10 dicembre 2010

NATALE, il calendaio di Dio


Un giorno Dio è venuto ad abitare questa terra: nel grembo di una donna ha preso dimora nella quotidianità della nostra storia.

Un anno preciso, una stagione, un giorno del nostro calendario. E poi l’anagrafe, gli anni che passano, i ricordi, i progetti, i sogni: un comune mortale.

Che cosa può dire tutto questo al nostro modo di intendere e vivere lo “scorrere dei giorni”?

Se Dio sceglie di “abitare” nell’oggi, l’oggi diventa il luogo umano dove possiamo incontrarlo, scorgere, desiderare, vivere la sua presenza. Non è facile perché le nostre giornate sono spesso banali, ripetitive, faticose … a volte poi cariche di imprevisti, guai, dolori …
Siamo normalmente lontani dal “vivere” la presenza del Signore in una nostra giornata normale, giornata “tipo”.

Eppure il Mistero dell’Incarnazione questo ci rivela: l’oggi di Dio abita il nostro oggi, al punto che, se fossimo capaci di “alzare gli occhi” dalla nostra abitudinarietà potremmo rischiare di scorgere “una luce”; meglio di essere illuminati da una “grande luce”.

È stata questa, nei racconti evangelici, l’esperienza dei pastori e dei magi: la folgorante notizia che la verità “interiore” dei nostri giorni, della nostra vita, appare solo con l’irruzione di un Altro.

Pastori e magi: solite giornate, scandite dall’alternarsi di sole, notte, stelle, stagioni … lavoro, riposo, vegliare, scrutare … All’improvviso una luce …

Quale messaggio allora per noi oggi?

La quotidianità è pesante, faticosa, piena di preoccupazioni e ansie, a volte “corre troppo veloce”, a volte “non finisce mai”. È un po’ la ragione per la quale si cerca di evadere in vario modo, anche cedendo e cadendo in vari tipi di illusioni …
La luce del Natale ci dice che Dio, facendosi uomo, ha legato il miracolo della sua presenza alla ferialità dei nostri giorni, dei nostri appuntamenti, del nostro correre come del nostro essere “costretti” in casa …

Penso che la vita dei pastori e dei magi non sia cambiata dopo quella notte, dal punto di vista della “cronaca”: sempre quella. Era cambiato però il modo di guardare le cose, le vicende quotidiane: uno sguardo illuminato dall’annuncio che l’Amore di Dio per gli uomini, per questa povera umanità che ci accomuna, abita i nostri giorni.

Da qui allora scaturisce la dolcezza e lo stupore, la discrezione e la capacità comunicativa, la pace e la bontà “normale”, soprattutto l’interiorità che sa far tesoro di ogni pezzetto di umanità che si incontra, sapendola legata e radicata in una profonda, non umana “condiscendenza”: quella del “Dio con noi”.

Di questo Mistero e di questo modo di vivere facciamo memoria “il giorno di Natale”.

don Marcellino

Appuntamenti da Domenica 12 dicembre 2010

DOMENICA 12 dicembre
«V DOMENICA DI AVVENTO»
Lettura del profeta Michea (5,1-11)
Lettera di san Polo apostolo ai Galati (3,23-28)
Vangelo secondo Giovanni (1,6-8.15-18)
Il Precursore
ore 11,00 S. Messa e Domenica Insieme per genitori e ragazzi del CIC1 nella Chiesa di Maria Madre della Chiesa.
ore 12,30 in Centro Parrocchiale “Vittoria”: Pranzo natalizio della Terza Età.

da Lunedì 13 a Venerdì 17 e da Lunedì 20 a Mercoledì 22
Ragazzi delle elementari: alle ore 8,00
Giovani - Adulti:alle ore 6,45

Lunedì 13 dicembre «S. Lucia, vergine e martire»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Mercoledì 15 dicembre
ore 15,00 in Chiesa: Riconciliazione della TERZA ETÀ.

Venerdì 17 dicembre
ORE 21,00 IN CHIESA A SAN BARNABA: Celebrazione penitenziale.

Sabato 18 dicembre
ORE 9,30 IN CHIESA A MARIA MADRE DELLA CHIESA: Celebrazione penitenziale.

ORE 21,00 Teatro oratorio i Così X Caso con TRA LE NUVOLE favola moderna sul Natale


DOMENICA 19 dicembre
«DOMENICA DELL’INCARNAZIONE»
Lettura del profeta Isaia (62,10-63,3b)
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (4,4-9)
Vangelo secondo Luca (1,26-38a)

NELLA S. MESSA BENEDIZIONE DEI “GESÙ BAMBINI” DA DEPORRE NEI PROPRI PRESEPI

DOPO LA S. MESSA I PREADOLESCENTI E GLI ADOLESCENTI VISITERANNO GLI ANZIANI E GLI AMMALATI PORTANDO GLI AUGURI DELLA COMUNITA'.

Ore 16,00 Teatro oratorio i Così X Caso con TRA LE NUVOLE favola moderna sul Natale

VENERDÌ 24 dicembre
ore 9,00 in Chiesa: S. Messa. Esposizione del Ss. Sacramento e adorazione eucaristica fino alle ore 19,00.

È uno spazio per fermarsi a contemplare il mistero di Dio che si fa uomo, a rivedere il proprio cammino spirituale, offrire a Dio le fatiche e le speranze, rileggere la propria vita alla luce del Vangelo.

ore 23,15: apertura della Chiesa.
ore 23,30: Veglia di preghiera
ore 00,00: Eucarestia nella Notte Santa.

Lettura del profeta Isaia (2,1-5)
Lettera di san Paolo apostolo ai Galati (4,4-6)
Vangelo secondo Giovanni (1,9-14)

SABATO 25 dicembre
«NATALE DEL SIGNORE»
Lettura del profeta Isaia (8,23b-9,6a)
Lettera agli Ebrei(1,1-8a)
Vangelo secondo Luca (2,1-14)

DOMENICA 26 dicembre
«S. Stefano, primo martire»
Atti degli Apostoli (6,8-7,2a;7,51-8,4)
Seconda lettera di s. Paolo apostolo a Timoteo (3,16-4,8)
Vangelo secondo Matteo (17,24-27) oppure
Vangelo secondo Giovanni (15,18-22)

VENERDÌ 31 dicembre
ore 18,00 S. Messa della “OTTAVA DEL NATALE nella Circoncisione del Signore” che si concluderà con il canto del “Te Deum” di ringraziamento.


SABATO 1 gennaio
«OTTAVA DEL NATALE nella circoncisione del Signore»
Lettura del libro dei Numeri (6,22-27)
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (2,5-11)
Vangelo secondo Luca (2,18-21)
GIORNATA MONDIALE DELLA PACE


DOMENICA 2 gennaio
«DOPO L’OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE»
Lettura del libro del Siracide (24,1-12)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,3b-9a)
Vangelo secondo Luca (4,14-22)

MERCOLEDÌ 5 gennaio
Alle ore 18,00: S. Messa Vigiliare dell’Epifania del Signore

GIOVEDÌ 6 gennaio
«EPIFANIA DEL SIGNORE»
Lettura del profeta Isaia (60,1-6)
Lettera di san Paolo apostolo a Tito (2,11-3,2)
Vangelo secondo Matteo (2,1-12)

ore 14,30 davanti alla Chiesa: Ciclobefana 2011

DOMENICA 9 gennaio
«BATTESIMO DEL SIGNORE»
Lettura del profeta Isaia (55,4-7)
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (2,13-22)
Vangelo secondo Matteo (3,12-17)

ore 10,30 in Chiesa: Durante la S. Messa verrà celebrato il Sacramento del Battesimo.

GESTO DI CARITÀ dell’11 e 12 dicembre

Le offerte raccolte durante le Ss. Messe verranno devolute a favore del FONDO DIOCESANO FAMIGLIA-LAVORO

Al 25 novembre il totale delle entrate al Fondo famiglia-lavoro ammonta a 9.642.250,22 euro; i contributi di privati cittadini sono 4.594.
Una somma considerevole, in larga parte ormai già destinata a chi ha perso il posto di lavoro per la crisi economica. A oggi sono in lista d’attesa oltre 700 persone, che attendono un contributo. Per questo è necessario alimentare ancora il Fondo per potere dare risposta concreta queste famiglie.

Teatro in parrocchia


Sabato 18 alle ore 21 e Domenica 19 dicembre alle ore 16.00, al Teatro Oratorio San Barnaba, tornano in scena i Così X Caso con un’inedita, originale e divertente commedia ideata da Gigi Mariani.

La favola moderna, ambientata “Tra le nuvole”, narra l'avventura di Pasquale, novello ospite del paradiso, nell’intento di preparare il presepe. Tra angeli, beati e santi, geni, pittori, scultori, stilisti, architetti, musicisti, la vicenda comica e “musicale” si conclude con un epilogo a sorpresa che ci porterà a riflettere sul vero significato del Natale.
Con il supporto di una spensierata colonna sonora, l’incredibile galleria di esilaranti personaggi, interpretati dai 19 protagonisti dei Così X Caso, vi farà trascorrere momenti di allegria e di emozione.
Lo spettacolo è per tutti e il divertimento è garantito, non mancate.

Vi aspettiamo e … Buon Natale.

Il Sacramento della Riconciliazione si celebrerà:

per i Pre-Adolescenti
Venerdì 17 dicembre dalle ore 17,00

per i ragazzi del CIC4
Venerdì 17 dicembre dalle ore 18,30

per gli Adolescenti e 18/19nni
Lunedì 20 dicembre: dalle ore 17,00

per i Giovani e gli Adulti
Venerdì 17 dicembre ore 21,00: Celebrazione comunitaria
Sabato 18 dicembre dalle ore 16,00 alle ore 17,45
Mercoledì 22 dicembre dalle ore 15,00 alle ore 19,00
Giovedì 23 dicembre dalle ore 15,00 alle ore 19,00
Venerdì 24 dicembre dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19

per la Terza Età
Mercoledì 15 dicembre dalle ore 15,00

CICLOBEFANA 2011


Milano 6 gennaio 2011
Allegro corteo di Befane in bicicletta dal quartiere Gratosoglio alla R.S.A. R.S.D. La Piccola Casa del Rifugio – Via Antonini n. 3 - Milano

Programma:
ore 14.30: ritrovo delle Befane con le loro scope e biciclette di fronte alla chiesa di S.Barnaba Gratosoglio (Via A. Feraboli 27 - MI)
ore 15.00: partenza del corteo delle Befane
ore 15.30: arrivo a R.S.A. R.S.D.La Piccola Casa del Rifugio: visita e consegna agli ospiti dei doni preparati dai ragazzi.
ore 17.00: partenza del corteo delle Befane
ore 17.30: arrivo previsto al quartiere Gratosoglio

Occorrente per partecipare: vestito da Befana per grandi e piccoli con gerla o zaino per i doni e scopa; bicicletta in perfetta efficienza con impianto luci, campanello o trombetta.

