25 gennaio 2020

Benvenuta, famiglia!


L’accoglienza dei bambini, l’accompagnamento degli adolescenti, l’attraversamento dei momenti difficili della malattia e della vecchiaia, la solidarietà nei tempi di crisi sono come voci che invocano quella prossimità semplice e “naturale”, quei legami affidabili, quella storia di slancio e di quotidianità che è la famiglia. Il suo cuore è custodito dal fidarsi e dall’affidarsi, come l’etimo del fidanzamento suggestivamente evoca.

Uomini e donne che si vogliono bene, che sono così liberi e fiduciosi da impegnarsi per tutta la vita, danno inizio alla famiglia, quella cellula di cui la società non può fare a meno. Ogni famiglia ha la sua storia, le sue gioie e le sue fatiche. Talora le famiglie vivono momenti drammatici e persone non risolte sfogano in famiglia un’aggressività e una insensibilità che diventano pericolose. La comunità cristiana ha sempre apprezzato la famiglia, ha istituito percorsi di accompagnamento sia nella preparazione al matrimonio, sia nell’accompagnamento dei momenti delle responsabilità educative, della malattia, del lutto, e in Lombardia ha trovato una forma di collaborazione con le istituzioni pubbliche che ha potuto dare efficacia a questa premura.

Si deve constatare tuttavia che nel nostro tempo si manifestano fenomeni allarmanti a questo riguardo.

Siamo pertanto autorizzati a pensare insieme, a pensare con lungimiranza, per individuare forme di aiuto. I rapporti affettivi sono fragili, precari e molte storie d’amore finiscono in grandi sofferenze e talora in drammi irreparabili; l’età evolutiva attraversa confusioni nella costruzione della propria identità di genere e incertezze, insicurezze. Esperienze disordinate e azzardate possono indurre a difficoltà insolubili nelle scelte future. Le condizioni economiche, le vicende occupazionali sempre incidono nella vita familiare e - in momenti di crisi - possono comportare tensioni logoranti che compromettono la vita familiare.

Chi ha a cuore il bene comune non può sottrarsi alla responsabilità di prendersi cura della famiglia. Da tempo si chiede che la politica fiscale consideri la famiglia un bene irrinunciabile per la società e ne promuova la serenità. Tutte le componenti della società, imprenditori, lavoratori, pensionati, giovani non possono evitare di offrire risorse e condizioni per un reddito dignitoso che consenta di vivere sereni. La questione della casa, delle case popolari in particolare, chiede di essere adeguatamente affrontata. Il rapporto tra impegno di lavoro e impegno di famiglia sia organizzato in modo equilibrato a sostegno della famiglia.

Nel tema complesso e inesauribile della famiglia, desidero richiamare l’attenzione su due soggetti, che mi stanno particolarmente a cuore, che spesso faticano a balbettare “benvenuto, futuro!”. Penso agli anziani, che sono, per tutti noi, memoria di futuro. Penso alle persone vulnerabili e vulnerate (nel corpo e nello spirito), senza nome: la comunità vuole essere accanto alla loro solitudine, perché non sia mai più disabitata; nell’evento che li ha raggiunti e li accompagna (soprattutto nella condizione di cronicità), mi auguro che possano avvertire la nostra responsabile prossimità con una cultura della solidarietà, della cura che bussa in punta di piedi alla porta di casa, restando rispettosamente sulla soglia.

Che tutte le attenzioni e provvidenze contribuiscano a far sì che l’evento si trasformi in avvento e sia data la possibilità, e dunque la speranza, di vivere le fatiche e le delusioni come un’avventura (ad ventura): benvenuto, futuro! Nell’ambito della politica familiare e dell’accompagnamento delle fragilità, alcuni Paesi d’Europa possono documentare che provvedimenti e politiche coraggiose sono realisticamente praticabili. Il nostro Paese può sentirsi incoraggiato ad avviare un percorso che possa dire alle famiglie: benvenuto, futuro! Benvenuta famiglia!

+ Mario Delpini  

Aprite le porte alla Vita


Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente
per la 42ª Giornata Nazionale per la Vita
2 febbraio 2020


Desiderio di vita sensata

1. “Che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?” (Mt 19,16). La domanda che il giovane rivolge a Gesù ce la poniamo tutti, anche se non sempre la lasciamo affiorare con chiarezza: rimane sommersa dalle preoccupazioni quotidiane. Nell’anelito di quell’uomo traspare il desiderio di trovare un senso convincente all’esistenza.
Gesù ascolta la domanda, l’accoglie e risponde: “Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti” (v. 17). La risposta introduce un cambiamento – da avere a entrare – che comporta un capovolgimento radicale dello sguardo: la vita non è un oggetto da possedere o un manufatto da produrre, è piuttosto una promessa di bene, a cui possiamo partecipare, decidendo di aprirle le porte. Così la vita nel tempo è segno della vita eterna, che dice la destinazione verso cui siamo incamminati.

