi,
è da un po’ che non scrivo.

Cioè: mi rendo conto che non scrivo da un po' perche guardo la data dell’ultimo messaggio... ma per il resto... si corre talmente tanto e talmente in fretta tutto il giorno che le giornate e le settimane passano in un soffio.

Le attività sono a pieno ritmo e avanziamo di giorno in giorno non dico verso la normalità e la normalizzazione, ma quanto meno verso una situazione di vita leggermente migliore.

I campi dove lavoriamo a cite Soleil sono sempre più popolosi: diverse persone si stanno spostando dai campi più piccoli verso quelli più grandi (come i nostri due di Place Fierte e di Parc Bobi). Da un certo punto di vista, vedono che i campi più grandi sono meglio serviti, sotto un altro punto di vista invece si rendono conto che la loro casa non è recuperabile e quindi non è utile restare vicino alle macerie sperando in un miracolo. Diciamo che per certi versi è una sorta di accettazione dell’attuale situazione a spingerli verso di noi.

Questo nuovo afflusso di gente crea alcuni problemi e nuove sfide.

Cerchiamo di prenderlo come una opportunità che rende il nostro lavoro ancora più importante, però, insomma, devo ammettere che ogni mattina vedere il campo più vasto, più affollato, sempre più brulicante... beh, a volte ci scoraggia un po’. Solo un po’. Poi ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti.
A Place fierte siamo ormai a circa 2500 persone. A Parc Bobi l’ultimo conteggio dava oltre 4.500 persone. Abbiamo chiuso la settimana scorsa festeggiando l’arrivo dell’acqua potabile, mentre questa settimana speriamo di festeggiare entro sabato l’installazione della luce.

Infatti, uno dei criteri per definire un campo profughi come minimamente rispettoso dei criteri di sicurezza (specie per le donne e per le ragazze) è che la zona toilette almeno sia illuminata. E’ un modo per rendere meno pericolosa la promiscuità e scoraggiare la violenza contro le donne. Noi le toilette non le abbiamo ancora (ahimè...), pero siamo quasi pronti a creare almeno due punti illuminati in ogni campo. Sara una grande innovazione e ci stiamo lavorando con impegno, grazie anche agli ormai cari amici della protezione civile italiana che ci hanno regalato i generatori e le alogene. Saremo in assoluto il primo campo illuminato di Port-au-Prince!

Per il resto, appunto, ci stiamo strutturando: da una cosa ne nasce un’altra e molti aiuti ci arrivano in modo inaspettato anche dal fatto che si constata il tanto che siamo riusciti a fare.

Entrambi i campi contano ora una cinquantina di grandi tende ciascuno.

Ogni tenda sono due o tre famiglie, per un totale di circa 10-15 persone per tenda. Si tratta delle famiglie più vulnerabili, con bambini piccoli, donne sole con molti bambini, persone anziane, con handicap. In una delle tende più grandi funziona a pieno ritmo l’ambulatorio della pediatra Chiara. Chiara è aiutata a tempo pieno da tre suore messicane di cui una è medico. Si sono offerte volontarie dopo una prima visita al campo, vedendo il grande lavoro che c’era da fare. Siamo così attivi che lavoriamo ormai 3 giorni alla settimana anche nel nuovo ambulatorio di Parc Bobi (altre due tende...). Uno dei problemi principali dei bambini da 0 a 5 anni è la malnutrizione.

Chiara se n’è resa conto immediatamente, senza bisogno di tante statistiche che pure abbiamo raccolto. Così abbiamo chiesto aiuto al PAM e a Unicef e proprio oggi abbiamo ricevuto una prima donazione di latte terapeutico per i bambini con meno di sei mesi che avrebbero bisogno del latte materno ma che spesso una mamma non ce l’hanno più. Cominceremo domani questa nuova esperienza con un primo gruppetto. Poi da settimana prossima arriveranno i supplementi alimentari del PAM, che dovrebbero coprire il fabbisogno di circa 3500 bambini. Sarà uno sforzo logistico immenso, ma sono fiduciosa che troveremo una soluzione anche a questo.

