28 marzo 2018

Al popolo delle lamentazioni dite Gesù, costruendo una fraternità che accoglie, consola e soccorre.

Riportiamo parte dell’omelia dell’Arcivescovo Mario Delpini alla Via Crucis del 9 marzo scorso in centro Milano. Spunti da riprendere nella settimana più bella dell’anno.


Forse si può definire questo nostro tempo, questa nostra città, questa nostra generazione come una generazione “senza”. Si potrebbe dire anche che, allo sguardo superficiale, la città appare come una terra privilegiata, dove si offrono innumerevoli possibilità e si ammirano i frutti sorprendenti dell’epoca moderna. Ma, nella città in cui non manca niente, abita una “generazione senza”. Una generazione, come dicono, senza futuro, una città senza figli, un popolo senza gioia, una società senza Dio. Noi tutti sembriamo essere “il popolo delle lamentazioni”, sia che se ne abbiano le ragioni, sia che non vi siamo motivazioni reali. E, poi, sotto lo stesso cielo abitano i discepoli del Signore spesso lamentosi, «forse perché anche i cristiani si riconoscono nella “generazione senza”». Ma è appunto la contemplazione della dolorosa passione di Gesù «che non si è mai lamentato», a provocare la domanda su quale sia il messaggio da portare a questo coro di voci infelici «che intristisce la città».

«I discepoli di Gesù non hanno altro da dire se non ciò che Gesù ha detto e ha fatto». Per questo abbiamo percorso un tratto della città portando la croce, imparando da Lui «ad attraversare le tribolazioni dei fratelli e delle sorelle. Noi guardiamo a Gesù e riconosciamo che il suo soffrire condivide il nostro soffrire, stabilisce una comunione, assicura la sua presenza. Conosce la vita di uomini e donne per l’esperienza scritta nella sua carne». È per questa via che Cristo raduna insieme i figli di Dio che erano dispersi. «Non bastano discorsi, non bastano ideali, non bastano progetti per stabilire quella comunione che Dio vuole e che si chiama Chiesa». Il Signore, infatti, nei momenti del dolore, rivela «che si può fare a meno di tutti e di tutto, ma che la povertà più irrimediabile è quella che ha perso il rapporto con Dio, di chi non sa o non vuole pregare. La lamentazione che si rivolge verso un nulla disabitato è solo la voce della disperazione. Se, invece, il lamento si fa preghiera, allora è come l’aprirsi di una fessura da cui può irrompere la speranza. È così che si costruisce la Chiesa dalle genti, là dove ogni interrogativo diventa preghiera. Noi guardiamo a Gesù e riceviamo la missione di offrire consolazione».
Nasce da qui quell’auspicio che, in realtà, è già un compito preciso: «I discepoli dovrebbero evitare di conformarsi al popolo delle lamentazioni per praticare piuttosto la lingua della fraternità che accoglie, che consola, che soccorre, che si lascia abitare dalla compassione di Dio per tutti i suoi figli». «Gesù ci insegna a pregare rivolgendosi all’unico Dio e costruendo una fraternità in cui ciascuno si senta accolto e benedetto. A questa città abbiamo da dire solo la nostra fede».

Infine, una penitenza da osservare. «Quando incontrate una persona che si lamenta, dite che la gloria di Dio riempie la terra. Questo è il motto dell’Arcivescovo e così vogliamo contrastare il grigiore. Certo, le sofferenze sono innumerevoli, ma anche in una situazione difficile, ricordate che Dio ci ama, rendendoci capaci di amare».

Attirerò tutti a me


«Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me», sono le parole con cui Gesù annuncia ai discepoli e alla folla l’imminenza ed il significato della sua passione, morte e risurrezione. Ed è l’immagine biblica scelta per il Sinodo minore «Chiesa dalle genti».

