buona Festa dell’Oratorio!
Come sempre all’inizio di un nuovo anno pastorale, vi raggiungo per rivolgervi un augurio dal profondo del cuore: è un augurio che, muovendo dall’Oratorio, vuole coinvolgere l’intera comunità parrocchiale e ciascuna delle sue famiglie.
La nostra Diocesi ha iniziato la seconda tappa del cammino pastorale su “L’amore di Dio è in mezzo a noi”. Sono certo che anche gli Oratori dedicheranno grande cura ed entusiasmo per sviluppare il dinamismo missionario indicato a tutti con il titolo: “Famiglia comunica la tua fede”.
Con speranza e fiducia verso ogni famiglia che incontriamo in Oratorio
Nelle mie ricorrenti visite agli Oratori rimango colpito dalla presenza spesso numerosa di tutti i membri delle famiglie. Fermandomi a salutare uno per uno, vedo che ci sono bambini e genitori, ragazzi e adolescenti, giovani e nonni… Tutti sono di casa all’Oratorio! So bene che quelli sono momenti speciali e che non avviene sempre così nelle attività oratoriane normali. Ciò non toglie però che la comunione tra le generazioni che l’Oratorio riesce a rappresentare è davvero una grande consolazione che mi fa pensare con gioia: veramente l’amore di Dio è in mezzo a noi!
Ogni famiglia è segno dell’amore di Dio.
Lo è oltre ogni situazione problematica e prima di ogni suo possibile giudizio. Dove le persone vivono creando legami improntati al vero amore reciproco e gratuito, anche se bisognoso di crescita, di educazione e di purificazione, lì troviamo sempre una traccia luminosa di Dio, il cui amore “è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5,5). È con questa gioiosa certezza che invito tutti i responsabili e gli operatori degli Oratori a guardare con grande speranza e a vivere con operosa fiducia ogni relazione con le famiglie che incontrano nelle diverse occasioni dell’anno oratoriano.
L’Oratorio ridona luce e coraggio per trasmettere la fede in famiglia
Le famiglie saranno rincuorate dallo sguardo fiducioso che le comunità cristiane sapranno loro rivolgere e si sentiranno sostenute e spronate a vivere meglio – o a riscoprire – la loro insostituibile missione di trasmettere la fede alle nuove generazioni. Sì, facciamo percepire ad ogni famiglia che è possibile e bello, anche se non sempre facile, impegnarsi a comunicare il senso di Dio e il gusto della vita.
Nell’attuale contesto di indebolimento o di perdita della fede cristiana, di ritorno al paganesimo e di indifferenza religiosa è proprio all’interno di ogni famiglia, tra le mura domestiche, che può e deve riprendere vigore il primo annuncio della fede. L’Oratorio, con le sue molteplici iniziative, i suoi percorsi formativi ed educativi e le sue ricche relazioni interpersonali, può aiutare sia i genitori che i ragazzi e gli adolescenti a farsi eco vivente gli uni per gli altri di “quel grande sì che in Gesù Cristo Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza” (Benedetto XVI, Discorso al Convegno ecclesiale di Verona, 19 ottobre 2006).
La vita dell’Oratorio può rappresentare per ogni famiglia una singolare “superficie riflettente”: mentre i vari membri della famiglia sono coinvolti in qualcuna delle attività oratoriane, ricevono di riflesso un impulso di fiducia a vivere bene all’interno del proprio nucleo familiare e a maturare maggiore consapevolezza e scioltezza nel comunicare con gioia agli altri la “buona notizia” dell’amore di Dio che abita nelle nostre case e chiede di essere riconosciuto, accolto, vissuto e testimoniato. Nessuno è escluso da questa missione che lega in modo particolare l’Oratorio e le famiglie: nonni e nipoti, genitori e figli, fratelli e zii… tutti hanno un dono da “trafficare” in Oratorio e tutti hanno una “frequenza” sulla quale possono trasmettere le “onde” misteriose e profonde della fede.
DIMMI PERCHÉ: comunicare la fede tra domande e risposte
Questo compito, arduo sì ma affascinante, sarà realizzato con vera responsabilità se gli educatori vivranno tutte le situazioni proprie dell’Oratorio come opportunità, spesso nuove e inedite, di annuncio del Vangelo, prestando particolare attenzione alle domande che le persone, piccoli e grandi, portano con sé, talvolta inespresse e in attesa di risposte esistenziali, che scaturiscono dall’esperienza della vita e che le danno autentico significato.
La comunicazione della fede che l’Oratorio può sostenere sarà ancora più efficace se saprà suscitare domande nel cuore e nella coscienza di chi partecipa alle sue iniziative. Gli interrogativi sul senso della vita, sulla verità e sull’amore, le domande di rispetto, di attenzione umana e di solidarietà, la ricerca della comunione fraterna e della gioia, sono “luoghi” più o meno espliciti di autentica trasmissione della fede perché contengono – forse ancora chiuso come in un guscio – il grande sì di Dio all’uomo e dell’uomo a Dio.
Dimmi perché – lo slogan che la Fom consegna agli Oratori come traduzione simbolica del Percorso pastorale diocesano di quest’anno – vuole significare, con la vivacità istruttiva del logo e delle iniziative che l’accompagnano, l’intreccio delle domande e delle risposte che piccoli e grandi possono ricevere e donare, in famiglia, nella stupenda avventura di comunicare la fede, nel vivo di relazioni personali affettive intense e autentiche e nella continua accoglienza della Parola che “fa nuove tutte le cose” (Apocalisse 21,5).
Carissimi, continuo con voi e come voi a confidare, prima che in ogni altra cosa, nella grazia di Dio. È il dono del Signore che ci fa pienamente sicuri, sereni e gioiosi nel compito educativo della trasmissione della fede, nella continua “alleanza” tra l’Oratorio e le famiglie.
Su voi e su tutte le famiglie che incontrerete quest’anno invoco di cuore la benedizione di Gesù risorto e vivo, speranza del mondo.
Il vostro Arcivescovo
+Dionigi card. Tettamanzi
Milano, 30 settembre 2007.