Per ogni ragazzo è necessaria la presenza di un adulto che ne assuma la responsabilità

INIZIATIVA APERTA A TUTTI
In caso di pioggia o neve per arrivare alla Piccola Casa del Rifugio si utilizzeranno i mezzi pubblici
Col il patrocinio della Zona 5

Gruppo di Giovani

Dal 28 dicembre all’11 gennaio un gruppo di Giovani parteciperà all’Incontro Internazionale di Taizé a Rotterdam

26 novembre 2010

ESPOSTA L’URNA DI SAN CARLO

A quattrocento anni di distanza dalla canonizzazione, San Carlo Borromeo richiama in Duomo migliaia di fedeli che si mettono in fila per pregare davanti alla teca con le reliquie del Santo, esposta presso l’altare di San Giovanni Bono in occasione delle celebrazioni per il IV Centenario aperte dall’Arcivescovo l’1 novembre.
Torna dunque a risplendere l’urna di San Carlo, un capolavoro dell’arte orafa milanese del Seicento, che è stata sottoposta a pulitura dalla Veneranda Fabbrica del Duomo.
Collocata all’interno della Cattedrale, nel cosiddetto Scurolo (o Cappella di San Carlo), l’urna con le spoglie del santo vescovo è meta di continua devozione. Ma, per una maggiore fruibilità, nel IV Centenario è stata portata sull’altare di San Giovanni Bono, cioè nel transetto destro del Duomo, e rimarrà così esposta ai fedeli fino al 31 luglio.

Sulle orme di san Carlo: una mostra didattica per i fedeli

Si tratta di 18 pannelli con riproduzioni d’arte e con scritti che espongono gli aspetti principali della vita e delle opere del Borromeo. Due le copie realizzate a cura dell'Ufficio Beni culturali della diocesi, dall'associazione Sant'Anselmo e dall'Isal: una esposta in Duomo fino alla prossima estate, l'altra "itinerante" a disposizione di parrocchie e centri culturali.

L’anniversario della canonizzazione del cardinale Carlo Borromeo è occasione particolare per far riscoprire ai milanesi, oltre che il suo operato di eccezionale respiro in ambito ecclesiastico e la sua testimonianza di santità, anche il suo lascito di cultura e spiritualità.

Tale finalità è oggetto della mostra Il cuor nostro tutto grato. Percorso sulle orme di san Carlo nel IV centenario della canonizzazione, 1610 - 1 novembre – 2010 voluta dall’Arcidiocesi di Milano, promossa dalla Parrocchia S. Tecla del Duomo di Milano, coordinata dall’Ufficio dei Beni Culturali e realizzata dall’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda e dall’Associazione Sant’Anselmo. Al progetto hanno preso parte anche la veneranda Fabbrica del Duomo, la Biblioteca Ambrosiana, la Biblioteca Capitolare di Busto Arsizio, il Collegio San Carlo, il Comune di Peschiera Borromeo.

La mostra rimarrà esposta nella navata di destra del Duomo fino a luglio 2011.

Una seconda copia è disponibile da subito a chi ne fa richiesta. Con essa si intende mettere a disposizione di scuole, centri culturali, parrocchie, ecc., uno strumento divulgativo e didattico nel senso nobile che si affianca alle iniziative di studio rivolte agli specialisti e che presenta la figura del Santo ambrosiano in un percorso di testi e di immagini di facile lettura.

Si tratta di 18 pannelli con riproduzioni d’arte e con scritti che espongono gli aspetti principali della vita e delle opere del Borromeo. Il titolo di ciascun pannello che cita un versetto evangelico sottolinea anzitutto il forte legame del Santo con la Parola di Dio nella sua azione pastorale di Arcivescovo e nella sua vita di battezzato. Vengono messe in rilievo poi la sua forza costruttiva nell’attuare la riforma cattolica del XVI-XVII secolo; la cura per la formazione del clero diocesano, che ha segnato fino ad oggi la spiritualità ambrosiana; l’impegno di personale testimonianza all’origine dell’irradiazione in tutto il mondo cattolico di un modello di santità sacerdotale; l’influsso sull’architettura, sull’arte e sulla liturgia; il contributo all’attuazione del Concilio di Trento; la sua incidenza sulla vita religiosa quotidiana del popolo e, in generale, sulla Milano del suo tempo con riflessi in tutta l’Italia, in Europa e nell’America Latina.

Appuntamenti da Domenica 28 novembre 2010

DOMENICA 28 novembre
«III DOMENICA DI AVVENTO»
Lettura del profeta Isaia (35,1-10)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (11,25-36)
Vangelo secondo Matteo (11,2-15)
Le profezie adempiute

ore 15,30 in Chiesa: Domenica Insieme per Genitori e ragazzi del CIC2 e del CIC3.
Segue per i ragazzi nel Salone dell’Oratorio il Laboratorio per la Ciclobefana 2011.

Lunedì 29 novembre
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Riunione del Coordinamento Liturgico della Comunità Pastorale.

Mercoledì 1 dicembre
ore 15,00 in Centro Parrocchiale: TERZA ETÀ: recita del S. Rosario.

Giovedì 2 dicembre
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro GIOVANI1.

Venerdì 3 dicembre «S. Francesco Saverio, sacerdote»
ore 15,30 in Chiesa: Adorazione Eucaristica.
ore 18,30 in Oratorio: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 20,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).

ore 21,00 IN CHIESA A SAN BARNABA: «Custodire i segni per essere fedeli allo stile di Gesù – “in ascolto di testimoni”»: 2° INCONTRO DI AVVENTO.

DOMENICA 5 dicembre
«IV DOMENICA DI AVVENTO»
Lettura del profeta Isaia (40,1-11)
Lettera agli Ebrei (10,5-9a)
Vangelo secondo Matteo (21,1-9)
L’ingresso del Messia

Nel pomeriggio al Centro Parrocchiale i Preadolescenti saranno impegnati nel Laboratorio biscotti e addobbi.

Lunedì 6 dicembre «S. Nicola, vescovo»
ore 18,00 in Chiesa: S. Messa Vigiliare della Solennità di sant’Ambrogio.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 7 dicembre «S. Ambrogio, vescovo»
ore 18,00 in Chiesa: S. Messa Vigiliare dell’Immacolata Concezione della B. V. Maria.

Mercoledì 8 dicembre
«IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA»
Lettura del libro della Genesi (3,9-15.20)
Seconda lettera di S. Paolo apostolo agli Efesini (1,3-6.11-12)
Vangelo secondo Luca (1,26-28)
Ss. Messe: ore 10,30 e 18,00

Giovedì 9 dicembre «S. Siro, vescovo»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro GIOVANI1.

Venerdì 10 dicembre
ore 19,30 in Oratorio: Pre-Ado Family.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: 2° Incontro dei Fidanzati.

Sabato 11 dicembre «S. Damaso I, papa»
ore 10,30 in Chiesa: Veglia di Natale per i ragazzi del CIC2 e CIC3.

DOMENICA 12 dicembre
«V DOMENICA DI AVVENTO»
Lettura del profeta Michea (5,1-11)
Lettera di san Polo apostolo ai Galati (3,23-28)
Vangelo secondo Giovanni (1,6-8.15-18)
Il Precursore

ore 11,00 nella Chiesa di Maria Madre della Chiesa: S. Messa e Domenica Insieme per genitori e ragazzi del CIC1.

Santi per vocazione (4)

LETTERA A TUTTI I FEDELI DELLA CHIESA AMBROSIANA
Anno pastorale 2010-2011 (4a puntata)

Carlo Borromeo e la sorgente della carità

San Carlo, sull’esempio di Gesù, fu il Buon Samaritano sulla strada della storia, che si dedicò interamente alla Chiesa di Milano, ritrovando nel mistero del Crocifisso risorto la forza della fede e il coraggio di una straordinaria opera di riforma pastorale. La storia ci insegna che ogni discernimento sul senso della vita e ogni rinnovamento nella Chiesa partono sempre da una grande esperienza spirituale.

Il Borromeo è diventato santo nell’esercizio del suo ministero episcopale. E, seguendo il suo esempio, tutto il presbiterio e tutti i fedeli sono stati attratti a diventare santi proprio nel servizio all’edificazione della Chiesa.

Certo della sua presenza e della sua benevolenza, anche io oggi invoco la grazia di essere introdotto nello spirito che lo ha animato, nella sua preghiera che sta all’origine dei suoi pensieri, dei suoi progetti e delle sue decisioni. Prego perché sia dato a me, a tutti i fedeli di questa nostra Chiesa diocesana, di vivere questo anno pastorale come un tempo per camminare, certi dell’intercessione di san Carlo, verso una vita più santa, verso una Chiesa più giovane e coraggiosa, più povera e libera, più dedita alla missione che il Signore le affida per questo tempo.

Diventerò più santo? Diventeremo più santi? Le domande possono suonare retoriche. Ma in realtà significano: la mia vita, la nostra vita di Chiesa, diventerà segno più comprensibile dell’amore di Dio per tutti gli uomini e le donne che vivono su questa terra? La mia vita, la nostra vita, rivelerà in modo più trasparente e persuasivo che, se siamo dimora della Spirito di santità, saremo riconciliati tra noi e pieni di fiducia?
San Carlo ci parla ancora con quella insistenza analitica e prescrittiva, ispirata a una passione pastorale che lo impegnava fino a tormentarlo; ancora ci incoraggia con quella sua austerità esagerata, motivata da una tensione alla santità sempre insoddisfatta; ancora ci ispira con quella lungimiranza organizzativa suscitata da un acuto senso di responsabilità e da una vibrante passione di riformatore, che sono il suo canto d’amore per la santa Chiesa di Dio.
Due sono i criteri dell’azione pastorale di san Carlo: il riferimento al Vangelo e il grido dei poveri.
La bussola della sua azione pastorale non è il calcolo dei risultati conseguiti, non è il compiacimento e il plauso degli uomini, ma la verifica della coerenza con l’ispirazione evangelica del suo operato e la ferma applicazione delle indicazioni ecclesiali, specie quelle formulate dal Concilio di Trento. La sua operosità instancabile e la determinazione dei suoi interventi rivelano un’ incrollabile fiducia nella possibilità di incidere nella vita della Chiesa. Ma sempre più si riconosce anche, nell’evoluzione della sua storia di santità, che l’anima di tutto è la conformazione al Signore e ai suoi sentimenti.
Inoltre, Carlo Borromeo ascolta il grido dei poveri, sente compassione per la sua gente e se ne prende cura con una dedizione senza risparmio: non ha mai sentito quella sorta di alternativa, di cui noi spesso ci lamentiamo, tra la cura pastorale e la burocrazia ecclesiastica, perché ha vissuto ogni impegno come un servizio d’amore offerto per una Chiesa più santa.

