29 novembre 2015

L’ordine del giorno del prossimo Consiglio Pastorale

(sono graditi contributi scritti anche di esterni al cp)

Milano, 17 novembre 2015

Ai membri del Consiglio Pastorale

Carissimi,  insieme con la giunta del CP ho il piacere di invitarvi al prossimo incontro martedì 1 dicembre ore 21 presso la saletta Caritas di San Barnaba.
Vi chiediamo di arrivare ‘preparati’ all’incontro, provando a dedicargli un po’ di riflessione e preghiera, e se è possibile a coinvolgere altri in questo sforzo. Vogliamo riprendere lo stile proposto da don Marcellino di regalarci nell’incontro il frutto di tali riflessioni e non la reazione immediata a quanto detto dagli altri. E per garantire questo stile e il rispetto dei tempi della serata affideremo la conduzione della serata ad un ‘moderatore’ (comincerà Anna).

 L’odg sarà il seguente:

- Breve  preghiera introduttiva (a cura dei don)

- 1. La “comunità educante” (tema dello scorso anno pastorale) è questione fondamentale e tema sempre da riprendere nella vita di una parrocchia. In particolare la questione educativa si pone oggi in Italia come ‘emergenza’ (espressione ripresa nel Convegno Ecclesiale di Firenze dei giorni scorsi). Per le nostre parrocchie tale urgenza si manifesta, se pur con sfumature diverse, come problema che spesso suscita tensioni e preoccupazioni.                                                                                                                                                                                    
La parrocchia nell’oratorio impegna molte energie di cuore, pensiero, tempo, strutture e anche denaro… La cura dei bambini, dei ragazzi e dei giovani ha nei momenti propriamente formativi l’espressione più evidente ma nell’oratorio trova altre forme significative: a partire dall’accoglienza informale, alle proposte più strutturate quali lo scautismo, le società sportive, il dopo-scuola…  I contesti dei due oratori sono per alcuni aspetti differenti e per altri simili, ma a Maria Madre è più marcata e spesso problematica la scarsa presenza di adulti con intenzionalità educativa a fronte di una maggior presenza di ragazzi/e ‘in disagio’ relazionale e di ragazzi/e di tradizione musulmana. Da qui la scelta operata da alcuni anni di avvalersi del sostegno di un educatore professionale, del servizio di doposcuola del ‘Picco-lo Principe’ per i ragazzi delle medie e di altre collaborazioni occasionali con altri educatori (per laboratori o attività estive).  Il cammino di sempre più stretta collaborazione delle parrocchie e la ridefinizione in corso di presenze e compiti anche in ambito educativo richiama l’urgenza di individuare e formare il nucleo della comunità educante di un oratorio che dovrà pensarsi sempre più una realtà unitaria pur nell’utilizzo delle due sedi.  E’ così proposto di avviare un confronto e una verifica che a partire dal consiglio pastorale possa poi allargarsi ai vari soggetti della comunità educante (sempre in “formazione” e “riforma”) su questi punti: * molti sono i modelli educativi possibili. Quali sono i tratti irrinunciabili dello stile educativo oratoriano per noi qui a Gratosoglio?  * responsabilità è servizio e non esercizio di un potere. Adulti presenti per vocazione: è ancora possibile?  * situazioni personali ‘difficili’: come accostare i ragazzi, come parlarne, quali percorsi offrire?  Ecc...

Nb:
introdurrà la riflessione in CP don Giovanni. Per darci dei riferimenti di riflessione di ampio respiro (e non ripiegare su soluzioni pratiche ma illusorie) invitiamo alla lettura della allegata scheda A.

ALLEGATO A
Alcune riflessioni ricche di spunti di ampio orizzonte sul tema della “emergenza educativa”, tratte dalla lettera pastorale del vescovo di Novara, mons. Franco G. Brambilla, “Adamo, dove sei?”, Cittadella Editrice:
Dove l’umano appare più fragile è nel territorio dell’educazione, un impegno che oggi sembra ottenere il minimo di considerazione sociale e d’interesse personale. Tutti ne parlano, ma pochi dedicano tempo e disponibilità a questo compito strategico per il nostro domani. Un tempo l’atto di trasmettere le forme del vivere avveniva in famiglia, nella scuola, nella comunità cristiana, nel quartiere, ma oggi s’è rotta l’alleanza che univa queste agenzie educative nell’impresa comune di costruire l’umano in formato grande.
A tale impresa la società dedicava risorse ingenti. Figure di educatori trasformavano la loro passione educativa in vera missione, spendendosi ben al di là del tempo dovuto. Oggi la valutazione sociale di un genitore, maestro, insegnante, educatore, animatore, allenatore, sacerdote, è molto bassa, non solo per l’inconsistenza della remunerazione economica, ma per la marginalità con cui è considerato tale compito nel sogno delle nuove generazioni. La dimensione educativa dell’insegnamento si è indebolita rispetto all’attrazione delle discipline scientifiche o economiche, alle aree del sapere dove l’aspetto formativo pare metodicamente messo tra parentesi.
Di conseguenza, sembra evaporare la forza persuasiva dell’area umanistica, di tutte le forme del sapere ermeneutico, che hanno a che fare non solo con lo spiegare (erklären), ma con il comprendere (verstehen), con il sapere della vita e con la memoria di un popolo. Il mito del genio della scienza e della tecnica popola i sogni di chi entra in università, affascinato da prospettive di successo professionale, e sottrae intelligenti brillanti alla passione educativa, dove ancora è prevalente la presenza femminile, percepita talvolta come una soluzione di ripiego.
Il rapporto tra figure maschili e femminili nella scuola di ogni ordine e grado è il dato più sconosciuto. Esso connota fortemente il momento della crescita ancora con prevalenza di figure materne che, pur decisive, non sono certo un forte antidoto a quella “evaporazione del padre” (Lacan) che ha segnato il Novecento. Questo fatto è lamentato come una delle debolezze strutturali, già della famiglia nucleare, caratterizzata da una persistente assenza del padre, e di conseguenza anche dagli ambienti educativi che dovrebbero compensarne la mancanza.
Sottovalutazione del momento educativo (e delle sue istituzioni) e scompenso della presenza di figure educative paterne e materne (a motivo di famiglie a geometria variabile, cosiddette “plurali”) decreta la debolezza del primo grembo di trasmissione dell’umano. Anzi la famiglia è diventata sospettosa e diffidente nei confronti degli altri soggetti educativi (la scuola e la comunità civile e religiosa), rompendo quell’alleanza secolare che aveva assicurato la trasmissione dell’umano di generazione in generazione, nonostante tutte le discontinuità fisiologiche o le rotture storiche che pure il passato ci ricorda.

- 2. L’anno santo della misericordia è alle porte. Raccogliamo dalla bolla di indizione di papa Francesco sottolineature per la nostra comunità e proposte per vivere questa dono di grazia straordinario. Nb: nell’allegato B (ai membri del cp) ci sono ampi stralci della lettera.      

- 3. varie ed eventuali.                                                  

Grazie del vostro impegno.
Cordiali saluti.  
don Alfredo e la giunta