Dalla riconoscenza alla cura

2. È solo vivendo in prima persona questa esperienza che la logica della nostra esistenza può cambiare e spalancare le porte a ogni vita che nasce. Per questo papa Francesco ci dice: “L’appartenenza originaria alla carne precede e rende possibile ogni ulteriore consapevolezza e riflessione”[1]. All’inizio c’è lo stupore. Tutto nasce dalla meraviglia e poi pian piano ci si rende conto che non siamo l’origine di noi stessi. “Possiamo solo diventare consapevoli di essere in vita una volta che già l’abbiamo ricevuta, prima di ogni nostra intenzione e decisione. Vivere significa necessariamente essere figli, accolti e curati, anche se talvolta in modo inadeguato”[2].
È vero. Non tutti fanno l’esperienza di essere accolti da coloro che li hanno generati: numerose sono le forme di aborto, di abbandono, di maltrattamento e di abuso.
Davanti a queste azioni disumane ogni persona prova un senso di ribellione o di vergogna. Dietro a questi sentimenti si nasconde l’attesa delusa e tradita, ma può fiorire anche la speranza radicale di far fruttare i talenti ricevuti (cfr. Mt 25, 16-30). Solo così si può diventare responsabili verso gli altri e “gettare un ponte tra quella cura che si è ricevuta fin dall’inizio della vita, e che ha consentito ad essa di dispiegarsi in tutto l’arco del suo svolgersi, e la cura da prestare responsabilmente agli altri”[3].
Se diventiamo consapevoli e riconoscenti della porta che ci è stata aperta, e di cui la nostra carne, con le sue relazioni e incontri, è testimonianza, potremo aprire la porta agli altri viventi. Nasce da qui l’impegno di custodire e proteggere la vita umana dall’inizio fino al suo naturale termine e di combattere ogni forma di violazione della dignità, anche quando è in gioco la tecnologia o l’economia.
La cura del corpo, in questo modo, non cade nell’idolatria o nel ripiegamento su noi stessi, ma diventa la porta che ci apre a uno sguardo rinnovato sul mondo intero: i rapporti con gli altri e il creato[4].

Ospitare l’imprevedibile

3. Sarà lasciandoci coinvolgere e partecipando con gratitudine a questa esperienza che potremo andare oltre quella chiusura che si manifesta nella nostra società ad ogni livello. Incrementando la fiducia, la solidarietà e l’ospitalità reciproca potremo spalancare le porte ad ogni novità e resistere alla tentazione di arrendersi alle varie forme di eutanasia[5].
L’ospitalità della vita è una legge fondamentale: siamo stati ospitati per imparare ad ospitare. Ogni situazione che incontriamo ci confronta con una differenza che va riconosciuta e valorizzata, non eliminata, anche se può scompaginare i nostri equilibri.
È questa l’unica via attraverso cui, dal seme che muore, possono nascere e maturare i frutti (cf Gv 12,24). È l’unica via perché la uguale dignità di ogni persona possa essere rispettata e promossa, anche là dove si manifesta più vulnerabile e fragile. Qui infatti emerge con chiarezza che non è possibile vivere se non riconoscendoci affidati gli uni agli altri. Il frutto del Vangelo è la fraternità.



[1]    Papa Francesco, Humana communitas. Lettera per il XXV anniversario della istituzione della Pontificia Accademia per la Vita, 6 gennaio 2019, 9.
[2]    Ibidem.
[3]    Ibidem.
[4]     Cfr. Papa Francesco, Enciclica Laudato si’, 155: “L’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accet­tare il mondo intero come dono del Padre e casa comune; invece una logica di dominio sul pro­prio corpo si trasforma in una logica a volte sotti­le di dominio sul creato. Imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati è essenziale per una vera ecologia uma­na”
[5]     Cfr. Papa Francesco, Discorso ai membri dell’associazione italiana di oncologia (AIOM), 2 settembre 2019.

