08 febbraio 2020

Lettera dell'Arcivescovo monsignor Mario Delpini per il tempo di Quaresima

«UMILIÒ SE STESSO, FACENDOSI OBBEDIENTE FINO ALLA MORTE E A UNA MORTE DI CROCE» (Fil 2,8)

Carissimi,

guardo i quadri che rappresentano san Carlo. Ce ne sono dappertutto: in ogni chiesa, nelle cappellette, nella casa dell’Arcivescovo. Il suo volto segnato da penitenze e da lacrime mentre contempla il Crocifisso mi provoca a pensare, a pregare: quanto la meditazione della passione del Signore ispira il mio modo di interpretare la vita e il ministero?
Benedico il tempo di Quaresima perché la liturgia ci propone di andare verso la Settimana Autentica per entrare nel mistero della Pasqua del Signore. Invito tutti a concentrarsi sull’essenziale, chiedendo la grazia che i sentimenti e il pensiero di Cristo ispirino il nostro sentire e il nostro pensare.
Il testo della Lettera ai Filippesi che inserisce un inno intenso e commovente può ispirare tutto il tempo di Quaresima.

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me.
(Fil 2,5 - 18)


1. La «sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore» (Fil 3,8)

Paolo si sforza di correre verso la meta, che è la conoscenza di Cristo Gesù (cfr. Fil 3,12) perché è stato conquistato da Gesù.Le nostre lentezze, il grigiore della nostra mediocrità, il clima lamentoso e scoraggiato che talora si percepisce nelle nostre comunità sono forse un segno di una resistenza all’attrattiva di Gesù. Il tempo di Quaresima ci invita a tenere fisso lo sguardo su Gesù, sul mistero della sua Pasqua per conformarci sempre più a lui, nel sentire, nel volere e nell’operare (cfr. Fil 2,13).

2. «Credo in Gesù Cristo»

La conoscenza di Gesù e del suo messaggio non può limitarsi ai vaghi ricordi del catechismo, non può aggiornarsi con qualche titolo di giornale o con qualche conferenza. Credo che sia necessario proporre percorsi di formazione per gli adulti e incoraggiare molti a partecipare a corsi già da tempo offerti in diverse parti della diocesi, come Corsi di teologia per laici, Corsi biblici, cicli di incontri nella forma di Quaresimali.
Si deve anche pensare a qualche proposta che sia più popolare, che raggiunga tutti i fratelli e le sorelle che vivono la loro fede con semplicità e partecipazione costante alla messa domenicale e non sono nelle condizioni di percorsi di formazione impegnativi.
Mi sento di proporre che, come nella Chiesa antica, si offra a tutti la possibilità di ascoltare una spiegazione del Credo, il simbolo della fede che si proclama nella celebrazione eucaristica. In Quaresima spesso si propone il Simbolo Apostolico. Si può pensare che le messe domenicali di Quaresima siano precedute o seguite dalla spiegazione di alcuni articoli del Credo per chi può trattenersi in chiesa per il tempo necessario. I preti sono spesso impegnati per le celebrazioni delle messe. Talora è opportuno rivedere l’orario e che il vicario episcopale di zona proceda a questa revisione. Ad ogni modo, non è necessaria la presenza del prete per proporre una spiegazione degli articoli del Credo: certo, chi lo fa deve essere adeguatamente preparato, per essere sobrio e preciso, in modo che in un tempo sensato sia possibile una chiarificazione essenziale delle verità cristiane e si possa poi sciogliere l’assemblea, senza trattenerla a lungo.

3. «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5)

