10 febbraio 2012

Cronaca dal Consiglio Pastorale della Comunità

Seduta del 20 gennaio 2012

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Momento di preghiera e ascolto della Parola di Dio.
Filippesi (1, 1-11): Paolo considera che il solo fatto di essere “servi di Cristo Gesù” ci rende santi, in forza del battesimo, indipendentemente dal ruolo gerarchico nella Chiesa. Essere “servi” significa essere attivi affinché il Vangelo si diffonda. Questa non è un’opera nostra ma viene da Dio e dunque la nostra opera è risposta ad un dono di grazia. Siamo chiamati a scoprire linguaggi nuovi per parlare di Dio agli uomini del nostro tempo, osservando il modo con cui Dio guarda alla vita. La fede che in noi si irrobustisce attraverso l’appartenenza alla Chiesa dà spessore ai rapporti personali tra noi e alimenta i nostri percorsi di santità.

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Piccoli passi verso un progetto di comunità pastorale: il bello, il buono il vero dalla storia delle nostre originarie comunità; le fatiche, difficoltà e infedeltà da superare; i criteri da utilizzare per fondare la Comunità Pastorale; le priorità pastorali per il futuro.
A. individua il bello, il buono e il vero delle nostre comunità nella disponibilità di tante persone a svolgere le attività che segnano la presenza della parrocchia nel territorio e che sono entrate nella tradizione. Il cambiamento è fatica e genera insicurezza. Nel cambiamento la storia non è zavorra ma utile esperienza. E’ faticosa la fiducia reciproca, il superamento delle permalosità e la critica all’impegno e al pensiero degli altri. Dovremmo, invece, porre domande per comprendere meglio per cogliere eventuali valori condivisi. Un criterio fondamentale per sviluppare il compito del CP è la testimonianza. Siamo chiamati a scoprire la presenza del Signore nella nostra storia attraverso omelie, catechesi e incontri testimonianze ... .
B. trova che negli oltre 40 anni di appartenenza alla comunità di S.Barnaba ha sperimentato l’azione dello Spirito Santo che ha condotto la comunità per mano, attraverso i vari pastori che si sono succeduti e i laici che hanno collaborato. Esempi sono l’accompagnamento al battesimo da parte di coppie giovani e il cammino dell’iniziazione cristiana nel quale sono coinvolti i genitori. Si è cercato di rendere comunitario il vivere i sacramenti che rischiano di essere vissuti come fatto privato. Le proposte rischiano di perdere vigore e si notano alcune stanchezze. Sono da rilanciare. Nella liturgia è cambiata l’organizzazione e sono state costituite strutture che coordinano i vari ministeri. Ora sembra che tutto sia in standby in attesa di capire gli orientamenti della comunità pastorale.
C. considera importante l’eredità della comunità di MMC circa l’attenzione alle persone in difficoltà, le capacità di accoglienza e di accompagnamento delle stesse. Questa attenzione è stata sempre corrispondente ai tempi, ai bisogni e alle risorse umane disponibili. Migliorare la qualità della vita della “nostra gente” ha imposto un grosso impegno sociale che ha pagato in termini di “presenza politica” sul territorio. Siamo riconosciuti come interlocutori affidabili anche dalle istituzioni. I criteri sui quali fondare la nostra azione sono preghiera e ascolto operoso della Parola. Verifica del nostro operato e formazione ne sono le conseguenze. Le priorità individuate per rafforzare il CCP e le commissioni sono la formazione, la corresponsabilità e le competenze.
D. porta la sua esperienza personale. Ha trovato nella comunità accoglienza che l’ha portata a rafforzare alcuni valori come la condivisione e il compatire. Ha permesso di rendere più adulta la propria fede e ha posto le premesse per una ricerca fatta di ascolto della Parola e condivisione. Molte sono state le figure importanti che hanno permesso questa crescita spirituale. Molti sono stati i momenti significativi che hanno contribuito in questo senso. E’ un peccato che alcuni di questi non siano più stati riproposti, perché è importante avere la continuità con il passato.
E. parte dall’esperienza di impegno affinché attraverso le attività svolte si creassero condizioni per l’arricchimento personale e l’amorevole sostegno ai fratelli. La difficoltà che rileva sta nel instaurare rapporti significativi con l’altra comunità parrocchiale. In oratorio, ambito principale del suo impegno, sarebbe necessaria una sistemazione degli ambienti in quanto la struttura rischia di essere invivibile.
F. le positività della nostra storia risiedono nell’attenzione delle esigenze delle famiglie e nelle risposte date nel tempo. La fatica risiede nel cambiamento e nell’ascolto reciproco che permette di concedere fiducia. Dobbiamo domandarci sull’efficacia educativa e testimoniante delle nostre attività. Le priorità ci sono state indicate da Mons. De Scalzi nella cura della Messa domenicale; la preghiera; la formazione “catechesi”; la carità.
G. ha trovato molto significativo quest’anno il mandato ai laici della visita alle famiglie, in quanto ha trovato disponibilità inaspettate all’accoglienza. C’è un forte bisogno di parlare da parte delle persone e questo può essere un buon punto di partenza.
H. invita a riflettere che in alcune generazioni si è affievolito il bisogno di rapporto con la Chiesa e molto deriva dal fatto che la secolarizzazione ha portato a moltiplicare gli impegni personali a scapito di quelli comunitari.
I. riconosce che negli anni si sono fatte tante cose buone e una priorità risiede nel mettere insieme le esperienze, soprattutto se diverse, per ampliare le positive ricadute nelle nostre comunità. Ci vorrà comunque tempo per conoscerci meglio.
L. trova molto positiva la disponibilità delle persone e nella passione che deriva dal porre al centro la Parola. Si fatica a guardare al futuro frugando nel nostro passato, ma è un esercizio indispensabile. Bisogna ripensare gli orari delle messe in quanto ai bambini non ci sono messe a loro dedicate e il linguaggio rischia di non renderli partecipi.
M. avverte la necessità di coordinarsi meglio nelle attività in quanto si sono verificati alcuni problemi organizzativi dovuti alla mancanza di comunicazione o alla poca chiarezza dei compiti.
N. riconosce una bella attenzione all’accoglienza anche se dovrebbe essere migliorata la collaborazione tra le diverse strutture in modo che (ad esempio) l’offerta formativa dell’oratorio sia la più ampia possibile. Gli spazi dell’oratorio anno migliorati e razionalizzati. Avverte l’esigenza di un maggiore coinvolgimento dei ragazzi alla messa domenicale.
O. ha riscontrato da giovane famiglia una bella accoglienza e la possibilità di inserirsi in un cammino di fede.
P. è da poco in questa comunità ma si è sentita molto accolta e ha trovato un grande impegno profuso sul versante della carità. Avverte un bisogno di migliorare l’aspetto educativo verso le nuove generazioni.
Il Parroco nel suo intervento plaude alla ricchezza degli interventi … e offre alcuni spunti di rilettura propositiva per il cammino personale e comunitario relativi all’ultima seduta del CCP del 14 dicembre u.s. Considera che le cose questa sera dette siano in linea con quelle riflessioni, segno che si sta compiendo realmente un cammino di fede.

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Comunicazioni varie.
Il parroco comunica che suor Maristella è stata destinata ad altro incarico e che saluta tutti e ringrazia per l’accoglienza. Ci sarà in futuro una occasione di incontro-saluto.
Anche don Giuseppe Vegezzi (decano) è trasferito a Rho: a lui il ringraziamento per il suo impegno nella costituzione della nostra comunità pastorale.