Festa del Santo Niño: un dono per la nostra comunità


Ho ricevuto i ringraziamenti di don Alessandro e della Comunità filippina che ci ha onorato della celebrazione tra noi di questa bella festa. In realtà siamo noi debitori di riconoscenza. Abbiamo potuto godere di un pomeriggio di preghiera dal respiro universale e con tanti fratelli e sorelle di ogni età, che ci hanno testimoniato con la preghiera, il canto, la musica (in particolare dei tamburi), le danze di folclore, l’attaccamento al gesto della benedizione, la premura per un tè caldo e non solo… che la fede nel Signore dona GIOIA, CALORE E COLORE alla vita, trasformando il quotidiano impegno della vita (che il popolo filippino conosce molto bene) in una occasione di LODE personale e comunitaria.

Questa festa mi ha confermato nella convinzione che l’incontro e la conoscenza reciproca tra fratelli nella fede, come pure tra fratelli di altre fedi, è una benedizione portatrice di ricchezza per tutti. Ed è anche una provocazione ad esprimere la fede non solo con ragionamenti, ma con gesti del corpo e sentimenti: con tutto noi stessi. Grazie e viva il S.to Niño!

d. Alfredo


Consiglio dell’Oratorio… oggi: “LAB-ORA-THORIO”

Con gioia e meraviglia stiamo assistendo alla apertura del nuovo oratorio e con esso sta prendendo vita un gruppo chiamato a rispondere al seguente invito della FOM (Fondazione Oratori Milanesi) della nostra DIOCESI: “…stendere un progetto educativo del proprio oratorio 2020-2030, avendo come stile il CAMMINARE INSIEME”.
Il gruppo, composto da alcuni giovani e adulti impegnati in vari ambiti educativi, prima di dedicarsi al “cosa” e “come” scrivere il progetto si sta interrogando sul chi siamo e perché siamo qui, perché desideriamo darci da fare e a quali valori tendere. Da questa riflessione è nata la necessità di non essere semplicemente un “Consiglio d’Oratorio”, ma un LAB-ORA-THORIO.
LAB-ORA-THORIO: per descrivere un luogo dove si pensa, ci si confronta, ci si arricchisce; per cercare di comprendere sempre meglio il modo di essere;
ORA-THORIO in questo nuovo ambiente, ORA in questo preciso momento storico, ORA in questa realtà territoriale ben precisa.
Inoltre scriviamo THORIO con l’H perché è un metallo solido radioattivo naturale e la radioattività se usata positivamente arricchisce e contagia. Il desiderio che abbiamo nel cuore è quello di RISCOPRIRCI, anche se diversi, tutti parte irrinunciabile di un unico strumento educativo, della Chiesa in Gratosoglio.
Per questa nuova avventura che tutti siamo chiamati a vivere, ciascuno nel suo piccolo, chiediamo alla comunità di accompagnarci con la preghiera nel nuovo percorso di DISCERNIMENTO e SCELTE.
Torneremo su questa pagina per raccontarvi i progressi del progetto.
A.M.

V Campus di Educazione alla Pace

COMUNICARE LA PACE
Il fascino e le possibilità di un linguaggio alternativo - L'impegno per una città accogliente rivolta al futuro
Milano, quartiere Gratosoglio - 16-22 febbraio 2020

 

“È urgente trovare un linguaggio antagonista e un canale narrativo emozionale capace di far uscire le parole giuste dai circoli chiusi, dai patetici caffè delle sinistre morenti e aprire i cuori delle periferie dimenticate.”
(Paolo Rumiz, Il filo infinito)

