29 aprile 2011

DA HONG KONG

 
Ciao Don Giuseppe,
come stai? Spero che tu stia bene. Sono sicuro che sarai occupato con la benedizione delle famiglie e settimana santa.  Scusami tanto di non aver scritto dopo che ci siamo visti in Italia un anno fa’. Mi avevi anche chiesto di scrivere qualche notizia dalla missione. Ho sentito che Don Giorgio e’ partito per una parrocchia nuova da un po’ di tempo. Don Giuseppe tu sei punto di riferimento per me nella parrocchia. Ero molto contento di trovarti in Italia. Grazie mille per la tua ospitalita' e il pranzo insieme. Spero che ti ricordi di me. Sono P.Jomon, il missionario del Pime. Ho lavorato a San.Barnaba per quattro anni come seminarista e diacono. Adesso sono in Cina e in Hong Kong.
Sto bene e anche stiamo occupati con i nuovi catecumeni. Sono appena tornato dalla Cina. Avrai sentito di quello che e’ successo in Giappone. Ti mando qualcosa che ho scritto sulla Cina.
 Prendi cura di te Don e faccio gli auguri di Buona Pasqua

P.Jomon
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Hong Kong e’ una chiesa giovane e la fede ha ancora bisogno di essere influenzata in modo positivo da cattolici che vengono dall’estero, da nazioni che hanno una lunga tradizione cristiana e una fede profonda. Loro apprezzano tanto i missionari del Pime e il nostro lavoro, perche’ vengono da un’antica nazione cattolica. Una cultura non e’ solo differente ma anche un possibile modello positivo per loro. In Hong Kong ci sono missionari da 30 differenti paesi e cattolici da 50 diverse nazionalita’. Hong Kong e’ una comunita’ internazionale. Considerano questo una grande grazia perche’ la loro fede e cultura puo’ di continuo arricchirsi.

Hong Kong e’ una metropoli cosmopolita e la gente e’ influenzata in profondita’ dalla crisi economica. Ma questa crisi e’ anche una opportunita’ per riscoprire valori come semplicita’, fraternita’ e unita’. Se ognuno vive una vita semplice, secondo cio’ di cui ha bisogno, senza perseguire desideri materiali, puo’ riscoprire la bellezza della semplicita’ e liberarsi dall’egoismo.
Siamo ormai un’unica famiglia globale e dovremmo davvero imparare a vivere insieme come fratelli e sorelle. A qualunque nazione o cultura apparteniamo, dovremmo aiutarci l’un l’altro e vivere in solidarieta’, perche’ Dio offre risorse sufficienti per i nostri bisogni.

Domandiamo ai nostri cattolici uno sforzo sempre piu’ grande nell’evangelizzazione e ogni anno abbiamo un buon numero di nuovi battezzati. Alla veglia pasquale del 2010 vi erano circa 3000 neofiti, in maggioranza adulti e quest’anno avremmo 3500 neofiti in cui nella mia parrocchia ci sono 125 adulti che riceveranno il battesimo il giorno di Pasqua. Siamo veramente contenti di questo. Non solo per i numeri, ma per il risultato della fatica nella preparazione di queste persone. Hanno due anni di preparazione, insegnando catechismo, la bibbia e la tradizione della chiesa. Inviamo qualche missionario in altre nazioni in Asia e nel mondo. Missionari laici sono in Cambogia, alcuni preti in Tanzania, Canada e altre nazioni. Anche se non abbiamo molti sacerdoti locali, nelle nostre comunita’ incoraggiamo sempre questo spirito missionario.

La situazione in Cina non e’ cambiata. Molti cattolici di Hong Kong vanno in Cina come visitatori e possono aggiornare la conoscenza dei nostri fratelli e sorelle della Cina. Portando i gruppi dei giovani in Cina per aiutare i bambini, bisogna affrontare tanti problemi. Siamo sotto osservazione. Alcuni cattolici della Cina vengono ad Hong Kong e noi li accogliamo di cuore. Il nostro rapporto e’ in due direzioni. Noi andiamo in Cina e i cattolici della Cina vengono da noi. Insomma non solo diamo, ma anche riceviamo. Alcuni dei nostri professori ricevono ancora il permesso di insegnare nei seminari in Cina, anche se molto meno di una volta. Uno dei missionari del MEP che insegna nei seminari in Cina abita nella mia parrocchia quando loro (n.d.r.: ?) torna in Hong Kong. Lui racconta con me riguarda dei seminaristi. L’altra volta lui raccontava della protesta dei seminaristi nel seminario contro il vice-rettore che era nominato dal governo cinese. Speriamo che i seminaristi sono sani e salvi. Ma alcuni nostri sacerdoti e suore, piu’ che in passato, sono invitati a predicare ritiri, fare direzione spirituale e tenere incontri spirituali in Cina.

Fino a che le autorita’ non permetteranno liberta’ di religione e pieni diritti a tutti i nostri fratelli e sorelle della Cina, non ci potranno essere rapporti pieni fra le due parti. E’ nostro dovere fare del nostro meglio per illuminare il governo cinese su questi temi. E’ bello vedere che la Santa Sede ha un dialogo informale con il governo cinese. Per lo meno la porta non e’ chiusa. Solo il dialogo e il negoziato puo’ risolvere i conflitti.