Per Gesù quindi la sua «Ora», come il Vangelo di Giovanni chiama la Pasqua, consiste in una «elevazione», che però a differenza di altre famose assunzioni (cfr. quella di Elia, descritta in 2Re 2) non lo rapisce, allontanandolo dagli umani; anzi esercita su di loro un potere d’attrazione, che li rende inseparabili.
Il primo effetto è la raggiunta pienezza della comunione con lui: niente e nessuno potrà ormai separarci, perché il vincolo che si crea trascende ogni logica e dinamica terrena; con lui e per lui siamo veniamo effettivamente elevati in una dimensione «altra», trascendente, quella di Dio.
Il secondo, immediata conseguenza del primo, è un’inedita unione anche tra gli uomini, perché, per la prima volta – nella sua plurimillenaria vicenda – l’umanità si sperimenta per quello che è nel progetto di Dio: una sola grande famiglia. Multiforme per lingua, cultura, tradizione e religione, ma unita nell’origine e nella meta. Unita anche nell’amore concreto e solidale con ciascuno è chiamato a prendersi cura degli altri, riproducendo sulla terra il modello trinitario, come indica il documento preparatorio del Sinodo:
«Il mistero pasquale è anche rivelazione del volto primo e ultimo di Dio. Attraverso la storia della salvezza Dio si fa conoscere come Trinità – comunione d’amore. Tutti gli uomini sono stati creati a immagine e somiglianza della Trinità, in cui la perfetta unità si mostra come relazione d’amore nella differenza» (p. 19). «[Questo sinodo] è un’occasione provvidenziale per riappropriarci del nostro essere e ripensare la nostra prassi pastorale, sotto lo guida dello Spirito di comunione che unisce in unità popoli diversi per lingua, costumi e provenienza, diventando così più incisiva nella società plurale» (p. 21).
Il Sinodo ci sta quindi aiutando a vivere anche la Pasqua, con tale consapevolezza e disponibilità.   

don Alberto Vitali
Segretario Commissione di coordinamento per il Sinodo “Chiesa dalle genti”

Buona Pasqua di Risurrezione!



Carissimi,
la settimana più bella e importante dell’anno comincia con il cammino di Gesù che entra in Gerusalemme e col nostro dietro a lui coi ramoscelli di ulivo.
L’introduzione alla benedizione dei rametti  dirà così: “fratelli carissimi, questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando fin dall’inizio della Quaresima. Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione. Con fede viva accompagniamo il nostro Salvatore nel suo ingresso alla città santa e chiediamo la grazia di seguirlo fi-no alla croce per essere partecipi della sua risurrezione”.
Da queste parole raccogliamo una indicazione di stile per i prossimi giorni.
Accompagniamo il nostro Salvatore: troviamo tempo per celebrare i misteri pasquali in chiesa o comunque nella nostra preghiera personale e famigliare;
con fede viva: è il momento di rinnovare la nostra professione di fede battesimale, oltre le freddezze, i dubbi, le pigrizie...
chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce: cioè la grazia di amare donandoci, senza paura di perderci, secondo la misura dell’amo-re che Gesù ci ha dimostrato e comandato;
per essere partecipi della sua risurrezione: potremo sperimentare già ora la gioia della vita risorta, della vita eterna che è la vita stessa di Dio che è amore.   dac


Settimana Santa 2018




Lunedì 26 marzo
dalle ore 18,30 alle 21 in chiesa SB celebrazione del sacramento della Riconciliazione individuale per adolescenti, giovani e adulti (saranno presenti i nostri preti).
Martedì 27 marzo
ore 21 in chiesa SB don Francesco introduce all’ascolto di alcuni brani dei testi della Passio ne di Gesù.
Mercoledì 28 marzo
ore 15 chiesa SB celebrazione comunitaria della Riconciliazione per la TERZA ETÀ

TRIDUO PASQUALE

GIOVEDÌ SANTO «in cena Domini»
ore 9,30 in Duomo S. Messa Crismale.
ore 17,00 Chiesa MMC S. Messa in cena Domini (invitati speciali i ragazzi dei CIC. I cresimandi ricevono la lavanda dei piedi)
ore 21,00 Chiesa SB S. Messa in cena Domini

VENERDÌ SANTO «nella Passione»
ore 15,00 nelle due chiese: Celebrazione della Passione e Morte di Nostro Signore.
Silenzio, ascolto e preghiera individuale fino alle ore 21.
ore 21,00 VIA CRUCIS partendo da Chiesa di San Barnaba verso la chiesa di Maria Madre
SABATO SANTO
Per tutta la giornata adorazione della Croce e Confessioni
ore 21,00 Chiesa di San Barnaba
Veglia Pasquale di risurrezione per tutta la Comunità Pastorale.


DOMENICA di PASQUA nella RISURREZIONE del SIGNORE
Ss. Messe con orario festivo


LUNEDI’ DELL’ANGELO
Ss. Messe:
Chiesa MMC ore 9
Chiesa SB ore 10,30


19 marzo 2018

La passione del racconto e il racconto della Passione.