Altro punto di grande attrazione del campo è la scuola: le nostre prime due tende sono diventate presto insufficienti per i bambini del campo, così da qualche giorno ci siamo trasferiti in una nuova grande tenda dono dell’unicef. L’abbiamo montata a tempo record anche se... ci manca ancora il pavimento! Sono 72 metri quadri di tenda e i nostri bambini ne sono felicissimi: ha persino le finestre! Il campo di Parc Bobi è molto invidioso, per cui mi sa che entro breve dovremo provvedere a montarne una anche là...
In tutte queste frenetiche attività, il tempo per fermarsi a rifiatare manca del tutto. Oggi tra i mille messaggi ho trovato la mail di una carissima amica, che non vedo ormai da anni, ma con la quale non ci siamo mai davvero perse di vista. Mi pone domande che mi fanno riflettere e forse in un certo senso mi mettono un po’ in crisi. Chiara – la mia amica – si domanda e mi domanda:

“Ti immagino lavorare a ritmi molto alti perchè sei in una situazione in cui si potrebbe lavorare 24 ore su 24 e neanche questo basterebbe a fare tutto quello che è necessario; ma quanto reggi ancora? Ogni tanto fermarsi è un'esigenza, come fai ad andare avanti? ... la tua scelta per Alessandro fa pensare, non so cosa avremmo fatto noi al tuo posto perché certe situazioni non si possono giudicare dall'esterno, si possono capire solo vivendo tragedie così dall'interno. ... Non so come fai a stare lontana da lui da così tanto, io non so se ce la farei, ma soprattutto, lui ce la fa? cosa pensa della situazione?....”

Eh, Chiara, quante domande...

Non le ho tutte queste risposte!
Però le sue parole mi fanno pensare. Come facciamo ad andare avanti con questi ritmi? Non lo so. Però ogni volta che vado al campo e Simone ha un nuovo “caso umano” dei suoi, anche se siamo stanchi, distrutti, ci riattiviamo in cerca di una soluzione, di un medico, di un materasso in piu, di un posto in una tenda sovraffollata, di una bottiglietta di latte “speciale” per uno dei piccoli di Chiara... e come si potrebbe dire di no? Come si fa a dire a questa gente, che ci guarda con la speranza negli occhi, come si fa a dire loro “no, guarda, ora siamo stanchi, ci pensiamo magari domani”? come si fa?

Forse a freddo, a tavolino, ce lo diciamo, che bisogna rallentare, che siamo stanchi. Ma quando siamo lì, sul terreno... no, non possiamo ancora rallentare. Non finché ci sono bambini senza nemmeno un telo di plastica a ripararli, non finché c’e’ la signora di 80 anni che non mangia da tre giorni e va portata in ospedale, non finché troviamo bambini di due anni soli in tenda perché i genitori sono usciti a cercare cibo. Come facciamo ad andare avanti? Non lo so. Ma mi chiedo: e con che coraggio ci potremmo fermare?
Poi certo, la scelta di restare, di continuare con questi ritmi, diventa scelta obbligata di restare lontani dal nostro piccolo Alessandro ancora per un po'. Qui non ci sono ora le condizioni perché lui torni e io non posso partire ora. E quindi lui è in Italia e noi siamo qui. Oggi guardavo le sue foto di carnevale e mi dicevo che mi sto perdendo delle cose importanti della sua vita. E’ difficile da accettare per un genitore. Mi chiedo: Capirà il perché? Non lo so. Cosa pensa della situazione? Non ne ho idea.

Però io penso che Alessandro sia un bambino fortunato, anche se è lontano dai suoi genitori, perché questa è una separazione temporanea, perché comunque non gli mancherà l’affetto di cui avrà bisogno, né le certezze che gli servono per crescere. Penso anche di essere io una mamma fortunata, perché il mio bambino non è morto sotto una casa crollata, non gli hanno amputato un braccio per strapparlo alle macerie, perché ho potuto scegliere di non tenerlo in questo inferno, perché lo so al sicuro e amato e accudito.

Mi manca molto, e credo di mancare a lui.