Dalla presidenza dei concili provinciali e dei sinodi alla visita pastorale, dalla normativa per i seminari e per i chierici alla cura per l’arte sacra, dalla predicazione alla creazione di istituzioni ecclesiastiche laicali, dalle relazioni con le autorità civili alle relazioni con gli ordini religiosi, tutto ha saputo unificare e vivificare per un unico scopo, per una forma di amorevole premura, seria, esigente, disinteressata: si potrebbe dire che la sua è una vita che interamente diventa culto spirituale.
Ma quando il grido dei poveri è troppo straziante, quando il gemito dei malati di peste si alza da ogni casa di una città sconvolta e desolata, quando la fuga dei furbi e dei privilegiati è troppo insopportabile, allora la compassione spinge a una prossimità fino all’imprudenza, a uno sperpero di sé che ignora la misura, ma che esprime la forma eroica della carità.

Che cosa può fare il vescovo nella città ferita dall’ignoranza, dalla povertà e dalla peste? Che cosa può fare il vescovo quando sembra che il mondo sia così sconvolto dall’ingiustizia e dalla superficialità, da rendere inefficace ogni rimedio? Che cosa può fare il vescovo quando sembra che della povera gente non interessi niente a nessuno? Il vescovo non può dare che Gesù! (cfr Atti 3,6).
Il vescovo continua a professare la sua fede con un atto di presenza, con un’amorevole sollecitudine. Sa di non poter salvare nessuno, ma professa la sua fede: in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati (Atti 4,12). Per questo san Carlo porta ai malati l’Eucaristia, per questo percorre la città con la croce. Forse la gente non ricordava nulla delle sue prediche, non aveva simpatia per le sue prescrizioni, non riusciva ad apprezzare le istituzioni da lui create, ma aveva capito di aver incontrato un santo: l’indiscutibile pratica della carità fino al sacrificio di sé portava i segni inequivocabili di quell’unico amore fino alla fine in cui tutti trovano salvezza. San Carlo, nella storia della Chiesa di Milano, mette in luce la necessità di riscoprire il mistero della Chiesa, prima ancora delle sue istituzioni: come la vivacità dello Spirito accompagna oggi le nuove generazioni? Come eventi e istituzioni sono al servizio di una rinnovata presenza della misericordia e della fedeltà di Dio nella storia?

La cura pastorale e la città ferita

San Carlo ha portato dedizione, amore e speranza non solo nella comunità cristiana ma in tutta la città di Milano, in modo particolare quando fu colpita dalla peste. Si è rivolto a tutti e ha saputo andare anche fuori le mura. Questo saper allargare gli orizzonti, questo prestarsi ad andare fuori le mura nelle mille relazioni quotidiane è una sfida per i cristiani di oggi e per la cura pastorale delle nostre comunità.
Una delle esperienze più belle che vivo come arcivescovo di Milano è proprio la possibilità di incontrare da vicino le persone: tanti volti, tante mani, tante vicende raccontate all’arcivescovo, nella ricerca di rapporti personali che troppo spesso non ci sono più. Quante cose ho imparato ascoltando in questi anni la gente delle nostre parrocchie e delle nostre città! Le persone chiedono ascolto per le proprie sofferenze, vogliono comprensione per le proprie difficoltà, amano gli uomini e le donne di Dio per affidare a loro segreti e speranze, chiedono buon esempio e preghiere di intercessione.
Alla scuola di san Carlo, dobbiamo imparare ancora di più a mostrare la consolazione che deriva dalla fede, l’amore per Gesù e il gusto per la preghiera. Allora, e solo allora, sapremo raccogliere il grido dei poveri, di tutti i poveri, di ogni nazione, lingua, razza e religione. Il Vangelo ci invita a stare dalla parte di coloro che hanno fame e sete di giustizia, di coloro che lavorano per una città più accogliente e più fraterna, di coloro che sperano in una solidarietà che sia profezia di un mondo in cui amore e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno; verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo (Salmo 85,11-12).

La carità pastorale non deve esaurirsi solo nel programmare le nostre iniziative, ma dovrà esprimere sempre di più la capacità di raccogliere e interpretare il senso profondo della crisi esistenziale contemporanea, che passa nel vissuto dei singoli e in tutta la società. Ci sono domande di senso che vanno ritrovate. Ci sono vuoti interiori che vanno riempiti.
Innanzitutto c’è un grande bisogno di Dio: se siamo credenti e praticanti, non dobbiamo mai dare per scontate la ricerca di Dio, la conoscenza del suo mistero, la grandezza dell’Incarnazione e della Passione di Cristo, la forza della sua Risurrezione. Dobbiamo riscoprire il dono della fede e la bellezza della grazia che il Vangelo offre alla nostra intelligenza e al nostro cuore. Dobbiamo riconoscere il rapporto vivo con il Signore, che è conoscenza e amore, perché è la fede che si rende operosa per mezzo della carità (Galati 5,6). La carità, che san Carlo ha saputo esprimere, proveniva direttamente dalla sua fede e dal suo rapporto intenso di amicizia con Gesù. Era frutto della sua preghiera, era partecipazione all’amore di Cristo per la storia degli uomini. Era compassione (Luca 10,37): una compassione che lo scuoteva fino alle lacrime.

Anche se viviamo in mezzo alla superficialità, alla stanchezza e talvolta alla delusione, io sento che è vivo e cresce il bisogno di Gesù e del suo Vangelo. Incontro molte persone che, anche se sono lontane dalla Chiesa, vivono a volte con sofferenza la loro ricerca di Dio. Vorrei dire che comprendo e che rispetto questa ricerca; vorrei dire loro che amo questo anelito alla verità; vorrei manifestare loro la mia stima e porre con loro la domanda sulla divinità di Gesù e sulla grandezza del cristianesimo, non solo per la Chiesa, ma per il mondo.

Viviamo, infatti, un tempo in cui si stanno affacciando all’orizzonte grandi domande sul senso della vita, sulla verità dell’amore e sulla possibilità di relazioni profonde e definitive tra le persone. Ci si interroga sulla qualità del vivere sociale, sul costo umano del lavoro, sul valore del benessere a tutti i costi, sul bisogno di nuove solidarietà.
Con le sue scelte di vita personale san Carlo ha messo in crisi i costumi dominanti della Chiesa del suo tempo indicando una via straordinariamente feconda.
Fermandoci, su questa nuova strada che da Gerusalemme conduce a Gerico, dobbiamo interrogarci di fronte alle esasperate divisioni che ci sono tra noi, all’arroganza e all’aggressività di molti atteggiamenti privati e pubblici contemporanei, per riscoprire il valore profetico e civile delle Beatitudini evangeliche, quali la povertà, la misericordia, la purezza di cuore, la promozione della pace e la mitezza che erediterà la terra (cfr Matteo 5,3-12).

Anche in mezzo ai giovani ci sono ferite che vanno curate. Per loro la Chiesa è insieme un dono e un problema: i giovani hanno molte domande, molte distanze, molte attese. Sono esuberanti, ma spesso sono tristi perché non vedono il futuro. Affinché possano trovare una solida identità e uno spazio nella vita ecclesiale, sociale, culturale e politica è anche necessario che gli adulti facciano dei sacrifici e siano disponibili a rinunciare a qualche egoistica affermazione.
(continua)

PRANZO NATALIZIO DELLA TERZA ETÀ

DOMENICA 12 dicembre alle ore 12,30 presso il Centro Parrocchiale

PRANZO NATALIZIO DELLA TERZA ETÀ

Le prenotazioni si ricevono al Centro Parrocchiale il Mercoledì dalle ore 15 alle ore 17,00 e in fondo alla Chiesa nei giorni festivi al termine delle Ss. Messe

12 novembre 2010

AVVENTO 2010

Siamo abituati a considerare questo tempo dell’anno liturgico come tempo di preparazione al Natale, come “avvicinamento spirituale” ad un ricordo storico.

Ma la parola Avvento richiama più che la commemorazione di un fatto del passato l’idea di una attesa di qualcosa che deve ancora venire.
In questo modo i cristiani danno un senso nuovo al tempo che viviamo: la storia umana procede verso una meta, un compimento, un fine.
Certo, tutto questo dipende dalla Incarnazione di Gesù, che ha già cambiato la storia dell’uomo in modo irreversibile, svelando cose definitive, rendendo possibile viverle, crederle, sperarle: un legame filiale e sereno con Dio, la costruzione di rapporti umani fraterni e condivisi, il sogno di un mondo più giusto, la dignità di ogni vita umana riscattata dal potere …
Il mondo e la storia però sono ancora pieni di fatti e segni che “smentiscono” questo sogno cristiano e i cristiani vivono sapendo che il compimento di tutto in realtà è affidato ai tempi ultimi, in cui il Signore accoglierà ciò che nel mondo è secondo la sua volontà.
Per questo vivono “aspettando” il Signore, custodiscono la forza di una promessa con gli occhi fissi verso il tempo del suo compimento.
Il presente è allora, per i cristiani, il tempo in cui essere fedeli allo stile di Gesù, facendo i conti con la durezza della storia. Come si deve stare in questo mondo, in questa storia, in questo tempo conservando il desiderio e la speranza del mondo nuovo e definitivo che il Signore prepara per noi?
Ciò che ci sarà sempre dato è la possibilità di conservare e custodire i segni di quel modo di essere che caratterizzerà il tempo definitivo: una vita fraterna, giusta, pacifica, solidale che faccia capire che c’è la possibilità di una vita veramente umana e faccia venir voglia di credere alle promesse del Signore e sperare nel tempo in cui Egli tornerà.

Nell’ Avvento si impara, da discepoli dell’unico Maestro, a tenere legate queste attese umane e comuni alle grandi promesse della fede.

Per aiutarci in questa verifica della nostra vita proponiamo alcuni incontri particolari che da una parte ci ricordino la promessa di Dio, legata alla sua “Parola data” e dall’ altra ci richiamino alla nostra partecipazione cordiale alle attese umane, soprattutto dei più poveri. In concreto:

primo momento: “dalla memoria della Scrittura all’attesa di Quello che deve venire” – “in ascolto della Parola” venerdì 19 novembre ore 21 in chiesa a Maria Madre della Chiesa;

secondo momento: “custodire i segni per essere fedeli allo stile di Gesù” – “in ascolto di testimoni” venerdì 3 dicembre ore 21 in San Barnaba (Missione Belem e padre Clemente);

terzo momento: celebrazione penitenziale venerdì 17 dicembre in San Barnaba (ore 21) o sabato 18 dicembre in Maria Madre della Chiesa (ore 9,30).

La visita alle famiglie è un gesto semplice ma significativo che esprime questo desiderio di fedeltà a Dio e agli uomini: la pace che il Signore è venuto a portare sulla terra vorremmo raggiungesse e abitasse sempre le nostre case. Quest’anno verranno in visita i preti, le suore e i visitatori laici in entrambe le parrocchie.

Concrete iniziative di solidarietà nelle due parrocchie: che vogliono esprimere il nostro tentativo di condividere quelle situazioni di maggiore povertà e fatica sociale e umana che incontriamo nello scorrere delle nostre giornate. Quale gesto simbolico comune di solidarietà delle nostre parrocchie destineremo al Fondo Famiglia Lavoro della diocesi tutte le offerte delle messe di sabato 11 e domenica 12 dicembre.


don Marcellino e gli altri preti

Appuntamenti da Domenica 14 novembre 2010

DOMENICA 14 novembre
«I DOMENICA DI AVVENTO»
Lettura del profeta Isaia (51,4-8)
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (2,1-.14)
Vangelo secondo Matteo (24,1-31)
La venuta del Signore

ORE 15,30 IN CENTRO PARROCCHIALE:
INCONTRO DEI GENITORI E DEI RAGAZZI DEL CIC1.