Da alcuni mesi in Italia, ma anche in altri paesi di Europa, assistiamo ad una repentina rinascita di estremismi e di nazionalismi suscitati e assecondati da una politica gretta e miope. L'Europa, con il suo assetto attuale e con il sogno dei padri fondatori che la rappresentavano come dimora di pace e dei diritti, oggi più che mai è a rischio di disgregazione, di balcanizzazione, attaccata violentemente da più parti.
La rigida chiusura delle frontiere e l'inabissarsi di ogni prospettiva politica ed economica di accoglienza offende la dignità di uomini e donne e minori che si sono messi in cammino per un futuro migliore. Ma a rischio c'è soprattutto anche l'integrazione dei nuovi cittadini europei e delle seconde generazioni. La percezione che si ha comunemente di loro non è di risorsa ma di problema; all'impoverimento dei loro diritti e alla loro difficile emancipazione sociale corrisponderà presto o tardi l'identica violazione diffusa anche nelle fasce più deboli della nostra società. È in atto una guerra fra poveri incapaci di comprendere i problemi sociali più veri e incapaci di creare alleanza per comuni diritti e sviluppo.
Le analisi sociali e anche psicologiche si sprecano. Ma il punto ulteriore è questo: come è stato possibile che il linguaggio dell’odio e della violenza abbia avuto tanto séguito? Da dove nascono le paure che generano difesa a oltranza? Come è stato possibile che molti, troppi, nostri concittadini si siano lasciati intrappolare nelle reti della rabbia per il diverso, anche quelli in cui dovrebbe essere vivo il ricordo delle guerre in Europa, dei muri che separavano l'Occidente dall'Oriente e delle nostre migrazioni all'interno dei nostri Paesi o verso l'estero?  E infine, come è possibile che eserciti più fascino il linguaggio della violenza e della paura e delle contrapposizioni più di quello del bene e della pace, dell’accoglienza, del futuro? Noi vorremmo immaginare una narrazione alternativa della realtà, un'ermeneutica che possa diventare stimolo per un nuovo sistema sociale e politico.

Anche quest'anno collaborano: Comune di Milano: Servizio Giovani e Assessorato all'Educazione; Comune di Milano, Municipio V; Centro Culturale Asteria; Coordinamento di alcuni Istituti Superiori di Milano; Centro Ambrosiano Documentazioni Religiose dell'Arcidiocesi di Milano; GMI (Giovani Musulmani Italiani); Comunità Bahà'i di Gratosoglio; Diocesi di Saint-Dénis, Ile de France Liceo di Oulx.

Per visionare l'intero programma cliccate qui
Per iscrizione di gruppi cliccate qui
Per iscrizioni singole e per offrire ospitalità scrivete ai contatti qui, inserendo come oggetto "V Campus di Educazione alla Pace"

Calendario parrocchiale (26/01 - 09/02)

Dom 26.1 Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
- ore 18.00 Messa SB animata dai gruppi di PG  
- ore 19.00 incontro gruppo ADO 1 in oratorio SB  
- ore 21.00 gruppo ADO 2 in oratorio SB 

Lun. 27.1
- ore 15 3ª età a MMC 

Nb: Da lunedì 27 a venerdì 31 dalle 15,30 alle 16,30 i ragazzi della scuola elementare Feraboli faranno visita al NUOVO ORATORIO di SB per un gioco e la merenda. 

Mer. 29.1 ore 15 3ª età in oratorio SB 
- ore 21 in S. Maria di Caravaggio CORSO BIBLICO DECANALE con don Crimella sulla lettera di S. Paolo ai Filippesi

Gio. 30.1
- ore 21 in oratorio SB incontro catechesi adulti con don Francesco

Ven 31.1
L’Arcivescovo invita alla S. Messa nella memoria di S. Giovanni Bosco per tutti gli oratori in Duomo alle ore 20,30
Sono invitati tutti coloro che frequentano l’oratorio, piccoli e grandi, e le Comunità educanti di ogni fascia di età, dalle catechiste agli educatori di preadolescenti e adolescenti, dagli allenatori ai genitori impegnati in oratorio in ogni forma di volontariato e attenzione educativa verso i più piccoli.

Sab. 1.2
- ore 10 SABATO DELLA PAROLA per i giovani presso la chiesetta di S. Marchetto

Dom. 2.2 Presentazione del Signore
GIORNATA MONDIALE DELLA VITA CONSACRATA
42a Giornata nazionale per la Vita  
NB: UNA PRIMULA PER LA VITA A MMC a favore del Centro Aiuto alla Vita della Mangiagalli 

- ore 10.30 cic 3 Messa e incontro a SB                   
- ore 11 Messa FESTA DELLA LUCE con il gruppo di Fede e Luce a MMC
- ore 18.00 Messa a SB animata dai gruppi di PG 
- ore 19.00 incontro gruppo ADO 1 in oratorio SB  
- ore 21.00 incontro gruppo ADO 2 in oratorio SB 

Lun. 3.2
- ore 15 3ª età a MMC

Mer. 5.2
- ore 15 3ª età in oratorio SB
- ore 21 in S. Maria di Caravaggio CORSO BIBLICO DECANALE con don Crimella sulla lettera di S. Paolo ai Filippesi

Ven. 7.2
- ore 16 ADORAZIONE EUCARISTICA MMC 
- ore 15.30 ADORAZIONE EUCARISTICA SB   
- ore 18.30 ADORAZIONE EUCARISTICA SB
 - ore 18.30 CinemaPreado in Arcadia