Carissimi, mi piace cominciare l’ultima settimana di quaresima considerando il percorso che ci è stato proposto di fare guidati dai brani dei vangeli domenicali.
Ciascuno di essi offre spunti di riflessione teologica, morale … ma voglio fermare l’attenzione su un aspetto che facendo catechesi sulla Pasqua coi bambini di 2° el. (che hanno poi realizzato l’albero che trovate nella chiesa di MMC) mi ha colpito positivamente: l’importanza di raccontare!
Voi tutti sapete come è cambiata la catechesi per i bambini negli ultimi anni, come sia rivolta a tutta la famiglia e venga valorizzato anche lo strumento educativo del gioco per trasmettere alcuni messaggi. E sapete meglio di me di come sono cambiati anche i bambini rispetto ad anni fa… se non altro per l’intraprendenza nell’usare telefonini e nuove tecnologie.
Ma che bello scoprire che oggi come un tempo si realizza la stessa magia che brilla nei loro occhi puliti quando ascoltano racconti.
E’ un’esperienza che non dobbiamo perdere anche se i tempi e i modi della vita di oggi la rendono sempre più difficile: quando genitori e nonni possono offrire il racconto delle cose che hanno vissuto ai loro figli e nipoti? quando anche nella relazione di coppia i fidanzati e gli sposi decidono di regalarsi (ritagliarsi) un tempo da dedicare solo a questo? quando e come diamo attenzione al racconto degli amici, dei vicini, degli altri?...
A pensarci bene oggi gli spazi di questo raccontare e raccontarsi sono stati relegati al margine delle nostre relazioni ‘feriali’: a figure professionali in ambito civile e sociale(psicologi, mediatori, assistenti sociali…), e a volontari in ambito ecclesiale (gli operatori dei Centri di Ascolto della Caritas…): segnali di una stortura che va aggiustata.
Invece l’antica tradizione della Chiesa (papa Paolo VI diceva che è “esperta in umanità”) ci consegna la Quaresima che utilizza proprio questa tecnica del racconto per invitarci ad aprire nuovamente e sempre di più la nostra vita ai doni di Grazia della Pasqua del Signore.
Comprendo che sbaglio quando istintivamente bollo come pesante e ‘perditempo’  la lunghezza del testo evangelico a Messa (“ancora la Samaritana?” e poi “che bisogno c’è di ascoltare ogni anno vangeli così lunghi?” “forse è questa la penitenza della Quaresima?”…).
Proprio i vangeli della Samaritana, del Cieco nato, di Lazzaro affascinano per come viene raccontato il loro incontro con Gesù. Noi che ascoltiamo abbiamo la straordinaria occasione di lasciarci prendere per mano e partecipare a ciò che sta avvenendo lasciandoci provocare dalle sue parole e dai suoi gesti che si rinnovano proprio per noi.
Tra tutti i racconti quello della Passione di Gesù è il più bello e proprio i bambini ce lo ricordano riconoscendo la cosa più importante che è l’amore di Gesù.
Carissimi, lungo la Quaresima l’esercizio di preghiera della VIA CRUCIS ci ha aiutato a fermare un po’ l’attenzione del cuore a questo racconto. L’abitudine di seguire le stazioni di questo cammino verso il Calvario facendo parlare i diversi personaggi, provando a raccogliere riflessioni da approfondire ed esempi da imitare anziché esami di coscienza da sviluppare è certo bella e importante. Ma nulla è più capace di parlare al nostro cuore e muoverlo a conversione del nudo e crudo racconto della Passione di Gesù da ascoltare, contemplare e ‘vedere’con gli occhi del cuore così come faremo nelle celebrazioni del TRIDUO SANTO.
In conclusione mi permetto di lasciarvi due consegne per i prossimi giorni:
* verificate in famiglia quanto tempo, cura e cuore dedicate all’ascolto del racconto l’uno dell’altro e prendete una piccola decisione in merito.
* ripetiamo lungo le giornate nella nostra mente la preghiera a Maria “che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore!”. Dalle sue piaghe, segno di amore, siamo stati guariti dice san Paolo, da esse viene per noi la salvezza e la VITA ETERNA che è la stessa vita di Dio. 
don Alfredo



Martedì 20 marzo alle 21 in chiesa a SB

don Francesco
introduce all’ascoltodi alcuni brani dei testi della Passione di Gesù.