Mercoledì 17 novembre «S. Elisabetta d’Ungheria, religiosa»
ore 15,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi della TERZA ETÀ.

Venerdì 19 novembre
ore 19,30 in Oratorio: Incontro Genitori e ragazzi del CIC4 con cena di condivisione.
ORE 21,00 IN CHIESA A MARIA MADRE DELLA CHIESA: «dalla memoria della Scrittura all’attesa di Quello che deve venire – “in ascolto della Parola”»: 1° INCONTRO DI AVVENTO.

Sabato 20 novembre
ore 10,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 14,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 18,00 a Maria Madre della Chiesa: Celebrazione Eucaristica e saluto ai Padri barnabiti.

DOMENICA 21 novembre
«II DOMENICA DI AVVENTO»
Lettura del profeta Baruc (4,36-5,9)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (15,1-.13)
Vangelo secondo Luca (3,1-18)
I figli del Regno

Dopo la S. Messa delle ore 10,30 in Casa Parrocchiale: 1° Incontro di conoscenza dei fidanzati che iniziano l’itinerario di incontri in vista del Matrimonio.

Lunedì 22 novembre «S. Cecilia, vergine e martire»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 23 novembre «S. Clemente I, papa e martire e S. Colombano, abate»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro GIOVANI2.

Mercoledì 24 novembre
ore 15,00 in Centro Parrocchiale: Festa dei compleanni della TERZA ETÀ.

Giovedì 25 novembre «S. Caterina d’Alessandria, vergine e martire»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro GIOVANI1.

Venerdì 26 novembre
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: 2° Incontro dei Fidanzati.

DOMENICA 28 novembre
«II DOMENICA DI AVVENTO»
Lettura del profeta Isaia (35,1-10)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (11,25-36)
Vangelo secondo Matteo (11,2-15)
Le profezie adempiute

ore 15,30 in Chiesa: Incontro per Genitori e ragazzi del CIC2 e del CIC3. Domenica Insieme.

IL GRUPPO MISSIONARIO PARROCCHIALE

IL GRUPPO MISSIONARIO PARROCCHIALE
organizza per
SABATO 27 E DOMENICA 28 NOVEMBRE 2010
sotto il portico della chiesa un banco vendita

Saranno disponibili: lavori artigianali, biancheria ricamata a mano e oggetti vari …
… TANTE IDEE PER UN GRADITO E ORIGINALE REGALO DI NATALE!

Il ricavato verrà devoluto a favore del Fondo Diocesano Famiglia-Lavoro per l’aiuto alle famiglie in difficoltà per mancanza o precarietà del lavoro a causa della crisi economica.

COLLETTA ALIMENTARE

14a GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE
Sabato 27 novembre 2010

L'appello della Rete Banco Alimentare: doniamo olio, omogeneizzati, alimenti per l’infanzia, tonno, carne, legumi in scatola, pelati e sughi per aiutare 8.000 enti assistenziali e 1.500.000 poveri.

Le donazioni di alimenti ricevute durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare andranno a integrare quanto la Rete Banco Alimentare raccoglie tutti i giorni, combattendo gli sprechi e salvando ogni anno 70.000 tonnellate di alimenti.

Mercatino benefico dell’usato

Mercatino benefico dell’usato e non, di piccolo antiquariato, dipinti, lampadari , biancheria, oggettistica e … tanto altro ancora!!!

Da Sabato 4 a Domenica 12 dicembre
Tutti i giorni dalla ore 15 alle ore 19
Il Sabato, la Domenica e i festividalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19
SALA CARITAS

Il ricavato verrà impiegato per i lavori in Chiesa

Santi per vocazione (3)

LETTERA A TUTTI I FEDELI DELLA CHIESA AMBROSIANA
Anno pastorale 2010-2011 (3a puntata)

Il segreto del Crocifisso

In un’epoca di consumismo e di nuova misaeria, Gesù ci invita ad uno stile di vita semplice, sobrio, ordinato ed essenziale.
La centralità del Crocifisso nella vita di san Carlo aiuta a riflettere sulla qualità dell’amore cristiano. Se il chicco di grano non muore, come può portare frutto? (cfr Giovanni 12,24). A quale qualità di sacrificio sono chiamati i cristiani oggi? Ci sono troppi ricchi e ci sono troppi poveri: sta diventando drammaticamente più grande il divario che li separa. Contemplare il Crocifisso significa imparare una nuova qualità dell’amore, una nuova forma etica tra tutti gli uomini di buona volontà.
Ci vuole un nuovo volto della speranza.

Per salvare la vita dalla desolazione e dall’assenza di Dio è necessario, a partire dal Crocifisso, imparare e insegnare a pregare.
La cura per la qualità celebrativa delle nostre comunità non è più soltanto una questione di giusto decoro, ma molto di più: si tratta di convertire i cuori per fermarsi sui bisogni del prossimo, nella comunità e nel mondo. Non si può pretendere tutto e non pagare niente: in tempo, soldi, responsabilità e lavoro. La Chiesa e il mondo hanno bisogno di nuove forze e di nuove responsabilità. San Carlo ha dato un grande esempio su come la liturgia e la carità debbano stare insieme.

L’assimilazione del mistero della croce dà una risposta al senso più vero e definitivo della vita. Nelle nostre città ci sono molte paure. I giovani hanno bisogno di nuovi e più ampi orizzonti di senso, di fronte al vuoto e provano e davanti alle incertezze del lavoro e del futuro. La vera speranza passa attraverso questa porta stretta. La vera gioia cristiana va oltre il sentimento del momento, non è solo un benessere temporaneo, ma nasce dal coraggio di vivere la vera carità e di cercare davvero il bene comune.

Va’ e anche tu fa’ così

Il dottore della Legge che, dopo la narrazione della parabola del Buon Samaritano aveva risposto bene a Gesù, si sente dire: “Va’ e anche tu fa’ così”. Vorrei riprendere queste parole di Gesù per invitarti a seguire, singolarmente e con gli altri, alcuni cammini di vita cristiana.

Così per “rendere ragione della speranza”, seminata in te dall’amore di Gesù crocifisso e risorto - cuore della fede cristiana - , fa’ tesoro delle iniziative parrocchiali e diocesane per la formazione, come gli esercizi e ritiri spirituali, i corsi biblici, i gruppi di ascolto della Parola, le scuole teologiche, i momenti particolari dedicati agli operatori pastorali.

Chiedo al Signore che ti doni di condividere in profondità l’amore appassionato di san Carlo al Crocifisso: ti invito a viverlo anche con l’antica e sempre attuale pratica della Via crucis, in particolare partecipando alla sua solenne e corale celebrazione nella tua Zona Pastorale.

Sollecita la tua comunità perché, in un’occasione particolare, sappia vivere un momento d’incontro con una categoria di poveri, come segno di giustizia e fraternità con gli ultimi.

SAN CARLO E LA SANTITÀ DELLA CHIESA

Il Buon Samaritano è figura della Chiesa che con la presenza dei suoi santi passa accanto all’uomo di oggi, vede concretamente i reali bisogni dell’umanità, prova intensa commozione, si ferma accanto al povero, prendendosene cura: passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione (Luca 10,33). Il santo è colui che in maniera esemplare, umile e coraggiosa, superando infinite difficoltà, si compromette di persona e sa vivere la carità di Cristo, vedendone il volto in quello del povero (cfr Matteo 25,34 ss.).

La santità della Chiesa

Nella comunione dei santi viviamo il mistero della Chiesa. La nostra vita ha orizzonti più vasti di quelli che possiamo misurare e descrivere a partire soltanto dalle notizie e dalle impressioni immediate. Le presenze che rendono vive e splendide le nostre comunità sono più numerose, attente e affettuose di quelle che possiamo contare con la nostra ossessione per i numeri. La gioia e le pene che abitano i nostri giorni sono condivise in una fraternità più ampia e più intensa di quella che si esprime con una vicinanza fisica.
Credo la comunione dei santi: i santi nostri amici, i santi della nostra terra, i santi di ogni tempo e di ogni luogo si uniscono alla nostra preghiera e accompagnano i nostri giorni. La certezza della presenza e della partecipazione dei santi alla nostra vicenda di uomini e donne di oggi è motivo di stupore e di incoraggiamento: non siamo mai soli, il mondo e la Chiesa non cominciano con noi e il peso della storia non è tutto sulle nostre spalle. La Chiesa è comunione di santi. Noi li invochiamo per riconoscere il mistero e la gloria di Dio e li invochiamo con un cuore umile e pentito per riconoscere le nostre responsabilità e i nostri peccati. Credo la comunione dei santi: credo perciò che ci siano le condizioni per un dialogo personale, una riflessione condivisa, una possibilità di entrare in quella intimità in cui si svela il segreto della loro santità. La comunione, infatti, ci fa partecipi del mistero più inaccessibile di ogni persona, che è il suo rapporto con Dio.

È con questa certezza di fede che vi invito a ricercare, nel quarto centenario della canonizzazione di san Carlo, una santità ecclesiale: una santità, dunque, che tocca tutti, coinvolge ed arricchisce.
Questo anniversario, allora, è un’occasione perché la memoria di san Carlo non si riduca alla commemorazione di un vescovo, certo eccezionale e significativo per la storia della nostra Diocesi e di tutta la Chiesa, ma irrimediabilmente rinchiuso in un altro tempo e in un’altra cultura. Con spirito di fede noi crediamo alla presenza viva nella Chiesa di oggi di san Carlo, di sant’Ambrogio e di tutti i santi e beati che ci hanno preceduto. La santità cristiana non è mai un tratto individualistico, un titolo che distingue e isola dagli altri; è piuttosto la carità vissuta nell’imitazione della carità di Cristo. La santità è sempre santità ecclesiale.

La continua riforma della Chiesa è l’opera dello Spirito che, attraverso i santi e le vicende storiche, rinnova i gesti fondamentali della trasmissione della fede (traditio fidei) e le relazioni ordinarie, dentro il vissuto della comunità cristiana e della società (traditio amoris). In questo senso la santità educa la Chiesa ne costituisce la prima e permanente forza educante.
Sono oggi necessarie forme nuove di santità più adatte al cambiamento dei tempi nella consapevolezza di vivere in una cultura che progressiavamente ha perso un suo naturale tessuto cristiano. La varie strade percorse in questi anni ci hanno condotti alla persuasione condivisa che, soprattutto in campo educativo, siamo chiamati ad affrontare sfide formidabili.
Ci vuole, da parte di tutti i battezzati, una vera esperienza di intelligenza lungimirante e di santità eroica che, per amore di Gesù e della sua Chiesa, trovi la forza di superare le difficoltà e le abitudini consolidate nel tempo, così da riformare decisamente la vita delle persone e delle comunità.