Ma quando mi guardo intorno in questa città che non esiste più, e vedo come vive questa gente, di quante cose ha bisogno, quanti bambini non hanno assolutamente nessuno..., mi dico che questa è la cosa giusta da fare, perché il nostro dire che “ogni uomo e’ mio fratello” sia una cosa vera, non siano solo parole. Anche questi bambini hanno diritto come il mio a una casa, a una famiglia, a un gesto di affetto, a una vita normale. Finché il mio lavoro serve a garantire questo... io resto.

Almeno ancora un po'.

Io credo che Alessandro capirà, che dici Chiara?

A presto, Fiammetta

P.s.

Oggi (ieri ndr) la terra ha tremato ancora piuttosto forte. Abbiamo fatto il solito giro di telefonate e di controlli e abbiamo verificato che tutto era rimasto a posto. La gioia delle buone notizie batte lo sconforto dell'insicurezza 3-0.

INIZIATIVE DI CARITÀ (1)


Il 7 febbraio u.s. abbiamo incontrato Roberto Crippa, Vice Presidente del Centro Aiuti per l’Etiopia, che ci ha illustrato le iniziative realizzate e programmate per aiutare quelle popolazioni. Ora Roberto Rabattoni, il Presidente, ci scrive una lettera di ringraziamento per l’attenzione mostrata dalla nostra Comunità in tale circostanza.

Verbania, 26 febbraio 2010

Carissimo don Giorgio,

riceviamo oggi la generosa offerta, 390,00 (n.d.r.: Euro) che tu e i tuoi parrocchiani avete raccolto per i bimbi etiopi … e il cuore trabocca di gioia.

Grazie alla disponibilità e all’accoglienza che ci avete offerto Kirba, Senaith, Hailù e con loro altri sei bambini potranno mangiare almeno un pasto al giorno, essere lavati, vestiti e istruiti tramite l’adozione a distanza che diversi tuoi parrocchiani, toccati nel cuore da Nostro Signore, hanno sottoscritto.

Per noi tutti, e forse anche per voi, Domenica 7 febbraio è stato un giorno come tanti, per questi bambini invece è cambiata la vita.

Sono stati adottati a distanza 9 bambini e raccolti euro 390,00 che porteremo personalmente al Villaggio Madonna della Vita, situato alla periferia di Addis Abeba, ed impiegheremo per il sostentamento di ogni singolo bimbo e per la realizzazione di numerosi progetti (pozzi, ambulatori, mense, scuole, accoglienza bambini ammalati di Aids), necessari alla vita dei bimbi.

Il Signore vi ha scelto per manifestare la Sua immensa misericordia e per aiutare i più piccoli del mondo, gli ultimi degli ultimi.

Sappiamo bene infatti quanto è prezioso l’insegnamento che può dare la rinuncia a favore dei più bisognosi, innanzi tutto per noi stessi, per ritemprare lo spirito, per indicare all’anima quali siano le priorità vere, per mostrarci quanto ogni giorno ci circondiamo di inutili beni materiali che ottenebrano la mente e il cuore illudendoci di poter essere felici.

La rinuncia ci insegna un nuovo modo di vivere essenziale, privo del superfluo, dell’eccedente, di ciò che va oltre l’indispensabile.
Ciò che è per noi superfluo, portato in Africa ed in Etiopia in particolare, si trasforma in una goccia d’acqua nel deserto, un bene prezioso e vitale che fa germogliare la vita, rende feconda la terra, disseta il moribondo.

Il pane che oggi noi gettiamo è per questi bimbi, dimenticati dal mondo, cibo di vita, salvezza dalla morte, dalla malattia, dalla fame.

Per questo grazie, grazie, grazie ed ancora grazie, a te e a tutti coloro che, anche per poco, hanno rinunciato e contribuito, aderendo all’iniziativa dell’adozione a distanza, a questo immenso dono che oggi fate ai bambini di Addis Abeba e non solo.
Mi auguro di portevi rivedere presto, in modo da potervi raccontare cosa abbiamo realizzato con queste offerte, per celebrare la Santa Messa insieme e per pregare il Signore affinché renda sempre abbondante il raccolto per sfamare tutti i bimbi del mondo.

Un caloroso abbraccio a te e ai tuoi parrocchiani.

“La vera povertà è il vuoto dello spirito, la vera ricchezza è sapere donare”


Roberto Rabattoni