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27 marzo 2009

Per celebrare il Sacramento della Riconciliazione

Un aiuto prepararsi a celebrare il Sacramento della Riconciliazione (o Penitenza) in occasione della Pasqua

“… Agire secondo verità nella carità”

Lettera agli Efesini (cap. 4,15-32)
Fratelli, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. 16Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità.
17Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri, 18accecati nella loro mente, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro e della durezza del loro cuore. 19Così, diventati insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza e, insaziabili, commettono ogni sorta di impurità.
20Ma voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, 21se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, 22ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, 23a rinnovarvi nello spirito della vostra mente 24e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità. 25Perciò, bando alla menzogna e dite ciascuno la verità al suo prossimo, perché siamo membra gli uni degli altri. 26Adiratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, 27e non date spazio al diavolo. 28Chi rubava non rubi più, anzi lavori operando il bene con le proprie mani, per poter condividere con chi si trova nel bisogno. 29Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possano servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano. 30E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. 31Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. 32Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.

PREGHIERA DI PENTIMENTO
Confessiamo a Te, Signore e Padre nostro,
le nostre mancanze e le nostre incoerenze.
Noi sappiamo, Signore, che il peccato
non è tanto la piccola trasgressione,
che la debolezza umana ripete tanto spesso,
quanto la scelta di fondo nella vita di una persona,
vivere unicamente per se stessi, e non per i fratelli,
condurre la propria esistenza, nei vagoni chiusi dei propri interessi e piaceri.
Da ciò derivano tante noncuranze, indifferenze, connivenze,
come tante violenze, ingiustizie, oppressioni,
che sono le numerose facce del peccato,
a scuola, al lavoro, in famiglia, nella chiesa.

Peccato è infatti vivere da imboscati,
come se i problemi del mondo non ci riguardassero,
come se la parola "fratello" non avesse senso ai nostri orecchi.

Peccato è vivere soltanto nel guscio familiare e amicale,
murati dentro la propria casa e i propri affetti,
chiusi a doppia chiave in ciò che ci dà sicurezza,
ripiegati su se stessi e il proprio futuro.

Peccato è non essere solidali coi compagni di scuola, di lavoro,
e con chi lotta per una società più giusta,
pensando più ai propri vantaggi che al bene collettivo.

Perdonaci, Signore, questi peccati di omissione,
frutto delle nostre paure e dei nostri opportunismi.
E perdonaci pure il nostro sciocco orgoglio,
che non ci fa accettare chi è differente da noi,
che ci rende intolleranti in casa e fuori di casa,
che ci porta a giudicare gli altri in maniera spietata,
che ci fa essere razzisti verso i diversi, neri o bianchi che siano,
e verso chi, per qualunque ragione, abbiamo messo tra gli inferiori.

Signore, perdonaci perché con facilità diamo la colpa agli altri
dei nostri errori, pigrizie e vigliaccherie.

Ma noi speriamo in Te e nel tuo perdono.
Dinanzi a Te, non ha senso abbatterci,
qualunque siano le nostre debolezze e il nostro passato.
Il vero pentimento non consiste nell'avvilirci,
nel proclamarci peccatori e buoni a nulla,
nel riempirci di tristezza, di scrupoli e di paure.
Consiste, invece, nel coraggio di riprendersi, di ricominciare,
orientando, però, la nostra vita, sugli altri
Tu sei più grande delle nostre debolezze
e dei nostri ritardi.
Amen.

15 marzo 2008

PREGHIERA


PREGHIERA

Abbiamo peccato, Signore,
perdona le nostre colpe e salvaci.
Tu che hai guidato Noè sulle onde del diluvio, ascoltaci.
Tu che hai chiamato Giona dal profondo del mare, liberaci.
O Cristo Figlio di Dio,
che hai teso la tua mano a Pietro che affondava,
vieni in nostro aiuto
perché la prossima festa
ci trovi tutti innocenti, tutti riscattati.


Dal Vangelo secondo Luca (cap. 7,36-50)
Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice".
Gesù allora gli disse: "Simone, ho una cosa da dirti". Ed egli: "Maestro, dì pure". "Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?". Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più". Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene".
E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco".
Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati". Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; và in pace!".

ESAME DI COSCIENZA
Far diventare Chiesa la propria casa è…
- accogliere Gesù con la preghiera e l’ascolto della sua Parola.
- vivere l’amore e il perdono in casa e fuori
- essere disponibile ad accogliere tutti senza pregiudizi
- condividere la propria ricchezza/beni con altri
- comunicare la propria fede in famiglia e fuori
Come io ho realizzato questo?

PREGHIERA DI PENTIMENTO
Signore Gesù, accogli anche me
con la stessa bontà con cui hai accolto la donna peccatrice.
Riconosco di non essere ancora capace di amare Te,
di ascoltare con attenzione la tua Parola e di imitarti.
Perdonami perché sono infedele!
Fondi ogni mia falsità col tuo sguardo d’amore,
purificami e guariscimi,
perché possa renderti presente
con le mie parole e la mia vita.

Un aiuto per prepararsi a celebrare il Sacramento della Riconciliazione

“La nostra sporcizia è già stata bruciata nella Passione di Cristo”Un aiuto per prepararsi a celebrare il Sacramento della Riconciliazione (o Penitenza) in occasione della Pasqua.