I santi sanno parlare alle gente e suscitano una santità popolare. Dove passa un santo, la gente accorre. E persino una società secolarizzata e indifferente può raccogliere dal santo un richiamo e un invito.
Oggi, in un contesto culturale post secolarizzato e neoreligioso, è particolarmente necessario ricondurre le devozioni, e il nuovo bisogno di sacralità, alla forza e alla radicalità del Vangelo. Le forme di preghiera diffuse nel popolo cristiano sono un’immensa ricchezza, ma talvolta sono anche esposte al rischio di degenerare in una pratica separata dalla vita, in una semplice esigenza di rassicurazione spesso più vicina alla superstizione che alla fede. L’esempio dei santi, e di san Carlo in particolare, può offrire indicazioni preziose perché impariamo a vivere le manifestazioni popolari della fede con sapienza evangelica, con partecipazione affettiva intensa, con docilità allo Spirito che suscita in noi gli stessi sentimenti di Gesù.

L’amore ricevuto ha in se steso la forza di essere donato. L’amore di Dio nel cuore del credente si esprime in una santità missionaria.
La responsabilità che si fa carico degli altri nel nome del Signore mette in una condizione scomoda, in un disagio complesso. Come san Carlo, che era vescovo, così anche oggi i cristiani che esercitano un ministero, o ricoprono un ruolo di responsabilità nella comunità, sentono il tormento della comunicazione del Vangelo. Se ho il fuoco dentro, perché non riesco ad incendiare i mondo? Se mi appassiono alla missione di condividere la gioia, perché chi mi ascolta si annoia? Se metto in guardia dalla perdizione e indico la via della salvezza, perché sono considerato come un disturbo fastidioso che amareggia la vita? Se propongono percorsi verso la santità, perché succede che siano fraintesi, come cose in più da fare, come una serie di adempimenti inutili o fastidiosi? Se richiamo a scelte evangeliche, perché non sono credibile? Il cammino di conversione personale e la dedizione alla riforma della Chiesa hanno la loro origine in questa specie di tormento. Noi tutti ne siamo toccati e sentiamo di vivere la responsabilità di presentare una Chiesa più evangelica e di trovare un linguaggio di prossimità alla gente più comprensibile e incisivo.
(continua)

29 ottobre 2010

Santi per vocazione

LETTERA A TUTTI I FEDELI DELLA CHIESA AMBROSIANA
Anno pastorale 2010-2011 (2a puntata)

La parabola della carità che si dona

Nel Vangelo di Luca la parabola del Buon Samaritano è la parabola della carità, il frutto della Pasqua di Cristo.

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?».

Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui.

Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così» (Luca 10,25-37).

La tradizione spirituale ha sempre riconosciuto in quel viandante, percosso e abbandonato sul ciglio della strada, semplicemente l’uomo, l’adamo di ogni tempo, che nella vita terrena attraversa la sofferenza, la solitudineogni genere di difficoltà e di abbandono.

Il Buon Samaritano che gli si fa vicino è innanzitutto icona di Cristo, il Salvatore, che si china sulle piaghe dell’uomo di ogni tempo, di ogni razza e di ogni condizione. Gesù crocifisso rivela così la più alta espressione dell’amore del Padre, che san Carlo ha contemplato nella preghiera e sperimentato nella penitenza, e che ha amato concretamente, dando slancio e forza alla sua straordinaria opera di carità e di riforma della Chiesa.

Ma il Buon Samaritano è anche figura della Chiesa che, testimone della santità di Cristo, ancora oggi desidera ed è capace di chinarsi sulla sofferenza umana. La Chiesa, senza chiusure e senza egoismi, imita e ricerca la santità del suo Signore, in un continuo esercizio di carità pastorale dentro la comunità e in una appassionata vicinanza ad ogni necessità umana. C’è troppo individualismo ed egoismo anche in noi e nelle nostre comunità ed è forte la tentazione di non voler vedere i poveri, i nuovi poveri di oggi e le nuove necessità della crisi e del tempo presente.
San Carlo ci sproni a questa santità, lui che è stato capace di una fortissima conversione, uscendo dal suo mondo e dalla cultura della sua famiglia, facendosi debole per i deboli, per guadagnare i deboli e facendosi tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno (cfr 1Corinzi 9,22-23).

Il Buon Samaritano, infine, esprime la biografia di ogni cristiano, il quale imita la santità di Cristo, unico Salvatore, e raccoglie tutta la propria vita in un’unica grande vocazione, che si esprime nell’imparare ad amare come Gesù. Infatti, mediante la carità, la vita del discepolo raggiunge un fine eterno e va oltre la tentazione di vivere un’esistenza estremamente frammentata e rivolta all’immediata soddisfazione di sé. Sperimenta così il coraggio di gesti di autentica libertà e di amore pieno e definitivo per il bene degli altri.

SAN CARLO E LA CROCE DI CRISTO

Il “paradosso” della croce di Cristo

L’incontro con il Vangelo, che costruisce la santità della vita, oggi più che mai conserva e manifesta il suo carattere paradossale. Infatti, da un lato esprime la gioia dell’esistenza, dall’altro mostra la necessità del dono di sé fino a morire. La croce di Cristo, cioè il suo amore speso fino alla morte (cfr Giovanni 13,1), rappresenta il punto più alto e più critico del cristianesimo.
È proprio di fronte al discorso duro della croce che Gesù ha coraggiosamente detto ai suoi discepoli: Volete andarvene anche voi? Il Vangelo ricorda che da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui (Giovanni 6,66). La critica più forte e più acuta che il mito di un naturale e progressivo benessere, ricercato per se stesso all’infinito, pone al cristianesimo, verte proprio sull’affermazione della morte e della certezza della risurrezione. Una morte a cui non si vuole pensare e una risurrezione in cui non si riesce a credere.
Credi tu questo? (Giovanni 11,26), dice Gesù a Marta, sorella di Lazzaro, dopo averle rivelato: Io sono la risurrezione e la vita. Questa domanda interpella, ancora oggi, la coscienza di ogni cristiano e, sotto aspetti diversi, anche quella di ogni uomo.
Dai tempi di san Paolo a Corinto fino alla cultura contemporanea delle nostre città, la croce esprime il punto più provocante della fede cristiana e ne mette in luce l’apparente stoltezza e l’inevitabile scandalo: noi annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio (1Corinzi 1,23-24).
Oggi il rischio che corriamo, anche nelle nostre comunità, è quello di svuotare il cristianesimo dall’interno. Infatti, talvolta, da un lato lo affermiamo formalmente con le nostre parole e le nostre liturgie, dall’altro non vogliamo accettare che il benessere individuale o di parte, cioè lo star bene da soli, non sia secondo il cuore di Cristo.

La parola della croce deve scandalizzare di nuovo le nostre comunità, perché non possiamo pensare all’esistenza umana, ferita dal peccato e dalla morte, semplicemente come a un vitalismo di sensazioni immediate e gratificanti. Non possiamo coltivare uno stile di vita che eviti ogni disciplina personale contro l’orgoglio e l’egoismo, o che sia volto ad eliminare qualunque genere di sacrificio necessario in ogni amore cristiano.
Il fascino e il paradosso del Vangelo possono essere ancora ritrovati, soprattutto dalle giovani generazioni, solo attraverso l’esercizio di una nuova povertà, molta preghiera, una vera ricerca del significato delle cose, una grande onestà personale e politica e l’affermazione del bisogno di una nuova eternità.

Carlo Borromeo e l’amore al Crocifisso

San Carlo, nella preghiera, rivolge con insistenza lo sguardo al Crocifisso, ne è ferito in profondità e, spesso, le persone più vicine lo sentono gemere e lo vedono piangere.
Chiediamo la grazia di essere introdotti a condividere i sentimenti di san Carlo in preghiera, la sua concentrazione, l’intensità della sua partecipazione al mistero della morte di Gesù in croce, sorgente della vera carità.

Per me, per noi sarebbe una grazia grande che segna una vera e propria svolta nella vita: una preghiera che non sia solo adempimento di un dovere, continuazione di una buona abitudine, ripetizione di formule - anche belle -, pratica di riti celebrati con dignità e attenzione.
Ci vuole una preghiera come quella di san Carlo, una preghiera che conosce “gemiti e lacrime”, una vera relazione personale con il Signore Gesù, il Crocifisso: una preghiera che si fa intensa, appassionata, penetrante come una ferita feconda di amore.
San Carlo ha condiviso i sentimenti di Gesù, soprattutto quello di rimanere nella volontà del Padre fino al compimento, cioè al dono della vita per i suoi amici. Contemplando il Crocifisso, il Borromeo si è fatto buon samaritano nella sua Chiesa e nel suo tempo.
Ma noi viviamo un’esperienza di preghiera autentica quando diciamo le nostre preghiere in fretta e distratti, con il risultato di rimanere estranei ai sentimenti di Cristo? Se non siamo capaci di pregare, che cosa dobbiamo dire della nostra fede in Cristo?
(continua)

AAA. CERCANSI

Come ogni anno, facciamo appello alla tua disponibilità per essere Visitatore e portare gli auguri di Natale della Comunità alle famiglie dei nostri quartieri.
L’anno scorso si sono aggiunti 9 nuovi Visitatori, ma, nonostante ciò, non siamo riusciti a raggiungere tutte le famiglie.
Anche il nostro cardinale Dionigi Tettamanzi quest’anno ci invita a farci Visitatori, per fare conoscere Gesù e il Suo Vangelo a tutte le famiglie della Diocesi.
Contiamo su di te, il tuo aiuto sarà prezioso!

Se anche tu sei disponibile a fare il Visitatore o la Visitatrice puoi dare la tua adesione Sabato e Domenica 30 e 31 ottobre e Sabato e Domenica 6 e 7 novembre dopo le Ss. Messe.

Appuntamenti da Domenica 31 ottobre 2010

DOMENICA 31 ottobre
«II DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE»
Lettura del profeta Isaia (25,6-10)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (4,18-.25)
Vangelo secondo Matteo (22,1-14)

La S. Messa delle ore 18,00 non è la vigiliare di TUTTI I SANTI

LUNEDÌ 1 novembre «TUTTI I SANTI»
Lettura dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (7,2-4.9-14)
Prima lettera di san Giovanni apostolo (3,1-3)
Vangelo secondo Matteo (5,1-12)
Ss. Messe: ore10,30 - 18,00

Martedì 2 novembre
«Commemorazione di tutti i fedeli defunti»
Sante Messe per tutti i defunti – con ricordo particolare per i morti nell’anno
Maria Madre della Chiesa: ore 9,00 e ore 21,00
San Barnaba: ore 10,30 e ore 21,00
al Cimitero di Ponte Sesto: ore 15,30 (preceduta dal rosario)

Mercoledì 3 novembre «S. Martino de Porres, religioso»
ore 15,00 in Centro Parrocchiale: Tombolata della TERZA ETÀ.