Il tempo di Quaresima è il tempo adatto per confrontarsi con serietà sulle esigenze della carità, per condividere il provare compassione di Gesù davanti alla folla smarrita, ai malati e agli esclusi, ai lutti troppo ingiusti e troppo dolorosi.
Le forme della carità adatte per il nostro tempo devono essere oggetto di riflessione e di condivisione. La dottrina sociale della Chiesa riproposta e approfondita dai pontefici del secolo scorso trova nell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco e nell’indicazione della “ecologia integrale” una proposta di riflessione e di azione impegnativa per tutti i cristiani e per tutti gli uomini di buona volontà.
Le dimensioni impressionanti della ricchezza e della povertà e il divario tra ricchi e poveri possono lasciare indifferenti i cristiani? L’abitudine allo spreco e il dramma della fame possono essere tollerati? I criteri della spesa pubblica possono essere indiscutibili? Gli investimenti per la ricerca possono essere condizionati solo dal profitto prevedibile? Inoltre i cristiani – animati dagli stessi sentimenti di Gesù – si pongono domande sulle condizioni di vita e di lavoro che la situazione contemporanea sembra imporre a molti. Come si può tollerare che l’organizzazione del lavoro invada ogni momento della vita e ogni giorno della settimana, anche la domenica? Quale miopia può giustificare che sia considerata un problema l’attesa di un figlio, visto che comporta un periodo di assenza dal lavoro?
Ma i cristiani non si limitano a porre domande: offrono risposte e sono disposti a pagare di persona. Più che cortei di protesta o di richiesta, siamo impegnati a scelte di vita personale coerenti e a tessere alleanze con tutti gli amici del bene comune. È doveroso che nella comunità cristiana si promuovano occasioni di confronto per approfondire i temi della Dottrina Sociale della Chiesa, per orientare l’impegno in ambito sociale e politico.
La Quaresima invita alla pratica del digiuno in alcuni giorni e più in generale a rivedere lo stile di vita nella prospettiva della carità e della solidarietà. La pratica del digiuno sembra quasi cancellata dalla sensibilità ordinaria del popolo cattolico occidentale: tanto che suscita interesse e ammirazione il rigore con cui praticano il digiuno i cattolici di rito orientale e i fedeli di altre confessioni e religioni. Più che l’ammirazione è opportuno disporsi con semplicità e intelligenza a raccogliere il ricco patrimonio della tradizione cristiana e a tradurre in scelte concrete l’insegnamento che la sapienza dei popoli e dei secoli ci propone.
Nell’impegno politico, nelle responsabilità professionali, nelle forme di presenza “nel sociale” i cristiani e tutti gli uomini e le donne di buona volontà cercano con intelligenza, lungimiranza, determinazione le vie percorribili per un mondo più giusto e fraterno, più abitabile e ospitale.

4. «Risplendete come astri nel mondo» (Fil 2,15)

Il tempo di Quaresima chiama i battezzati a conversione, accompagna i catecumeni al battesimo, cura la preparazione dei ragazzi a portare a compimento l’Iniziazione cristiana.
La presenza di catecumeni che chiedono il battesimo in età giovanile e in età adulta è un segno che interroga tutta la comunità cristiana e impegna a predisporre accoglienza, accompagnamento, apprezzamento per fratelli e sorelle che attestano la serietà del cammino di Iniziazione cristiana e della scelta di vita cristiana. Questa testimonianza può incoraggiare la proposta rivolta ai ragazzi. Abbiamo fatto molto per predisporre nuovi sussidi e suggerire itinerari per l’Iniziazione cristiana, dalla preparazione al battesimo dei familiari alle diverse fasi fino alla confermazione. Ma non possiamo ritenerci soddisfatti: la comunità educante è spesso ancora una realtà indefinita e poco significativa, il coinvolgimento dei genitori è stentato ed episodico, le persone disponibili come catechisti e catechiste talora sono insufficienti per numero e disponibilità di tempo. Dobbiamo ringraziare per tanta generosità, ma non possiamo ritenerci soddisfatti. Abbiamo il compito di continuare a pensare, a provare, a suscitare collaborazioni.
Utilizzo talora l’immagine della scintilla: basta una scintilla per far divampare un incendio. Possono bastare pochi ragazzi, poche coppie di genitori, poche catechiste perché in una comunità arda il desiderio di partecipare alla vita della Chiesa e di contagiare tutti con la gioia e la carità? La logica del Vangelo ci incoraggia a credere più al metodo del seminatore che al metodo del programmatore.

Carissimi,

il tempo forte della Quaresima sia intenso di grazie per tutti. L’invito a conversione ci trafigga il cuore: non si tratta di un appello convenzionale, ma di una parola amica, esigente e promettente che il Signore ci rivolge. Lo sguardo rivolto al Crocifisso, la meditazione delle verità cristiane, la pratica di una ascesi proporzionata ci conduca a vivere con intensità i giorni della passione, morte, risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.