Il Papa parlando del “purgatorio/purificazione-finale” ci aiuta a capire anche il senso del Sacramento della Riconciliazione.
Alcuni teologi recenti sono dell'avviso che il fuoco che brucia e insieme salva sia Cristo stesso, il Giudice e Salvatore. L'incontro con Lui è l'atto decisivo del Giudizio. Davanti al suo sguardo si fonde ogni falsità. È l'incontro con Lui che, bruciandoci, ci trasforma e ci libera per farci diventare veramente noi stessi. Le cose edificate durante la vita possono allora rivelarsi paglia secca, vuota millanteria e crollare. Ma nel dolore di questo incontro, in cui l'impuro ed il malsano del nostro essere si rendono a noi evidenti, sta la salvezza. Il suo sguardo, il tocco del suo cuore ci risana mediante una trasformazione certamente dolorosa « come attraverso il fuoco ». È, tuttavia, un dolore beato, in cui il potere santo del suo amore ci penetra come fiamma, consentendoci alla fine di essere totalmente noi stessi e con ciò totalmente di Dio. Così si rende evidente anche la compenetrazione di giustizia e grazia: il nostro modo di vivere non è irrilevante, ma la nostra sporcizia non ci macchia eternamente, se almeno siamo rimasti protesi verso Cristo, verso la verità e verso l'amore. In fin dei conti, questa sporcizia è già stata bruciata nella Passione di Cristo. Nel momento del Giudizio sperimentiamo ed accogliamo questo prevalere del suo amore su tutto il male nel mondo ed in noi. Il dolore dell'amore diventa la nostra salvezza e la nostra gioia. È chiaro che la « durata » di questo bruciare che trasforma non la possiamo calcolare con le misure cronometriche di questo mondo. Il « momento » trasformatore di questo incontro sfugge al cronometraggio terreno - è tempo del cuore, tempo del « passaggio » alla comunione con Dio nel Corpo di Cristo. Il Giudizio di Dio è speranza sia perché è giustizia, sia perché è grazia. Se fosse soltanto grazia che rende irrilevante tutto ciò che è terreno, Dio resterebbe a noi debitore della risposta alla domanda circa la giustizia – domanda per noi decisiva davanti alla storia e a Dio stesso. Se fosse pura giustizia, potrebbe essere alla fine per tutti noi solo motivo di paura. L'incarnazione di Dio in Cristo ha collegato talmente l'uno con l'altra – giudizio e grazia – che la giustizia viene stabilita
con fermezza: tutti noi attendiamo alla nostra salvezza « con timore e tremore » (Fil 2,12). Ciononostante la grazia consente a noi tutti di sperare e di andare pieni di fiducia incontro al Giudice che conosciamo come nostro « avvocato », parakletos (cfr 1 Gv 2,1).
(Benedetto XVI, Enciclica Spe salvi, n. 47.)

05 dicembre 2007

Per vivere il Sacramento della Riconciliazione

Leggi il brano evangelico di Giovanni 4,45-54

Gesù, ascolto Te e la Tua parola!* Quante situazioni di malattia e di morte di amici o persone care hai vissuto in questi mesi.
* Gesù ascolta le suppliche per la famiglia e si fa incontro col “secondo segno” dopo Cana.
* Il funzionario ama il figlio, supplica e insiste con Gesù, crede alla sua Parola, riconosce e crede con tutta la famiglia.

Gesù, giudica il mio cuore e la mia vita!
Per me credere in Gesù è gioia, consolazione, forza per sperare e amare oppure è dovere, qualcosa di pesante? È bello per me essere cristiano/a? Chi mi vede cosa potrebbe pensare?
* Prego con gioia, fiducia e insistenza?
* Sto in ascolto della Parola di Gesù anche quando mancano “segni e prodigi”?
* Come mi prendo cura degli altri (familiari e non)?
* Sono libero dai soldi e dalle cose per amare di più?
* Come favorisco la crescita di fede nella mia famiglia?
* Aiuto altri a credere usando affetto, pazienza e incoraggiamento?

Gesù, ti chiedo perdono!
Gesù, Amico e Signore, ti ringrazio perché ti sei fatto incontro a me e mi hai guardato con affetto. Gesù, perdonami se non sempre riconosco il tuo amore e ti lodo per quanto mi dai. Signore Gesù, ho fiducia di Te, del tuo Perdono che mi salva, mi ri-crea, mi dona gioia.

Gesù, voglio scegliere di vivere meglio!
* Mi mostro riconoscente al Signore ravvivando la mia fede: prego e leggo il Vangelo con più attenzione.
* Parlo della mia fede ai miei familiari, aiutandoli a conoscere meglio Gesù.
* Mando auguri e faccio regali che aiutino a riconoscere l’Amore di Dio per tutti.

Gesù, voglio essere più deciso!
* Offro il mio contributo economico (il 10% della tredicesima o dello stipendio?) per sostenere le iniziative del Centro Aiuto alla Vita della Clinica Mangiagalli.
* Rinuncio a stare davanti a TV o computer per dare tempo a familiari e persone care (anche il telefono può essere strumento di fraternità).