Giovedì 4 novembre «S. CARLO BORROMEO, VESCOVO»
ore 21,00 presso la Parrocchia di S. Maria delle Grazie al Naviglio: Scuola della Parola dei 18/19nni e dei Giovani.

Venerdì 5 novembre
ore 15,30 in Chiesa: Adorazione Eucaristica.
ore 18,30 in Oratorio: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 20,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).

Sabato 6 novembre
ore 10,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 14,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 19,00 a Maria Madre della Chiesa: Incontro degli “operatori pastorali della carità” della Comunità Pastorale MMC e SB.

DOMENICA 7 novembre
«NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO»
Lettura del profeta Daniele (7,9-10.13-14)
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (15,20-26.28)
Vangelo secondo Matteo (25,31-46)
«GIORNATA DIOCESANA DELLA CARITAS»

ore 10,30 in Chiesa: durante la S. Messa verrà conferito il Mandato a tutti gli operatori pastorali della carità.
ore 16,00 presso la Parrocchia di S. M. delle Grazie al Naviglio: Incontro decanale di preghiera e testimonianza a cura della Caritas decanale per gli operatori pastorali della carità «Va’ e fa’ anche tu lo stesso», con testimonianza di p. Clemente Moriggi, Direttore del Dormitorio di via Saponaro.

Lunedì 8 novembre
ore 15,00 a Maria Madre della Chiesa: Incontro comunitario dei Gruppi della TERZA ETÀ.
ore 21,00 in Chiesa: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Giovedì 11 novembre «S. Martino di Tours, vescovo»
ore 19,15 in Centro Parrocchiale: Catechesi degli Adulti «CHI CERCATE? : Cana di Galilea» (Gio 2,1-11). Seguirà cena frugale.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Catechesi degli Adulti «CHI CERCATE? : Cana di Galilea» (Gio 2,1-11).

Venerdì 12 novembre
ore 18,30 in Oratorio: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 20,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).

Sabato 13 novembre
ore 9,30 a Maria Madre della Chiesa: “Roveto ardente”. Catechesi degli Adulti «CHI CERCATE? : Cana di Galilea» (Gio 2,1-11).

DOMENICA 14 novembre
«I DOMENICA DI AVVENTO»
Lettura del profeta Isaia (51,4-8)
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (2,1-.14)
Vangelo secondo Matteo (24,1-31)
ore 15,30 in Centro Parrocchiale: Incontro dei genitori e dei ragazzi del CIC1.

COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI

2 novembre 2010

Signore Dio nostro
con la morte del tuo Figlio Gesù
tu hai vinto la morte
e con la resurrezione
tu ci ridai la vita.
Sii in mezzo a noi in quest’ora dolorosa
in cui piangiamo la morte dei nostri cari.
Accogli la loro anima nella tua pace.
Aumenta la nostra fede!

Noi sappiamo che chi non è più con noi
a questa mensa
non è lontano da noi
perché ha creduto e sperato in te.
Fa’ che ci uniamo tutti un giorno
alla tua mensa del cielo.
Tu che dai vita a tutti i defunti
e regni per sempre nei secoli dei secoli.
Amen.

In tutte le Ss. Messe verrà fatta memoria dei sottoelencati fedeli della nostra Comunità deceduti a partire dal 2 novembre 2009 a tutt’oggi, per affidarli alla infinita misericordia di Gesù, che è morto sulla croce per la remissione dei peccati e per la nostra riconciliazione al Padre.

IL PAPA SCRIVE ALL'ARCIVESCOVO

il VII Incontro mondiale si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012 sul tema:
“La Famiglia: il lavoro e la festa”


Venerato Fratello
Cardinale DIONIGI TETTAMANZI
Arcivescovo di Milano

A conclusione dei VI Incontro Mondiale delle Famiglie, svoltosi a Città del Messico nel gennaio 2009, annunciai che il successivo appuntamento delle famiglie cattoliche del mondo intero con il Successore di Pietro avrebbe avuto luogo a Milano, nel 2012, sul tema “La Famiglia: il lavoro e la festa”. Desiderando ora avviare la preparazione di tale importante evento, sono lieto di precisare che esso, a Dio piacendo, si svolgerà dal 30 maggio al 3 giugno, e fornire al tempo stesso qualche indicazione più dettagliata riguardo alla tematica e alla modalità di attuazione.
Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra genitori e figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa. La Sacra Scrittura (cfr Gen 1-2) ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un’esistenza pienamente umana. L’esperienza quotidiana attesta che lo sviluppo autentico della persona comprende sia la dimensione individuale, familiare e comunitaria, sia le attività e le relazioni funzionali, come pure l’apertura alla speranza e al Bene senza limiti.

Ai nostri giorni, purtroppo, l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà.
Il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie costituisce un’occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all’economia dello stesso nucleo familiare. L’evento, per riuscire davvero fruttuoso, non dovrebbe però rimanere isolato, ma collocarsi entro un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale. Auspico pertanto che già nel corso dell’anno 2011, XXX anniversario dell’Esortazione apostolica Familiaris consortio, “magna charta” della pastorale familiare, possa essere intrapreso un valido itinerario con iniziative a livello parrocchiale, diocesano e nazionale, mirate a mettere il luce esperienze di lavoro e di festa nei loro aspetti più veri e positivi, con particolare riguardo all’incidenza sul vissuto concreto delle famiglie. Famiglie cristiane e comunità ecclesiali di tutto il mondo si sentano perciò interpellate e coinvolte e si pongano sollecitamente in cammino verso “Milano 2012”.
Il VII Incontro Mondiale avrà, come i precedenti, una durata di cinque giorni e culminerà il sabato sera con la “Festa delle Testimonianze” e domenica mattina con la Messa solenne. Queste due celebrazioni, da me presiedute, ci vedranno tutti riuniti come “famiglia di famiglie”. Lo svolgimento complessivo dell’evento sarà curato in modo da armonizzare compiutamente le varie dimensioni: preghiera comunitaria, riflessione teologica e pastorale, momenti di fraternità e di scambio fra le famiglie ospiti con quelle del territorio, risonanza mediatica.
Il Signore ricompensi fin d’ora, con abbondanti favori celesti, l’Arcidiocesi ambrosiana per la generosa disponibilità e l’impegno organizzativo messo al servizio della Chiesa Universale e delle famiglie appartenenti a tante nazioni.
Mentre invoco l’intercessione della santa Famiglia di Nazaret, dedita al lavoro quotidiano e assidua alle celebrazioni festive del suo popolo, imparto di cuore a Lei, venerato Fratello, ed ai Collaboratori la Benedizione Apostolica, che, con speciale affetto, estendo volentieri a tutte le famiglie impegnate nella preparazione del grande Incontro di Milano

Da Castel Gandolfo, 23 agosto 2010

BENEDETTO XVI

15 ottobre 2010

GRAZIE, COMUNITÀ DI SAN BARNABA

Carissimi fratelli e sorelle di San Barnaba,
vi ringrazio per la “caldissima” festa che mi avete donato lo scorso 19 Settembre: avete riempito il mio cuore di una grande gioia mostrandomi tutta la vostra riconoscenza.
Ho avuto conferma di quanto ho potuto sperimentare nei 10 anni vissuti in mezzo a voi: il vostro cuore è (basta una parola!) “grato”! Il Signore vi ricompensi di tutto e tanto amore che mi avete donato nel tempo vissuto insieme.
Sono sicuro che non rimarremo uniti solo nel ricordo, ma soprattutto nell’unica amicizia con Gesù: continuiamo a pregarlo e Lui ci farà sentire che “niente si è rotto tra noi”.
Vi ringrazio anche a nome di mamma Angela, di mia sorella Amelia e di tutti i miei cari che hanno potuto “sentire” il vostro calore spirituale nell’esplosivo affetto durante i diversi momenti della festa.
Pensando ad ognuno di voi e a tutte le famiglie, vi saluto usando le parole del messaggio che avevo sulla segreteria telefonica quando ero in San Barnaba: “Il Signore ti benedica!”
Con sempre grande affetto,
don Giorgio

PS.: Vi offro anche la predica che ho annunciato il giorno della Festa.

“Lodate Dio, lodatelo, uomini, Dio vi ama. Dio è con voi”:
questo è l’atteggiamento che abbiamo tutti nel cuore e che vogliamo esprimere in questa Eucarestia e in questa festosa giornata di ringraziamento vicendevole, sentimenti gioiosi uniti anche alla sofferenza del cuore perché stiamo vivendo anche una giornata di saluto.

Tento di dare una sguardo sui 10 anni passati con voi a San Barnaba: in sintesi direi cosi:
HO DESIDERATO / CERCATO / VOLUTO CHE…
… cantassimo la Vita che è GESÙ, Parola e Pane, la vita che è Gesù, che ci viene da Gesù, Colui che si fa crocifiggere al nostro posto, la vita che trionfa in Gesù Risorto, la vita che ci viene dall’essere amati da Lui, dal desiderio di amare come Gesù, la vita che vive della Provvidenza del Padre e della fantasia dello Spirito.
… cantassimo la Vita INSIEME, nessuno escluso senza distinzioni sociale o di quartiere, diventando “sin-fonia” nel Gratosoglio, uniti tra noi, con Maria Madre della Chiesa, col Decanato e la Diocesi.
… cantassimo TUTTA la Vita, quella gioiosa dei neonati durante il Battesimo, quella esuberante dei ragazzi del CIC, quella esplosiva dei giovani in Oratorio, quella amorosa dei fidanzati e degli sposi, quella sapiente degli adulti, quella dolorosa dei malati e quella eterna dei defunti.
… cantassimo la Vita PER AIUTARE AD INCONTRARE GESÙ NELLA COMUNITÀ sia quelli che erano oppressi dalle miserie e dai problemi, sia quelli che sono lontani dalla vita di fede, ma non dal Signore, sia quelli che erano in ricerca e quelli che avevano bisogno di una mano
… cantassimo la vita SEMPRE e IN OGNI LUOGO, la domenica in chiesa e ogni giorno nelle case e in famiglia, nei momenti comunitari in Parrocchia e nelle Feste di quartiere, sul sagrato e per strada.
… ognuno cantasse la Vita DONANDOSI, facendo la propria parte, ognuno come poteva, mettendoci del proprio, perché lo spendersi per gli altri è la “polifonia” che Dio gradisce di più.

IN QUESTA GIORNATA È COSA BUONA SOPRATTUTTO RINGRAZIARE.
Mi sono chiesto: chi ringraziare? per cosa ringraziare?
Dico una sola cosa: voi mi avete amato, mi avete amato in tanti, mi avete anche coccolato e viziato,
mi hanno amato i preti con cui ho collaborato, suore e laici con cui ho condiviso molte responsabilità, e anche “una moltitudine” di uomini e donne, coppie e singoli, giovani e anziani …
40 anni fa dicevano che il rischio del prete era la solitudine: con voi non ho corso questo rischio!
Mi avete amato e dato tanto: con voi sono cresciuto nella fede, per le vostre richieste ho potuto conoscere meglio Gesù, amare di più la Chiesa, aprirmi a tanti, cercare di offrire speranza ad ognuno, col vostro aiuto ho imparato a vivere meglio la mia vocazione … ed essere un prete felice, donandomi a voi ho imparato a fare il parroco, il pastore di una Comunità.