Dom 9.2 V DOMENICA DOPO L’ EPIFANIA
GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
Alle Messe delle 10,30 a SB e delle 11 a MMC benedizione eucaristica finale 
- ore 10,30 Messa/incontro + pranzo CIC 4 a SB 
- ore 15-17 incontro CIC 2 a MMC
- ore 18.00 Messa SB animata dai gruppi di PG  
- ore 19.00 incontro gruppo ADO 1 in oratorio SB  
- ore 21.00 incontro gruppo ADO 2 in oratorio SB

11 gennaio 2020

Con la comunità filippina viviamo la festa del Santo Niño di Cebu


La festa del Santo Niño vede le sue origini nella prima metà del XVI secolo, quando i militari spagnoli, dopo la decapitazione subita nel 1521 dal navigatore portoghese Magellano al soldo della Corona, decidono di tornare nel 1565 sull’isola di Cebu per riprendere la perlustrazione del territorio e sviluppare relazioni commerciali.
Durante gli scontri con gli indigeni avvenuti nel 1521, che si rifugiano sulle montagne, vengono incendiati diversi villaggi. Quarantaquattro anni dopo, appunto nel 1565, il militare Miguel López de Legazpi trova nella stessa zona una scatola scampata al fuoco contenente una piccola statua del Santo Niño, assai simile a quella nota in Occidente come il Bambino di Praga.
Da questo evento, ritenuto prodigioso, ha inizio il culto nella città di Cebu, dove viene annualmente celebrata la festa religiosa con una processione danzata chiamata Sinulog, che significa “onda”, proprio come il movimento dei danzatori della processione celebrano il piccolo bambino.
Nel corso della processione ogni fedele può portare la propria statuetta del Santo Nino che custodisce in casa (ogni casa filippina di religione cattolica ha un proprio piccolo altare per la preghiera), così come accade per le comunità e associazioni che promuovono e partecipano all’evento.
Per la festa nazionale del “Santo Niño” in tutte le Filippine si realizzano numerose celebrazioni che vedono ovunque una vastissima e devota partecipazione. A Cebu la piccola statua del “Santo Niño”, una delle più antiche reliquie cristiane del paese – che secondo la tradizione venne donata nel 1521 dai primi esploratori europei a Raja Humabon, Re dell’isola di Cebu, in occasione della sua conversione al cattolicesimo – viene portata in processione dalla Basilica Minore dove normalmente è ospitata ai Santuari Nazionali di San Giuseppe e della Madonna della Regola, prima di tornare alla sua sede il mattino della domenica di festa, attraverso una grande processione fluviale.

Programma della Novena al Santo Niño di Cebu


Sabato 11.1
il Santo Niño fa il suo ingresso a Maria Madre al termine della Messa delle ore 17

Nei giorni successivi
la statuina è esposta in chiesa per la preghiera personale
Ore 16,30 Rosario e preghiera della novena al Santo Niño

Domenica 19.1
Ore 14 processione danzata chiamata “Sinulog”
Ore 14,30 inizia il cammino della processione per le vie Baroni e Saponaro, accompagnato dal suono dei tamburi dei “Cebuani” in costume tradizionale
Al rientro viene raccontata la storia del Santo Niño
Ore 16 Messa solenne presieduta dal decano don Walter Cazzaniga
Al termine della Messa la benedizione delle statuine portate da casa e possibilità di condividere un momento conviviale nel salone dell’oratorio


È una bella occasione per conoscere, attraverso la celebrazione di una festa nazionale delle Filippine, una antica tradizione che affonda le proprie radici nell’annuncio del Vangelo a quelle popolazioni. È occasione anche per riconoscere la presenza discreta e laboriosa delle famiglie filippine tra noi e la testimonianza di fede e di amore di cui arricchiscono le nostre comunità e il quartiere. Partecipiamo dunque a questo momento col desiderio di incontrare questi fratelli nella fede e iniziare o accrescere la loro conoscenza.

don Alfredo

Preghiera della Novena

O Divino Santo Niño di Cebu, grande Dio onnipotente, imploro attraverso l'intercessione più potente della Tua Santissima Madre e attraverso la sconfinata misericordia della Tua onnipotenza come Dio, per una risposta favorevole all'intenzione che chiedo così intensamente per questa Novena. O Divino Santo Nino di Cebu ascolta la mia preghiera. 

