22 gennaio 2018

Perché nasce il campus di educazione alla pace


Gratosoglio, lo dice il suo stesso nome, porta indelebile una vocazione: l'accoglienza. Nacque per dare alloggio ai molti italiani che si trasferirono dal sud Italia; più recentemente ha dato spazi e ha offerto possibilità a chi veniva dal sud del mondo. E oggi si trova colorato come l'arcobaleno, con una presenza multietnica e multireligiosa. Il problema da noi non è tanto la prima accoglienza dei migranti quanto piuttosto provare a dare forma ad un'amalgama di genti e soprattutto di giovani di origine italiana e di II o III generazione di origine straniera.

Talvolta però gli abitanti di questo invidiabile modello futuro di città, certo non sempre per colpa loro ma anche per le responsabilità di altri, anche dei potenti di turno, cambiano occhiali e indossano delle lenti grigie. L'arcobaleno così perde lucentezza ai loro occhi e tutto diventa cupo; in altre parole, ci si dimentica della possibilità racchiusa nella “convivialità delle differenze”, ci si dimentica che ci unisce un destino comune, della dignità dell'altro che è pari alla propria, dell'essere chiamati a mettere mano da protagonisti a questa storia e a questa città che ci è stata consegnata; e allora cresce la paura, la voglia di alzare barricate e di difendersi e si creano tensioni che chissà, un giorno, cavalcate da qualche ideologia estremistica e da una crescente povertà culturale ed economica, potrebbero degenerare in violenza.

Il campus nasce per ritinteggiare questo arcobaleno, per creare un'oasi di convivenza, per tornare a stupirsi dell'altro che ci abita accanto e che magari, pur se con una religi-one e una lingua diversa, a me è fratello, tassello insostituibile anche per il mio bene.


La proposta tematica di quest'anno
“Non c'è pace senza Giustizia, non c'è Giustizia senza perdono”: aveva questo titolo uno degli ultimi messaggi di s. Giovanni Paolo II per la giornata mondiale di preghiera per la pace. Noi ci concentreremo in particolare sul binomio Giustizia e Pace al punto da renderlo sinonimo: Giustizia è Pace! Sarebbe impossibile costruire la Pace se gli abitanti di una fetta di città, come la periferia ma anche le minoranze culturali e religiose, non godessero dei diritti che so-no sanciti nella Costituzione e che nella Bibbia sono di ogni uomo in quanto figlio di Dio.

Il programma del campus permetterà a chi si iscriverà di iniziare e terminare un percorso che, attraverso alcuni spaccati di attualità, aprirà prospettive inedite, rimarcherà con accenti di denuncia le ingiustizie del nostro mondo, squarcerà feritoie di speranza e indicherà vie di azione. A chi non potrà stare lungo tutto il sentiero tracciato invece verrà offerta la possibilità di approfondire almeno una tematica: Lunedì si parlerà di mafia ma anche di vittime e colpevoli e di chi riesce ad affrontare un cammino di riconciliazione. Martedì di spazi abitativi in città. Mercoledì di economia e Giovedì di politica internazionale. Venerdì invece l'attenzione si concentrerà su Milano e i suoi (nuo-vi) abitanti.

Durante le sere invece tutti assieme ci metteremo in ascolto di quei giusti che, in un tempo di male, sono stati capaci di compiere scelte alternative attraverso la lettura di un li-bro alla presenza del suo autore (“il mio fiume” di Faruk Sehic), una catechesi su Abramo il Giusto per la fede a tre voci (ebraica, cristiana e islamica) tutte al femminile e attraverso lo spettacolo teatrale “A come Srebrenica” scritto e interpetato da Roberta Biagiarelli.

Per ogni dettaglio vi invito a visitare il sito dedicato www.campusdellapace.altervista.org su cui è possibile anche iscriversi.

I nomi eccellenti e i mille voltiIl campus quest'anno accoglierà nomi più o meno noti del nostro Paese o della scena internazionale: don Luigi Ciotti e Romano Prodi, il professor Pejanović da Sarajevo e la vicesindaco Anna Scavuzzo, Giangiacomo Schiavi del Corriere e Gabriele Rabaiotti assessore all'urbanistica del Comune. Ma soprattutto al campus parteciperanno i nostri giovani, molti altri della città e della Regione e anche da al-cune città europee: Parigi, Sarajevo e Marburg - Germania.

Il campus vola alto ma solo se ha radici profonde.
Per questo abbiamo bisogno di te. Offri la tua disponibilità ai sacerdoti o scrivi una mail a campusdellapace@gmail.com: per un servizio di volontariato in cucina o nella sitemazione degli ambienti; per accogliere in casa i giovani europei, al solo costo di 2 metri quadrati per un letto e una colazione; per una donazione che ci permetta di offrire i servizi di base.

Al termine della santa messa della domenica mattina troverai in fondo alla chiesa i moduli per partecipare come fa-miglia ospitante e potrai chiedere informazioni più dettagliate.


d.Giovanni e collaboratori