Io non posso, noi non possiamo valutare come e quanto ciò che abbiamo fatto e seminato in questi 10 anni porterà frutto: METTIAMO TUTTO NELLE MANI DI “GESÙ, che è colui che dà origine e porta a compimento la nostra fede” (Lettera agli Ebrei).
Continuiamo a “correre con perseveranza per raggiungere il premio”: la Vita di Dio, la Vita in Dio. Continuiamo a “correre tenendo fisso lo sguardo su Gesù, Crocifisso e Risorto”. Facciamolo ancora insieme, “circondati da una moltitudine di testimoni”, e “deponendo tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia”. È Gesù che ci ha radunato in questi anni all’Eucarestia, è Gesù che ci ha convocato oggi per far festa e ringraziare, è Lui che ci ha parlato e che ora si fa presente in mezzo a noi, per noi.

PER TUTTO QUESTO “Lodate Dio, lodatelo, uomini, Dio vi ama, Dio è con voi”!

Castagnata comunitaria

Castagnata comunitaria a TAINO (VA)
La quota di partecipazione è di € 10

Le iscrizioni si ricevono presso il Bar dell’Oratorio entro e non oltre GIOVEDÌ 21 ottobre p.v.

2 novembre Commemorazione dei defunti

Sante Messe per tutti i defunti – con ricordo particolare per i morti nell’anno

Maria Madre della Chiesa: ore 9,00 e ore 21,00

San Barnaba: ore 10,30 e ore 21,00

al Cimitero di Ponte Sesto: ore 15,30 (preceduta dal rosario)

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE - GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2010

La costruzione della comunione ecclesiale è la chiave della missione

Cari fratelli e sorelle,
Il mese di ottobre, con la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale, offre alle Comunità diocesane e parrocchiali, agli Istituti di Vita Consacrata, ai Movimenti Ecclesiali, all’intero Popolo di Dio, l’occasione per rinnovare l’impegno di annunciare il Vangelo e dare alle attività pastorali un più ampio respiro missionario. Tale annuale appuntamento ci invita a vivere intensamente i percorsi liturgici e catechetici, caritativi e culturali, mediante i quali Gesù Cristo ci convoca alla mensa della sua Parola e dell’Eucaristia, per gustare il dono della sua Presenza, formarci alla sua scuola e vivere sempre più consapevolmente uniti a Lui, Maestro e Signore. Egli stesso ci dice: “Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21). Solo a partire da questo incontro con l’Amore di Dio, che cambia l’esistenza, possiamo vivere in comunione con Lui e tra noi, e offrire ai fratelli una testimonianza credibile, rendendo ragione della speranza che è in noi (cfr 1Pt 3,15). Una fede adulta, capace di affidarsi totalmente a Dio con atteggiamento filiale, nutrita dalla preghiera, dalla meditazione della Parola di Dio e dallo studio delle verità della fede, è condizione per poter promuovere un umanesimo nuovo, fondato sul Vangelo di Gesù.

A ottobre, inoltre, in molti Paesi riprendono le varie attività ecclesiali dopo la pausa estiva, e la Chiesa ci invita ad imparare da Maria, mediante la preghiera del Santo Rosario, a contemplare il progetto d’amore del Padre sull’umanità, per amarla come Lui la ama. Non è forse questo anche il senso della missione?
Il Padre, infatti, ci chiama ad essere figli amati nel suo Figlio, l’Amato, e a riconoscerci tutti fratelli in Lui, Dono di Salvezza per l’umanità divisa dalla discordia e dal peccato, e Rivelatore del vero volto di quel Dio che “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).

“Vogliamo vedere Gesù” (Gv 12,21), è la richiesta che, nel Vangelo di Giovanni, alcuni Greci, giunti a Gerusalemme per il pellegrinaggio pasquale, presentano all’apostolo Filippo. Essa risuona anche nel nostro cuore in questo mese di ottobre, che ci ricorda come l’impegno e il compito dell’annuncio evangelico spetti all’intera Chiesa, “missionaria per sua natura” (Ad gentes, 2), e ci invita a farci promotori della novità di vita, fatta di relazioni autentiche, in comunità fondate sul Vangelo. In una società multietnica che sempre più sperimenta forme di solitudine e di indifferenza preoccupanti, i cristiani devono imparare ad offrire segni di speranza e a divenire fratelli universali, coltivando i grandi ideali che trasformano la storia e, senza false illusioni o inutili paure, impegnarsi a rendere il pianeta la casa di tutti i popoli.
Come i pellegrini greci di duemila anni fa, anche gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti non solo di “parlare” di Gesù, ma di “far vedere” Gesù, far risplendere il Volto del Redentore in ogni angolo della terra davanti alle generazioni del nuovo millennio e specialmente davanti ai giovani di ogni continente, destinatari privilegiati e soggetti dell’annuncio evangelico. Essi devono percepire che i cristiani portano la parola di Cristo perché Lui è la Verità, perché hanno trovato in Lui il senso, la verità per la loro vita.

Queste considerazioni rimandano al mandato missionario che hanno ricevuto tutti i battezzati e l’intera Chiesa, ma che non può realizzarsi in maniera credibile senza una profonda conversione personale, comunitaria e pastorale. Infatti, la consapevolezza della chiamata ad annunciare il Vangelo stimola non solo ogni singolo fedele, ma tutte le Comunità diocesane e parrocchiali ad un rinnovamento integrale e ad aprirsi sempre più alla cooperazione missionaria tra le Chiese, per promuovere l’annuncio del Vangelo nel cuore di ogni persona, di ogni popolo, cultura, razza, nazionalità, ad ogni latitudine. Questa consapevolezza si alimenta attraverso l’opera di Sacerdoti Fidei Donum, di Consacrati, di Catechisti, di Laici missionari, in una ricerca costante di promuovere la comunione ecclesiale, in modo che anche il fenomeno dell’“interculturalità” possa integrarsi in un modello di unità, nel quale il Vangelo sia fermento di libertà e di progresso, fonte di fraternità, di umiltà e di pace (cfr Ad gentes, 8). La Chiesa, infatti, “è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen gentium, 1).

La comunione ecclesiale nasce dall’incontro con il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che, nell’annuncio della Chiesa, raggiunge gli uomini e crea comunione con Lui stesso e quindi con il Padre e lo Spirito Santo (cfr 1Gv 1,3). Il Cristo stabilisce la nuova relazione tra l’uomo e Dio. “Egli ci rivela «che Dio è carità» (1 Gv 4,8) e insieme ci insegna che la legge fondamentale della umana perfezione, e perciò anche della trasformazione del mondo, è il nuovo comandamento dell’amore. Coloro, pertanto, che credono alla carità divina, sono da Lui resi certi che la strada della carità è aperta a tutti gli uomini e che gli sforzi intesi a realizzare la fraternità universale non sono vani” (Gaudium et spes, 38).

La Chiesa diventa “comunione” a partire dall’Eucaristia, in cui Cristo, presente nel pane e nel vino, con il suo sacrificio di amore edifica la Chiesa come suo corpo, unendoci al Dio uno e trino e fra di noi (cfr 1Cor 10,16ss). Nell’Esortazione apostolica Sacramentum caritatis ho scritto: “Non possiamo tenere per noi l’amore che celebriamo nel Sacramento. Esso chiede per sua natura di essere comunicato a tutti. Ciò di cui il mondo ha bisogno è l’amore di Dio, è incontrare Cristo e credere in Lui” (n. 84). Per tale ragione l’Eucaristia non è solo fonte e culmine della vita della Chiesa, ma anche della sua missione: “Una Chiesa autenticamente eucaristica è una Chiesa missionaria” (Ibid.), capace di portare tutti alla comunione con Dio, annunciando con convinzione: “quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi” (1Gv 1,3).

Carissimi, in questa Giornata Missionaria Mondiale in cui lo sguardo del cuore si dilata sugli immensi spazi della missione, sentiamoci tutti protagonisti dell’impegno della Chiesa di annunciare il Vangelo. La spinta missionaria è sempre stata segno di vitalità per le nostre Chiese (cfr Lett. enc. Redemptoris missio, 2) e la loro cooperazione è testimonianza singolare di unità, di fraternità e di solidarietà, che rende credibili annunciatori dell’Amore che salva!

Rinnovo, pertanto, a tutti l’invito alla preghiera e, nonostante le difficoltà economiche, all’impegno dell’aiuto fraterno e concreto a sostegno delle giovani Chiese. Tale gesto di amore e di condivisione, che il servizio prezioso delle Pontificie Opere Missionarie, cui va la mia gratitudine, provvederà a distribuire, sosterrà la formazione di sacerdoti, seminaristi e catechisti nelle più lontane terre di missione e incoraggerà le giovani comunità ecclesiali.

A conclusione dell’annuale messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, desidero esprimere, con particolare affetto, la mia riconoscenza ai missionari e alle missionarie, che testimoniano nei luoghi più lontani e difficili, spesso anche con la vita, l’avvento del Regno di Dio. A loro, che rappresentano le avanguardie dell’annuncio del Vangelo, va l’amicizia, la vicinanza e il sostegno di ogni credente. “Dio, (che) ama chi dona con gioia” (2Cor 9,7) li ricolmi di fervore spirituale e di profonda letizia.

Come il “sì” di Maria, ogni generosa risposta della Comunità ecclesiale all’invito divino all’amore dei fratelli susciterà una nuova maternità apostolica ed ecclesiale (cfr Gal 4,4.19.26), che lasciandosi sorprendere dal mistero di Dio amore, il quale “quando venne la pienezza del tempo … mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4), donerà fiducia e audacia a nuovi apostoli. Tale risposta renderà tutti i credenti capaci di essere “lieti nella speranza” (Rm 12,12) nel realizzare il progetto di Dio, che vuole “la costituzione di tutto il genere umano nell’unico popolo di Dio, la sua riunione nell’unico corpo di Cristo, la sua edificazione nell’unico tempio dello Spirito Santo” (Ad gentes, 7).

Dal Vaticano, 6 Febbraio 2010

BENEDICTUS PP. XVI

Appuntamenti da Domenica 17 ottobre 2010

DOMENICA 17 ottobre
«DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO CHIESA MADRE DI TUTTI I FEDELI AMBROSIANI»
Lettura del profeta Isaia (60,11-21)
Lettera agli Ebrei (13,15-17.20-21)
Vangelo secondo Luca (6,43-48)

ore 15,30 in Centro Parrocchiale: Incontro con i genitori dei battezzandi.
ore 15,30 a Maria Madre della Chiesa: Celebrazione del Sacramento della Cresima presieduta dal decano, don Giuseppe Vegezzi..
ore 16,00 in Oratorio. Festa con le castagne.

Lunedì 18 ottobre «S. Luca, evangelista»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Mercoledì 20 ottobre
ore 15,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi della TERZA ETÀ.