Le settimane dopo Natale come un “tempo di Nazaret”


Nella lettera «E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia» contenuta nella Proposta pastorale 2019-2020, l’Arcivescovo propone di imitare Gesù, vivendo i giorni che concludono le feste e portano alla ripresa delle attività «come un tempo propizio per sperimentare la bellezza del quotidiano vissuto bene»

di Pino NARDI

«La ripresa delle attività dopo l’Epifania è un tempo di grazia, per quanto talora segnato da fatica e malumore. Vorrei proporre di vivere qualche settimana come un tempo propizio per sperimentare la bellezza del quotidiano vissuto bene, un “tempo di Nazaret”. I tratti con cui Paolo disegna una sorta di “umanesimo cristiano” nella Lettera ai Filippesi può ispirare ad accogliere la proposta». Così l’arcivescovo, monsignor Mario Delpini, invita a vivere questo periodo nella «Lettera per il tempo di Natale» contenuta nella proposta pastorale di quest’anno La situazione è occasione.

Il resto dell’articolo è disponibile sul Portale della Diocesi di Milano

Immagini dalla 12ª edizione della CICLOBEFANA







Grazie agli organizzatori, a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare il piccolo dono (fatto da tutti con cura: segno d’amore!) e a chi ha potuto e voluto farsi presente il 6 gennaio per un pomeriggio indimenticabile acconto agli ospiti delle RSA.

Calendario parrocchiale (12/1-26/1)


Dom 12.1 BATTESIMO DI GESÙ
ore 10.30 cic 3 Messa e incontro a SB
ore 12 incontro famiglie adottanti oratorio SB
ore 15.00 cic 1 oratorio MMC incontro
ore 18.00 Messa SB animata dai gruppi di PG
ore 19.00 incontro alla stazione centrale coi volontari per l’accoglienza dei migranti e il gruppo ADO1
ore 21.00 gruppo ADO 2 in oratorio SB  

Lun. 13.1
ore 15 3ª età a MMC

Mar. 14.1
ore 14,30 oratorio MMC progetto teatrale e fotografico “Nei miei occhi”

Mer. 15.1
ore 15 3ª età in oratorio SB 
ore 21 in S. Maria di Caravaggio CORSO BIBLICO DECANALE con don Crimella sulla lettera di s. Paolo ai Filippesi.

Gio. 16.1
ore 21 SB gruppo giovani

Ven 17.1
Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo religioso ebraico-cristiano
La Giornata è promossa dalla CEI dal 1990. 
ore 21 incontro preado in oratorio SB

Da sabato 18 a sabato 25
Settimana mondiale di preghiera per l’unità dei cristiani




Dom. 19.1 II DOMENICA DOPO EPIFANIA

ore 10 in oratorio SB incontro del Consiglio dell’Oratorio delle nostre parrocchie 
ore 10.30 cic 4 Messa e incontro a SB
dalle 14 FESTA DEL SANTO NIÑO a MMC 
ore 18.00 Messa SB animata dai gruppi di PG
ore 19.00 incontro gruppo ADO1 in oratorio SB
ore 21.00 gruppo ADO 2 in oratorio SB






Lun. 20.1
ore 15 3ª età a MMC

Mer. 22.1
ore 15 3ª età in oratorio SB 
Ven. 24.1
ore 21 incontro preado in oratorio SB

Dom 26.1   Sacra Famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria 

dopo la s. Messa delle 10,30 nel nuovo oratorio a SB incontro di conoscenza tra le famiglie nelle sale del piano superiore

ore 12.30 pranzo in oratorio a SB (primo piatto caldo preparato in oratorio e il resto lo portiamo da casa e lo condividiamo)
Nb: per partecipare al pranzo è necessaria l’iscrizione nei “bar” dei due oratori o in fondo alla chiesa domenica 19. Sarà raccolto al pranzo il contributo–offerta di minimo 10,00 € a famiglia.

05 gennaio 2020

Il nuovo Oratorio San Barnaba apre dal 7 gennaio


Dal 7 gennaio 2020 apre il nuovo oratorio
dalle ore 16,30 alle 19


Anche se per qualche giorno lo spazio della accoglienza non sarà provvisto del servizio bar, portando qualche dolce da casa, i bambini  potranno condividere la merenda insieme dopo la scuola.

A tutti sarà possibile fermarsi ad incontrare, dialogare e giocare nel rispetto degli altri e della nuova casa che è frutto dei sacrifici di molte famiglie e persone di buona volontà.