Giovedì 21 ottobre
ore 19,15 in Centro Parrocchiale: Catechesi degli Adulti «CHI CERCATE? : Maestro dove abiti?» (Gio 1,28-51). Seguirà cena frugale.
ore 21,00 in Saletta Caritas: Catechesi degli Adulti «CHI CERCATE? : Maestro dove abiti?» (Gio 1,28-51).
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro Decanale GIOVANI2.

Venerdì 22 ottobre
ore 18,30 in Oratorio: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 20,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).

Sabato 23 ottobre
ore 10,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 14,30 in Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 20,45 alla Parrocchia di Sant’Eustorgio: VEGLIA DIOCESANA MISSIONARIA «Spezzare pane per tutti i popoli». (Ritrovo alle h. 20,15 alla fermata del tram N. 3 di via Feraboli).

DOMENICA 24 ottobre
«I DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE»
Lettura degli Atti degli Apostoli (13,1-5a)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (15,15-.20)
Vangelo secondo Matteo (28,16-20)
«GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE»
ore 15,30 in Chiesa: Celebrazione del Sacramento del Battesimo.

Lunedì 25 ottobre «Beato Carlo Gnocchi, sacerdote»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Mercoledì 27 ottobre
ore 15,00 in Centro Parrocchiale: Recita S. Rosario e festa dei compleanni della TERZA ETÀ.

Giovedì 28 ottobre «Ss. Simone e Giuda, apostoli»
ore 21,00 in Centro Parrocchiale: Incontro Decanale GIOVANI1.

Venerdì 29 ottobre «S. Onorato di Vercelli, vescovo»
ore 18,30 in Oratorio: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC4.
ore 19,30 in Oratorio: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media) preceduto dalla cena.

DOMENICA 31 ottobre
«II DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE»
Lettura del profeta Isaia (25,6-10)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (4,18-.25)
Vangelo secondo Matteo (22,1-14)
ore 10,30 in Chiesa: durante la S. Messa verrà consegnato l’invito alla Catechesi per i genitori dei bambini del 1° anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (CIC1).

Anno pastorale 2010-2011

CHI CERCATE?
I segni di Cristo e la fede nel Vangelo di Giovanni

CATECHESI BIBLICA PER ADULTI “ROVETO ARDENTE”

Seguendo l’esortazione di san Carlo a unirci nella contemplazione della Passione del Signore crocifisso, siamo invitati a entrare nel mistero della persona di Gesù Cristo, attraverso un cammino di ricerca caratterizzato da alcuni segni che l’evangelista Giovanni ci offre e che trovano il loro compimento nell’«ora» di Gesù, quella della sua Pasqua.
È un’opportunità concreta di ascolto “operoso” della Parola e di preghiera che ci viene offerta e che non possiamo lasciar perdere.

Per dare a tutti la possibilità di partecipare, sono offerte tre possibilità di incontro: il giovedì al Centro parrocchiale di via Feraboli, 15 alle ore 19,15 (precise) al termine del quale c’è la possibilità di fruire di una cena frugale; oppure – dopo cena – alle ore 21,00 (precise); il sabato dalle ore 9,30 alle ore 12,00 presso la cappellina dell’oratorio di via Saponaro, 28.

Giovedì 21 ottobre 2010 - Sabato 23 ottobre 2010 - Giovedì 11 novembre 2010 - Sabato 13 novembre 2010 - Giovedì 13 gennaio 2011 - Sabato 15 gennaio 2011 - Giovedì 10 febbraio 2011 - Sabato 12 febbraio 2011 - Giovedì 10 marzo 2011 - Sabato 12 marzo 2011 - Giovedì 12 maggio 2011 - Sabato 14 maggio 2011 - Giovedì 16 giugno 2011 - Sabato 18 giugno 2011

Rom, comunità cristiana e pubbliche amministrazioni

Delegato dall’Arcivescovo di Milano Cardinale Dionigi Tettamanzi - come Vicario Episcopale di Milano - ho promosso, insieme con la Caritas Ambrosiana, un confronto tra gli enti gestori dei campi rom autorizzati della città (Cooperativa Farsi Prossimo, Casa della Carità, Centro ambrosiano di solidarietà). Questa ampia e articolata riflessione, condivisa anche dai decani della città di Milano in rappresentanza dei parroci, diviene espressione della linea pastorale – su questo argomento – della Chiesa Ambrosiana.
Milano, 7 ottobre 2010
Mons. Erminio De Scalzi
(Vescovo ausiliare)


I rom interrogano tutta la città.

Non nascondiamo le criticità relative alla presenza delle popolazioni rom a Milano e provincia. Abbiamo a che fare con una cultura diversa e la loro presenza è un dato con cui fare i conti. I campi di grandi dimensioni, anche se regolari, non facilitano percorsi diintegrazione e rischiano di essere luoghi in cui cresce l’illegalità. A maggior ragione ciò vale per gli insediamenti abusivi.
Ma la politica degli sgomberi perseguita in questi anni non ha prodotto risultati significativi. Anzi, ha alimentato insicurezza e paura tra tutti i cittadini, sprecando risorse economiche che potevano essere utilizzate in modo più proficuo. La competenza su questa vicenda – come ad ogni altra inerente al governo della Città - appartiene alle Istituzioni. A loro vogliamo e dobbiamo guardare come primi interlocutori.

Perché ci occupiamo di rom
La Chiesa vuole essere presente dove è presente l’uomo, specie se segnato da povertà edesclusione. La Chiesa da anni esercita una specifica cura pastorale verso i nomadi. Questa cura è motivata dal riconoscerci legati ad ogni creatura umana con un vincolo di fraternità a partire dalla fede nel Dio di Gesù Cristo, Padre di tutti, senza discriminazioni.Questa concezione di uomo ci porta a riconoscere dignità, diritti e doveri ad ogni donna e uomo.

L’obiettivo che ci proponiamo in questa opera
Vogliamo favorire una pacifica convivenza tra i rom e gli altri cittadini. Vogliamo giungere all’integrazione, consapevoli che si tratta di processi lunghi e complessi. Vogliamo superare l’abitare nei campi, sia per le condizioni spesso degradate e disumanizzanti, sia perché ciò non permette l’integrazione. Condividiamo con i rom un percorso nell'educazione vicendevole a vivere nella legalità ed edificando insieme una cultura del lavoro e dell’uguaglianza tra uomini e donne. Lavoriamo con i rom anche per diffondere cultura a proposito dei nomadi anzitutto all’interno delle comunità cristiane: vogliamo superare stereotipi e slogan che - semplificando colpevolmente la realtà - diffondono pregiudizi.

Lo stile della nostra azione
Lavoriamo ricercando anzitutto la collaborazione con le Istituzioni. A loro riconosciamo il ruolo non derogabile di regia, di indirizzo e di allocazione di risorse economiche. Senza questa collaborazione istituzionale il nostro lavoro risulta inutile prima che impossibile.Lavoriamo promuovendo e avvalendoci di imprese sociali che garantiscono interventi professionali, continuativi e competenti, capaci di valorizzare anche il volontariato.
Lavoriamo e rivolgiamo alle Istituzioni l’appello affinché riconoscano che è necessario investire in percorsi di integrazione per ottenere condizioni di vita più umane per i gruppi rom e ottenere maggiori condizioni di sicurezza per la cittadinanza tutta. Lavoriamo per un’azione educativa che sostenga la frequenza scolastica dei minori e l’emancipazione delle donne rom. Non chiediamo privilegi per i nomadi nell’accedere alla casa, superando altri cittadini in graduatoria per le case popolari: davanti all’esigenza condivisa a livello di Istituzioni locali e nazionali di chiudere i campi regolari (104 famiglie nel campo di via Triboniano, 35 in via Novara) servono misure adeguate ed “eccezionali” quali il ricorso a quella “riserva” di unità abitative - regolata da apposite normative - non destinata alle graduatorie ma a casi come questi.

Le responsabilità delle istituzioni
Offriamo e chiediamo alle Istituzioni un rapporto leale e schietto. La Chiesa non avoca a sé l’intervento sociale di competenza del “pubblico”. Se svolge funzioni di supplenza lo fa con l’intenzione di consegnare quanto prima alle Istituzioni competenti la responsabilità di intervenire efficacemente. E’ inaccettabile che si tenti di “scaricare” all’azione caritativa della Chiesa l’onere di trovare soluzioni a questioni di competenza di chi ha la responsabilità di amministrare la città, il territorio e il Paese.

I risultati che abbiamo raggiunto
Il miglior risultato è l’inserimento scolastico di tanti dei minori rom: l’integrazione passa da questa strada.
In questo ultimo anno la sensibilità delle parrocchie è cresciuta e diverse si sono impegnate per accogliere alcune famiglie mettendo a disposizione locali propri o impegnandosi per il sostegno all’affitto. Gruppi di cittadini hanno espresso vicinanza, attenzione e cura a famiglie più volte sgomberate, dimostrando la possibilità della convivenza.
Riconosciamo la lenta ma progressiva assunzione di responsabilità delle Istituzioni che nell’ultimo decennio hanno aperto spazi di confronto, si sono impegnate per gestire i campi e ricercare soluzioni alternative ai campi stessi.

Siamo preoccupati per la sicurezza
Viviamo un momento di grande incertezza circa la prosecuzione della collaborazione con le Istituzioni pubbliche sulla “questione rom”.
Le convenzioni stipulate tra realtà legate alla Chiesa ambrosiana e il Comune di Milano per superare alcuni campi rom autorizzati sono state messe in discussione da affermazioni verbali di esponenti del mondo politico e amministrativo, milanese e nazionale, a cui però non ha fatto seguito – ad ora - alcun atto formale di rescissione delle convenzioni stesse.
Con lo slogan più volte urlato “nessuna casa Aler ai rom” si è rivestito di ideologia e discriminazione la ricerca di soluzioni per una questione che meriterebbe ben altra intelligenza.
Siamo preoccupati per il futuro e la sicurezza di questi rom e di tutti i cittadini: gli smantellamenti dei campi di via Triboniano, via Novara e via Idro annunciati per le prossime settimane costringeranno alla strada decine di famiglie rom se non interverranno quelle soluzioni abitative alternative proposte, concordate e sottoscritte da Comune e Prefettura.
Lo sgombero dei campi senza alternative costruttive espone al grave rischio di interrompere i percorsi virtuosi fin qui attivati, creando un problema di sicurezza per tutti i cittadini.
Auspichiamo un sussulto di responsabilità per le Istituzioni civili interessate affinché i processi avviati possano continuare: per il bene delle famiglie rom e dei cittadini tutti.
Promuovere la legalità – specie per le Istituzioni – significa anche rispettare gli impegni sottoscritti. Venir meno a questi patti – mentre avvia conseguenze legali ed economiche – compromette la credibilità e il senso delle stesse Istituzioni.


Mons. Erminio De Scalzi
Caritas Ambrosiana
Cooperativa Farsi Prossimo
Casa della Carità
Centro ambrosiano di solidarietà
I decani della città di Milano